Ri-apro il RAV e scopro che…

La riapertura del RAV

Con nota 12 maggio 2017 prot. n. 5204, il Miur ha comunicato alle scuole la riapertura della Piattaforma Operativa del Rapporto di Autovalutazione, con la possibilità di rivederlo e riformularlo. La scadenza per la pubblicazione del nuovo RAV è fissata, al momento, al 30 giugno 2017.

È nota a tutti la particolare coincidenza di impegni che si concentrano intorno a quella data: scrutini ed esami finali, definizione degli organici, compilazione del portfolio da parte dei dirigenti scolastici (ora slittato al 31 luglio 2017), RAV.

È sicuramente auspicabile che sia data la possibilità alle scuole e ai loro dirigenti, moltissimi dei quali impegnati in reggenze, di meditare con cura e giusta riflessione una corretta autovalutazione del proprio istituto scolastico, operazione che dovrà poi dare luogo ad un piano di miglioramento e al riadattamento del PTOF.

L’autovalutazione, lo si è potuto constatare in questi due anni di primo avvio del Sistema Nazionale di Valutazione (Direttiva 11/2014), è un processo dalle enormi potenzialità positive per la riflessione metacognitiva che stimola nelle Istituzioni scolastiche, per la condivisione e diffusione delle pratiche e la coesione interna.  Per questo merita ogni cura e attenzione.

Il nuovo RAV

Il RAV si presenta con vesti rinnovate: sono mutati alcuni indicatori, ve ne sono di nuovi e più raffinati, alcuni sono stati ricollocati, e ne mancano altri che si sono rivelati, nella pratica, più deboli. La piattaforma è in grado di mettere a disposizione delle scuole una serie storica di dati organizzati su cui confrontarsi, ragionare, ipotizzare target di miglioramento, sulla base appunto delle tendenze manifestatesi nel tempo.

È una buona occasione per fare il punto sulle iniziative di miglioramento messe in atto, valutarne gli esiti, riconsiderare le priorità e i traguardi alla luce dell’esperienza. A seguito dell’autovalutazione, come poc’anzi si diceva, dovranno essere armonizzati PTOF e Piano di Miglioramento, poiché ormai è chiaro a tutti che i tre documenti costituiscono i pilastri dell’unico processo di orientamento strategico e gestione dell’istituzione scolastica che, non va dimenticato, ha lo scopo di supportare la formazione di cittadini autonomi e responsabili, e promuovere il loro successo formativo, che della cittadinanza costituisce parte fondamentale.

L’ultima pagina del RAV: il Piano di miglioramento

Si raccomanda ai Dirigenti e ai Nuclei Interni di Valutazione di porre particolare attenzione nella formulazione di priorità/traguardi e obiettivi di processo. Le priorità, descritte con verbi operativi, vanno riferite unicamente all’area degli esiti, e dovranno essere completate da traguardi verificabili e misurabili, che indicano i miglioramenti dei risultati degli studenti nelle quattro aree. I traguardi dovranno contenere target di miglioramento desunti o dall’andamento storico o dal confronto della propria scuola con i riferimenti provinciali, regionali, nazionali.

Una volta individuate le priorità negli esiti, si dovranno ipotizzare i processi che potranno più strategicamente concorrere al conseguimento dei traguardi. Quindi su quei processi saranno formulati gli obiettivi di intervento, sempre in termini operativi e verificabili.

Il RAV e l’incarico del Dirigente Scolastico

Un problema a parte è costituito dall’incarico conferito dai Direttori Generali ai Dirigenti scolastici, che contiene anche le priorità/traguardi desunti dal RAV. Alla luce della nuova autovalutazione, tali obiettivi potrebbero rivelarsi inattuali e superati, e quindi si pone la questione della conseguente revisione degli incarichi. È fondamentale che si conservi questa prospettiva, secondo la quale è l’autovalutazione della scuola a determinare il contenuto dell’incarico dirigenziale, e che non si rischi in nessun modo l’operazione opposta, per cui sia il contenuto dell’incarico a condizionare le scelte autovalutative. Ciò, oltre ad essere contrario alle disposizioni normative, metterebbe a serio rischio tutto l’impianto del SNV, che si fonda sulla condivisione e sulla riflessione metacognitiva delle comunità scolastiche, le uniche che possono concretamente perseguire e realizzare il miglioramento.