Il silenzio può essere una via privilegiata di espressione: riesce a spostare l’attenzione da quello che i personaggi di una storia dicono ai loro stati d’animo. Lasciar parlare il silenzio significa lasciare le emozioni libere di emergere[1]. Il silenzio ha molto da raccontare e può diventare un potente strumento di relazione autentica, indispensabile alla comunicazione e a aumentare le nostre possibilità di espressione.
L’importanza del silenzio non vuole essere in antitesi con le parole in contrapposizione con il linguaggio, ma la sua naturale continuazione. “Porre l’accento sul silenzio non significa svalutare il linguaggio, al contrario, ampliarlo in termini di contenuti e sintassi, di coloritura ed efficacia espressiva. Il tacere come scelta è un atto linguistico. Sospendere una frase, ricorrere a una pausa, alternare pieno e vuoto nel ritmo del discorso, sono opzioni per dire diversamente, azioni volontarie di comunicazione, non antitetiche ma integrate alla parolaâ€[2].
Silent book contest
Da quasi quarant’anni la casa editrice milanese per bambini e ragazzi, Carthusia, si distingue nel panorama nazionale dell’editoria per bambini e ragazzi, per la capacità di usare linguaggi innovativi e per i progetti coraggiosi[3]. Dopo la pubblicazione alcuni progetti la casa editrice ha concentrato la sua attenzione sui corsi di formazione per docenti, bibliotecari e operatori che sono diventati fonti per studi accademici, spunti per film animati e musica disegnata[4] o esposizioni d’arte.
Il progetto editoriale Silent Book Contest Gianni De Conno Award[5] è stato realizzato con spirito di squadra e in partnership con numerosi soggetti territoriali attenti al mondo dell’infanzia e della preadolescenza, con le parole d’ordine come innovazione, competenza, qualità , bellezza, internazionalizzazione e impegno sociale. Non ultime anche curiosità e coraggio: “ficchiamo il naso dappertutto, perché ci piace raccontare storie che non si sono mai sentite, o trovare idee per libri tanto strani che nessuno ha il coraggio di fareâ€.
Nella comunicazione e nel racconto per i più piccoli anche le tematiche più delicate, difficili e attuali (come accettazione di sé, maltrattamento e situazioni di conflitto, inclusione, ospedalizzazione, malattie rare, cupi scenari di guerra) non sono un tabù, ma diventano oggetto di approfondimento in percorsi di ricerca affidati a focus group supervisionati da esperti e consegnati alla delicata penna di illustri autrici e autori.
Una rosa ampia di emozioni e affettivitÃ
La rosa dei temi del Catalogo Carthusia abbraccia emozioni e affettività , da multietnicità , inclusione, identità di genere, a consumo consapevole e stili di vita sani, rispetto per l’ambiente e delle regole di convivenza, uso responsabile della tecnologia e molto altro.
Il Silent Book Contest è una scommessa proposta oltre dieci anni orsono dal mondo internazionale dell’illustrazione. Giunto alla dodicesima edizione, è promosso insieme a importanti partner[6].
I silent book sono premiati da una Giuria Internazionale, composta da esperti di illustrazione e storytelling, e anche dai bambini delle scuole, che nell’ambito del Silent Book Contest Junior si cimentano nel ruolo di giurati e scelgono il loro vincitore. La Collana Silent Book di Carthusia conta ormai 32 titoli di libri senza parole, che riescono a superare barriere linguistiche e culturali con il racconto per immagini. I Silent Book non solo intrattengono i giovani lettori, ma offrono anche a docenti, bibliotecari e operatori innovativi strumenti terapeutici di alfabetizzazione, intercultura e inclusione sociale.
Guerra e Pace in classe con i “silent bookâ€
Durante le due ore settimanali di Alternativa alla religione cattolica una giovane insegnante[7] ha programmato alcune lezioni rivolte agli studenti della classe terza della Scuola Primaria G. Leopardi di Milano a partire dai silent book “Non cancellarmi†e “La valigia†di Angelo Ruta, editi da Carthusia.
“Non cancellarmiâ€
Ha mostrato ai bambini a tutto schermo attraverso la LIM le immagini del silent book “Non cancellarmiâ€, che racconta ad altezza di bambino le perdite subite a causa della guerra e ha chiesto di raccontare quanto i disegni suggerissero loro: impressioni, emozioni… Uno dei primi commenti di un alunno di origine egiziana è stato «Maestra, ma è Gaza?». È stata una piacevole sorpresa notare quanto, nonostante la giovane età , gli studenti fossero a conoscenza dei due conflitti che il mondo sta attualmente vivendo e riuscissero a stabilire un parallelo con i disegni del libro. Ha avuto modo di spiegare loro quanto la guerra generi sempre i medesimi orrori e che avrebbero potuto pertanto collegare quelle immagini ad ogni conflitto del mondo.
Ricucire la terra
La loro fantasia si è liberata soprattutto con una delle ultime immagini del libro, che hanno denominato ‘ricucire la terra’: qualche allievo sosteneva che quei bimbi avrebbero risanato il loro Paese, portando finalmente la pace.
