La costruzione del curricolo d’istituto è certamente una delle attività più delicate e importanti nella vita della scuola. Lo è ancora di più in un sistema d’istruzione che – nei vari ordini e gradi scolastici – ha accolto negli ultimi anni una serie di trasformazioni (ITS Academy; orientamento formativo; educazione civica; linee guida STEM; Indicazioni Nazionali per il primo ciclo) e sperimentazioni (indirizzi quadriennali; filiera tecnologico-professionale; campus) fortemente collegate al quadro normativo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
All’interno di questo contesto il curricolo ha assunto una posizione predominante e privilegiata rispetto a metodologie e tecnologie perché – a differenza di queste – il congegno pedagogico curricolare è la vera architettura regolativa del processo formativo: strumento che pianifica e organizza l’azione della scuola e, al tempo stesso, indicatore per misurarne e valutarne i risultati. Lo stesso Sistema Nazionale di Valutazione dei risultati dei Dirigenti Scolastici ha esplicitato – attraverso il Decreto Interdipartimentale n. 2276 del 6 agosto 2025 – obiettivi, indicatori e target che richiedono, tra gli altri, specifici interventi di natura curricolare.
Il curricolo è alla base dell’innovazione
Partiamo da un caso emblematico. Il recente avvio della filiera formativa tecnologico-professionale (Legge n. 121 dell’8 agosto 2024) implica un ripensamento non soltanto dell’organico, dei tempi e della composizione delle classi, ma sollecita soprattutto la configurazione del curricolo secondo un “assetto variabile†che adatti il percorso del “4+2†ai vincoli di un quadriennale comunque finalizzato all’esame di Stato.
In che modo le scuole possono mettere a terra un’occasione di questo genere? Come si concretizzano il sistema della filiera e il rilancio dell’istruzione tecnica se non dentro un modello curricolare che acceleri l’innovazione organizzativa e didattica? Questa modalità di lavoro sulla struttura del curricolo si può estendere, trasferire e replicare a tutti gli indirizzi, anche quinquennali, della secondaria di secondo grado?
Uno dei decreti attuativi che disciplina l’attivazione dei percorsi della filiera formativa tecnologico-professionale (Decreto attuativo n. 256 del 16.12.2024) – prevede proprio di definire il modello curricolare “potenziando le competenze di base, linguistiche, storiche, matematiche e scientifiche, giuridiche ed economiche, nonché le competenze tecnico-professionali riguardanti i profili in uscitaâ€, facendo riferimento (art. 3) “al contesto dell’innovazione digitale e allo studio dei prodotti e dei servizi connessi al made in Italyâ€, alla “progettazione dei singoli percorsi di istruzione e formazione, in particolare per quanto riguarda la riorganizzazione del curricolo secondo il modello sperimentale quadriennale†facendo ricorso “alla flessibilità didattica e organizzativa, alla didattica laboratoriale, all’adozione di metodologie innovative, al potenziamento delle discipline STEM, alla didattica digitale, ai processi di orientamento e all’utilizzo di tutte le risorse disponibiliâ€.
Il curricolo integrato come sfida educativa
Negli ultimi anni una vasta e specifica letteratura pedagogica ha affinato e arricchito il costrutto del curricolo con analisi e sviluppi in numerose direzioni che consentono aperture multidisciplinari, intersezioni con l’orientamento, l’educazione civica, l’alternanza formativa, le sperimentazioni quadriennali, le STEM. In ogni caso, l’esigenza di progettare il curricolo si è inevitabilmente spostata dalla programmazione didattica a livello di classe ad un lavoro più organico e sistemico che comprende tutti i livelli dell’istituzione scolastica, inglobando aspetti educativi, formativi, organizzativi, metodologici e didattici in un’unica soluzione, ed è in questo contesto che prende forma l’idea del curricolo integrato.
Gli scenari di fronte ai quali si trova oggi la scuola secondaria riguardano in primo luogo la sfida educativa attorno a saperi e tecnologie che sono in costante evoluzione. Questi scenari coinvolgono l’articolazione delle discipline di studio, l’assetto e la trasformazione delle competenze, la capacità di agire nel mondo contemporaneo e di incidere sul futuro dei giovani, sui loro processi decisionali.
Accanto agli scenari ci sono i contesti di riferimento – ordinamentali e organizzativi – che rappresentano anche le variabili e i vincoli a cui il processo formativo è chiamato a guardare in modo nuovo e dinamico con un atteggiamento di apertura alla sfida della complessità e attraverso la costruzione di un orizzonte di senso che promuova e orienti lo sviluppo integrale della persona.
Un sistema a rete
Il curricolo integrato è un sistema a rete di processi organizzativi, di ambienti di apprendimento, di relazioni interpersonali, e non soltanto un insieme di saperi da insegnare, sperimentare, apprendere, valutare.
