Nuovo impulso per l’educazione civica

Tra passato e futuro, le sfide che ancora restano

Era l’agosto del 2019, al vertice dell’istruzione c’era il Ministro Bussetti quando arrivò quella che tanti cultori della materia e persone di scuola aspettavano da anni: la Legge 20 agosto 2019, n. 92 “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica”.

Si è scritto e letto tanto su quella che doveva essere – e sarebbe stata – una legge importantissima per la scuola e la società italiana.

Un po’ di storia: il passato prossimo

Ma il Papete di fine estate spazzò via Bussetti e portò in autunno Fioramonti al MIUR, che subito si congedò e l’anno nuovo (il 2020) vide lo sdoppiamento del Ministero (in MI e MUR) e portò Azzolina a quello dell’Istruzione (il MI).

La pandemia, però, era dietro l’angolo, inesorabile stava arrivando… l’8 marzo 2020 non fece fiorire mimose ma chiuse tutta l’Italia nel dolore e nella paura. Eppure né il Ministero né le scuole si sono fermate, anche per non far perdere, a quella legge dalla portata storica, la sua importanza e per dare a tutti la forza di andare avanti…

Nelle difficoltà note a tutti, a maggio 2020 si insediava il secondo Comitato tecnico scientifico (CTS)[1] giusto il decreto ministeriale n. 1 del maggio 2020, che ai sensi dell’art. 3 della Legge 92/2019 veniva investito del compito di predisporre e validare le Linee Guida. Esso ha operato, seppure in affanno per la ristrettezza dei tempi, affinché al 1° settembre 2020 potesse iniziare l’anno scolastico con tutti i presupposti per attuare l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, come esplicitamente previsto dall’art. 2 comma 1 della legge istitutiva del suo insegnamento.

Ma il tempo era tiranno

Bisognava indicare i traguardi di competenza, i risultati e gli obiettivi specifici di apprendimento, in coerenza ed eventuale integrazione con le Indicazioni nazionali per il curricolo delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, nonché con il documento Indicazioni nazionali e nuovi scenari, e con le Indicazioni nazionali per i licei e le Linee guida per gli istituti tecnici e professionali vigenti, bisognava suggerire come integrare i curricoli, implementare i criteri della valutazione, immaginare UDA trasversali, etc..

Il decreto n. 35 vide la luce a giugno del 2020 e portò con sé le Linee Guida, le integrazioni ai PECUP lasciando ob torto collo alle scuole il compito di definire i curricoli di educazione civica con le opportune integrazioni e la rifinitura di tutti i passaggi.

Notevoli sforzi sono stati fatti anche per avviare una formazione a base nazionale con webinar istituzionali, registrazioni RAI e materiali messi a disposizione per la fruizione in DAD.

Ma quello che il Ministero non avviò e non poté avviare, stante la situazione pandemica, sono stati i Seminari di accompagnamento, la formazione con interventi mirati in grado di raggiungere ogni più piccola scuola. Bisognava condividere, in un dialogo tra esperti e mondo della scuola, i problemi da affrontare e le soluzioni da trovare, per individuare una chiave di unicità (nella pur doverosa diversità) all’approccio dell’insegnamento trasversale della nuova disciplina, definendo e comunicando un’anima comune, entusiasmo, forza, amore per la disciplina. Tutti aspetti che sappiamo essere importanti per la buona riuscita di ogni innovazione, affinché non muoia nelle spire dell’approssimazione, nei tentativi mal riusciti e nelle sconfitte.

Il pur complesso piano di Formazione varato a luglio 2020 con circolare n. 19479 del Ministero dell’Istruzione non è riuscito ad imprimere ai molteplici soggetti attuatori quegli input necessari, quell’anima univoca che avrebbe dovuto uniformemente animare la formazione[2].

La storia dell’Educazione Civica sicuramente sarebbe stata diversa se la pandemia non avesse spezzato tante certezze e tante possibilità. Ma… non tutto è perso, una luce si intravede!

Le nuove nomine: il presente

Nei primi giorni del mese di febbraio 2022, il Ministro Bianchi ha ripreso le fila della “storia” ed ha istituito un autorevole Gruppo di Esperti e ha costituito un nuovo Comitato Tecnico Scientifico.

Si riportano (dal comunicato stampa che ha accompagnato l’evento dell’insediamento) le parole del Ministro: “Abbiamo deciso di istituire un Comitato tecnico-scientifico e un gruppo di così alto livello per dotarci di punti di riferimento che generino un nuovo livello di riflessione sul Paese, sul nostro vivere civile, su questioni importanti per la crescita delle nuove generazioni. Esperti a disposizione delle scuole, delle studentesse e degli studenti, ma anche del Ministero stesso che, grazie al loro contributo, può potenziare e svolgere al meglio quella funzione amministrativa e culturale che è fondamentale nella nostra comunità. L’introduzione dell’Educazione civica nelle nostre scuole non è solo un obbligo morale, è un impegno che vogliamo sostenere con il contributo di competenze altamente qualificate”.

Nuove linfe e nuove energie per rimettere in moto il processo avviato: le scuole, ancora una volta, abbiano fede e continuino nel virtuoso cammino che avevano intrapreso ma si aprano, nel contempo, ad un confronto con le esigenze che tale insegnamento trasversale presuppone.

