Risorse & riforme

Verso il nuovo anno scolastico

Il nuovo anno scolastico 2025/2026 è quello che porterà alla conclusione di un’esperienza che sulla scuola, non senza preoccupazioni e risultati, fatiche e acquisizioni, ha inciso sia in termini didattico-formativi, sia in termini amministrativo-contabili. Ci riferiamo alle riforme collegate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Risorse e riforme

Il PNRR non ha significato solo disporre di ulteriori risorse ma anche di rinforzi motivazionali nella prospettiva di una innovazione di sistema. Risorse & riforme, dunque, ma quali: nuovi ambienti di apprendimento; robotica laboratoriale verso l’Intelligenza artificiale (IA); nuovo orientamento (docente tutor e docente orientatore); formazione volontaria incentivata (FOVI); concorsi; sviluppo della competenza digitale; contrasto alla dispersione (perché l’Italia possa collocarsi entro lo standard europeo del 10%); incremento delle discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) per superare il gap che continua a persistere, nel nostro Paese, nell’ambito scientifico-matematico; sviluppo della competenza multilinguistica; riforma dell’istruzione professionale e tecnica e l’istituzione della filiera tecnologico-professionale 4+2.

Ognuno di questi aspetti è in atto e/o in divenire, ciascuno si connette con l’altro in qualche modo e in qualche misura. Nel breve volgere di alcuni anni siamo passati dal futuribile al realizzato, ora è tempo di bilanci, di rendicontazioni e di valutazioni, per comprendere la scuola dalla quale abbiamo cercato di congedarsci, ovvero quella verso la quale ci eravamo incamminati. Certo, tra luci e ombre ci sono molte questioni da perseguire per la piena realizzazione, altre da correggere e meglio orientare.

Tra i benefici, non va trascurato la ricaduta sulla professionalità: la ricchezza delle riforme e delle risorse ha promosso un’idea di docente non solo come persona titolare di un sapere, ma anche come artefice di una progettualità non effimera, strutturale, pragmaticamente, impegnata a raggiungere l’obiettivo nel pieno rispetto di procedure e tempistiche e nella consapevolezza delle interconnessioni tra la molteplicità delle azioni e dei percorsi da seguire.

Dalla visione del PNRR alle azioni del PTOF

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha segnato un punto di svolta per la scuola italiana, fungendo da catalizzatore per un rinnovamento profondo. La sua influenza, tuttavia, non deve esaurirsi al termine dei finanziamenti, ma deve proiettarsi oltre l’orizzonte temporale del piano stesso, costituendo così una linea di discrimine che permette alla scuola di guardare avanti, ma anche una linea di demarcazione verso un nuovo orizzonte di attese. È in questa prospettiva che il Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF) assume un’importanza cruciale. Lungi dall’essere un documento formale, il PTOF deve essere uno strumento strategico capace di recepire e consolidare le innovazioni, le metodologie e le risorse scaturite dall’esperienza del PNRR.

Il PTOF deve diventare la testimonianza tangibile e coerente della missione educativa post-PNRR. Se il PNRR ha fornito gli strumenti e le risorse, il PTOF deve tradurre questa spinta in un progetto educativo duraturo. Questo significa che ogni istituto scolastico deve riflettere su come le opportunità offerte dal PNRR – in termini di digitalizzazione, laboratori innovativi, formazione del personale e nuove metodologie didattiche – possano essere integrate in modo sistemico e permanente nel proprio percorso formativo.

Il PNRR ha tracciato una netta linea di demarcazione tra un “prima” e un “dopo”. Il “prima” era caratterizzato da una scuola che, pur con le sue eccellenze, spesso faticava a stare al passo con i rapidi mutamenti della società. Il “dopo” dovrebbe proiettarci verso un orizzonte di aspettative più elevate, in linea con il paradigma europeo dell’educazione. Sebbene il percorso non sia stato privo di ostacoli e delusioni, il PNRR ha innescato un processo irreversibile di trasformazione. La scuola è chiamata a guardare avanti, oltre quella linea, per cogliere le sfide e le opportunità di un’istruzione che sia non solo resiliente, ma anche capace di costante innovazione e di naturale tensione verso il futuro.

Direzione unitaria

L’espressione “direzione unitaria”, in modo più appropriato di “gestione”, che ritroviamo nella Legge n. 107 del 13 luglio 2015 (art. 1, comma 93, lettera e) sottolinea il nodo della responsabilità che compete a chi ha, tra le sue funzioni, quella di governare la scuola dell’autonomia. Attraverso tale responsabilità, il dirigente scolastico deve ricomporre i rapporti “tra le diverse componenti della comunità scolastica” insieme a quelli del “contesto sociale”. Ciò si traduce agendo su più ambiti.

Entro il 31 di ottobre, il Collegio dei docenti deve deliberare in merito al PTOF, in considerazione della sua scansione triennale, ma anche per gli eventuali aggiornamenti annuali. Il termine è ordinatorio, potendo le scuole completare tali attività entro l’avvio della fase delle iscrizioni al successivo anno scolastico.

