Nell’estate appena trascorsa, due studenti veneti hanno fatto parlare di sé per un gesto tanto semplice quanto dirompente: si sono rifiutati di sostenere l’orale dell’Esame di Stato. Gianmaria Favaretto, liceale di Padova, ha scelto il silenzio come forma di protesta contro “un sistema che valuta più la performance che la persona”. Maddalena Bianchi, da Belluno, ha invece letto una dichiarazione scritta, denunciando “l’assenza di empatia e ascolto da parte della scuola”.
Il loro gesto non è rimasto isolato. In diverse scuole italiane, altri studenti hanno seguito l’esempio, dando vita a una protesta silenziosa ma eloquente[1]. Il Ministero ha reagito con fermezza, ma dietro le dichiarazioni ufficiali si è aperto un dibattito profondo: l’Esame di Maturità, così com’era, aveva ancora senso?
Una riforma attesa, non solo provocata
Le novità della Maturità 2026 con il Decreto legge 9 settembre 2025 n. 127 (recante “Misure urgenti per la riforma dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione e per il regolare avvio dell’anno scolastico 2025/2026“) arrivano come risposta a questi eventi, ma sarebbe riduttivo pensare che tutto sia nato da una scintilla. In realtà, il terreno era già fertile per un cambiamento. Da anni, docenti e pedagogisti segnalavano l’inadeguatezza dell’orale, spesso vissuto come un’interrogazione disciplinare più che come un momento di sintesi e riflessione.
Le nuove generazioni, cresciute in un mondo iperconnesso e instabile, chiedono alla scuola non solo competenze, ma anche ascolto, flessibilità e autenticità. L’orale, così come era strutturato, molto spesso sembrava ignorare tutto questo. Questa riforma, in sintesi, punta a rendere l’Esame di Maturità più coerente con la realtà scolastica e personale degli studenti, premiando non solo le conoscenze, ma anche le competenze trasversali e il senso di responsabilità.
Cosa cambia nel 2026
La riforma introduce un colloquio più aperto e interdisciplinare, dove lo studente può partire da un tema a scelta — anche personale — per poi collegarlo alle materie studiate. Non domande ma un dialogo guidato. Inoltre, nella valutazione dell’orale viene valorizzato il percorso scolastico nel suo insieme, con più peso ai crediti e meno all’esame finale. I risultati delle prove INVALSI continuano a non incidere sul voto finale, ma sono inseriti nel curriculum dello studente, offrendo una fotografia più completa del percorso formativo.
Il Ministero parla di “una maturità più umana e formativa”. Le scuole, intanto, si preparano a un cambiamento che non sarà solo di forma, ma di mentalità. Il nuovo esame rappresenta un cambio di paradigma significativo. Si ritorna al concetto di “maturità”: Valditara vuole superare la freddezza del termine “esame di Stato” per valorizzare la crescita personale dello studente. L’esame non si limiterà alle competenze disciplinari, ma valuterà anche autonomia, responsabilità e maturazione personale e mirerà a sostenere scelte consapevoli per il futuro, sia accademico che professionale.
Colloquio orale obbligatorio su quattro materie
La vera rivoluzione riguarda il colloquio orale, che diventa obbligatorio e si concentra su quattro materie fondamentali, scelte annualmente dal Ministero in base all’indirizzo di studi. Non sarà più ammessa la “scena muta”: chi non partecipa o resta in silenzio senza giustificazioni sarà bocciato. Vediamo nel dettaglio le principali novità all’orale:
- l’Educazione civica e ambientale diventa parte integrante della prova;
- oltre alle conoscenze si considerano autonomia, responsabilità, esperienze extrascolastiche (sport, volontariato, arte);
- le commissioni d’esame saranno composte da cinque membri (due interni, due esterni e un presidente), invece dei sette attuali. I fondi risparmiati verranno destinati ad aumentare i compensi dei docenti coinvolti.
Luci ed ombre della riforma
Come abbiamo già sottolineato, l’esame non si limiterà più a valutare solo nozioni scolastiche, ma terrà conto di esperienze formative come volontariato, sport, arte e cittadinanza attiva e pertanto vi è una maggiore valorizzazione del percorso personale. L’inserimento di temi legati all’educazione civica ed ambientale ha l’obiettivo di promuovere una maggiore consapevolezza sociale e ambientale tra i giovani studenti. La riduzione del numero di commissari semplifica l’organizzazione e permette di investire meglio sui compensi dei docenti coinvolti, infine le quattro materie scelte per l’orale saranno quelle più rappresentative del percorso scolastico, evitando domande troppo generiche o fuori contesto.
