Cosa accomuna l’ingresso nella professione, l’anno di prova e lo sviluppo continuo degli insegnanti lungo la carriera? In un sistema che evolve, anche i dispositivi di accompagnamento devono saper “connettere i punti” tra esperienze diverse, competenze emergenti e traiettorie professionali non lineari. Il portfolio – e in particolare il suo utilizzo in ambiente digitale – si sta configurando come uno strumento capace di rispondere a questa esigenza, offrendo ai docenti un ambiente riflessivo e progettuale, coerente con i nuovi standard professionali e con l’idea di formazione come processo continuo e situato.
Lo abbiamo evidenziato nel recente articolo scientifico Connecting the dots: the role and potential of portfolios in lifelong teacher development in Italy (Pettenati, Martinelli, Tancredi, 2025)[1], che propone una lettura integrata del portfolio come strumento riflessivo, documentativo e trasformativo per tutta la carriera docente.
Non solo raccolta di evidenze
Il portfolio non è (solo) una raccolta ordinata di materiali didattici. È un dispositivo per documentare, riflettere, valutare e progettare. La sua efficacia – suggerisce la letteratura internazionale – risiede nella sua capacità di promuovere la riflessività professionale, aiutando i docenti a dare senso alle esperienze e a orientare il proprio sviluppo.
In Italia, il portfolio digitale è stato introdotto su larga scala a partire dal 2015 per i docenti neoassunti. Oggi, oltre 350.000 insegnanti lo hanno utilizzato durante l’anno di prova[2]. Ma la sfida è andare oltre: estenderlo, con coerenza, anche alla formazione iniziale e alla formazione in servizio, come già delineato dalle Linee guida della Scuola di Alta Formazione (SAFI)[3].
Quattro funzioni chiave del portfolio
Il modello di portfolio descritto nel paper si fonda su un’architettura tridimensionale, che integra 4 funzioni chiave.
Queste rappresentano le azioni attivate dal docente attraverso l’uso del portfolio che ruotano intorno a:
- documentazione, intesa come raccolta selettiva e ragionata di materiali che attestano lo sviluppo professionale del docente;
- riflessione e narrazione, che permette all’insegnante di connettere le evidenze raccolte alla propria crescita, rendendo visibili le competenze agite e i processi di apprendimento;
- proiezione, ovvero la possibilità di confrontarsi con un profilo di competenze professionali e definire obiettivi di sviluppo futuri;
- condivisione, intesa come apertura del proprio percorso professionale al dialogo con colleghi, tutor e stakeholder formativi.
Al cuore di questo impianto si collocano gli Standard professionali del docente, che rappresentano il quadro di riferimento per guidare, valutare e orientare la crescita lungo tutta la carriera. Gli standard svolgono una doppia funzione: da un lato, permettono di valutare la professionalità alla luce di criteri chiari e condivisi; dall’altro, sostengono l’autovalutazione e la pianificazione del proprio sviluppo futuro. In questo senso, costituiscono un linguaggio comune tra insegnanti, formatori, dirigenti e decisori politici, contribuendo a delineare in modo condiviso cosa significhi “essere un buon insegnante” oggi.
Per essere efficace, tuttavia, questo modello teorico generale deve essere personalizzato in base ai bisogni formativi delle diverse fasi della carriera: il portfolio deve cioè essere capace di evolvere con il docente, mantenendo coerenza con gli obiettivi istituzionali ma anche flessibilità per rispondere a traiettorie individuali e contesti differenti. Solo così può diventare uno strumento autenticamente trasformativo.
Tre fasi della carriera docente
Il modello descritto nel paper citato propone l’uso del portfolio come dispositivo continuo e coerente lungo l’intero arco della carriera, cioè:
- formazione iniziale (università, percorsi abilitanti): il portfolio sostiene la costruzione dell’identità professionale e il collegamento tra teoria e pratica.
- anno di prova (induction): il portfolio diventa strumento di riflessione strutturata sull’esperienza scolastica reale, legata a standard nazionali.
- formazione in servizio (formazione continua): il portfolio viene utilizzato in chiave autoformativa e collaborativa, a sostegno di processi di miglioramento e leadership diffusa.
Otto caratteristiche del portfolio nelle diverse fasi della carriera docente
Il modello di portfolio proposto assume forme e funzioni diverse in relazione alle tre principali fasi della carriera docente: formazione iniziale, anno di prova e formazione in servizio. La tabella seguente sintetizza queste differenze, evidenziando come varino scopi, contenuti, attori coinvolti e tempi di utilizzo. Ne emerge un quadro dinamico, in cui il portfolio evolve da strumento guidato a spazio di riflessione autonoma, mantenendo una coerenza strutturale che ne valorizza il potenziale formativo lungo tutto l’arco professionale.
