Mio cugino Tonino

Tutte le morti sono insopportabili, ma può accadere che alcune siano più dolorose di altre. E c’entra poco che a soffrirne siano un marito, una moglie, un figlio, un parente o un amico. È quello che è accaduto a me quando ho ricevuto il whatsapp: “Tonino è finitoâ€. Brutto messaggio. Ma in questi casi bisogna essere comprensivi. In un cassetto della memoria mi è tornata in mente una frase letta molto tempo fa in un piccolissimo libro intitolato Diario di un dolore di C.S. Lewis. “Nessuno mi aveva mai detto che il dolore assomiglia tanto alla paura. Non che io abbia paura: la somiglianza è fisica…â€.

È quello che ho provato seduto in chiesa davanti alla bara di Antonio. Del suo lavoro, dei chilometri macinati insieme da Nord a Sud nel nome della scuola, dei meeting di lavoro, i corsi organizzati a Ischia, sapete probabilmente molte più cose di me.

Tonino è stato più di questo. Un cugino con il quale abbiamo condiviso da giovanissimi la nascita della Tecnodid. Io all’epoca prestato, a volte, a maldestre correzioni di bozze di incomprensibili decreti (che mi hanno subito allontanato da quella esperienza), mentre lui già studiava per diventare, negli anni a seguire, il punto di riferimento della casa editrice.

In quella chiesa mi sono tornate in mente tutte quelle storie popolari dove i morti ci pregano di non piangere per loro chiedendoci di smettere. Forse quello che Tonino avrebbe voluto. È stato la gioia di vivere, un padre generoso e un marito capace, seppur con fatica, a comporre l’incredibile puzzle che è stata la sua vita. Accanto a lui, Flavia, moglie amorevole e fedele compagna, preziosa custode del tesoro di famiglia, gli amati figli Chiara e Adriano.

 Ahimè la storia di Tonino finisce qui. Sarà difficile dimenticarlo. Tutte le morti sono insopportabili. Questa, per me, più di altre. Ciao Tonino.