Concorso per Dirigenti Scolastici 2016

Il 14 giugno il Miur ha trasmesso al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) lo schema di Regolamento sulle procedure concorsuali per il reclutamento dei dirigenti scolastici. Dal momento che il parere del CSPI dovrà essere espresso entro 45 giorni, possiamo con ragionevolezza presupporre che le prove preselettive non si effettueranno prima del mese di ottobre.

Dopo tanti anni, e dopo esperienze regionali non sempre eccellenti, le procedure concorsuali ritornano ad essere gestite a livello nazionale. Il realtà si tratta di una gestione “mista” perché molte fasi saranno governate direttamente dalle regioni, seppure su indicazioni del MIUR; di fatto, il numero degli aspiranti, che si ipotizza molto alto, rende difficile l’ipotesi di un’unica sede per l’espletamento delle prove.

Lo schema di regolamento prevede, in somma sintesi, che il concorso sia articolato in due parti: la prima: prove concorsuali (preselettiva, scritta, orale); la seconda: corso di formazione e tirocinio (4 mesi + 4 mesi). Mettiamo a disposizione alcune osservazioni con lo scopo di aiutare a rendere più agevole la lettura del documento.

Le certezze (o forse!)

I requisiti di accesso

Al concorso potranno accedere i docenti assunti a tempo indeterminato anche se hanno prestato servizio nelle scuole paritarie. Verrà conteggiato il servizio pre ruolo purché complessivamente di 5 anni.

Le scuole paritarie fanno parte del sistema nazionale d’istruzione e, quindi, tale misura può essere considerata di diritto. Anche se il nostro sistema vanta buone ed ottime scuole paritarie, permangono tuttavia anche i “diplomifici” (con registri finti e presenze finte). Fa specie pensare che pure questi concorrano a far acquisire il diritto.

L’aver compreso anche il pre ruolo, per il computo del numero complessivo del servizio utile, potrebbe aiutare a rinnovare la categoria.

La prova preselettiva

Il regolamento, di fatto, dice che la preselezione verrà effettuata solo se il numero dei candidati risulterà superiore a tre volte il numero dei posti messi a bando a livello nazionale. Tuttavia dobbiamo darla per certa, considerata la previsione dei partecipanti.

Il test è articolato in cinquanta (50) quesiti, a risposta multipla, i quali verteranno sulle medesime materie indicate per la preparazione della prova orale (si escludono, pertanto, le domande di cultura generale). Lo svolgimento della prova preselettiva avverrà mediante l’ausilio di sistemi informatizzati (superamento, quindi, del “librone” di recente memoria).

Con tutta probabilità i 50 item non saranno scelti tra una massa di quesiti pubblicati preventivamente (5.000, nella passata edizione). Si dice nel regolamento che il test sarà redatto da un apposito Comitato Tecnico Scientifico istituito con decreto del MIUR (di cui, al momento, non conosciamo però gli estremi).

La prova scritta

Il regolamento annuncia un cambiamento anche nella prova scritta. Si passa dal saggio culturale di antica memoria, dalla doppia prova (elaborato di taglio professionale e studio di caso) della passata edizione, ad un’unica prova consistente in cinque domande a risposta aperta su otto tematiche (art. 10) che dovrebbero costituire le competenze professionali del dirigente scolastico.

Uno dei cinque quesiti dovrà essere svolto nella lingua straniera prescelta dal candidato tra inglese, francese, tedesco e spagnolo (è richiesto il livello B2 del CEF).

Cosa ignoriamo (ohibò!)

Il numero dei posti

Non sappiamo ancora quanti posti saranno messi a concorso. Sappiamo solo che al regolamento dovrà seguire il bando, in cui verranno specificati i requisiti generali di ammissione e disciplinate le materie di esame (art. 10). Il regolamento per ora si limita a dire che “verranno presi in considerazione i posti che risultino vacanti e disponibili alla data di indizione del corso-concorso” e quelli “che si prevede si rendano vacanti e disponibili, nel triennio successivo, per collocamento a riposo per limiti di età, tenuto ulteriormente conto della percentuale media di cessazione dal servizio per altri motivi”.

I tempi e le modalità di svolgimento della prova scritta

Non conosciamo ancora se le modalità di svolgimento della prova scritta saranno quelle tradizionali o se saranno invece analoghe a quelle utilizzate, più recentemente, per il concorso docente. In tal caso ci auguriamo che i tempi siano più congrui e che si dia qualche indicazione di “format” (numero caratteri, n. di pagine…).

Le novità (speriamo bene!)