Il ruolo degli esperti e del CTS

Il Gruppo di esperti potrà aiutare ad inquadrare e ad attualizzare i concetti di una Educazione civica che dovrà, nel rispetto del dettato normativo, affrontare molteplici aspetti ma che ha bisogno, nel contempo e a parere di chi scrive, di un’anima comune, di un sentire collettivo, di una guida che sappia ricondurre a sistema tutte le innumerevoli esperienze che da sempre la scuola mette in campo. La costituzione del Gruppo di esperti, nel solo leggerne i nomi se ne ha chiara contezza, apre il cuore e la speranza a che l’insegnamento dell’educazione civica, pur in chiave ambientalista ed informatica, non perda di vista la sua principale connotazione giuridica ed etica. Come dire, prima si formi il cittadino con valori etici, giuridici e di senso di responsabilità individuale e sociale e poi avremo dei ragazzi attenti all’ambiente ed abili e corretti navigatori informatici. Il Gruppo di esperti inquadrerà nella giusta angolazione e con la giusta visione i processi formativi da attuarsi anche alla luce dei mutati quadri sociali post-pandemici.

Il Comitato tecnico-scientifico” prosegue il comunicato “svolge compiti consultivi, propositivi, con particolare riferimento alla definizione di tempi, forme e modalità di monitoraggio delle attività svolte dalle istituzioni scolastiche.” Quindi il CTS, quale collettore e animatore del processo, svolgerà i compiti necessari ad armonizzare e realizzare il dettato della legge 92/19 nella prospettiva delineata dal Gruppo degli esperti.

Le sfide: il futuro

Quali, allora, le sfide? Molte e complesse, sia per il Ministero ed i suoi organi che per le scuole, non illudiamoci. Sono sfide da affrontare con sistematicità e coordinamento, con intenti chiari e comunicati nei tempi utili perché non si arrivi alle mete in affanno. Ma…i tempi, se non ne perdiamo altro, ci sono. Urge, innanzitutto, un monitoraggio per avere il quadro della situazione e metter a fattor comune le iniziative svolte, vedere come le scuole hanno affrontato e risolto le spinose questioni:

  • dall’aggiornamento dei curricoli all’individuazione dei traguardi di competenza, dei risultati di apprendimento e degli obiettivi specifici in coerenza con i rispettivi PECUP;
  • dalla questione della valutazione e dei suoi molteplici strumenti alla modalità di espressione di un voto/giudizio in consiglio di classe per una disciplina in cui vige il principio innovatore della contitolarità;
  • dalla riflessione su UD o UDA realizzate alla capacità di tesaurizzazione delle stesse da parte delle istituzioni scolastiche, in vista di una loro stabile e non effimera ed occasionale presenza nel PTOF.

La trasversalità dell’educazione civica per puntare alle competenze

È innegabile che l’introduzione dell’insegnamento trasversale di educazione civica abbia dato con urgenza impulso alla vera “didattica per competenze”, da cui potrebbe derivare il suggerimento alle scuole di istituire un Dipartimento trasversale  per l’Educazione Civica che, soprattutto nella scuola secondaria (segmento privo delle due ore di programmazione appannaggio della sola scuola Primaria) faccia sedere allo stesso tavolo i coordinatori di tutti i dipartimenti disciplinari perché si cominci a “ragionar trasversalmente”. Dal Dipartimento trasversale al lavoro in Consiglio di classe, la strada per l’elaborazione di UDA in grado effettivamente di superare la disciplinarità e puntare allo sviluppo delle competenze è lineare.

Urge, però, che indicazioni di massima provengano in chiave ufficiale dal Ministero, come una cornice entro la quale le autonomie scolastiche possano modulare le loro azioni, alla luce delle indicazioni del Gruppo di esperti. Una cornice entro i cui confini dovranno poi muoversi anche tutti i soggetti chiamati a fornire formazione alle istituzioni scolastiche per una base comune su cui innestare progettazioni innovative. Una formazione di qualità deve vedere come protagonisti “formatori esperti” capaci di generare vision, conoscenze basilari, ma soprattutto competenze di civitas.

L’augurio: dalle personalità del passato remoto alle generazioni del futuro

Già Aldo Moro – in un ordine del giorno dell’11 dicembre 1947 dell’Assemblea Costituente – chiedeva che nella Carta Costituzionale venisse previsto un apposito articolo per affermare: “un adeguato posto della Educazione Civica nel quadro didattico nelle scuole di ogni ordine e grado al fine di rendere consapevole la giovane generazione delle raggiunte conquiste morali e sociali che costituiscono ormai retaggio sacro del popolo italiano”.  Ma il concetto di Educazione Civica non fu inserito nella Carta Costituzionale con un suo apposito articolo perché era, per i Padri Costituenti, già ben radicato nei Principi Fondamentali e in tanti articoli del testo. Si trattava, quindi, di farli emergere nei processi educativi, per diventare validi strumenti valoriali, fondamentali per la formazione dei giovani cittadini. 

Per troppi anni i silenzi in merito sono stati assordanti, ma l’augurio che la legge 92/2019 sia sulla giusta strada è nel cuore di tutti.


[1] Con il decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 21 novembre 2019 n. 1077 era stato costituito il Comitato tecnico scientifico per l’elaborazione di proposte per l’adozione delle Linee guida, di cui all’articolo 3 della citata legge n. 92/2019, poi ridefinito nella sua struttura con il decreto del Ministro dell’istruzione, 12 maggio 2020, n. 1, al fine di predisporre e validare le Linee guida.

[2] Per una puntuale disamina sui problemi della formazione Lucrezia Stellacci, Educazione Civica: una questione di coordinamento. Facciamo il punto sulla formazione dei referenti in “Scuola7” n. 241 del 27 giugno 2021.