Come finisce quest’anno scolastico: valutazione, integrazione e recupero degli apprendimenti

L’ordinanza sulla valutazione

La conclusione di questo difficile anno scolastico inizia a definirsi. Il ministero ha presentato ai sindacati lo scorso 6 maggio le ordinanze sulla valutazione finale e sugli esami di Stato del primo e secondo ciclo. I testi non sono ancora ufficiali, ma le bozze stanno circolando e ci si può fare un’idea dell’assetto fondamentale. Inoltre, c’è ancora il tempo di proporre qualche modifica.

La bozza di ordinanza sulla valutazione (qui ci occuperemo solo di questa) si regge su tre assi fondamentali:

– ammissione di tutti gli studenti alla classe successiva, senza bocciature né sospensioni del giudizio;

– un piano di integrazione degli apprendimenti per tutti gli studenti, finalizzato a riprendere e consolidare ciò che non è stato realizzato efficacemente a distanza;

– un piano di recupero individualizzato per quelli che avranno delle insufficienze.

L’idea generale è che l’emergenza impone una promozione generalizzata ma non indifferenziata, poiché ci saranno valutazioni insufficienti in pagella, e che l’anno prossimo potrà essere dedicato in parte a riprendere o recuperare quanto fatto a distanza. Vediamo meglio nei dettagli.

Gli scrutini di fine anno

In primo luogo, la bozza propone di rivedere gli obiettivi di apprendimento e i criteri di valutazione previsti nel PTOF. Non è un obbligò, sarà ogni scuola a decidere; tuttavia può essere utile per individuare i nuclei fondamentali su cui concentrarsi l’anno prossimo.

Viene poi definita la valutazione in scrutinio finale per primo e secondo ciclo. La valutazione finale deve riguardare l’attività effettivamente svolta, sia in presenza sia a distanza. I consigli di classe saranno quindi chiamati a mettere insieme il lavoro fatto in presenza fino all’interruzione delle attività didattiche e quello svolto in seguito a distanza.

Sulla base di questi elementi, il consiglio ammetterà alla classe successiva tutti gli studenti, anche quelli che avranno voti inferiori a sei in una o più discipline. Le insufficienze verranno riportate nel verbale e nel documento di valutazione.

Una precisazione importante: in entrambi i cicli, il consiglio di classe, all’unanimità, può non ammettere all’anno successivo uno studente se il consiglio stesso non ha sufficienti elementi di valutazione, a causa di un numero eccessivo di assenze già nel primo periodo.

I crediti del triennio

Per il secondo ciclo, i crediti verranno attribuiti in terza e quarta secondo la tabella in vigore (D.Lgs. 62/2017, Allegato A), con una modifica: per gli studenti con una media inferiore a sei decimi, il credito attribuito è pari a 6 (il minimo normalmente previsto, corrispondente alla media di sei decimi, è 7 in terza e 8 in quarta). Viene quindi introdotto un credito inferiore, che può essere però integrato nello scrutinio di fine anno del 2020/21, una volta recuperate le insufficienze.

Integrazione e recupero degli apprendimenti: una buona idea

Veniamo alla parte più innovativa: l’integrazione e il recupero degli apprendimenti, già previsti dal DL 8 aprile 2020, n. 22, art. 1 c. 2. La bozza di ordinanza prevede che nel primo periodo (trimestre o quadrimestre) dell’anno prossimo, e se necessario per l’intero anno, siano svolti tanto l’integrazione degli apprendimenti realizzati a distanza, per tutti gli studenti, quanto il recupero per gli insufficienti. Tutte queste sono attività didattiche ordinarie, a partire dal primo settembre. Per realizzarle, sono previsti: un Piano di integrazione degli apprendimenti, relativo alle attività didattiche non svolte rispetto alla programmazione di inizio anno, per tutti gli studenti; e un Piano di apprendimento individualizzato per quelli che abbiano riportato delle insufficienze.

