Biblioteche scolastiche

Evoluzione, innovazione e prospettive future

Dal 13 al 19 luglio 2025 si terrà a Roma la seconda edizione del BiblioFestival – Il Futuro della Didattica in Biblioteca, un evento promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per stimolare la riflessione e l’innovazione nel campo delle biblioteche scolastiche. Il programma prevede tavole rotonde, laboratori e momenti di confronto su temi d’attualità come l’intelligenza artificiale generativa, il podcast educativo, il ruolo delle neuroscienze nella lettura e la relazione profonda tra pensiero e sentimento veicolata dai libri.

Un gruppo selezionato di docenti sarà ospitato dal Ministero per contribuire alla discussione. Tuttavia, la scarsità di rappresentanza dalle reti già attive e l’assenza di una chiara continuità progettuale confermano un problema strutturale: sebbene le biblioteche scolastiche siano al centro di molte iniziative ministeriali, esse continuano a soffrire di una visione frammentaria e di investimenti discontinui.

La biblioteca scolastica come ambiente vitale

Le biblioteche scolastiche, nella loro forma più matura e consapevole, si configurano come ecosistemi culturali capaci di sostenere lo sviluppo del pensiero critico, la creatività, l’inclusione e la cittadinanza attiva. Non è solo un contenitore di libri, ma un ambiente integrato di apprendimento dove il sapere è vivo, condiviso, accessibile. Con l’avvento del digitale, le biblioteche giocano un ruolo cruciale nell’aiutare gli studenti a sviluppare le competenze fondamentali, li rende cittadini autonomi e responsabili capaci di navigare e valutare le informazioni nel mondo contemporaneo.

Esse rappresentano uno spazio terzo rispetto all’aula, un ecosistema in continua evoluzione, un luogo “poroso”, permeabile al territorio, alle altre discipline, alle esigenze individuali e collettive, ispira lo spirito e prepara gli studenti ad affrontare le sfide del futuro con consapevolezza e competenza. È qui che la lettura diventa strumento di orientamento esistenziale, la ricerca fonte di autonomia, l’ascolto un atto di cittadinanza.

Breve storia normativa delle biblioteche scolastiche in Italia

La storia normativa delle biblioteche scolastiche in Italia è lunga seppure frammentaria. Già nel ventennio del secolo scorso con il Decreto Luogotenenziale n. 1521 del 2 settembre 1917 si prevedeva l’Istituzione delle biblioteche nelle scuole elementari del regno. Tale disposizione viene poi confermata dal T.U. del 1928 (Regio Decreto 5 febbraio 1928, n. 577) e poi ridefinita con l’attuale testo unico (Decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297).

Nonostante queste prime timide iniziative, non esisteva una normativa organica e cogente. La presenza delle biblioteche dipendeva spesso dalla buona volontà di direttori didattici, presidi ed insegnanti. Erano considerate come “appendici” didattiche certamente non come servizi essenziali.

Nel dopoguerra (anni Cinquanta e Sessanta) ritroviamo una maggiore attenzione al ruolo della scuola nella formazione democratica e, di conseguenza, alla necessità di supporti didattici. Iniziano a comparire disposizioni che, pur non creando un sistema capillare, promuovevano l’istituzione di biblioteche, talvolta anche con piccoli finanziamenti o con assegnazione di materiali librari da parte del Ministero della Pubblica Istruzione.

I Decreti Delegati (Legge delega 30 luglio 1973, n. 477) rappresentano un punto di svolta. Con gli organi collegiali nella scuola il dibattito sulla didattica e sull’organizzazione scolastica si fa più ampio coinvolgendo indirettamente la necessità di risorse e strumenti di supporto. Si inizia a percepire la biblioteca non solo come deposito di libri, ma come risorsa per l’apprendimento e la ricerca.

L’introduzione dell’autonomia scolastica è un momento cruciale. La direttiva del 19 luglio 1999, n. 180 e la circolare ministeriale 5 ottobre 1999, n.  228 segnano l’inizio di una fase più propositiva con l’obiettivo di potenziare questi spazi anche in chiave educativa. Le scuole acquisiscono maggiore libertà nella gestione delle proprie risorse e nella definizione dell’offerta formativa. Questo ha avuto un duplice effetto sulle biblioteche: da un lato, ha permesso alle scuole più sensibili di investire e sviluppare le proprie biblioteche; dall’altro, ha evidenziato la mancanza di linee guida e di un sostegno nazionale uniforme.

In quel periodo, si inizia a parlare di “biblioteca scolastica come centro di risorse didattiche e multimediali”. Va ricordato, proprio in quegli anni, un importante “progetto lettura†del Ministero della Pubblica Istruzione, di durata pluriennale, con l’obiettivo di migliorare le competenze linguistiche, arricchire il patrimonio culturale degli studenti e favorire un atteggiamento positivo verso la lettura. Il progetto mirava a rendere la lettura uno strumento per l’apprendimento, per lo sviluppo personale e la crescita culturale. Il progetto prevedeva la formazione degli insegnanti anche allo scopo di favorire l’utilizzo di strumenti alternativi al libro di testo e il coinvolgimento delle famiglie anche attraverso la partecipazione ad eventi legati alla lettura e la condivisione di esperienze. 

