Già nelle Indicazioni 2012, la matematica era descritta come uno strumento per affrontare e porsi problemi significativi, per esplorare relazioni e strutture. L’approccio era orientato a superare la mera memorizzazione e a promuovere il pensiero critico e il problem-solving. Il laboratorio matematico era considerato come luogo di costruzione della conoscenza, dove gli studenti formulano ipotesi, discutono e arrivano a conclusioni condivise.
Il testo delle Indicazioni 2025, pur confermando l’importanza del problem-solving, sembra spostare il focus in modo più esplicito sulla dimensione interdisciplinare e sull’integrazione con le altre discipline, in particolare con le STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica). Evidenzia, in particolar modo, la connessione tra pensiero matematico e scoperte neuroscientifiche dell’apprendimento, sulla base delle quali il pensiero matematico è descritto come una capacità innata nell’essere umano. Pone l’accento sulla capacità di comunicare soluzioni in modo chiaro e preciso e sull’uso di diversi registri semiotici per rappresentare gli stessi concetti.
Sottolineiamo qui di seguito alcuni aspetti essenziali che fanno della matematica uno strumento per cambiare il mondo.
Una scuola per leggere la complessitÃ
Viviamo in un’epoca segnata da rapide trasformazioni culturali, sociali, scientifiche e tecnologiche. L’educazione matematica e scientifica, al centro di tali mutamenti, è oggi chiamata a rispondere a bisogni educativi sempre più articolati: sviluppare nei cittadini la capacità di interpretare criticamente la realtà , affrontare problemi complessi e costruire modelli intelligibili del mondo.
Le Nuove Indicazioni 2025, la cui bozza è stata trasmessa al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione l’11 giugno 2025 per il prescritto parere, sembrano riconoscere questa sfida proponendo una scuola che forma menti curiose e flessibili, in grado di collaborare, argomentare e apprendere in modo attivo e significativo.
Un percorso istituzionale rigoroso
Per diventare operative le nuove Indicazioni 2025 devono seguire un preciso percorso istituzionale, che secondo le prassi consolidate è articolato in 4 fasi:
- fase di consultazione e dibattito pubblico (costituzione della commissione scientifica, pubblicazione della bozza, raccolta di pareri e proposte);
- fase di revisione e stesura finale (analisi dei contributi, revisione della bozza);
- fase di approvazione e pubblicazione (parere del CSPI, esame del Consiglio di Stato per verificare la coerenza giuridica, emanazione del Decreto ministeriale, pubblicazione in gazzetta ufficiale);
- fase di implementazione (disseminazione, formazione dei docenti). Qui le scuole, aggiorneranno i loro documenti programmatici, in particolare il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), e ridefiniranno il curricolo di istituto. L’autonomia scolastica, infatti, permette a ogni scuola di adattare le Indicazioni al proprio contesto, alle risorse e alle esigenze degli studenti.
Quindi, il percorso per rendere operative le Indicazioni 2025 è un processo articolato che coinvolge un’ampia comunità di soggetti e che si svolge in diverse fasi: dalla redazione della bozza alla consultazione, dalla revisione all’approvazione ministeriale, fino all’applicazione nelle singole scuole. Solo dopo la pubblicazione del Decreto Ministeriale in Gazzetta Ufficiale il documento acquista piena efficacia. L’approvazione definitiva è attesa entro la fine del 2025, per entrare in vigore nell’anno scolastico 2026/2027, offrendo così alle scuole il tempo necessario per adeguare pratiche e curricoli.
Matematica come linguaggio del mondo
Uno dei cardini del documento è il riconoscimento della matematica non solo come disciplina, ma come linguaggio per esplorare e comprendere la realtà . È un cambio di paradigma rispetto all’insegnamento tradizionale che, malgrado le sollecitazioni dei precedenti documenti, persiste ancora nel mondo della scuola. È un cambiamento che implica il superamento del tradizionale approccio trasmissivo: la matematica non è un elenco di regole da memorizzare, ma uno strumento per formulare congetture, analizzare fenomeni, simulare scenari, prendere decisioni.
La matematica fornisce strumenti di modellizzazione (equazioni, funzioni, modelli statistici, ecc.) per descrivere fenomeni del mondo reale, sia naturali (il moto dei pianeti, la crescita di una popolazione) sia artificiali (il funzionamento di un’azienda, l’andamento dei mercati finanziari). Ma fornisce anche principi universali che non dipendono dalla cultura e dalla lingua.
In questa visione, l’insegnamento assume una funzione formativa decisiva anche nella costruzione della cittadinanza.
Il laboratorio come metodo
Tra gli aspetti più significativi, in sintonia con le precedenti Indicazioni 2012, è l’enfasi sul concetto di laboratorio, inteso non come aula attrezzata, ma come metodologia educativa basata su azione, riflessione e collaborazione, centrata, quindi, sull’apprendimento attivo, sulla costruzione dei significati, sul pensiero logico e argomentativo. In questo scenario, gli studenti sono protagonisti del loro apprendimento: vengono chiamati a osservare, porre problemi, formulare ipotesi, raccogliere dati, argomentare, correggersi e dialogare. Il sapere non è trasmesso, ma costruito attraverso l’esperienza condivisa.