🧩 Caratteristica | 📘 Formazione iniziale | 🆕 Anno di prova (Induction) | 🔁 Formazione in servizio |
---|---|---|---|
🎯 Funzione | Documentare e riflettere sull’apprendimento. Supportare la valutazione delle competenze emergenti. | Valutare il raggiungimento degli standard professionali. Accompagnare la costruzione dell’identità docente. | Monitorare lo sviluppo professionale continuo. Promuovere la condivisione e accompagnare le transizioni di carriera. |
🗂️ Tipologie di portfolio | Portfolio di apprendimento, portfolio disciplinare. | Portfolio professionale, portfolio di autovalutazione. | Portfolio vetrina, portfolio di sviluppo professionale personalizzato. |
📎 Tipi di evidenze (artefatti) | Lezioni simulate, relazioni di tirocinio, feedback universitari, riflessioni personali. | Lezioni reali, osservazioni in aula, feedback del tutor/mentor, documentazione di pratiche didattiche, riflessioni sull’anno di prova. | Certificazioni, progetti educativi, riflessioni critiche su esperienze formative o professionali. |
🔍 Criteri di selezione | Evidenze scelte per mostrare i progressi nelle competenze pedagogiche e disciplinari. | Evidenze selezionate per riflettere su esperienze significative e competenze attese dagli standard. | Evidenze raccolte per dimostrare il miglioramento continuo o l’acquisizione di competenze specifiche. |
🛠️ Chi lo progetta | Università, formatori accademici. | Enti di formazione per neoassunti. | Enti di formazione continua, reti professionali, università, centri di ricerca. |
✍️ Chi lo compila | Futuri docenti con il supporto dei tutor accademici. | Docenti neoassunti con il supporto di tutor scolastici o mentor. | Docenti in servizio tramite piattaforme digitali e percorsi formativi. |
👁️ Chi lo consulta / valuta | Tutor universitari, docenti accademici. | Mentor, dirigenti scolastici, comitati di valutazione. | Colleghi, dirigenti scolastici, enti di accreditamento professionale. |
⏳ Tempi di utilizzo | Durante il percorso universitario; consultato alla fine di corsi, moduli o tirocini. | Durante tutto l’anno di prova; usato per le valutazioni intermedie e finali. | Continuamente aggiornato durante la carriera; usato per avanzamenti, incarichi o accreditamenti. |
Fonte: rielaborazione da Pettenati, M. C., Martinelli, S., & Tancredi, A. (2025)[4].
Quali opportunità di uso del portfolio alla luce della normativa?
Negli ultimi anni, il portfolio è stato progressivamente riconosciuto dalla normativa italiana come uno strumento utile e flessibile per accompagnare le diverse fasi della professionalità docente. La sua presenza è oggi esplicitata — con finalità, modalità e contenuti differenti — nei documenti normativi che regolano la formazione iniziale, l’anno di prova e la formazione in servizio. La tabella che segue sintetizza le principali e attuali indicazioni legislative, evidenziando come il portfolio assuma caratteristiche coerenti con l’idea di uno sviluppo professionale continuo, documentato e riflessivo.
Le fonti normative di riferimento utilizzate in questa mappatura sono:
- formazione iniziale (Infanzia e Primaria): DM 249/2010, art. 10;
- formazione iniziale (Secondaria): DPCM 4 agosto 2023, art. 7, art. 9, art. 10;
- anno di prova (Induction): DM 226/2022, artt. 11 e 13;
- formazione in servizio (SAFI): Linee triennali di indirizzo per la formazione del personale scolastico 23-25, Atto n. 3 del 27/12/23.
🧩 Caratteristica | 👶 Formazione iniziale (Infanzia/Primaria) | 🎓 Formazione iniziale (Secondaria) | 🆕 Anno di prova | 🔁 Formazione in servizio |
---|---|---|---|---|
📜 Presenza nella normativa | Non esplicitamente previsto come portfolio, ma richiesto un elaborato riflessivo finale. | Previsto durante il tirocinio diretto e indiretto. | Previsto per documentare l’intero anno. | Previsto come strumento sistemico per la crescita continua. |
📖 Definizione | Documento che integra teoria e pratica. | Strumento digitale per documentare competenze e riflettere su casi. | Strumento formativo per riflettere e pianificare. | Piattaforma per raccogliere certificazioni e autovalutazioni. |
🎯 Finalità formativa | Rielaborare e consolidare le competenze acquisite. | Favorire riflessione critica e apprendimento attivo. | Promuovere lo sviluppo professionale e la formazione personalizzata. | Sostenere l’autonomia riflessiva e il miglioramento continuo. |
🧪 Finalità valutativa | Parte dell’esame finale abilitante. | Valutare le competenze acquisite nel percorso. | Verificare il raggiungimento degli standard per il colloquio finale. | Valutare risultati formativi e progressione di carriera. |
📂 Contenuti | Attività svolte, competenze acquisite, esperienze di tirocinio. | Documenti, analisi riflessive, casi di studio, diario di tirocinio. | Curriculum formativo, attività didattiche, autovalutazioni, riflessioni. | Certificazioni, qualifiche, evidenze di competenza, autovalutazioni. |
✍️ Chi lo compila | Studenti con tutor universitari. | Studenti con tutor accademici. | Docenti neoassunti con il tutor scolastico. | Docenti in servizio in percorsi strutturati. |
👁️ Chi lo valuta / consulta | Commissioni d’esame e tutor scolastici. | Tutor universitari e scolastici. | Comitato di valutazione scolastico. | SAFI e istituzioni scolastiche per monitoraggio. |
⏳ Tempi di utilizzo | Durante il tirocinio e per l’esame finale. | Per tutta la durata del tirocinio. | Per l’intero anno di prova. | Continuamente aggiornato nella carriera. |
Fonte: rielaborazione da Pettenati, M. C., Martinelli, S., & Tancredi, A. (2025)[5].