Il focus sui contenuti è soprattutto il punto di vista del docente di scuola secondaria, ma questo è soltanto una parte della programmazione integrata, ed è condizionato dal fatto che i professori insegnano la propria materia. Un curricolo integrato d’istituto è qualcosa di più, è un organismo:
- aperto e flessibile che assume forma variabile e complessa in cui si aggiungono cose, se ne tolgono altre, se ne modificano altre ancora;
- interconnesso rispetto alle aree di cui si compone, perché consapevole delle scelte che la scuola assume e negozia al proprio interno e nei confronti dei soggetti esterni (alunni, genitori, territorio, imprese, enti, università , ITS Academy);
- coerente e convergente verso obiettivi molto più definiti e aggiornati rispetto alle competenze del profilo educativo, culturale e professionale dello studente, alle competenze di filiera, ai crediti capitalizzabili;
- permeabile rispetto al rapporto tra scuola e vita individuale;
- orientativo rispetto agli orizzonti di senso che si costruiscono attraverso le conoscenze e l’agire competente.
La progettazione del curricolo integrato
Il curricolo integrato va ideato, progettato e realizzato evitando la riproduzione degli argomenti come semplice elenco di contenuti e di obiettivi predefiniti che tendono sostanzialmente a riproporre la logica di un piano di studi stabilito a livello centrale e convalidato dal libro di testo. È uno strumento che va pensato, ponendo l’accento sul “carattere problematico dei contenuti e delle situazioni di apprendimento†(Martini, Michelini: 2020, 115[1]) a partire da percorsi disciplinari e multidisciplinari al cui interno si collochino le singole unità di contenuto come parti integranti di una visione d’insieme. Convergere, cioè, su “discipline-problema†(civiltà delle macchine; teoria del turismo; modelli matematici; letteratura industriale; antropocene, ecc.) caratterizzate da una strutturazione “a legami deboli†e adottare strategie personalizzate con una forte interazione insegnante-allievo (insegnamento tra pari, tutoring didattico, laboratori per gruppi di livello), infine dotarsi di un sistema di monitoraggio personalizzato dei livelli di apprendimento (single point rubric). Esempio: affronto la struttura del testo regolativo utilizzando una direttiva comunitaria sul Green Deal, collegandovi i concetti scientifici relativi al risparmio energetico. O ancora: gli insegnanti di italiano e inglese predispongono un’esercitazione congiunta per realizzare le istruzioni per l’uso di un congegno realizzato con la stampa 3D con la supervisione del docente di meccanica.
Curricolo orientativo
Un curricolo integrato è sempre un curricolo orientativo, quindi strutturato su una didattica orientativa in cui gli obiettivi di apprendimento curricolare vanno di pari passo con gli obiettivi dell’orientamento formativo, cioè con le competenze orientative di base (metodo di studio) e con quelle specifiche.
Per rendere operativa e fattibile la costruzione di un curricolo integrato tra saperi, educazioni (esempio, Educazione civica), livelli organizzativi, metodologie didattiche e tecnologie digitali è importante considerare alcuni criteri-guida per garantirne l’intenzionalità e la consapevolezza: la rilevanza, la problematizzazione, le competenze, la storicizzazione, l’ibridazione, l’attualizzazione e la percorribilità dei saperi (Mariani: 2024[2]).
Gli aspetti costitutivi
Le strutture cognitive degli statuti disciplinari dovrebbero poi individuare
- gli argomenti essenziali (i contenuti imprescindibili);
- i mediatori culturali (la lezione frontale, la lezione dialogata, il libro di testo, gli approcci e i metodi didattici);
- la logica ermeneutica (il punto di vista interpretativo di una disciplina e il metodo per comprenderla ed esercitarla);
- il paradigma indiziario (le metodologie della ricerca di una determinata disciplina e l’esercizio della ricerca attraverso quella disciplina di studio;
- i concetti fondanti (le strutture metacognitive; le polarizzazioni tematiche; il linguaggio, la grammatica e la semantica di una disciplina di studio);
- le connessioni (le contaminazioni e le ibridazioni con altri campi del sapere);
- le meccaniche dell’apprendimento come dispositivi generativi per sviluppare nuove conoscenze, per alimentare l’orizzonte di senso dei saperi e per orientare e per utilizzare le discipline di studio come bussole direzionali del talento individuale (Mariani: 2023[3]).
[1] Martini, B., Michelini, M.C. (2020), Il curricolo integrato, Milano, FrancoAngeli.
[2] Mariani, C. (2024), Didattica orientativa. Le idee, le forme, gli strumenti per orientare con i saperi della scuola secondaria, Milano, Utet Università .
[3] Mariani, C. (2023), Learning to Become. Un curricolo per innovare la scuola, Milano, Utet Università .