La lezione della pandemia

Dai Global Education Meetings 2021 alla Dichiarazione di Parigi

Se si parla di scuola, non si può non evocare il più classico dei lemmi del frasario di settore che la riguardano: la lezione. A salire in cattedra, in questo contesto, per il terzo anno scolastico consecutivo, è però un ospite assai inquietante, la pandemia.

Ha coinvolto globalmente governi e società, esercitando un enorme impatto sulla vita di ciascuno, colpendo però le popolazioni e i gruppi sociali più vulnerabili ed emarginati in modo sproporzionato, esacerbando così le diseguaglianze preesistenti, anche nel campo dell’istruzione.

L’ospite inquietante sale in cattedra

La pandemia ha portato alla ribalta fragilità sommerse, non visibili ai più, ha evidenziato quanto è radicata la interconnessione tra i popoli, ha insegnato che equità, inclusione e diritti umani non sono universalmente garantiti, anche nelle democrazie più mature, e che c’è ancora tanto lavoro da fare per promuoverli, sostenerli e metterli in sicurezza.

L’emergenza pandemica, che strutturalmente ha perturbato ogni aspetto della vita privata e sociale, ha smascherato la decantata resilienza degli individui, delle società, dei sistemi economici, facendone emergere tutta la vulnerabilità e dimostrando quanto fossimo impreparati ad accogliere trasformazioni su scala planetaria a lungo annunciate.

L’UNESCO ha inteso raccogliere la lezione della pandemia per trasformare la crisi e l’emergenza in un incubatore nel quale ripensare al futuro dell’istruzione per riscrivere il futuro dell’umanità intera, nella cornice di un contratto sociale globale capace di richiamare i governi del mondo ad un impegno urgente, concreto, solidale, non più rinviabile.

L’UNESCO, i GEM e l’Agenda 2030

Periodicamente, l’UNESCO convoca i Global Education Meetings (GEM) con lo scopo di stimolare l’impegno dei governi in un maggiore investimento nelle politiche dell’istruzione, al fine di promuovere, attraverso meccanismi di cooperazione sempre più stringenti, le tappe di avvicinamento al quarto obiettivo dell’Agenda 2030, che prevede di realizzare, a livello globale, un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti.

Nel 2021 si sono svolti in due occasioni: in luglio, si è tenuto, in sede virtuale, il Global Education Meeting – Segmento ministeriale, in concomitanza con il Forum politico di alto livello sullo sviluppo sostenibile (HLPF); in novembre, si è svolto a Parigi il Segmento di alto livello, allineato con la 41a Sessione della Conferenza Generale dell’UNESCO.

Tappe di avvicinamento al SDG 4

Il Global Education Meeting dello scorso luglio ha visto la partecipazione di delegazioni di 110 Stati membri, tra cui circa 85 ministri e viceministri, nonché rappresentanti di organizzazioni multilaterali e regionali, esponenti del mondo della formazione e dell’istruzione, giovani e società civile. È emersa la ferma volontà di rafforzare il Meccanismo di Cooperazione Globale in materia di istruzione (GCM). Va considerata che tutti i governi hanno registrato ritardi nella formulazione di parametri progressivi intermedi. È questo un passaggio fondamentale sia per valutare il livello di conseguimento degli obiettivi dell’Agenda, sia anche per affrontare il deficit di responsabilità associato ad obiettivi a lungo termine.

Al fine di accelerare, nel contesto post pandemico, il processo per il raggiungimento del SDG 4 (Sustainable Development Goals) dedicato all’istruzione, in seno al GEM sono state individuate cinque azioni mirate:

  • la volontà politica che deve essere incentrata sull’azione, concreta e duratura;
  • il monitoraggio potenziato dei risultati;
  • il finanziamento globale adeguato ed organico;
  • la condivisione delle conoscenze su politiche e pratiche efficaci;
  • il sostegno alla capacità di implementazione e rafforzamento dei sistemi.

In questo modo, sono state gettate le basi dei futuri interventi, pertinenti e coesi, nel quadro di una cooperazione rafforzata e significativa.

Relazione della Commissione Internazionale per il Futuro dell’Istruzione

Il Global Education Meeting del 10 novembre 2021 è stato preceduto dalla presentazione della relazione della Commissione internazionale per il futuro dell’istruzione dal titolo: “Reimagining our Futures Together. A new social contract for education”[1]. Ad aprire i lavori, un messaggio di Audrey Azoulay, Direttrice generale dell’UNESCO, teso a richiamare tutti ad un impegno concreto nella cooperazione alle sfide che ci attendono a livello globale, all’esito della crisi pandemica: “dobbiamo agire con urgenza per cambiare rotta, perché il futuro delle persone dipende dal futuro del pianeta, ed entrambi sono a rischio”.

