Indire per le piccole scuole: dall’emergenza alla progettualità

Le piccole scuole. Una fotografia italiana

Le “piccole scuole” sono realtà situate in contesti di montagna o nelle isole minori e in tutte quelle aree interne caratterizzate da bassa densità abitativa, con situazioni socio-economiche non sempre floride, pochi alunni e docenti che vanno e vengono. In Italia la normativa, basandosi principalmente su criteri geografici, fa riferimento a “scuole di montagna”, “scuole delle piccole isole” e “scuole dei territori a bassa densità demografica” (con riferimento alla legge 111/2011, Art. 19, Comma 4 e al DPR 81/2009)

Ma non sono solo queste le realtà in cui si trovano le piccole scuole. L’aggiunta di un criterio di natura quantitativa legato al numero di studenti ha permesso a INDIRE di delimitare con una maggiore precisione il fenomeno delle piccole scuole, almeno per il primo ciclo di istruzione. Utilizzando i dati MIUR per l’anno scolastico 2017/18, si rilevano 8.848 piccole scuole, di cui 7.204 sono primarie e 1.644 secondarie di I grado. Si tratta di un fenomeno che si estende su tutto il territorio nazionale, con importante presenza in regioni del Nord quali Piemonte, Lombardia e Veneto. Sono presenti in territori con differenti gradi di perifericità, in maniera significativa anche in comuni polo e “di cintura”.

Davvero un quadro complesso! Reso ancora più difficile da gestire a causa di normative sul dimensionamento degli istituti autonomi (l’unica deroga concessa è per le scuole in montagna e nelle piccole isole, con un parametro previsto di 400 alunni, rispetto allo standard di 600) che fanno prevalere ragioni di sostenibilità economica rispetto all’opportunità di mantenere in vita territori che senza la scuola andrebbero via via spopolandosi.

Riferimenti

La piccola scuola in numeri http://piccolescuole.indire.it/ricerca/infografica-dati/

La piccola scuola nel tempo http://piccolescuole.indire.it/ricerca/timeline/

Una storia che inizia per “emergenza”

Nel 2007 la prima emergenza. Invitato dal Ministero e da alcuni genitori il gruppo di ricerca Indire predispone un’esperienza educativa che permette di garantire l’apertura della piccola scuola media di Marettimo (Isole Egadi). Due studenti, Gaspare e Jessica hanno potuto frequentare attraverso lezioni condivise con una scuola media di Firenze. Inizia un’avventura che consente ai due ragazzi di completare il ciclo obbligatorio della scuola secondaria di primo grado. Nel 2009 una nuova emergenza. Indire grazie anche alla disponibilità dell’IC “Biagio Siciliano” di Capaci interviene a supporto di Niky, un bambino che viveva su di una barca per una particolare forma di asma. Ancora una volta una scuola lavora a distanza, attraverso una complessa infrastruttura tecnologica, per garantire il diritto allo studio e una offerta educativa di qualità anche in situazioni in cui l’isolamento sembra essere una sfida insormontabile!

Negli anni i genitori e i territori richiedono interventi continui perché lo spopolamento dei territori avanza e le piccole scuole sono prive di docenti, spesso senza strumenti tecnologici, come ad esempio la banda larga, per avviare percorsi di didattica a distanza e con classi composte da bambini di età diversa, che le insegnanti percepiscono come un “ostacolo al programma”.

Riferimenti

Scuola, se il futuro in rete si fa strada dalle piccole classi isolate

https://www.repubblica.it/scuola/2014/06/30/news/piccole_scuole_non_pi_isolate_grazie_al_web-90382596/

Internet salva le micro scuole. 12 mila gli istituti sparsi tra montagne e isole

http://www.rai.it/dl/tg3/articoli/ContentItem-f9673b71-38cb-46aa-8b26-a84ee48313de.html

Sperdute tra i monti o sulle isole. Così sopravvivono le piccole scuole

https://www.lastampa.it/cultura/scuola/2017/06/06/news/sperdute-tra-i-monti-o-sulle-isole-cosi-sopravvivono-le-piccole-scuole-1.34578742

L’importanza di una visione globale e di un “intervento di sistema”

Intorno alla piccola scuola si sviluppano reti di relazioni, azioni culturali e attività che contribuiscono a mantenere in vita piccoli centri e borghi a salvaguardia della vita e della cultura che li caratterizza.