Già nelle Indicazioni 2012 il concetto di laboratorio era fortemente legato all’idea di matematizzazione, ovvero di un processo di passaggio dalla realtà (fenomeni concreti, problemi) al modello matematico e viceversa, cioè dalle situazioni concrete all’astrazione. Dalle critiche di esperti (UMI e MaddMaths!), emerse durante il dibattito pubblico, sembrerebbe che nelle Indicazioni 2025 questo importante ruolo potrebbe risultare indebolito a causa del lungo e dettagliato elenco di contenuti da trattare. Resta il fatto, comunque, che sul piano formale le Indicazioni 2025 enfatizzano l’importanza della funzione laboratoriale.
Imparare dall’errore
Il laboratorio valorizza l’errore come parte integrante del percorso cognitivo e come strumento per imparare a imparare. Il valore formativo dell’errore è un punto cruciale per il processo di apprendimento, in contrasto con una tradizione che lo vedeva come sintomo di inadeguatezza. L’approccio suggerito dalle Indicazioni 2025 lo riconosce come preziosa occasione per affinare il pensiero, mettere alla prova le ipotesi, rivedere le strategie e consolidare l’autonomia. In particolare nella matematica, l’errore diventa elemento fertile per la crescita del pensiero logico e del ragionamento critico.
Questa prospettiva contribuisce a creare ambienti di apprendimento più inclusivi, in cui gli studenti si sentono liberi di sperimentare, di correre rischi intellettuali e di confrontarsi in modo costruttivo. Il risultato è un clima di fiducia reciproca che favorisce il coinvolgimento e l’autenticità del percorso educativo.
La matematica come palestra della mente
Anche nelle Indicazioni 2025, il pensiero critico è considerato una delle competenze trasversali fondamentali. L’insegnamento della matematica deve diventare occasione per sviluppare la capacità di problematizzare, interrogare la realtà , valutare alternative e sostenere con coerenza logica le proprie posizioni. Argomentare, infatti, non significa solo spiegare un risultato, ma esplorare un ventaglio di strategie, confrontarle e riflettere sui processi che le hanno generate.
Questa impostazione valorizza la matematica come palestra della razionalità , dove allenare non solo abilità cognitive, ma anche atteggiamenti mentali utili per la cittadinanza attiva e responsabile.
Verso una cultura integrata: STEM e oltre
Un altro aspetto qualificante rinvenibile nelle Indicazioni 2025 è l’integrazione delle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) in una visione unitaria del sapere. Le discipline non vengono considerate compartimenti stagni, ma modi diversi e complementari di leggere il mondo. Questo concetto è in piena sintonia con le Linee guida per le discipline STEM del 2023, che il Ministero ha già emanato per promuovere questa visione.
La matematica assume così un ruolo di mediazione tra linguaggi e ambiti diversi (struttura modelli), fornisce strumenti di misura, costruisce ponti tra mondo astratto e fenomeni concreti.
Ma le Indicazioni vanno oltre: promuovono il dialogo tra STEM e discipline umanistiche, nella convinzione che solo un sapere connesso possa affrontare le sfide complesse del presente e del futuro. L’interdisciplinarità diventa la chiave per superare la frammentazione dei saperi e per costruire competenze realmente significative.
Una comunità educante in azione
Perché questa trasformazione possa realizzarsi pienamente, sarà necessaria un’alleanza tra tutti gli attori dell’educazione: istituzioni, dirigenti, docenti, studenti e famiglie. Le Indicazioni 2025 offrono una visione di scuola come luogo di ricerca permanente, in cui si sperimenta, si documenta, si condivide e si riflette; di una scuola aperta al territorio, capace di tessere reti, condividere risorse e promuovere l’innovazione. Le strategie necessarie per conseguire questa visione sono diverse ma molto chiare:
- la corresponsabilità educativa, rafforzare, cioè, il rapporto tra scuola e famiglia;
- l’inclusione e la partecipazione attraverso cui ogni studente si sente accolto, ascoltato e valorizzato;
- il dialogo e la trasparenza tra docenti, studenti e famiglie;
- la collaborazione, incoraggiando le reti di scuole per condividere esperienze, progetti e risorse, incentivando anche lo scambio di docenti.
La formazione iniziale e in servizio degli insegnanti sarà cruciale, così come la diffusione di buone pratiche e l’accompagnamento nella progettazione didattica. È la strategia vincente per dare concretezza ai principi espressi nel testo.
Verso una scuola che pensa
Le Indicazioni 2025 rappresentano una straordinaria occasione per ripensare la scuola partendo anche dalle discipline scientifiche ed in particolare dalla matematica. La matematica è una scienza viva, sfidante, inclusiva, che mette in moto le menti e apre prospettive. la matematica non si limita a fornire strumenti per il calcolo, ma educa a guardare oltre, a costruire significati, a dialogare con il mondo.
Ora spetta alla comunità educante cogliere questa opportunità e trasformarla in pratica quotidiana, perché ogni classe, ogni laboratorio, ogni errore diventi occasione di crescita, perché ogni studente possa imparare, attraverso la matematica, a leggere, comprendere e trasformare il proprio mondo.