Il CCNL, anche nella versione sottoscritta il 18 gennaio 2024, prevede che entro il 15 settembre deve essere avviata la “sessione negoziale di contrattazione integrativa” ed entro il 30 novembre occorre aver verificato le condizioni per una conclusione della contrattazione decentrata di Istituto[1]. Entro il 31 dicembre è la data di scadenza dell’approvazione del Programma Annuale[2].

Questa sequenza temporale configura una connessione tra offerta formativa, impianto organizzativo, ampliamento dell’offerta formativa, presupposti economico-finanziari, contrattazione decentrata di Istituto, per un condiviso utilizzo del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (FMOF).

Sappiamo bene che l’attitudine alla proroga ha reso negli ultimi anni queste scadenze più “elastiche”, nondimeno esse mantengono motivazioni che meritano di essere considerate.

La programmazione coordinata

La programmazione coordinata è forse la sfida più impegnativa per una direzione davvero unitaria dell’istituzione scolastica che va oltre la semplice pianificazione didattica. È un processo complesso che richiede l’allineamento di diverse aree:

  • la didattica. La programmazione deve garantire che le attività didattiche delle diverse discipline e classi siano coerenti e si integrino, evitando sovrapposizioni o lacune. L’obiettivo è creare un percorso formativo lineare e progressivo per gli studenti;
  • l’amministrativo-contabile. Le decisioni finanziarie e amministrative non possono essere scollegate dagli obiettivi educativi. L’allocazione delle risorse (ad esempio, l’acquisto di attrezzature o la formazione del personale) deve supportare direttamente la visione pedagogica della scuola;
  • la contrattazione integrativa. Le decisioni prese a livello di contrattazione con il personale (es. ore di attività aggiuntive, progetti speciali) devono riflettere e rafforzare gli obiettivi strategici della scuola, non limitarsi a questioni salariali o puramente organizzative.

L’onere della prova

L’onere della prova spetta, dunque, a tutti coloro che rientrano all’interno di questa corresponsabilità allargata: nella costruzione dell’offerta formativa, nelle scelte amministrativo-contabili, nel disegno della contrattazione integrativa. Il che significa portare a buon fine una programmazione corresponsabile che non dipende solo dal dirigente scolastico, ma da un impegno collettivo. La “corresponsabilità allargata” coinvolge:

  • il dirigente scolastico che deve definire una visione chiara e guidare il processo di coordinamento;
  • il corpo docente che deve collaborare attivamente nelle diverse fasi della progettazione;
  • il personale amministrativo e ATA perché le loro azioni devono essere coerenti con gli obiettivi della scuola. Ad esempio, l’ufficio di segreteria deve supportare efficacemente le attività didattiche e i progetti scolastici;
  • non ultimi, le famiglie e gli studenti, in quanto soggetti che devono contribuire alla realizzazione del PTOF attraverso il dialogo e la partecipazione, specialmente nella fase di definizione dell’offerta formativa.

Da questi fattori, dalla loro interconnessione, deriva la visione di una scuola dotata di chiari traguardi per la fruizione del diritto all’apprendimento e per il successo formativo.

In sintesi: il valore dell’autonomia

La legge n. 59 del 15 marzo 1997 ha costituito un punto di svolta, uno spartiacque tra un prima e un dopo, un “cambio di senso” per il sistema scolastico e formativo. Con la legge 59/1997 si afferma il principio dell’autonomia scolastica. Da questa legge discende il Regolamento dell’autonomia, con il DPR n, 275 dell’8 marzo 1999, che, all’art. 3, prevede il Piano dell’Offerta Formativa (POF). Gli sviluppi più recenti sono nel comma 14 della legge n. 107 del 13 luglio 2015, laddove dal POF si passa al PTOF, cioè al Piano Triennale dell’Offerta Formativa. La “t” aggiunta al POF dalla legge 107/2015 sta per “triennale” e, d’altra parte, la triennalità riguarda ormai molti ambiti della programmazione scolastica. Questo non toglie che il PTOF possa essere aggiornato, ogni anno, entro il mese di ottobre (ovvero in tempo utile, come già si è evidenziato, per le iscrizioni all’anno scolastico. successivo). Il PTOF come “documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche” (sempre nel comma 14 della legge 107/2015), viene elaborato dal Collegio dei docenti, non più “adottato” ma “approvato” dal Consiglio di istituto.

RAV e PTOF nella metafora del ristorante

Ora, un PTOF bene istruito deve basarsi anche su un esame degli esiti delle prove INVALSI e sull’elaborazione del Rapporto di autovalutazione (RAV).

Immaginiamo la scuola come un ristorante. L’offerta formativa, cioè i percorsi di studio e le attività che la scuola propone, è il menu presentato ai “clienti” (studenti, famiglie, territorio). I singoli corsi, i progetti e le metodologie didattiche sono le “pietanze”.