Il Rapporto propone un nuovo contratto sociale per l’istruzione, che mira a ricostruire le relazioni individuali e sociali, con il pianeta e con la tecnologia, quale occasione per riparare alle ingiustizie passate e trasformare il futuro.

I temi cruciali dell’istruzione

Il Rapporto di novembre affronta temi cruciali per il destino dell’istruzione a livello planetario, propone priorità ed esprime raccomandazioni per la costruzione di un nuovo contratto sociale:

  • il ripensamento degli approcci pedagogici, che devono essere improntati alla realizzazione di comunità di apprendimento, abitate da costruttori di conoscenza;
  • il ripensamento dei curricoli, che devono includere l’apprendimento ecologico, interculturale e interdisciplinare ed essere capaci di promuovere connessioni tra domini cognitivi e domini sociali ed emotivi;
  • la centralità della promozione di problem solving, innovazione, creatività e solida alfabetizzazione scientifica quali argini alla diffusione della disinformazione;
  • il ruolo cruciale e trasformativo affidato agli insegnanti, la cui professionalità va sostenuta e valorizzata attraverso approcci riflessivi e collaborativi.

Si tratta di indirizzi che, a livello locale, catalizzano già l’interesse delle comunità professionali, ma che rischiano di essere vanificati nell’isolamento e nella frammentarietà dell’impegno, in assenza di una cornice di insieme capace di capitalizzare gli sviluppi e gli esiti conseguiti.

In questa direzione deve essere, dunque, volto l’impegno dei governi e dei ministeri dell’istruzione: nello sviluppo di politiche innovative coerenti e durature, capaci di trasformare l’istruzione affinché prepari i nostri giovani studenti a inventare un futuro migliore.

Verso la Dichiarazione di Parigi

Quest’ultimo Global Education Meeting si è concluso proprio con l’adozione della Dichiarazione di Parigi che ha sugellato il rinnovato impegno dei Paesi rappresentati a cooperare per il raggiungimento dei traguardi dell’Agenda 2030 a cui l’obiettivo di un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, può fornire un contributo decisivo.

A tale scopo, nel corso dell’evento, si è discusso dell’impatto della pandemia sui progressi verso SDG 4 e dei ritardi accumulati anche a causa della stagnazione dei bilanci per l’istruzione in molti paesi a reddito medio-basso. A riguardo, sono stati definiti gli ambiti prioritari su cui concentrare l’attenzione:

  • aumentare la quota di spesa pubblica per l’istruzione;
  • incrementare l’efficienza della spesa in materia di istruzione e i meccanismi per misurarla, rafforzando il legame tra investimenti e risultati;
  • garantire l’equità e l’inclusione, promuovendo un accesso all’apprendimento precoce e di qualità nei contesti più svantaggiati e marginali del Pianeta.

La Dichiarazione di Parigi

È un appello globale per investire nel futuro dell’istruzione e per affrontare la crisi educativa al tempo del COVID-19. All’esito del GEM del 10 novembre scorso, i capi di Stato e di governo, i ministri delegati e i leader delle organizzazioni multilaterali, hanno rafforzato l’impegno a cooperare per il futuro dell’istruzione su cui si basa il futuro dell’umanità intera, riconoscendo, in premessa, due principi fondamentali garantire il diritto ad un’istruzione di qualità per tutto l’arco della vita e rafforzare l’idea dell’educazione come bene comune.

A rendere agibili tali principi, sono state individuate alcune misure concrete:

  • destinare all’istruzione almeno il 4-6% del PIL e almeno il 15-20% della spesa pubblica complessiva;
  • indirizzare una quota adeguata dei pacchetti nazionali di stimolo all’istruzione alle misure inclusive (recupero degli apprendimenti, promozione del benessere socio-emotivo, prevenzione dispersione scolastica, sviluppo delle competenze per l’occupabilità, ecc.);
  • ridisegnare il sistema fiscale al fine di aumentare il budget per l’istruzione, promuovere misure di finanziamento innovativo e sostenere la cooperazione pubblico – privato.

I firmatari hanno dato mandato al Comitato direttivo di decidere sulle priorità strategiche a medio termine e di individuare efficaci strumenti per il monitoraggio dello stato di avanzamento del SDG 4, al fine di promuovere una maggiore concretezza nelle scelte politiche dei governi a livello nazionale e incrementare la responsabilità dei leader di tutti i Paesi firmatari a cooperare senza indugio alla riscrittura del futuro del Pianeta.


[1]  (https://reliefweb.int/sites/reliefweb.int/files/resources/Reimagining%20our%20futures%20together%20-%20a%20new%20social%20contract%20for%20education%20%28Executive%20Summary%29.pdf)