Un oscar per la formazione dei docenti?

Un premio per stimolare l’innovazione della formazione in servizio

Con nota 21 settembre 2017, prot. n. 40347 il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Direzione Generale per il personale scolastico, ha indetto il Premio per la formazione 2017, per promuovere l’innovazione dei metodi di formazione in servizio dei docenti.

Come noto il Piano per la formazione dei docenti – triennio 2016-2019 – adottato con DM 797/2016 fra le molteplici azioni di realizzazione del Piano riportate a chiusura del documento ha previsto, fra l’altro, anche “Individuazione e finanziamento delle startup della formazione” e “Creazione di una biblioteca dell’innovazione formativa”, per raccogliere e documentare i migliori modelli di attività formative, linee di azione correlate entrambe al versante qualitativo della formazione.

È evidente, infatti, che l’ingente stanziamento di risorse per il Piano, nonché la rinnovata modellizzazione in unità formative e la definizione delle 9 priorità strategiche contenute nel documento, hanno avviato in tutto il Paese un intenso lavorio, e prodotto fermento sul tema della formazione docenti.

Nuove metodologie per le unità formative

Da una formazione in servizio, spesso relegata nell’ultimo decennio a meccanica fruizione di corsi di aggiornamento, si converge verso una struttura formativa pienamente agita dai docenti, con un format che vada oltre la lezione frontale, e che è chiaramente sintetizzato dal Piano Nazionale, attraverso la declinazione della struttura possibile di un’unità formativa che comprenda:

  • formazione in presenza e a distanza,
  • sperimentazione didattica documentata e ricerca/azione,
  • lavoro in rete,
  • approfondimento personale e collegiale,
  • documentazione e forme di restituzione/rendicontazione, con ricaduta nella scuola,
  • progettazione.

È sottesa la tensione verso un ancoraggio fra il “fare” quotidiano, definito in unità di apprendimento, e l’approfondimento formativo non teorico in unità formative articolate, che alternino momenti “frontali”, sperimentazione in aula e concreta ricaduta nella didattica ordinaria.

Setacciare la qualità delle proposte

Al termine del primo anno di realizzazione del Piano di formazione per i docenti, a.s. 2016/2017, è utile e certamente necessario indagare dal punto di vista qualitativo, e conoscere sul versante della trasferibilità, le azioni di formazione di rilievo, condotte dalle scuole, singole o associate in rete, o promosse dalle scuole-polo per la formazione.

L’indizione della prima edizione del Premio formazione 2017 per l’innovazione a scuola è rivolta, quindi, alla valorizzazione delle iniziative formative di qualità realizzate dalle scuole in correlazione al primo anno di attuazione del Piano, ed è finalizzata a condividere gli aspetti innovativi relativi a:

  • modalità di realizzazione,
  • trasferibilità delle iniziative ad altri contesti,
  • qualità dei contenuti prodotti,
  • caratteristiche metodologiche di monitoraggio.

Ciascuno degli aspetti sopra indicati meriterebbe un approfondimento specifico che, per brevità, non è possibile realizzare in questa sede, ma è evidente l’intento di esportare le “buone pratiche” realizzate dalle scuole in tema di formazione, per creare un repository condiviso e fruibile di azioni concrete e di diffusione dei materiali e delle esperienze sviluppate. Lungi dal creare una sterile “graduatoria” di scuole più capaci in tema di formazione, la finalità del Premio è certamente ascrivibile alla massima diffusione e replicabilità del modello, e alla sua generalizzazione  a livello nazionale in tutte le scuole.

Chi sceglierà i progetti migliori di formazione?

La valutazione delle candidature dei progetti formativi segnalati dalle scuole è in capo agli Uffici Scolastici Regionali, che restituiranno all’Amministrazione centrale entro il 30 ottobre 2017 le scuole individuate, in riferimento alle 9 priorità del Piano per la formazione dei docenti (una per ogni area prioritaria in ogni regione). La valutazione è declinata in criteri specifici, già definiti nella nota citata, cui è attribuita una ponderazione in punteggi come di seguito riportato:

  1. innovazione del progetto formativo (max 30 punti);
  2. qualità e trasferibilità dei contenuti proposti (max 25 punti);
  3. monitoraggio del percorso formativo svolto (max 25 punti);
  4. completamento del percorso formativo (max 20 punti).

La valorizzazione delle esperienze di innovazione non riceve, per il corrente anno, premi sostanziali ovvero risorse, bensì un riconoscimento in termini di visibilità, durante la premiazione in seno al Convegno “La nuova formazione: innovare la professionalità dei docenti” previsto al Job Orienta il 1° dicembre 2017 e, soprattutto, la diffusione e la sistematizzazione nella costituenda sezione  sul sito www.miur.gov.it

Le priorità della formazione

  1. Autonomia organizzativa e didattica
  2. Didattica per competenze, innovazione metodologica e competenze di base
  3. Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento
  4. Competenze di lingua straniera
  5. Inclusione e disabilità
  6. Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile globale
  7. Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale
  8. Scuola e Lavoro
  9. Valutazione e miglioramento

La ricerca della qualità

Da evidenziare quindi la portata dell’iniziativa, che non costituisce unicamente un’occasione estemporanea, ma si innesta nel capitolo 8 del Piano, relativo a “Elevare la qualità dei percorsi formativi”, che prevede la definizione di indicatori per mappare le caratteristiche di qualità ed efficacia delle iniziative formative, attraverso una dettagliata analisi della qualità del coinvolgimento, metodologica, dell’impatto, della trasferibilità e diffusione delle azioni formative realizzate.

In sintesi quindi è necessario, come per tutto il sistema scolastico, mettere a punto sistemi efficaci per comprendere la ricaduta, l’efficacia e la validità delle azioni formative realizzate, che non si debbono ricondurre unicamente al “quante ore”, “quante azioni”, ossia agli aspetti quantitativi, ma debbono accentuare l’aspetto del “come” sono state sviluppate le azioni, e con quali reali ricadute in termini di miglioramento del successo formativo.

Chiara Brescianini