Quando entriamo in ristorante ci interessa assaporare le pietanze previste dal menu (l’offerta formativa), ma la bontà di un piatto non la giudichiamo solo dal suo aspetto o dalla descrizione sul menu (il PTOF), ma dalla qualità degli ingredienti e dalla maestria dello chef. Allo stesso modo, la vera efficacia di un percorso scolastico non si misura solo dalle dichiarazioni formali, ma da ciò che accade “dietro le quinte”, ovvero nel processo di autovalutazione e pianificazione. Perché siano davvero di qualità, tali pietanze devono corrispondere a dei requisiti, dalle materie prime all’inventiva e alla perizia del cuoco; la bontà di un piatto non si decide in sala ma in cucina.

Il RAV è come l’inventario e la valutazione delle materie prime del ristorante. Un buon cuoco esamina attentamente la qualità degli ingredienti, valuta la freschezza del pesce, la provenienza della carne, la maturazione della verdura. Allo stesso modo, il RAV è il processo con cui la scuola analizza e valuta sé stessa in modo critico.

Il PTOF è il menu e, in parte, il manuale operativo della cucina. Se il RAV ha rivelato, ad esempio, che gli studenti non eccellono nelle competenze logico-matematiche (una “materia prima” di scarsa qualità), il PTOF è il piano per risolvere questo problema. il PTOF non è solo un elenco di corsi, ma un documento strategico che traduce le necessità emerse dal RAV in azioni concrete, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’istruzione. È come quel ristorante di qualità che non si limita a servire piatti a caso, ma lavora in modo mirato e professionale per offrire il meglio ai suoi clienti.

Riapertura del nuovo ciclo di valutazione delle istituzioni scolastiche

Da questa precisazione andiamo a citare la nota ministeriale dell’11 luglio 2025, prot. n. 33906 e la contestuale nota prot. n. 58609, avente entrambe ad oggetto: SNV: “Apertura delle funzioni per il questionario scuola nella piattaforma RAV e prime indicazioni per la somministrazione del questionario docente”. In questi documenti si forniscono alcune indicazioni.

1. La prima operazione richiesta ai fini della predisposizione del RAV è la compilazione del questionario scuola, che avviene direttamente all’interno della piattaforma RAV nella Scrivania del portale SNV ed è finalizzata a consentire la raccolta dei dati di diretta competenza della scuola. Per le istituzioni scolastiche del primo e del secondo ciclo le funzioni di compilazione del questionario saranno aperte fino al 25 settembre 2025. 

2. Ai fini della predisposizione del RAV, in avvio della prossima triennalità, è prevista per la prima volta la somministrazione, nel mese di settembre, anche di un breve questionario docente. È un nuovo strumento, anch’esso frutto della sperimentazione, e finalizzato a raccogliere il punto di vista dei docenti sugli esiti e sui processi educativo-didattici e gestionali e organizzativi che interessano la scuola. È rivolto ai docenti a tempo indeterminato della scuola dell’infanzia, della scuola primaria, della scuola secondaria di I e di II grado, che hanno operato come titolari nella scuola di afferenza nell’anno scolastico 2024/2025 e ai docenti con contratto a tempo determinato di durata annuale con continuità di almeno due anni nella scuola di afferenza. 

3. Con successiva Nota verranno fornite indicazioni specifiche relative alle modalità e alla tempistica di dettaglio di somministrazione del questionario docente. I dati raccolti tramite il questionario scuola e il questionario docente, una volta elaborati, saranno resi disponibili nella piattaforma RAV unitamente ai valori di riferimento esterni, allo scopo di supportare le istituzioni scolastiche nel processo di autovalutazione. 

In sintesi

Proprio mentre va concludendosi il PNRR, l’anno scolastico 2025/2026 si annuncia come un’occasione per dare un impulso significativo alla programmazione scolastica. Questo periodo è visto come un momento strategico per la scuola che è chiamata ad utilizzare le esperienze del PNRR per una riflessione profonda sul senso della scuola e per una pianificazione conseguente più efficace del percorso formativo.

I docenti sono chiamati a partecipare attivamente a questo momento di ridefinizione dell’identità della scuola non come semplici esecutori di direttive, ma come attori del processo di rinnovamento. La loro partecipazione è ritenuta essenziale per la ridefinizione dell’identità della scuola e per la riprogettazione delle attività volte a dare forma al futuro dell’istruzione.


[1] Titolo I, Relazioni sindacali, art. 30, Livelli, soggetti e materie di relazioni sindacali, comma 8: “Fermi restando i termini di cui all’art. 8 (contrattazione collettiva integrativa), commi 6 e 7, la sessione negoziale di contrattazione integrativa è avviata entro il 15 settembre e la durata della stessa, nel rispetto dei citati commi 6 o 7, non può comunque protrarsi oltre il 30 novembre” (stesse parole nel CCNL precedente, sottoscritto il 19 aprile 2018, Titolo I, Relazioni sindacali, art. 22, Livelli, soggetti e materie di relazioni sindacali per la Sezione Scuola, comma 7).

[2] Il Programma Annuale della scuola è il documento contabile fondamentale che pianifica e gestisce le risorse finanziarie dell’istituzione scolastica per un anno solare. Rappresenta la traduzione economica del Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), ossia il documento programmatico e culturale della scuola.