Una visione integrata dello sviluppo professionale
Il modello proposto nel contributo scientifico da cui è tratto questo contributo si fonda su un’idea chiave: il portfolio non è uno strumento da attivare in momenti isolati della carriera docente, ma un ambiente professionale riflessivo che può accompagnare l’insegnante lungo tutto il suo percorso, dall’ingresso alla professione fino alle fasi più mature dello sviluppo professionale. In questa prospettiva, il portfolio diventa un connettore tra esperienze, ruoli, contesti e competenze, contribuendo a costruire una narrazione professionale continua, intenzionale e situata.
Ciò che rende il modello originale non è solo l’articolazione funzionale generale, ma la sua capacità di adattarsi alle diverse fasi della carriera e di generare coerenza tra strumenti, standard e obiettivi formativi. Questa struttura flessibile, ma solida, apre a una lettura sistemica della professionalità docente, capace di valorizzare il portfolio come spazio di apprendimento, valutazione e riconoscimento.
Tuttavia, i risultati della ricerca suggeriscono che il potenziale trasformativo del portfolio si realizza solo se inserito in un ecosistema favorevole. Servono condizioni abilitanti: ambienti digitali interoperabili, tempi distesi per l’elaborazione riflessiva, accompagnamento tutoriale competente, riconoscimento istituzionale del valore del portfolio non solo ai fini valutativi, ma come dispositivo formativo in sé. Senza questi elementi, il rischio è quello di una cristallizzazione burocratica dello strumento, che ne svuota la portata pedagogica e professionale.
La sfida allora non è semplicemente adottare il portfolio, ma promuovere una cultura della riflessività e della documentazione professionale. Una cultura che riconosca il valore della narrazione, della messa in forma dell’esperienza e della condivisione tra pari come elementi costitutivi dello sviluppo professionale. In questa direzione, il portfolio può diventare un catalizzatore di innovazione per la formazione degli insegnanti, uno spazio in cui riconoscere la complessità della pratica e costruire visioni condivise di qualità educativa.
Post Scriptum
Questo contributo è tratto da un articolo scientifico pubblicato all’interno del numero speciale della rivista Journal of e-Learning and Knowledge Society (Je-LKS), intitolato “Teachers’ Education on the Move”[6]. Curato da Giuseppina Rita Jose Mangione (INDIRE) ed Erika Kopp (Eötvös Loránd University), il volume raccoglie 21 studi internazionali che esplorano da diverse angolazioni la formazione degli insegnanti nella contemporaneità.
Si tratta di una lettura preziosa anche per il mondo della scuola italiana: ogni articolo affronta, con approcci teorici e pratici, temi centrali come il mentoring, la transizione verso la professione, le pratiche riflessive, le tecnologie educative e lo sviluppo professionale lungo tutto l’arco della carriera. Per chi si occupa di accompagnare i docenti, progettare la formazione o innovare i contesti educativi, questo numero offre spunti concreti e visioni internazionali per pensare insieme una scuola che cresce con i suoi insegnanti.
[1] Vedi: Pettenati, M. C., Martinelli, S., & Tancredi, A. (2025). Connecting the dots: the role and potential of portfolios in lifelong teacher development in Italy. Journal of E-Learning and Knowledge Society.
[2] Vedi: Guida all’ambiente online per la formazione dei docenti neoassunti e con passaggio di ruolo a.s. 2024/25
[3] Vedi: Scuola di Alta Formazione, Ministero dell’Istruzione e del Merito. Linee triennali di indirizzo per la formazione del personale scolastico 2023 2025 (Atto n. 3 del 27/12/2023).
[4] Cfr. Pettenati, M. C., Martinelli, S., & Tancredi, A. (2025), Formazione degli insegnanti in movimento. Collegare i punti: il ruolo e il potenziale dei portfolio nello sviluppo permanente degli insegnanti in Italia.
[5] Ibidem, pp. 189–200.
[6] Special Issue on “Teachers education on the move” Vol. 21 No. 1 (2025) Journal of e-Learning and Knowledge Society.