Check-up al funzionamento dei CPIA

La nota Miur del 20 dicembre 2018

La Direzione Generale degli Ordinamenti del Miur con la nota prot. 21313 del 20/12/2018 ripercorre gli adempimenti previsti per il regolare funzionamento dei CPIA dal DPR 263/12, e definiti dalle linee guida adottate con DI 12 marzo 2015. La nota evidenzia le peculiarità e i punti di forza del sistema, ed anche gli aspetti di particolare complessità che lo caratterizzano, ponendo l’attenzione su alcuni fondamentali.

La rete territoriale di servizio e le incongruenze dei codici

La nota pone l’accento sulla rilevanza della rete territoriale di servizio, ovvero il reticolo territoriale composto dai punti di erogazione del servizio dei CPIA, evidenziando l’importanza della codificazione delle sedi, ovvero la presenza di codici meccanografici attribuiti ai plessi attivi. L’aspetto peculiare della codifica pone in evidenza alcune caratteristiche del sistema, ovvero la presenza di sedi codificate (alcune delle quali discendenti dai vecchi CTP – Centri territoriali Permanenti) e la presenza di sedi non codificate da “perfezionare”, che sono nate da situazioni di apertura temporanea ovvero dalla presenza di strutture satellite prossime a sedi già formalizzate. I CPIA, dobbiamo ricordare, sono caratterizzati da una molteplicità di punti di erogazione del servizio, distribuiti in territori a volte provinciali e a volte interprovinciali, cui vengono assegnate, attraverso i codici, le unità di personale utili al funzionamento. La codifica quindi determina il possibile caricamento di utenti in anagrafe su sedi istituzionalmente individuate, e le conseguenti assegnazioni di organico e possibili fondi; a volte però si scontra con i vincoli di permanenza del personale nelle sedi presso cui vengono incardinati, vincoli che potrebbero determinare una nutrita presenza di personale ove ve ne è meno bisogno, e l’impossibilità di spostarlo. Così una domanda da porsi potrebbe essere: non sarebbe più funzionale poter fissare un criterio a tutela del personale in servizio, ma anche funzionale al migliore utilizzo dello stesso per il miglioramento dell’offerta formativa?

Gli accordi con le scuole di secondo grado

La nota, ai punti a) 2, 3, 4, evidenzia gli accordi previsti dall’ordinamento da perfezionare, aggiornare ovvero rinnovare, fondamentali per l’attuazione del sistema di istruzione degli adulti; li analizziamo per comprenderne la valenza di sistema.

Al punto 2 troviamo l’accordo tra il CPIA, quale unità amministrativa, e le istituzioni scolastiche di secondo grado sedi di percorsi di II livello (art. 5 c. 2 del DPR 263/12). L’accordo, da sottoscrivere o rinnovare annualmente, con scadenza prevista per il 1 ottobre 2018, rappresenta il collegamento fondamentale tra le scuole di secondo grado e i CPIA, per la definizione del libretto formativo individuale curato dalla commissione del Patto formativo. Il patto si fonda sul possesso, da parte del corsista, di competenze formali, non formali e informali, e propone il percorso da attivare, definendolo e dettagliandone tempi e modalità di gestione ed attuazione.

Questo accordo assume carattere strategico per l’attuazione delle finalità dell’ordinamento dell’istruzione degli adulti, perché configura la messa a sistema di diversi livelli di istruzione, obbliga ad una coerenza strategica tra i percorsi da attivare e i processi di competenza da determinare. Il percorso formativo e di sviluppo professionale dal personale in servizio presso il CPIA, realizzato ad oggi anche attraverso il PAIDEIA, ha permesso l’elaborazione di competenze e di consapevolezze indispensabili alla redazione di piani utili allo sviluppo della persona, e funzionali all’inserimento/reinserimento degli esclusi dal mondo del lavoro. Ed i docenti delle scuole di secondo grado? Hanno maturato la consapevolezza e le competenze necessarie per accompagnare gli adulti nel nuovo percorso di sviluppo e di reinserimento? Hanno partecipato consapevolmente alle proposte formative offerte a seguito della riforma per promuovere il nuovo ordinamento?

Gli accordi per i Centri Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo

Il punto 3 evidenzia le caratteristiche dell’accordo per la definizione delle attività dell’unità formativa (terzo livello) della rete territoriale dei CPIA. Queste attività afferiscono all’ampliamento dell’offerta formativa e delle attività di sperimentazione, ricerca e sviluppo, che sono le azioni assegnate ai CRS&S (Centri Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo). Quest’area di azione nel triennio trascorso si è sviluppata in modo esponenziale, e le attività promosse dai Centri si stanno realizzando a livello territoriale e nazionale grazie all’attivazione della rete nazionale dei CRS&S, cui afferiscono i centri finanziati in tutte le regioni, che stanno operando per la realizzazione del PONR (Piano Operativo Nazionale della Ricerca).

Gli accordi con le strutture penitenziarie

La sottoscrizione di accordi con le strutture penitenziarie (punto 4) è necessaria per l’attivazione delle misure di sistema e per la promozione della collaborazione e di raccordi sinergici. Questo livello di accordo pone all’attenzione dei dirigenti dei CPIA una complessità e varietà di situazioni che caratterizzano le diverse strutture penitenziarie, con cui si è già avviato un processo di cambiamento dell’offerta didattica e attività di formazione congiunta, seppur permangono difficoltà legate alle norme e alla gestione delle attività scolastiche a cura del personale del Ministero della giustizia, che non sempre collima con l’ordinamento scolastico. L’accordo è infatti il documento ove definire gli elementi di condivisione e confronto tra le due realtà, anche alla luce della D.lgs. 2 ottobre 2018, n. 124, “Riforma dell’ordinamento penitenziario in materia di vita detentiva e lavoro penitenziario”, e del D.lgs. 2 ottobre 2018, n. 121, “Disciplina dell’esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni”.

Le competenze del personale dell’istruzione degli adulti

Tra le disposizioni già impartite nei trascorsi anni scolastici ci sono con alcune precisazioni relative al Patto Formativo Individuale, che pongono ancora in evidenza l’importanza delle competenze metodologiche e didattiche che devono essere possedute dai docenti per poter redigere il PFI (Patto formativo individuale), in relazione all’accertamento in ingresso delle competenze formali, non formali e informali, ma anche alle capacità di costruzione delle unità di apprendimento (uda) utili all’acquisizione delle competenze previste per livello. Così la formazione dei docenti in servizio nei CPIA e nei percorsi di II livello (ex serali) diventa elemento ineludibile per il successo del sistema, come anche l’individuazione del personale che vi opera e la sua permanenza nell’istituzione scolastica. L’istruzione degli adulti necessita così di un corpo docente che possa caratterizzarsi per la stabilità e l’esperienza del nuovo ordinamento dell’istruzione degli adulti, e in possesso di specifiche competenze.