Al di là dei dettagli, va detto subito che questa è una buona idea, coerente con quanto aveva proposto il gruppo Condorcet: il problema fondamentale dell’anno prossimo, infatti, non sarà solo affrontare le insufficienze, ma soprattutto ricucire il tessuto della didattica ordinaria, che è stato lacerato dall’interruzione di questi mesi. Per farlo, è necessario per tutti gli studenti, di ogni ciclo e con qualsiasi livello di preparazione, riprendere molte delle cose che non è stato possibile fare in modo adeguato a distanza, concentrandosi sugli obiettivi di apprendimento e sui nuclei fondamentali di ogni disciplina. Ci vuole quindi una grande flessibilità e capacità di “riprogrammazione”, per affrontare in modo nuovo la ripresa. Per questo è buona anche l’idea di concepire questa fase di “integrazione e recupero” come un periodo lungo: il recupero non deve essere fatto in poche settimane all’inizio dell’anno, per poi cominciare il “nuovo programma” come se niente fosse, ma deve prendersi il tempo che serve. Inoltre, deve andare in parallelo con l’attività di integrazione per tutti, sempre nell’ottica di un tempo lungo, disteso.

La valutazione nella scuola primaria: la questione del voto

Viene mantenuta, da ordinamento, la valutazione con voti in decimi per tutti i cicli. Tuttavia, la situazione imposta dall’emergenza ha mostrato che l’anello più debole della DAD è stata la primaria: per i bambini è molto più difficile lavorare a distanza, perché sono meno autonomi. Ecco perché sarebbe opportuno sospendere almeno nella primaria, per quest’anno, la valutazione in decimi, e sostituirla con “una valutazione finale narrativa e descrittiva che dia valore alle conquiste e ai progressi negli apprendimenti effettuati dai bambini. […] un sobrio profilo che descriva, in termini pro-attivi, lo sviluppo degli apprendimenti e dei comportamenti (cognitivi, sociali, personali) da riportare nel documento di valutazione” (La scuola del primo ciclo oggi e domani. Una riflessione a più vocifirmato dai componenti dell’ex Comitato Scientifico Nazionale per le Indicazioni nazionali del primo ciclo). Questa posizione è molto diffusa, un gran numero di associazioni della scuola (ANDIS, CIDI, AIMC, ADI, MCE, CGD e tante altre) l’ha fatta propria, firmando una lettera indirizzata alla ministra Azzolina; è sostenuta anche dai sindacati. E infine è stata presentata come emendamento al DL 22/2020 (“Decreto scuola”) dalla senatrice PD Vanna Iori. È auspicabile che questo emendamento venga approvato nella conversione del DL, e che l’ordinanza venga modificata, prevedendo la valutazione qualitativa almeno per la scuola primaria.

E chi non ha frequentato la DAD?

L’ordinanza non dice niente su un caso problematico: come valutare gli studenti che hanno frequentato regolarmente le attività didattiche in presenza, ma poi durante la DAD sono “scomparsi”, cioè hanno frequentato poco o niente. Come abbiamo visto, l’ordinanza contempla il caso di quelli che hanno avuto già troppe assenze nel primo periodo, ma non contempla questo. Eppure si presenterà, ci sono diversi casi simili, con percentuali diverse a seconda dei contesti sociali. Sarebbe opportuno dare qualche indicazione. Se hanno frequentato regolarmente nel primo periodo, la valutazione deve partire dai risultati di questo; ma non è scontato considerarli sufficienti, se non hanno fatto niente nel secondo periodo. Una qualche soluzione va trovata, e certo il piano di apprendimento individualizzato va previsto anche per questi casi.

Incongruenze nei crediti

C’è una incongruenza nell’attribuzione dei crediti per gli insufficienti: il credito attribuito è 6, cioè un punto inferiore al 7 che è il minimo per la terza; tuttavia, per la quarta il minimo non è 7 ma 8 (cfr. D.Lgs. 62/2017, Allegato A). Che cosa giustifica questa penalizzazione di due punti in quarta?

Un’occasione per ripensare la programmazione

Tolte queste criticità, su cui sarebbe opportuno intervenire velocemente, l’ordinanza sulla valutazione propone uno schema aperto che è un’occasione per le scuole, se sanno essere autonome: è infatti uno schema che permette di ripensare tutto il prossimo anno scolastico in una prospettiva meno rigida, meno centrata sulla solita programmazione, ma più sui nuclei fondamentali e su una didattica dell’apprendimento.