Un nido quasi per tutti i bambini

La sfida del PNRR alla svolta finale

Il 10 maggio scorso[1] il MIM, sulla base delle direttive del PNRR Missione 4, Componente 1, ha riaperto i termini per l’aggiudicazione dei lavori da parte dei Comuni, fissati in precedenza al 31 maggio 2023, fino al 20 giugno (quattro i Bandi emanati), stabilendo un cronoprogramma (Tab. 1). Ci riferiamo al potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università, Investimento 1.1: Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia.

Tabella 1 – Un cantiere ancora aperto

StepScadenzeAzioni
Aggiudicazione dei lavoriEntro il 20 giugno 2023 – Milestone UE (traguardo qualitativo da conseguire per una fase del progetto)Determina di aggiudicazione
Avvio dei lavoriEntro il 30 novembre 2023Verbale di consegna dei lavori
Conclusione dei lavoriEntro il 31 dicembre 2025Verbale di ultimazione dei lavori
Collaudo dei lavoriEntro il 30 giugno 2026Certificato di collaudo

Un progetto a rischio

Tale proroga rischia però di compromettere l’intero progetto se non interviene un nuovo planning temporale concordato con Bruxelles, in quanto è molto probabile che gli EE.LL. non riescano ad aggiudicare il 100% dei lavori entro giugno. Per rimediare, le opzioni sul tavolo del Governo, in vista del negoziato con l’Esecutivo comunitario, sembrano essere due: un differimento del termine, presumibilmente a fine settembre, oppure una riduzione quantitativa degli interventi. Quest’ultima opzione diventa, però, incompatibile con la politica governativa di sostegno delle nascite e alla famiglia. Rispetto a tali rinvii dobbiamo ricordare che anche per le candidature dei Comuni ai Bandi, sempre riguardanti la “realizzazione di asili nido e servizi integrativi…”,erano stati decisi degli slittamenti dall’originaria data del 28 febbraio 2022, prima al 1° aprile, poi al 31 marzo e infine al 31 maggio (ma solo per i Comuni del Centro-sud, con priorità per le Regioni Basilicata, Molise, Sicilia). Eppure i fondidestinati nel PNRR ai Nidi (fascia 0-3 anni) per la costruzione di 1.857 nuovi edifici sono già stanziati. Ammontano a 2,4 mld di euro[2] di cui, al 28 febbraio 2023, risulta spesa soltanto la cifra di 119 mln: una spesa poco soddisfacente[3].

Un percorso “accidentato”

Per avere un quadro completo dello “stato dell’arte”, sembra opportuno ripercorrere, con una tabella riassuntiva, le varie fasi operative che si sono succedute a partire dal primo Bando (Avviso) del dicembre 2021[4]:

Tabella 2 – Le fasi operative

 Bando-AvvisoEsito
N. 48047 del 2 dicembre 2021, scadenza 28 dicembre 2022Vengono presentate 953 domande e assegnati 1,2 miliardi. Il Bando viene prorogato al 31 marzo (Avviso n. 12213 del 03.03.2022)
N. 18898 del 3 marzo 2022, proroga con scadenza il 1° aprilePervenute 1.676 domande per 2 miliardi di euro. I 400 milioni rimanenti vengono assegnati con apposito Decreto ministeriale. Le quattro Regioni con più domande in termini assoluti sono: Campania (196), Lombardia (157), Lazio (138), Calabria (137).
Invitalia (Agenzia del MEF): n. 2 gare per 660 mln di euroTali gare, destinate a Comuni dislocati su tutto il territorio nazionale, hanno inteso accelerare 362 progetti del PNRR Asili Nido relativi a interventi di costruzione, ristrutturazione, messa in sicurezza e riqualificazione.
N. 23992 del 15 aprile 2022, con scadenza al 31 maggio 2022Per questo ulteriore Bando, il quarto della serie, riservato a Comuni delle Regioni del Sud, sono pervenute altre 74 domande per gli ultimi 80 milioni di euro.
N. 72461 del 10 maggio 2023, Proroga termini al 20 giugno per aggiudicazione dei lavoriL’ANCi ha segnalato al Governo il rischio che una quota consistente di Comuni possa mancare l’obiettivo di assegnare i lavori entro il 30 giugno. In merito non si hanno aggiornamenti ufficiali. Il Sole 24 Ore riferisce, in una sua nota giornalistica di maggio, che sono stati chiusi solo 19 progetti di edilizia scolastica sui 6.910 registrati nel ReGis (piattaforma unica delle Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato).
Richieste di modifica dei progettiIn itinere sono state presentate da parte dei Comuni 600 richieste di modifica dei progetti per via del rincaro dei materiali e dell’energia, il che ha generato dei ritardi.
Risorse assegnate – Livello di partecipazione ai BandiAl 25 novembre 2022 le risorse assegnate (PNRR + Stato) ammontano a euro 2.520,8 mld. (fonte: UPB, Ufficio Parlamentare di Bilancio). Su 7.901 municipalità ne hanno fatto richiesta ca. 2.500 e le Regioni con minori candidature approvate risultano essere la Basilicata, il Molise e la Sicilia[5]. È il caso di dire: “piove sul bagnato”.

Un Piano che apre al futuro?

L’importanza di realizzare entro il 2025 una copertura del Servizio la più estesa possibile non è da sottovalutare. Gli obiettivi ormai ampiamente condivisi dalla comunità scientifica ed educativa internazionale e dalle policies degli Stati sono irrinunciabili e rappresentano una svolta per il futuro di questo segmento scolare. Possono essere riassunti[6] in alcuni obiettivi fondamentali.

