Imprenditorialità: non è solo impresa

Orientare alla progettazione e alle scelte del proprio futuro

Dalla scuola dell’infanzia alla secondaria, l’Europa investe in un’educazione che forma cittadini capaci di progettare, scegliere e trasformare il futuro.

L’imprenditorialità, intesa come capacità di tradurre le idee in azioni che generano valore per gli altri, è oggi riconosciuta come una competenza chiave per la vita. Ma il suo significato va ben oltre la sfera economica: riguarda la possibilità di orientarsi nel cambiamento, di costruire un progetto personale e professionale consapevole, di esercitare la propria iniziativa nel mondo.

Dall’imprenditore al soggetto intraprendente

La rete Eurydice ha appena pubblicato un nuovo rapporto dal titolo Entrepreneurship education at school in Europe – 2025[1], che offre un quadro completo dei progressi significativi fatti nella promozione dell’educazione all’imprenditorialità nelle scuole in Europa. Il documento analizza le strategie e le iniziative messe in atto dalle autorità educative in 38 diversi Paesi, le modalità di integrazione dell’imprenditorialità nei curricoli della scuola primaria e secondaria e la formazione dei docenti e dei dirigenti. In controluce, emerge con forza un messaggio orientativo: l’educazione all’imprenditorialità non è solo preparazione al lavoro, ma educazione alla scelta, alla progettualità e alla responsabilità personale.

L’immagine dell’imprenditore che avvia un’azienda lascia spazio a quella del cittadino che sa riconoscere opportunità, prendere decisioni, collaborare e trasformare le proprie idee in progetti. È una competenza trasversale, che unisce pensiero critico, creatività, pianificazione, collaborazione e resilienza. Educare all’imprenditorialità a scuola, dunque, significa educare all’auto orientamento: aiutare bambini e ragazzi a conoscersi, a scoprire i propri punti di forza, a mettersi alla prova in contesti reali e a costruire un progetto di sé coerente con i propri talenti e valori.

Quadro europeo: l’intraprendenza come competenza di cittadinanza

Da oltre vent’anni l’Unione Europea promuove l’educazione all’imprenditorialità come parte delle competenze per l’apprendimento permanente. La Raccomandazione del 2006 e quella aggiornata nel 2018 includono la “competenza imprenditoriale e di iniziativa” tra le otto competenze chiave per la vita. Le più recenti politiche – dalla European Skills Agenda del 2020 alla Union of Skills del 2025 – sottolineano che questa competenza è essenziale per sostenere l’innovazione, la sostenibilità e la partecipazione attiva. L’educazione all’imprenditorialità diventa così una dimensione fondamentale dell’orientamento formativo, poiché aiuta gli studenti a immaginare il proprio futuro, a gestire l’incertezza e a trasformare le aspirazioni in percorsi realizzabili.

Il rapporto Eurydice mostra che in molti sistemi educativi l’educazione all’imprenditorialità è inclusa nelle strategie di livello superiore che perseguono obiettivi più ampi: sviluppo economico, crescita sostenibile ed emancipazione giovanile. La maggior parte dei sistemi educativi europei dispone di almeno una strategia che include esplicitamente la competenza imprenditoriale. In particolare, 20 sistemi educativi la collegano a politiche trasversali – dall’educazione civica alle competenze digitali – mentre cinque Paesi (Lussemburgo, Austria, Svezia, Bosnia ed Erzegovina e Montenegro) hanno elaborato strategie interamente dedicate alla sua promozione nelle scuole. Questa diffusione testimonia come l’imprenditorialità stia assumendo un valore educativo e orientativo: non solo competenza per “fare impresa”, ma per “fare sé stessi”.

Curricoli e orientamento: imparare a progettare

Tutti i sistemi educativi analizzati integrano l’imprenditorialità nei curricoli, sebbene con approcci diversi. Circa tre quarti dei Paesi europei adottano un modello trasversale, che intreccia la competenza imprenditoriale con le discipline esistenti e con le life skills. Nella scuola primaria, essa compare spesso all’interno delle STEM, delle attività di cittadinanza o di educazione civica, offrendo occasioni per sviluppare creatività, problem solving e spirito di iniziativa: sono abilità fondamentali per l’orientamento precoce. Nella secondaria, prevale un approccio disciplinare, con materie specifiche come “Economia e impresa”. Tuttavia, il rapporto evidenzia una disparità significativa: l’alfabetizzazione economico-finanziaria è inclusa capillarmente, mentre competenze come la visione, l’individuazione delle opportunità o la gestione del rischio e dell’incertezza restano poco sviluppate, soprattutto nel ciclo primario. Questa tendenza che riflette un orientamento più economico che educativo va ribaltata: la scuola dovrebbe investire su queste abilità ‘visionarie’ per supportare efficacemente il percorso personale e professionale degli studenti.”

Apprendimento pratico e orientamento esperienziale

Un altro dato rilevante del rapporto riguarda le opportunità di apprendimento pratico: nella maggior parte dei sistemi educativi, gli studenti possono partecipare ad attività imprenditoriali reali, durante l’orario scolastico o come attività extracurricolari. Queste esperienze – laboratori d’impresa, mini-aziende, progetti sociali – rappresentano un ponte tra scuola e vita reale e sono fondamentali per l’orientamento: consentono di sperimentare ruoli, prendere decisioni, collaborare, confrontarsi con la complessità. Tuttavia, tali attività raramente sono obbligatorie e, tendenzialmente, restano accessibili solo a una parte degli studenti. Perché l’orientamento sia autentico, è necessario che tutti gli alunni abbiano la possibilità di vivere esperienze pratiche in cui mettere in gioco competenze, passioni e valori.