Ma vi è anche il rovescio della medaglia: senza un documento guida, il colloquio potrebbe dipendere troppo dalla sensibilità della commissione, aumentando il rischio di disparità. L’obbligo di partecipazione attiva all’orale, con la possibilità di bocciatura in caso di “scena muta”, può generare ansia, soprattutto nei più fragili. L’eliminazione del tema iniziale da organizzare in maniera interdisciplinare potrebbe ridurre le occasioni di collegare le materie tra loro, non valorizzando chi ha una visione trasversale del sapere. Infine, la valorizzazione delle esperienze personali rischia di favorire chi ha più opportunità extracurricolari, penalizzando studenti di contesti meno ricchi o comunque quelli che non hanno la possibilità di fruire di esperienze formative extracurriculari.
La riduzione del numero di discipline
Anche la riduzione a quattro discipline nel colloquio rischia di compromettere proprio ciò che la scuola dovrebbe promuovere: la connessione tra i saperi, i famosi nodi concettuali e l’interdisciplinarietà.
I nodi concettuali sono quei temi trasversali che attraversando più materie possono legare tra loro più discipline. Ad esempio, il concetto di “energia” potrebbe consentire collegamenti tra fisica, chimica, filosofia e persino storia; quello di “libertà” può essere esplorato in letteratura, diritto, arte e educazione civica.
Se si scelgono solo quattro discipline, il rischio è che:
- si perda la visione d’insieme;
- si trascurino collegamenti preziosi tra discipline;
- si limiti la possibilità dello studente di mostrare pensiero critico e sistemico.
Coerenza con il PECUP (Profilo Educativo, Culturale e Professionale)
La riforma dell’Esame di Maturità 2026 è in linea con i documenti vigenti nelle scuole, in particolare con il PECUP, che definisce gli obiettivi formativi del triennio finale della scuola secondaria di secondo grado, e il lavoro per dipartimenti, ma con alcune tensioni e criticità da monitorare.
La riforma 2026 si allinea al PECUP in diversi punti:
- Centralità della persona: il nuovo esame punta a valutare autonomia, responsabilità, consapevolezza, tutti elementi chiave del PECUP.
- Valorizzazione del percorso formativo: il colloquio orale include esperienze personali, educazione civica e formazione scuola-lavoro, coerenti con le competenze trasversali previste dal PECUP.
- Curriculum dello studente: resta allegato al diploma, continuando a offrire una visione organica del percorso, come richiesto dai documenti ministeriali.
Tuttavia, alcune criticità emergono. Se il lavoro didattico non è stato impostato in modo coerente con le nuove modalità, l’esame può risultare scollegato dal percorso svolto. L’assenza di un documento guida per l’orale può rendere difficile garantire una valutazione coerente con gli obiettivi del PECUP.
Nuova visione per i Dipartimenti disciplinari
I Dipartimenti disciplinari lavorano per individuare nodi concettuali, competenze chiave e strategie didattiche comuni. La riforma può rafforzare questo impegno. La focalizzazione su quattro materie obbliga i Dipartimenti a definire con chiarezza contenuti essenziali e competenze da certificare. I Dipartimenti devono, quindi, essere pronti a riorganizzare rapidamente la didattica; l’eliminazione del documento interdisciplinare può indebolire, però, il lavoro trasversale fino ad oggi richiesto per la realizzazione del documento.
La riforma, coerente con le finalità educative del PECUP, può comunque rafforzare il lavoro dei dipartimenti, ma solo se le scuole riescono a tradurre le nuove indicazioni in pratiche didattiche concrete. Serve formazione, coordinamento e una visione condivisa. Altrimenti, il rischio è che l’esame resti un corpo estraneo rispetto al percorso triennale.
Esame, Curriculum dello Studente e Portfolio formativo
C’è, senza dubbio, una connessione molto forte tra il Curriculum dello Studente, il Portfolio formativo e il nuovo Esame di Maturità 2026. Anzi, la riforma punta proprio a rendere questi strumenti centrali nella valutazione finale.
Il Curriculum dello Studente è un documento allegato al diploma, suddiviso in tre sezioni:
- Percorso scolastico (discipline, voti, competenze acquisite)
- Esperienze formative (PCTO – oggi Formazione scuola-lavoro – progetti, certificazioni, stage)
- Attività extrascolastiche (volontariato, sport, arte, impegno civico).
Il Portfolio è uno strumento interno alla scuola, spesso digitale, che raccoglie:
- Elaborati significativi
- Progetti interdisciplinari
- Riflessioni personali
- Feedback dei docenti
- Tracce di esperienze civiche e ambientali.
