Concorso a DS: verso la prova scritta

Come farsi leggere ed apprezzare

Il primo verdetto   

Il primo “verdetto” per tutti gli aspiranti dirigenti scolastici è stato emesso il giorno successivo alla prova preselettiva: un record di tempestività ed efficienza, distante anni luce dal modello medioevale dell’ultimo concorso.

A parte qualche piccolo ed ininfluente disguido, tutto sembra che si sia svolto in maniera regolare, quasi impeccabile. I candidati hanno avuto immediato riscontro della prova effettuata con l’attribuzione del punteggio conseguito. Chi si è trovato collocato nel primo decile (90-100) non ha dovuto aspettare con trepidazione l’elenco degli ammessi. Tuttavia, non essendoci un numero di sbarramento, gli esiti non erano facili da prevedere. L’assenza di 10.498 candidati su 34.580 previsti ha abbassato notevolmente il punteggio utile per l’ammissione.

Di fatto, la prova preselettiva è stata anticipata da una significativa autoselezione. Le motivazioni possono essere molteplici, non ultima la data collocata in un periodo di diffusa stanchezza per tutti.

Ora gli 8.736 ammessi devono pensare al prossimo step: quello della prova scritta. Non è facile, il tempo per la preparazione è limitato (si presume che avvenga nel mese di ottobre), né i candidati possono contare su prassi consolidate perché la tipologia di prova è del tutto innovativa: è stata, per la prima volta, sperimentata solo nell’ultimo concorso a cattedra.

Il problema della comunicazione scritta

Ricordiamo che l’articolo 10 del Regolamento prevede per la prova scritta cinque quesiti a risposta aperta su 9 aree (le stesse su cui si sono basati i 4.000 test della prova preselettiva) e due in lingua straniera articolati in cinque domande a risposta chiusa.

I cinque quesiti costituiscono una tipologia di esame diversa dal tradizionale saggio e anche dal meno tradizionale studio di caso.

Il primo problema è quello della scrittura in sé. Non tutti i bravi insegnanti sono necessariamente bravi a scrivere e a comunicare.

Il secondo problema è quello della capacità di sintesi. Non tutti i docenti che sanno scrivere bene sono contestualmente capaci di usare un linguaggio essenziale, chiaro e privo di ridondanze.

Il terzo problema è quello della pertinenza rispetto alle richieste: non tutti i docenti che scrivono bene e hanno capacità di sintesi sono sempre in grado di rispondere in maniera corretta alle domande, né tutti hanno pronti i saperi di riferimento.

Il tempo a disposizione è di 150 minuti. Ciò significa che per strutturare una risposta il candidato può contare su poco più di 20 minuti. Non è facile.

La questione della brevità

La capacità di sintesi è la qualità migliore per farsi leggere ed apprezzare. Ma la sintesi è l’atto finale di un processo articolato. Richiede tempo e cura. I venti minuti a disposizione non sono sicuramente sufficienti per costruire ex novo buone risposte. È necessario, quindi, arrivare alla prova scritta con strumentalità già collaudate.

La sintesi presuppone che il candidato riesca a farsi subito un’idea della domanda, a raccogliere immediatamente nella mente tutte le informazioni in merito, a scegliere quelle più significative utilizzando magari, in fase di preparazione, qualche strumento rappresentativo (schema, tabella, mappa…), a metterle insieme componendo un testo che sia chiaro, semplice, preciso e, soprattutto, breve.

La brevità è, però, una parola soggetta ad interpretazioni. Molti si chiedono, infatti se c’è un riferimento quantitativo cui attenersi. Né il Regolamento, né il bando ne fa menzione. Trattandosi di una prova computer based, si potrebbe presupporre uno sbarramento tecnico. Però, così non è stato per la precedente esperienza dei docenti.

La mancanza di un limite dichiarato, se per un verso sembra favorire il candidato, in realtà non lo aiuta nel suo training. La conoscenza di un limite favorisce la selezione delle informazioni (quelle che servono veramente), aiuta a collegarle bene, anche ad utilizzare costrutti semplici con frasi che non superino di media 25 parole, soprattutto ad evitare ridondanze o termini imprecisi.

È difficile, e anche opinabile, tradurre in numero di 2000-3000 caratteri il concetto di brevità, ma è utile farlo soprattutto per una buona gestione del tempo a diposizione.

I criteri di valutazione

Un’altra preoccupazione dei candidati è il rischio di soggettività nella valutazione dei compiti. Anche se si fa riferimento a coordinate ben precise, resta possibile che nel giudizio finiscano col prevalere i parametri soggettivi. Le rubriche valutative sono strumenti che forniscono alcune garanzie e aiutano le commissioni di concorso a ad attenersi a precise regole. Però le rubriche non sono sempre uguali, variano non solo in relazione alla natura e agli obiettivi di un compito, ma anche agli aspetti che le commissioni ritengono più significativi.  Per la valutazione della prova scritta ci si può riferire ad una rubrica generica (fig. 1) o anche ad una più specifica, se trattasi per esempio di quesiti a carattere giuridico procedurale (fig. 2)