Ricucire il cielo
Gli alunni si sono infine concentrati sull’ultima immagine del libro, che hanno denominato ‘ricucire il cielo’ e hanno deciso che quella ferita, sanata dai piccoli protagonisti loro coetanei, avrebbe impedito la nascita di nuovi conflitti in ogni parte del mondo.
Meravigliosa utopia, ma alla loro età è più che legittimo crederlo, oltreché sperare di riuscire a rimettere il mondo nel verso giusto.
La polvere che offusca il sole
Alla domanda stimolo ‘Che cosa genera la guerra?’ alcuni bambini hanno risposto: «i paesi diventano tristi», «si perdono gli affetti» e «la polvere non fa più vedere il sole». Proprio questa simbolica e evocativa immagine è diventata la definizione di ogni guerra, la polvere che offusca il sole, dedicata ai bimbi di tutto il mondo che ogni anno muoiono sotto le bombe.
Tutte le definizioni sono state raccolte dentro una nuvola di parole tramite l’app Mentimeter e sono state condivise anche con il resto della classe.
La valigia
Alla luce del successo del primo approccio a un silent book, l’insegnanteha deciso di mostrare ai bambini e alle bambine il commovente libro “La valigiaâ€, dando spazio ancora una volta al libero fluire dei loro pensieri: i bambini hanno commentato in autonomia le immagini, cogliendo il poetico simbolismo dei disegni, ed è stato entusiasmante riscontrare quanto fossero desiderosi di intervenire per fornire le loro impressioni e il loro contributo alla costruzione del racconto.
Quando il protagonista esce dalla valigia, alcuni bimbi hanno messo in campo la loro infinita fantasia e si sono spinti ad ‘anticipare’ l’epilogo della storia; altri, invece, con approccio più razionale ed analitico, erano alla ricerca di risposte logiche e si domandavano come mai il bimbo uscisse dalla valigia: «Era nascosto lì dentro per evitare le bombe?», questo uno dei commenti. I più fantasiosi ne hanno colto inconsciamente il simbolismo ed hanno evidenziato il filo che collega l’inizio della storia al suo epilogo, quando il protagonista preferisce rifugiarsi nel passato bello e sicuro, tornando all’interno della valigia, che racchiude i suoi ricordi, che sono tutto ciò che gli rimane.
C’è stato in classe anche un momento di grande pathos, quando a metà del libro il protagonista, aprendo la valigia ed immergendosi nei suoi ricordi, rivede la sua famiglia riunita che danza: hanno esclamato in coro «Ohhh!». Su quell’immagine ci si è soffermati a lungo e i bimbi hanno fantasticato sulla famiglia del protagonista, immaginando la storia d’amore dei suoi genitori, la sua nascita e il suo rapporto con i fratelli.
Misurarsi con le tematiche complesse
E si sono soffermati anche sul drammatico significato di preferire immergersi nuovamente nel meraviglioso mondo perduto, piuttosto che in una realtà tremenda di distruzione, guerra, bombardamenti ed atrocità .
Questa esperienza con i silent book insegna che anche i più piccoli riescono a misurarsi con tematiche complesse ed articolate, grazie allo stimolo delle immagini sulla loro fantasia, e che sono invogliati a partecipare attivamente alla lezione e orgogliosi di dare il loro personale contributo.
[1] N. Polla Mattiot, Esplorare il silenzio, Enrico Damiani Editore, 2019; N Polla Mattiot (a cura di), Riscoprire il silenzio. Arte, musica, poesia, natura tra ascolto e comunicazione, Baldini Castoldi Dalai Editore, 2024.
[2] N. Polla Mattiot, Pause. Sette oasi di sosta sull’orizzonte del silenzio, Mimesis Edizione, 2012.
[3] Casa editrice per ragazzi fondata nel 1987 da Patrizia Zerbi, editore e direttore editoriale di Carthusia. Si tratta di un mondo tutto al femminile che da oltre trent’anni si occupa di comunicazione rivolta a bambini e ragazzi, insegnanti, genitori e tutte quelle figure che lavorano con l’infanzia. La casa editrice crea libri facilmente riconoscibili per la cifra grafica inconfondibile, per la raffinatezza e i colori delle illustrazioni. A oggi ha pubblicato centinaia di progetti, realizzato circa 50 collane editoriali, tradotte in Europa, Asia, Nord e Sud America.
[4] Carthusia, Musica disegnata e un po’ stampata.
[5] Cfr. Silent Book Contest. Costruire progetti con noi: per enti pubblici e privati, per autori e illustratori, Nati per leggere e nati per la musica.
[6] Bologna Children’s Book Fair, il Salone Internazionale del Libro di Torino, il Comune di Mulazzo, l’Associazione Montereggio Paese dei Librai, IOB International Organization of Book Towns, il Centro per il libro e la lettura, e IBBY Italia, BPER Banca e i media partner Rai Kids e Rai Radio 3.
[7] Camilla Antonini, laurea triennale in Scienze dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Milano, Laurea magistrale in Discipline Cinematografiche. Storia, Teoria, Patrimonio presso l’Università degli Studi di Torino e Master di I livello in Area Socio-Letteraria, Storico-Geografica per l’insegnamento negli Istituti Secondari di I e II grado, ha una Licenza di Storia ed Estetica musicale, di Arte Scenica e di Letteratura poetica e drammatica conseguite presso Istituti Superiori di Studi Musicali.