Come si collegano questi due importanti strumenti con l’Esame di Maturità? Il Curriculum dello Studente sarà consultato dalla Commissione per orientare il colloquio. Le esperienze riportate nel Curriculum potranno essere discusse e valorizzate durante l’orale. A sua volta Il Portfolio può diventare una base di partenza per il colloquio, soprattutto per riflettere su cittadinanza attiva, educazione ambientale e PCTO. In questa maniera, l’esame eviterà di essere solo “formale e contenutistico”, ma potrà diventare anche narrativo: lo studente sarà messo nelle condizioni di raccontare il proprio percorso, parlare delle proprie scelte, mostrare le competenze maturate.
Cosa può fare la scuola?
Diventa necessario, quindi, che la scuola integri Portfolio e Curriculum nel PTOF come strumenti di valutazione formativa e guidi gli studenti nella compilazione consapevole del Curriculum. Inoltre, occorre usare il Portfolio come base per l’orientamento, l’autovalutazione e la preparazione all’orale.
Ad esempio, potrebbe essere utile una sezione da allegare al PTOF, dedicata al Curriculum dello Studente e al Portfolio formativo, in relazione alla riforma dell’Esame di Maturità 2026. Il testo riportato nella tabella che segue è pensato per essere inserito nella parte dedicata alla valutazione, all’orientamento e alla personalizzazione dei percorsi.
Un possibile Documento di Integrazione PTOF – Riforma Esame di Maturità 2026
Parti | Articolazione | Descrizione |
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Premessa | La riforma dell’Esame di Maturità 2026 rappresenta un cambiamento significativo nel modo in cui la scuola valuta il percorso formativo degli studenti. Essa introduce un impianto più centrato sulla persona, sulle competenze trasversali e sull’esperienza scolastica e civica, in coerenza con il Profilo Educativo, Culturale e Professionale dello studente (PECUP). Il presente documento delinea le azioni che il nostro Istituto intende adottare per garantire coerenza tra la progettazione didattica triennale, il lavoro dei dipartimenti e le nuove modalità d’esame, nella consapevolezza che l’Esame di Maturità 2026 non è solo una prova finale, ma il riflesso di un percorso formativo che deve essere costruito con coerenza, responsabilità e visione. Il nostro Istituto si impegna a rendere questo passaggio un’occasione di crescita per studenti e docenti, nel rispetto dei principi educativi e culturali che ci guidano. | |
Obiettivi | • Integrare le novità dell’Esame di Maturità nel percorso formativo del triennio. • Rafforzare il raccordo tra didattica curricolare, esperienze extracurricolari e valutazione finale. • Promuovere una cultura della valutazione autentica, centrata su competenze, processi e consapevolezza civica. | |
Azioni previste | Revisione dei nodi concettuali disciplinari | Ogni Dipartimento è chiamato a rivedere i nodi concettuali del triennio, selezionando quelli più significativi in vista del colloquio orale. |
Costruzione di rubriche valutative condivise | Sono predisposte rubriche comuni per la valutazione del colloquio orale, con indicatori quali: • Padronanza dei contenuti • Capacità argomentativa • Collegamenti interdisciplinari • Riflessione personale • Consapevolezza civica e ambientale | |
Potenziamento dell’educazione civica e ambientale | Le attività di educazione civica saranno integrate nei percorsi disciplinari e trasversali, con particolare attenzione alla loro valorizzazione nel colloquio orale. | |
Monitoraggio e valorizzazione delle esperienze PCTO | Le esperienze di Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento saranno documentate e integrate nel curriculum dello studente, in vista della discussione orale. | |
Formazione interna per i docenti | Saranno attivati momenti di formazione e confronto tra docenti per approfondire le nuove modalità d’esame e garantire coerenza didattica e valutativa. |
Si potrebbero altresì individuare ulteriori elementi per rafforzare questa nuova parte del PTOF, ad esempio si potrebbero prevedere momenti di ascolto attivo (questionari, assemblee, focus group) per raccogliere percezioni e aspettative sulla nuova maturità da parte dei giovani studenti. Inoltre, si potrebbero inserire strumenti per aiutare gli studenti a riflettere sul proprio percorso, in vista del colloquio orale e prevedere strategie per supportare studenti con BES o DSA. Fondamentale rimane la formazione mirata per i docenti, non solo sulle modalità d’esame, ma anche su valutazione autentica, colloqui motivazionali, gestione dell’ansia. Infine, sarebbe opportuno prevedere momenti informativi per spiegare la riforma e il ruolo del curriculum dello studente.
[1] Cfr. R. Fazio, Esame di Stato 2025. Dalle proteste alle riflessioni per migliorarlo, in Scuola7-442, 11 agosto 2025.