Rendere “capillare e attrattiva” la frequenza dei Nidi

È un diritto universale, è un fattore di prevenzione socio-educativa (meno disagi scolastici), è una “risorsa” per il benessere familiare. Il recente Rapporto Eurostat (15 febbraio 2023) certifica che la percentuale di bambini sotto i tre anni che frequentano un nido in Olanda è pari al 74,2, in Danimarca al 69,1, in Francia al 57,1, in Spagna al 55,3%. L’Italia è al 33,4 (ma solo in 6 Regioni) appena sopra la Grecia. Ed alle porte c’è un nuovo target: la Raccomandazione della Commissione Europea del 7 settembre 2022 propone infatti di portare, entro il 2030, almeno al 50% la quota di bambini che frequentano tali Servizi educativi.

Ridurre i divari territoriali

I divari vanno ridotti all’interno di ogni Stato e, per l’Italia in particolare, tra Nord e Centro-sud-isole e tra città e aree interne: solo 6 Regioni hanno raggiunto la ex quota europea del 33% e sono: Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Umbria e Valle d’Aosta (Report Asili nido in Italia, a cura di Openpolis e Con i Bambini, su dati Istat, 2020). Nelle Regioni del Mezzogiorno i posti nelle strutture pubbliche degli Asili Nido sono meno di 30 mila (Istat, 2019); il servizio è presente nel 59,3% dei Comuni (dato 2020), percentuale che diminuisce al 46% nel Centro-sud-isole[7].

Favorire l’indipendenza sociale e l’occupabilità delle donne

Le donne impegnate ad accudire i figli piccoli abbandonano l’idea di spendersi nel mercato del lavoro e sviluppano convinzioni distorsive del tipo “i bambini piccoli stanno bene a casa…”, “meglio fare le mamme a tempo pieno…”, rinviano, tralasciando a volte, le occasioni del loro riscatto sociale.

Sostenere, indirettamente, l’incremento del tasso di natalità

In Italia nel 2022 ha avuto il suo minimo storico dall’Unità d’Italia, con 393 mila bambini nati. Un vero e proprio tracollo, dopo il periodo di baby boom degli anni ‘60. Tale tendenza è definita “inverno demografico[8]. Un’offerta adeguata di Servizi per la prima infanzia potrebbe avere effetti significativamente positivi sia sulla propensione ad avere figli, sia sulla occupabilità[9]. Secondo dati OCSE in Italia lavora il 52% delle madri con un figlio nella fascia 0-2 anni, soglia che si abbassa al 34% per donne in possesso solo della ex Licenza Media. Inoltre il 38% delle “causali” che ostacolano l’occupazione femminile risiede nella carenza di servizi di cura (Ispettorato Nazionale del Lavoro, Report 2021).


[1] La nota MIM n. 72461 del 10 maggio 2023 fa riferimento ai DD.MM. 21 marzo 2021 e 2 dicembre 2021, n. 343. Secondo l’Osservatorio Conti Pubblici dell’UNICattolica di Milano, (2020) per garantire un tasso di copertura complessivo del 33% servirebbe un ulteriore fondo di ca. 2 mld.

[2] Ai fondi PNRR bisogna aggiungere quelli del Fondo di solidarietà Comunale (FSC) pari a 120 mln di euro nell’anno 2022, a 175 mln di euro nell’anno 2023, a 230 mln di euro nell’anno 2024, fino a 1.100 mln di euro annui dal 2027.

[3] Dati dalla Terza Relazione semestrale del Governo al Parlamento, 31.05.2023, sullo stato di attuazione del PNRR. www.biblus.acca.it/pnrr-relazione-semestrale/. L’attuale Ministro ha dichiarato di recente che le risorse PNRR sono state integrate con 1,2 mld di fondi non PNRR e che i Sindaci sono stati nominati Commissari Straordinari.

[4] Il 55,29% delle risorse per il potenziamento delle infrastrutture per la fascia di età 0-3 anni e il 40% delle risorse per la fascia di età 3-5 anni sono state destinate a candidature proposte dagli EE.LL. delle Regioni del Mezzogiorno.

[5] Fonte: Osservatorio Con i Bambini/Openpolis, 26 maggio 2023. In Italia alla fine del 2020 sono attivi 13.542 Servizi educativi per la prima infanzia con oltre 350mila posti autorizzati al funzionamento, di cui il 49,1% in strutture pubbliche (fonte: ISTAT, Report del 21 ottobre 2022).

[6] Vds., a tal proposito, G. Cerini Atlante delle riforme (im)possibili, Tecnodid, 2021, pp. 29 e sgg., 115 e sgg., 303 e sgg.

[7] Molti piccoli Comuni del Mezzogiorno, per difficoltà economico-gestionali, non si sono impegnati in questo Servizio, nonostante la Legge di Bilancio 2022 abbia stanziato importanti risorse dedicate. Sui temi delle differenze territoriali, vds. Asili nido Comunali: il crescente divario tra Nord e Sud, in ROARS NL, dicembre 2021, www.roars.it.

[8] Ciò significa aumento dell’età media dovuto ad un tasso di natalità inferiore alla soglia necessaria per sostituire la popolazione (2,1 figli per donna). Come evidenzia l’Istat, Indicatori 2022, l’Italia ha un tasso di natalità di 1,24 figli per donna.

[9] Vds. gli studi dell’Università di Monaco 2003, dell’Istituto di ricerca DIW di Berlino, 2011, della ricercatrice italiana D. Del Boca, 2009, 2011 e uno studio condotto in Norvegia, 2010. Per entrambe le ricerche vds. www.orizzontipolitici.it/litalia-con-il-pnrr-puo-aumentare-il-tasso-di-natalita/.