L’orientamento passa anche dalla formazione

Il documento Eurydice sottolinea che 19 sistemi educativi europei prevedono regolamenti o programmi di sviluppo professionale per gli insegnanti in servizio che fanno riferimento all’educazione all’imprenditorialità. In 15 di essi vengono indicati obiettivi di apprendimento specifici. Tuttavia, la vera criticità risiede nella formazione dei dirigenti scolastici: i percorsi formativi attuali tendono infatti a focalizzarsi eccessivamente sulle sole competenze gestionali e comunicative, tralasciando aspetti importanti come le strategie per rafforzare la dimensione imprenditoriale e orientativa all’interno dell’istituto.

Questa lacuna è significativa, poiché un dirigente adeguatamente formato all’intraprendenza e alla visione strategica può diventare elemento chiave per trasformare la scuola in una vera e propria comunità orientante. Solo una leadership imprenditoriale, infatti, può efficacemente stimolare la progettualità sia degli studenti che degli insegnanti, facilitando al contempo la costruzione di solidi e proficui ponti con il tessuto socio-economico del territorio.

Dalle politiche alla pratica: per una scuola orientativa e intraprendente

Il rapporto Entrepreneurship education at school in Europe – 2025 copre 38 sistemi educativi (i 27 Stati membri dell’UE più Albania, Bosnia ed Erzegovina, Svizzera, Islanda, Liechtenstein, Montenegro, Norvegia, Serbia e Turchia) e rappresenta una risorsa preziosa per decisori politici, educatori e ricercatori. Nelle conclusioni del Rapporto si evidenzia un quadro positivo ma ancora in evoluzione: le autorità educative hanno introdotto strategie, riforme e programmi di formazione, ma restano margini di miglioramento. È necessario integrare nei curricoli le competenze imprenditoriali basate su atteggiamenti e abilità, oltre a quelle conoscitive, e offrire a scuole e dirigenti maggiore supporto e formazione per garantire esperienze pratiche di qualità a tutti gli studenti. Solo così sarà possibile sbloccare il pieno potenziale orientativo dell’educazione all’imprenditorialità, facendo della scuola un luogo in cui ciascuno può sperimentare l’autonomia, la cooperazione e la responsabilità.

Orientarsi per orientare

Educare all’imprenditorialità significa, dunque, formare persone che sanno dare forma alle proprie idee, ma anche dare direzione alla propria vita. È un’educazione alla scelta, alla consapevolezza e alla partecipazione: un percorso che intreccia conoscenze, competenze e atteggiamenti in una visione unitaria dello sviluppo umano. In questa prospettiva, l’imprenditorialità non è un fine, ma un mezzo per coltivare l’autonomia e il senso di responsabilità. Ogni bambino o ragazzo che impara a immaginare un progetto, a pianificarlo, a condividerlo e a portarlo a termine sperimenta in modo concreto il potere dell’azione e la soddisfazione del risultato: due esperienze fondamentali per orientarsi nella complessità.

Nell’orizzonte europeo, l’imprenditorialità diventa così una via per rendere l’orientamento un processo continuo e diffuso, che non si esaurisce nei momenti formali di scelta (come il passaggio da un ciclo scolastico all’altro), ma permea la vita quotidiana della scuola.
Orientarsi non significa solo “scegliere cosa fare”, ma soprattutto “capire chi si è” e come si può contribuire alla comunità. La scuola orientante accompagna gli studenti a riconoscere le proprie passioni, a valorizzare i propri talenti e a costruire un progetto di sé flessibile e aperto al cambiamento.

Una scuola generativa

In questa visione, la scuola che educa all’imprenditorialità è anche una scuola generativa: produce valore non solo economico, ma sociale e culturale. È una scuola che si apre al territorio, promuove la collaborazione con enti, imprese e associazioni, e fa dell’esperienza concreta un motore di apprendimento e di orientamento. Ogni attività progettuale – dal laboratorio scientifico al compito di realtà, dal progetto artistico alla mini-impresa scolastica – può diventare un contesto di auto orientamento, se permette agli studenti di prendere decisioni, affrontare problemi, cooperare e riflettere su ciò che imparano di sé.

Una scuola intraprendente è dunque, prima di tutto, una scuola capace di trasformare:

  • la conoscenza in azione, perché ciò che si sa trova senso solo se può essere usato per creare;
  • l’apprendimento in progetto, perché ogni sapere diventa utile quando diventa personale;
  • l’esperienza in possibilità, perché è nell’esperienza che ciascuno scopre il proprio modo di stare nel mondo.

In definitiva, educare all’imprenditorialità come orientamento significa aiutare gli studenti a costruire la propria bussola interiore, capace di guidarli tra le sfide del presente e le incertezze del futuro. È un invito a immaginare una scuola che non insegna solo a “sapere” o a “fare”, ma soprattutto a “diventare”.


[1] European Commission / EACEA / Eurydice (2025), Entrepreneurship Education at School in Europe – 2025, Luxembourg: Publications Office of the European Union.