Oggi, a partire dal PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale), l’attenzione si è spostata sulla biblioteca come “learning commons” o “hub digitale”, uno spazio dove si integrano risorse cartacee e digitali, si promuove la lettura, la ricerca, la produzione di contenuti e la collaborazione. In particolare è con l’Azione #24 che vengono lanciate le biblioteche scolastiche innovative. La Legge 13 febbraio 2020 n. 15, dedicata alla promozione della lettura, va a rafforzare questa traiettoria, sottolineando il valore della lettura nei percorsi educativi e destinando finanziamenti specifici.

I fondi del MIC per le biblioteche scolastiche

Nell’intento di potenziare il funzionamento dei sistemi bibliotecari e delle biblioteche scolastiche, dal 2018 le scuole possono partecipare attraverso bandi specifici e proposte progettuali al Fondo del ministero della Cultura, con dotazione di 1 milione di euro annui, destinato alla promozione della lettura, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio librario, alla riorganizzazione e all’incremento dell’efficienza dei sistemi bibliotecari e delle biblioteche scolastiche, ai sensi del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50/2017 (art. 22, comma 7-quater). Per molte scuole questa è stata una opportunità decisiva per poter incrementare o mantenere le proprie biblioteche scolastiche innovative.

Digital lending e apprendimento online

Oggi, dunque, in un’epoca segnata dalla trasformazione digitale, le biblioteche scolastiche si stanno adattando per diventare spazi di apprendimento anche online, integrando l’uso del digitale nella fruizione dei contenuti. Il digital lending (prestito digitale di eBook, audiolibri e risorse multimediali) rappresenta una delle innovazioni più significative. Piattaforme come “MLOL Scuola†offrono agli studenti, ai genitori e agli insegnanti l’accesso a un vasto catalogo di risorse digitali, inclusi ebook, audiolibri, giornali e altri materiali didattici. Gli allievi, sia da scuola che da casa, possono accedere a risorse da qualsiasi dispositivo, sviluppando autonomia di ricerca e percorsi personalizzati. Questo modello ibrido non sostituisce la dimensione fisica della biblioteca, ma la potenzia, mettendo a disposizione modalità flessibili di accesso al sapere. È anche uno strumento inclusivo: permette a studenti con DSA o altri bisogni educativi di accedere alle risorse in formati accessibili.

Il Digital lending e la frequente consultazione del web, se accompagnati da attività di tutoraggio digitale e Media education, diventano una leva preziosa per costruire competenze digitali critiche: dalla valutazione delle fonti alla gestione dell’informazione, fino alla produzione creativa.

Media education, pensiero critico e trasversalità disciplinare

Le biblioteche sono luoghi ideali per promuovere la media and information literacy, cioè la capacità di accedere, valutare, creare e comunicare informazioni in modo critico ed etico. In tempi di disinformazione, questa competenza è centrale per una cittadinanza consapevole. Non a caso gli obiettivi della Media education sono proprio quelli di:

  • formare cittadini consapevoli;
  • promuovere un uso positivo e creativo dei media;
  • contrastare la disinformazione;
  • sviluppare competenze trasversali.

La biblioteca è, per antonomasia, uno spazio trasversale, in cui le scienze umane, le STEM, le arti e le lingue possono coesistere e dialogare. È un ambiente ponte tra conoscenze, saperi e competenze, in grado di stimolare l’interdisciplinarità e l’apprendimento significativo.

Reti di biblioteche scolastiche: per esempio, l’esperienza “Biblohâ€

Le reti di biblioteche scolastiche sono aggregazioni di biblioteche di diverse scuole che collaborano per condividere risorse, competenze ed esperienze, al fine di potenziare i servizi offerti agli studenti e al personale scolastico. Nascono con lo scopo di ottimizzare i costi e valorizzare le competenze professionali. Sono, infatti, “reti di scopoâ€, costruite proprio per ampliare l’offerta formativa facilitando l’accesso a un maggior numero gli acquisti di software e di servizi specializzati, promuovendo la partecipazione ai bandi e ai progetti finanziati, mirando alla formazione dei docenti, organizzando incontri con gli autori, valorizzando, soprattutto, le competenze degli studenti in attività di service learning.

Le reti rappresentano davvero una strategia cruciale per superare la frammentarietà del sistema e garantire continuità e sostenibilità alle azioni intraprese e fare sentire i docenti con il “pallino†della biblioteca meno soli. Ci sono vari esempi nella penisola, come la rete Bibloh (rete nazionale di biblioteche innovative nata nel 2017), che ha dimostrato come la collaborazione interistituzionale possa generare valore duraturo a livello nazionale.

Prospettive future: dal laboratorio culturale alla cittadinanza digitale

Possiamo affermare senza ombra di dubbio che la biblioteca scolastica del futuro sarà sempre più:

  • ibrida, capace di integrare spazi fisici e digitali;
  • inclusiva, in grado di accogliere tutti gli stili cognitivi e formativi;
  • partecipata, aperta alla comunità educante e al territorio;
  • formativa, luogo di sviluppo di competenze chiave per il XXI secolo;
  • critica, presidio contro le derive della superficialità e della manipolazione informativa.

La seconda edizione del BiblioFestival può essere il punto di partenza per consolidare una nuova stagione: non più iniziative isolate, ma un vero sistema nazionale delle biblioteche scolastiche, sostenuto da risorse stabili, riconoscimenti professionali e un piano pluriennale condiviso

Investire nelle biblioteche scolastiche significa investire nel futuro della scuola e nella formazione integrale degli studenti. Esse sono laboratori di umanità e innovazione, luoghi dove il sapere prende forma, si condivide e si rinnova. Sono, oggi più che mai, strumenti di emancipazione, democrazia e libertà.