Occorre ripensare il modello organizzativo e didattico della piccola scuola, sostenerlo e condividere quelle esperienze che possono essere un innesco al cambiamento. Grazie al progetto Piccole scuole, affidamento MIUR Asse I – “Investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente” OS 10.1 – “Riduzione del fallimento formativo precoce della dispersione scolastica e formativa”, si lavora per la costruzione di una rete nazionale e per l’individuazione di modelli e metodi che possano rafforzare la competenza dei docenti e il loro mettere in atto azioni in grado di supportare il miglioramento educativo e il fare scuola nelle piccole istituzioni.

Nel 2017 nasce un Movimento culturale, che prende il nome di “Movimento delle Piccole Scuole”, come realtà aperta a tutte quelle Piccole Scuole che vogliono impegnarsi per partecipare a pieno titolo al sistema educativo nazionale, avviare un processo di innovazione, sottraendosi al rischio di marginalizzazione. Intenti e idee del movimento sono raccolti nel Manifesto, che a Favignana firmano 60 scuole.

I punti chiave del Manifesto:

  • comunità di memoria e qualità di apprendimento
  • l’esperienza delle pluriclassi, una risorsa e non un limite
  • tecnologia e inclusione sociale

Gli Istituti scolastici aderenti al Movimento delle Piccole sono ad oggi 250. Fanno capo a questi istituti 1.241 plessi, con un totale di 518 pluriclassi. Sono coinvolti quindi 70.924 alunni, e 11.842 docenti (di cui 7.903 di ruolo). Molte di queste scuole sono situate nelle 72 Aree Interne presenti sul territorio nazionale (rif. Strategia Nazionale Aree Interne).

I ricercatori Indire si adoperano per realizzare ogni anno “laboratori adulti” (che coniugano formazione, progettazione e sperimentazione in classe) alla cui base vi sono Patti formativi sottoscritti da Dirigente, docente e Indire, per la valorizzazione professionale e la sperimentazione. Inoltre vengono sostenute esperienze di formazione integrata da workshop territoriali e visiting tra piccole scuole che rappresentano eccellenze e possono accogliere docenti di altre realtà, accompagnandoli nella comprensione di modelli organizzativi e didattici e nella loro messa in pratica.

Riferimenti

Il Movimento e la mappa delle Piccole scuole http://piccolescuole.indire.it/il-progetto/

Da Barbiana a Favignana: piccole scuole crescono https://www.scuola7.it/2017/46

12 mila minuscole scuole sparse per l’Italia. Un milione di studenti studia così

https://www.corriere.it/buone-notizie/18_novembre_21/12mila-minuscole-scuole-sparse-l-italia-milione-studenti-studia-cosi-0a9738e2-ecad-11e8-9cc0-d189758894d5.shtml

Valorizzazione delle pratiche e restituzione ne “I Quaderni delle Piccole Scuole”

Il gruppo di ricerca Indire guarda le piccole scuole come veri e propri laboratori di innovazione.

I ricercatori Jose Mangione, Giusy Cannella, Laura Parigi, Rudi Bartolini, Stefania Chipa, Alessandra Anichini, Lorenza Orlandini, Maeca Garzia e i collaboratori alla ricerca e alle strategie con i territori Tania Iommi, Francesca De Santis, Anna Tancredi, Andrea Paoli si impegnano quotidianamente nel rappresentare la ricchezza e la capacità di reazione di queste scuole, nel sostenere e costruire con loro percorsi sostenibili, nel restituire ad altri insegnanti e dirigenti esperienze concrete, pratiche autentiche, indagini territoriali, nella speranza che queste possano essere generative.

Inoltre, la collaborazione con ANCI così come ENRD – OECD favorisce l’individuazione di pratiche mutuabili di bella collaborazione scuola, comune e territorio.

Esperienze di rivisitazione del curricolo secondo processi di outdoor e internazionalizzazione come la realtà del Plesso di Travo (IC Bobbio), strategie di gestione del tempo al fine di permettere il diritto allo studio anche nelle situazioni insulari e microinsulari come la Banca delle ore dell’IC di Lipari o l’allungamento del tempo scuola delle piccole scuole di Anzano del Parco e di Alserio, curricoli informati dalle pluriclassi come nell’IC de Magistris di Caldarola, la gestione degli spazi per una scuola diffusa come l’IC di Seggiano, così come modelli di scuola comunità come quello proposto dall’IC di Bussoleno trovano nel Movimento l’attenzione del gruppo di ricerca e al contempo lo spazio per raccontarsi e per costruire percorsi in grado di coinvolgere anche altre piccole scuole, innescando dal basso processi di cambiamento.

