I nuovi decreti sulla valutazione

Novità fin da quest’anno scolastico

Con l’uscita del Decreto Legislativo 13 aprile 2017 n. 62, in attuazione della L. 107/2015, la valutazione degli apprendimenti nel primo ciclo cambia aspetto. Il D.lvo sostituisce, infatti, tutta la parte del DPR 122/2009 che trattava la valutazione in quel settore di istruzione. I Decreti Ministeriali n. 741 e 742 del 3.10.2017, rispettivamente sul nuovo esame di Stato della scuola secondaria di primo grado e sul modello di certificazione delle competenze, accompagnati dalla nota prot. n. 1865 del 10.10.2017, hanno dato attuazione e dettagliato le disposizioni del decreto legislativo.

Voto, rubriche, giudizio

Rispetto al testo del decreto, i provvedimenti successivi sono interessanti perché precisano alcune questioni. Intanto nella citata nota n. 1865 si parla più diffusamente della valutazione in decimi, riferita a livelli di apprendimento, citando,  a proposito dei criteri che i Collegi dovranno formulare, la possibilità di ricorrere a descrizioni o rubriche dei voti, confermando la loro natura ordinale e non cardinale. Le valutazioni disciplinari sono accompagnate da un giudizio narrativo globale per ciascuno dei due periodi di valutazione, che rende conto del processo di maturazione.

Si precisa che “Cittadinanza e Costituzione” non avrà una valutazione propria, ma confluente in quella dell’ambito storico-sociale, al quale appartiene.

E il voto in condotta?

La valutazione del comportamento è espressa con giudizio sintetico e dovrà riferirsi non solo alla condotta scolastica, ma alle competenze sociali e civiche. Quindi i criteri per la sua formulazione potranno prevedere indicatori come l’impegno scolastico e il rispetto delle regole condivise nella scuola, ma anche quelle della comunità di vita, la capacità di collaborare proficuamente, di aiutare e farsi aiutare, di assumere ruoli di responsabilità dentro e fuori la scuola, e iniziativa a vantaggio della comunità e dell’ambiente e così via.

La non ammissione per ragioni di comportamento sarà possibile, non essendoci più il voto, solo alla secondaria, e nel caso sia stata espressa la sanzione disciplinare di esclusione dallo scrutinio, a norma dello Statuto delle studentesse e degli studenti.

Il ruolo delle prove Invalsi

Nei decreti e nella nota vengono precisate le questioni relative alle prove nazionali, necessarie per l’ammissione all’esame di Stato e i cui esiti, espressi su livelli descrittivi, saranno comunicati con un apposito fascicolo, predisposto da Invalsi, contestualmente alla certificazione delle competenze. Nelle prove sarà compreso l’accertamento sulla lingua inglese, e nella secondaria saranno somministrate al computer. Si svolgeranno in una fascia di più giorni per permetterne lo svolgimento anche alle scuole che posseggono un numero ridotto di computer connessi alla rete. Si presume che la presentazione dei quesiti sarà in ordine casuale e diverso per ciascun allievo, per contenere la possibilità di cheating.

La buccia di banana della competenza ‘imprenditorialità’

Il DM n. 742/2017 presenta i modelli di certificazione delle competenze, che entrano a regime  per tutte le scuole dal corrente anno scolastico. Sostanzialmente hanno struttura identica a quella dell’ultimo modello sperimentale, e quindi fanno riferimento alle otto competenze chiave europee, descritte dalle dimensioni del Profilo finale delle Indicazioni. Molto singolare la “censura” operata alla denominazione della settima competenza chiave, a seguito delle riserve espresse dal CSPI sul termine “imprenditorialità”, che è stato eliminato. Esso, comunque, viene ripreso dalla citazione in calce della denominazione originale della competenza in inglese. La censura appare assai intempestiva, in quanto la capacità di “imprendere” o di “intraprendere” è fondamentale per lo sviluppo resiliente della persona e del cittadino, permette di agire e trasformare la realtà, e certamente non può intendersi come riferita al ristretto campo dell’imprenditorialità economica (anche in questo caso, comunque, la riserva parrebbe non scevra di connotati ideologici).

La parola passa ai Collegi dei docenti

I Collegi dei docenti sono invitati a rivedere i criteri per la valutazione e la certificazione contenuti nei PTOF delle istituzioni scolastiche, per adeguarli alle nuove previsioni normative. In particolare, nel DM 741/2017 sono precisate le tipologie delle tre prove scritte e la struttura del colloquio.

Alcuni aspetti delle novità relative alla valutazione, alla certificazione e all’esame non sono privi di interesse e, se presi in carico con spirito di ricerca e di “intraprendenza”, potrebbero riverberare positivamente sulle pratiche didattiche e valutative delle scuole.