I finanziamenti per l’alternanza

Nuove risorse, ma inadeguate

Sulla base del DM 15 ottobre 2015, che stabilisce i parametri per il calcolo delle risorse, per il funzionamento e per l’alternanza scuola-lavoro, da assegnare annualmente agli istituti scolastici, nonché delle successive norme finanziarie che hanno significativamente ridotto l’ammontare dei finanziamenti[1], è possibile formulare una previsione che ipotizza, con margine di errore pressoché pari a zero, lo stanziamento in favore delle attività per il corrente anno scolastico. Ci ha pensato la FLC che, elaborando e pubblicando la tabella che segue, ha riaperto e stimolato ulteriormente il dibattito intorno alla “Via italiana all’Alternanza scuola-lavoro”, che si caratterizza per due aspetti fondamentali:

  • estensione generalizzata ed obbligatoria della metodologia dell’alternanza scuola-lavoro (ASL) a tutte le classi del triennio conclusivo della scuola secondaria di secondo grado;
  • esiguità delle risorse in favore dell’ASL, che rende davvero difficile il suo regolare svolgimento, soprattutto in zone economicamente depresse e in territori complessi dal punto di vista sociale e geografico, dove i servizi connessi all’ASL sono più onerosi.

In base all’elaborazione della FLC CGIL, che fa riferimento ai dati degli studenti iscritti al secondo biennio e quinto anno di tutte le filiere della scuola secondaria di II grado, i parametri per studente per il 2017/18 sono i seguenti:

Parametro annuale per alunno

(01/09/2017 – 31/08/2018)

Licei 43,18
Istituti Tecnici 86,36
Istituti Professionali 86,36

Fonte: Elaborazione FLC CGIL su dati MIUR “Anticipazione sui principali dati della scuola statale” – settembre 2017, e sui criteri di ripartizione di cui al DM 834/2015.

Ma quanto costa l’alternanza scuola-lavoro?

L’analisi del parametro pro capite è oltremodo interessante, laddove la si legga con l’occhio attento del contabile abituato alla gestione dei centesimi. Infatti, a fronte di una siffatta quota annuale, e tenuto conto che, generalmente, i progetti triennali di ASL delle scuole spalmano in maniera omogenea su ogni anno di corso il monte dell’intero triennio, gli studenti delle classi terze, quarte e quinte dovranno compiere mediamente 134/400 ore di ASL nei tecnici e nei professionali, e 67/200 ore nei licei. Questo porta il contributo massimo, per ogni ora di attività svolta da uno studente, esattamente a 0,64 centesimi di euro. Questa quota deve comprendere:

  • le spese per il trasporto;
  • il pagamento del tutor scolastico a parametro contrattuale (17,5 €/h);
  • le eventuali spese di vitto (ancorché in convenzione con le mense aziendali, quando le attività si protraggono per l’intera giornata);
  • i materiali di consumo o per opportune esercitazioni;
  • eventuali spese di personale diverse dal tutor;
  • le spese obbligatorie per la formazione in materia di sicurezza;
  • le spese opportune per la formazione degli studenti, utile all’orientamento iniziale in azienda ed alla capitalizzazione dell’esperienza in uscita per un orientamento formativo e lavorativo efficace; indispensabile, quest’ultima, a non far rimanere l’esperienza dell’alternanza un isolato esercizio di stile, senza alcuna concreta conseguenza positiva sul progetto formativo individuale di ciascuno studente.

Incentivare anche le aziende

Certamente le scuole riusciranno a fare miracoli anche per quest’anno scolastico, nonostante la persistente e colpevole assenza di un piano di incentivi per le aziende che partecipano, con responsabilità e coraggio sociale, alla riconnessione dei saperi insegnati a scuola con quelli della società civile e del mondo economico-produttivo. Le ultime opportunità in merito, segnalate a suo tempo in questa rubrica, normate dalla circolare Inps n. 109 del 10 luglio 2017 (Alternanza scuola lavoro ed esonero contributivo assunzioni), sono estemporanee ed episodiche, e non hanno affatto aperto le porte delle aziende alle scuole nei rispettivi territori.

Peraltro, se è vero che la qualità di un servizio è anche legata alla congruità dei suoi costi, laddove congruità significhi ragionevolezza, appare davvero una chimera riuscire a far quadrare i conti in presenza di così ridotti finanziamenti.

Novità per l’istruzione professionale

Segnaliamo, per completezza di informazione, che tra due anni, in presenza di un adeguato progetto formativo individuale, come previsto dal DM 61/2017, anche lo studente iscritto e frequentante la classe seconda degli istituti professionali potrà accedere alle esperienze di ASL. Siccome questo è un elemento altamente qualificante della Riforma e, con ragionevole presunzione, tutte le scuole vorranno avvalersene, anche per definire nuovi e stimolanti assetti didattici in favore della peculiare platea dell’istruzione professionale, sarebbe opportuno e di buonsenso investire nelle giovani generazioni, rendendole ancor più connesse non solo ad una rete web veloce ma, più opportunamente, ad un reticolo di relazioni e di esperienze tali da renderli capaci di affrontare le sfide “globali e glocali” pronte ad attenderli.

Un’esperienza da qualificare e sostenere

Molti studenti degli istituti superiori impegnati in ASL hanno protestato, ultimamente, contro le attività svolte, e stigmatizzato in maniera accesa alcune modalità, oltremodo strane, che avrebbero caratterizzato diversi progetti. Supporre un atteggiamento di speculazione di qualche azienda, che approfitterebbe dell’ASL per reclutare manodopera a costo zero, non è una novità. In qualsiasi contesto e processo possono insinuarsi modelli e pratiche negativi. L’attenzione alla corretta applicazione delle norme, dovere dei dirigenti e dei professori delle scuole impegnate, deve fare la differenza. Di certo la scarsità di risorse e l’impossibilità di riconoscere alle aziende alcunché, in termini economici e di incentivo, non giova alla piena e positiva realizzazione di una metodologia, quella dell’ASL, dalle larghe vedute e dalle opportunità praticamente illimitate.

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[1] I finanziamenti iniziali previsti dal comma 39 della legge 107/2015, ammontanti a 100 milioni di euro a regime, sono stati ridotti di circa 4 milioni, e rischiano di essere ulteriormente “limati” dall’estensione dei contributi per l’alternanza alle scuole paritarie.