La centratura della formazione e del tirocinio

È interessante che l’art. 5 del Regolamento non parli genericamente di requisiti per “l’accesso al concorso”, ma di “Requisiti di ammissione al concorso per l’accesso al corso di formazione dirigenziale”. Ciò fa presupporre che l’attenzione istituzionale per il reclutamento è centrata non tanto sulle procedure concorsuali, quanto piuttosto su quelle formative. Tale posizione è sicuramente un bene, se a questa dichiarazione di principio seguiranno anche le condizioni operative per realizzare una “vera formazione” e un “vero tirocinio”, che non rispondano solo agli adempimenti formali, ma che aiutino gli aspiranti dirigenti ad acquisire le competenze necessarie, così come recita il comma 1 dell’art. 18 del regolamento: “Il corso di formazione dirigenziale e tirocinio selettivo è finalizzato all’arricchimento delle competenze professionali e culturali (…) con particolare riguardo alle modalità di direzione della scuola alla luce delle innovazioni suggerite dalla Legge, ai processi, all’innovazione e agli strumenti della didattica, all’organizzazione e alla gestione delle risorse umane e ai legami con il contesto e il territorio”.

Le modalità di espletamento della formazione e del tirocinio

Se si supera la prova orale si accede al corso di formazione e poi, successivamente, al tirocinio. Di fatto bisogna mettere in conto 8 mesi di lavoro: 4 per la formazione (di cui una parte – max 2 mesi – erogabile anche a distanza) e 4 per il tirocinio (che si svolgerà presso le istituzioni scolastiche individuate dagli USR).

Il corso di formazione è articolato in moduli; ognuno di essi è oggetto di valutazione da parte di una Commissione (diversa da quella che ha valutato le precedenti prove). Chi ha frequentato con profitto il corso di formazione dirigenziale è ammesso al tirocinio. Il tirocinante è affiancato da un tutor e alla fine del percorso dovrà sostenere un colloquio finale. I candidati che superano il colloquio sono inseriti nella relativa graduatoria generale di merito.

La scelta si discosta da quella del concorso del 2009 in cui il periodo di formazione e di tirocinio, di 3 o 4 mesi, veniva effettuato dopo la nomina in ruolo. È più simile, invece, al concorso del 2004, in cui un periodo di formazione di 9 mesi, con tirocinio ed esame finale (prova scritta ed orale), antecedeva la nomina dei vincitori.

Ma quale dirigente disegna il regolamento?

Le competenze del dirigente sono di fatto elencate nell’articolo 10 del regolamento e raggruppate in otto macro settori:

1. Il DS deve conoscere le norme necessarie per l’esercizio della sua funzione educativa e formativa [punto a) normativa di riferimento per il settore dell’istruzione ed educazione scolastica];

2. Il DS deve sapere cosa sono le organizzazioni complesse e come si gestiscono [punto b) modalità di conduzione delle organizzazioni complesse, con particolare riferimento alla realtà delle istituzioni scolastiche ed educative statali];

3. Il DS deve dare indicazioni giuste nel settore degli apprendimenti, deve quindi padroneggiare i problemi degli studenti per poter mettere i docenti nelle condizioni di utilizzare strumenti e metodologie innovative [punto c) organizzazione degli ambienti di apprendimento, con particolare riferimento all’innovazione digitale e ai processi di innovazione nella didattica];

4. Il DS deve saper gestire il personale e valorizzare le risorse umane per migliorare i risultati [punto d) organizzazione del lavoro e gestione del personale, con particolare riferimento alla realtà del personale scolastico];

5. Il DS deve stare dentro i processi e per farlo deve conoscere e governare bene il sistema di valutazione nella sua complessità, sia che riguardi i soggetti, sia gli organismi [punto e) valutazione ed autovalutazione del personale, degli apprendimenti e dei sistemi e dei processi scolastici];

6. Il DS deve avere una buona padronanza degli strumenti giuridici per gestire le proprie responsabilità: penali, civili, amministrative, patrimoniali-contabili, disciplinari, [punto f) diritto civile e amministrativo, con particolare riferimento alle obbligazioni giuridiche e alle responsabilità tipiche del dirigente scolastico, nonché penale con particolare riferimento ai delitti contro la Pubblica Amministrazione e in danno di minorenni];

7. Il DS deve avere l’occhio lungo anche sulla gestione finanziaria: dalle fattorie didattiche alle aziende agrarie [punto g) contabilità di Stato, con particolare riferimento alla programmazione e gestione finanziaria presso le istituzioni scolastiche ed educative statali e relative aziende speciali];

8. Il DS deve sapere come funziona la scuola in altri paesi europei [punto h) sistemi educativi dei Paesi dell’Unione Europea].

Si evidenzia da queste indicazioni una figura complessa, che deve agire a tutto campo, che non si può permettere di sottovalutare gli obblighi giuridici ed amministrativi, ma neanche di delegare ad altri le proprie responsabilità educative.