Riferimenti

La lezione delle “piccole scuole”, laboratorio di innovazione didattica

Piccole scuole, Cerri: “La scuola è il perno del paese. Diamo opportunità ai nostri ragazzi”

Le scuole al centro di un “racconto” di innovazione!

Organizzati in “Storie, “Studi” e “Strumenti”, “I Quaderni delle Piccole Scuole” permettono di documentare le attività di sperimentazione didattica ed educativa delle scuole che partecipano alla Rete Nazionale delle Piccole Scuole. I Quaderni rendono omaggio alla Biblioteca di Lavoro, un’opera editoriale voluta e diretta da Mario Lodi che pubblicò, fra il 1971 e il 1979, numerosi volumetti e schede didattiche, realizzando una vera e propria enciclopedia delle esperienze più significative compiute in Italia. I repertori della Biblioteca di Lavoro trovarono una grande diffusione tra gli insegnanti di quel tempo e furono generativi di innovazione. Con un linguaggio semplice e chiaro, la forma essenziale ed illustrata, la credibilità di un lavoro di ricerca profondamente radicato nelle pratiche organizzative e nell’esperienza viva dell’insegnamento, “I Quaderni delle Piccole Scuole” mirano al diffondersi di modi di fare scuola attiva, inclusiva, democratica.

Riferimenti

Nascono “I Quaderni delle Piccole Scuole” http://piccolescuole.indire.it/quaderni/

Dalle dolomiti ai trulli. Ecco le piccole scuole d’Italia innovative e giramondo

https://www.corriere.it/scuola/primaria/cards/dalle-dolomiti-trulli-ecco-piccole-scuole-d-italia-innovative-giramondo/maestre-en-plein-air.shtml

I temi su cui ragionare. Tavoli strategici al Convegno Internazionale sulle Piccole Scuole

Dal 2 all’8 dicembre 2019 le piccole scuole italiane sono state protagoniste di un interessante convegno internazionale “Comunità di memoria, comunità di futuro. Il valore della piccola scuola” organizzato da Indire all’auditorium parco della musica in Roma. L’evento ha permesso ad esponenti di associazioni internazionali come OCSE, ENRD, ATEE, AERA-ECER, CEFRIO provenienti da paesi come Francia, Scozia, Inghilterra, Quebec e naturalmente Italia, di confrontare modelli o posizioni didattiche ma anche socio economiche, richiamando quei temi oggetto poi di specifici tavoli strategici.

I 4 tavoli, coordinati da Chair del mondo “scuola” e dai ricercatori Indire hanno visto la partecipazione di direttori di USR insieme a dirigenti ministeriali, scolastici e di associazioni attive nel campo educativo, esponenti di ANCI, del MIUR, così come docenti di piccole scuole e rappresentanti di Reti nazionali e internazionali. Il lavoro dei tavoli ha permesso di far emergere considerazioni e raccomandazioni attorno a quattro temi-chiave quali:

  1. Superare l’isolamento e favorire l’inclusione
  2. Costruire comunità nelle piccole scuole: il dialogo tra scuola e territorio
  3. Educare nelle piccole scuole
  4. Progettare modelli organizzativi per reti di piccole scuole

Ciò che è comunemente emerso, in primo luogo, è la necessità di dare una nuova definizione giuridica di “piccola scuola”. I criteri che la individuano empiricamente devono trovare un riconoscimento a livello legislativo, in modo da garantire la governance e con essa la possibilità di intervenire in modo più sistematico e specialistico. Si è parlato di nuovi criteri e policy per la valorizzazione della professionalità docente e di lavorare per una maggiore flessibilità delle Regioni nella identificazione ed assegnazione della autonomia alle istituzioni scolastiche, superando il mero criterio quantitativo legato al numero di studenti, al fine di andare incontro alle situazioni delle piccole scuole. Occorre inoltre individuare, nell’ambito di una pianificazione territoriale triennale, strutture di collegialità diffusa e una figura di riferimento che sia veramente vicina alla realtà territoriale degli istituti interessati (cfr. il Repertorio di Professionalità per l’innovazione previsto da Indire). Un altro punto importante messo in evidenza da più di un Tavolo è la formazione dei docenti. Gli insegnanti devono essere messi nelle condizioni di comprendere il valore della pluriclasse e di individuare i supporti fondamentali per superare i limiti di un isolamento geografico e “intellettuale” valorizzando il territorio e l’ambiente circostante come elementi che attraversano sapientemente le proposte educative.

Riferimenti (e spezzoni video)