Conoscenza e correttezza dei contenuti-Sono presenti tutti gli aspetti richiesti-Le informazioni sono corrette a livello concettuale
Pertinenza rispetto alle richieste della traccia-Coglie il “nocciolo” dell’argomento-Sviluppa in maniera omogenea (armonica) tutte le questioni-È gerarchizzato
Coerenza logica e capacità di rielaborazione-Continuità di senso e connessione fra gli enunciati-Rielaborazione delle informazioni-Stile personale
Chiarezza espositiva ed espressiva-Accettabilità ed efficacia-Adeguatezza-Ricchezza lessicale-Stile comunicativo
Coesione linguistica e testuale-Correttezza ortografica ivi compresi i segni di interpunzione-Correttezza morfologica (genere, accordi, coniugazioni verbali…) e sintattica (con particolare riferimento ai connettivi)-Uso adeguato dei periodi e dei capoversi
Riferimenti generali ai principi giuridici e costituzionaliRiferimenti corretti e precisi
Correttezza concettuale. Riferimenti legislativi specificiCorrettezza con riferimenti giuridici e legislativi ben circostanziati
Chiarezza espositivaComunicazione accurata
Capacità di sintesi e coesioneBuona sintesi con collegamenti che la rendono efficace
Correttezza formaleCorrettezza ortografica morfologica e sintattica e ricercatezza

Se si analizzano le diverse rubriche che girano normalmente tra gli addetti ai lavori ci si rende subito conto che i macro indicatori sono pressoché simili, ma cambiano i livelli di aggregazioni degli aspetti costitutivi, cambiano anche i livelli di articolazione e i valori assegnati ad ogni livello: quegli stessi valori che poi determineranno il punteggio.

Ma c’è quesito e quesito

Dunque, anche se ci saranno indicatori ufficiali a livello nazionale, non ci sono garanzie assolute che con le rubriche ci siano poi valutazioni perfettamente uniformi. Molto dipenderà dalle competenze e dalle sensibilità delle sottocommissioni.

Resta un altro problema a cui difficilmente riusciamo a dare risposte certe, ma su cui possiamo fare alcune riflessioni. Come saranno articolati i cinque quesiti?

1. Dobbiamo aspettarci domande dirette che richiedono risposte precise di tipo informativo? Le conoscenze richieste, in tal caso, possono essere di varia natura. Facciamo qualche esempio:

  • Quali sono gli aspetti pedagogici ed organizzativi più qualificanti legati all’istituzione del sistema integrato zerosei?
  • Quali sono i nuovi indirizzi di studio dei percorsi professionali?
  • Il candidato illustri le principali novità che il nuovo regolamento di valutazione introduce nel primo ciclo di istruzione.

2. Dobbiamo prevedere, però, anche domande più articolate che richiedono sia conoscenze specifiche, sia capacità di gerarchizzazione, scelte di senso, ragionamenti. Esempio:

  • L’attuale normativa prevede che la valutazione dei risultati scolastici venga effettuata attraverso voti in decimi. Il candidato metta in evidenza le ragioni della scelta riassumendo brevemente il percorso storico degli ultimi due decenni che hanno influito su tali decisioni. Metta altresì in evidenza i passaggi necessari che un dirigente scolastico deve presidiare in modo che l’espressione del voto diventi contestualmente una azione formalmente corretta ed efficace sul piano pedagogico.

3. Forse ci possono essere quesiti che postulano specificatamente un saper fare dirigenziale? Esempi:

  • Le istituzioni scolastiche sono organizzazioni che nel tempo stanno assumendo tratti di sempre maggiore complessità. L’attuale normativa sottolinea l’importanza dell’atto di indirizzo anche per garantire un’efficace ed efficiente gestione delle risorse. Spieghi il candidato come dovrebbe essere formulato un atto di indirizzo perché abbia una buona ricaduta sull’organizzazione della scuola e sulla qualità dell’offerta formativa.
  • Spesso l’arrivo di un alunno straniero può costituire un problema per la scuola. Con quali strumenti il Dirigente scolastico può affrontarlo?

4. Non si escludono domande che privilegiano una conoscenza accurata di norme legislative. Esempi:

  • La valutazione degli apprendimenti e gli esami di Stato sono stati oggetto di modifica normativa ad opera del D.lgs. 62/2017. Il candidato illustri le principali novità che il nuovo regolamento di valutazione introduce nel I ciclo di istruzione.
  • Il candidato illustri, alla luce delle Linee Guida, il protocollo di accoglienza e di integrazione degli alunni stranieri

Queste sono esemplificazioni che rientrano nelle più note tipologie testuali. Ma i quesiti potrebbero mettere in campo tipologie anche diverse che richiedono competenze più specifiche. Ci riferiamo, per esempio: all’analisi di uno studio di caso; alla messa a punto della documentazione utile per la trattazione di un argomento all’interno di un gruppo di lavoro; alla preparazione di una scaletta per il primo incontro collegiale dei docenti; e via di seguito. Pensiamo tuttavia che la commissione degli esperti si muoverà con molta cautela nei confronti di queste ultime tipologie di scritture professionali.

In generale, pensare che le domande possono essere formulate in maniera diversa aiuta a razionalizzare ed ottimizzare la preparazione

Non esiste, quindi, uno standard che possa essere applicato ovunque, a parte le regole generali di una buona scrittura.

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Nella piattaforma Tecnodid per la preparazione al concorso c’è una sezione dedicata in cui si di danno “INDICAZIONI PER LA PROVA SCRITTA”. Qui si troveranno anche supporti per la scrittura in generale e, soprattutto, esempi di quesiti specifici, distribuiti nelle nove aree.

È un servizio ulteriore che la casa editrice si impegna ad alimentare e ad arricchire proprio per favorire il training per la prova scritta.