La formazione dei neoassunti: sperimentare l’innovazione e renderla strutturale

Al via la formazione dei docenti neo-assunti

Anche quest’anno, nel mese di agosto, il Miur (Direzione generale per il personale scolastico) ha dato avvio all’anno di prova e di formazione, attraverso una circolare (prot. n. 35085 del 2 agosto 2018) contenente le indicazioni per gli Uffici Scolastici Regionali. Il fatto di aver reso una consuetudine l’uscita di questo atto ministeriale durante i mesi estivi è un indicatore di massima attenzione, da parte del Ministero, non solo verso le articolazioni periferiche (USR, UAT e scuole), ma anche e soprattutto verso gli insegnanti neoassunti. Infatti garantire che i docenti neoassunti siano accolti a scuola in modo adeguato già dai primi giorni di settembre, e che vengano messi a conoscenza delle caratteristiche della formazione che li attende durante il primo anno di servizio, nonché dei diritti e doveri connessi al loro nuovo status giuridico, rappresenta un segnale forte sulla necessità di investire sempre di più nel capitale professionale e culturale, per migliorare il sistema-istruzione del nostro Paese. Siamo al quarto anno di attuazione del nuovo modello formativo, che vedrà coinvolti circa 30.000 docenti su tutto il territorio nazionale. Si consolida quindi la misura di formazione rivolta ai neoassunti, che è ad oggi ben incardinata anche nei processi amministrativi del Miur.

Le caratteristiche del modello formativo

Il modello formativo, che ogni anno è rivisto e migliorato, è nato dalla necessità di costruire le basi per un sistema di formazione che sia fortemente interconnesso con lo sviluppo professionale del docente e con la definizione di «standard di competenze» disciplinari e trasversali. Inoltre il modello prevede una misurazione continua e granulare della qualità percepita dai docenti, e della qualità di processo del percorso formativo. Infatti la nuova formazione in ingresso è stata progettata come punto di partenza per i neoassunti, che accompagni tutta la carriera e lo sviluppo professionale del docente, ed è caratterizzata da modelli innovativi di attuazione, orientati fortemente all’innovazione digitale, al «bilancio delle competenze», alle attività laboratoriali e di ricerca-azione, che stimolano continue riflessioni e produzione di documentazione sulla didattica. La durata generale del percorso è di 50 ore, suddivise in: attività formative in presenza, rafforzando sempre di più la logica del “laboratorio” (in cui si privilegia lo scambio di esperienze, la pratica didattica, etc.), osservazione in classe “peer to peer” (da strutturare anche attraverso modelli di riferimento ormai consolidati, disponibili on-line), riflessione professionale (sostenuta dalla piattaforma digitale Indire, che consente di costruire un bilancio di competenze, di sperimentare l’utilizzo di un portfolio e di accedere a modelli per la redazione di un “patto per lo sviluppo formativo”). Il “visiting” a scuole innovative è confermato per 3.000 docenti, che possono, a domanda, sostituire parte del percorso laboratoriale con questa nuova attività. Inoltre, per quanto riguarda i laboratori formativi, si è cercato di rendere più flessibile l’organizzazione, con particolare riferimento ai contenuti, al tempo da dedicare a ciascun laboratorio e alla metodologia da adottare. La conduzione dei laboratori necessita quindi sempre di più non solo di competenze sulla materia, ma anche di competenze relazionali e di comunicazione, di gestione di gruppi; in pratica bisogna essere anche degli esperti “facilitatori”.

Le diverse fasi della formazione

1. Incontri propedeutici e di restituzione finale 

Questa fase prevede due incontri della durata di tre ore ciascuno, realizzati in genere a livello provinciale.

Nel primo incontro, propedeutico alla partenza del percorso formativo, l’Ufficio Scolastico Regionale, in collaborazione con gli ambiti territoriali, illustra ai docenti come sarà strutturata l’iniziativa, quali sono gli obiettivi e cosa ci si aspetta dai docenti neoassunti in un momento in cui la scuola sta cambiando. Inoltre possono essere illustrati i materiali di supporto e di accompagnamento alla gestione delle attività (modelli di bilancio di competenze e di portfolio, struttura dei laboratori formativi, etc.). La partecipazione anche dei “tutor” è essenziale, in quanto consente di condividere da subito informazioni e strumenti con gli incaricati della supervisione dei neo-assunti.

Nel secondo incontro, organizzato a conclusione del percorso formativo, si vuole invece fare il punto sulle iniziative svolte, su eventuali punti di forza e di debolezza, al fine di migliorare continuamente l’intera azione formativa. Nell’ambito di questo incontro è importante anche coinvolgere i diretti protagonisti degli eventi formativi, ed esperti del mondo della scuola che sappiano trasmettere entusiasmo ai neoassunti. È altresì importante individuare nuove metodologie di conduzione di questi incontri, in modo da evitare generiche assemblee plenarie.

2. I laboratori formativi

I laboratori formativi costituiscono le attività di formazione in presenza, e la loro organizzazione necessita di un’attenta pianificazione, in quanto tali attività devono essere il più possibile coerenti con i bisogni della scuola, e con quelli espressi dal neoassunto nel bilancio di competenze.

In pratica il neoassunto partecipa a 4 laboratori formativi di 3 ore ciascuno, per un totale di 12 ore, sulle seguenti aree trasversali:

  1. nuove risorse digitali e loro impatto sulla didattica;
  2. gestione della classe e problematiche relazionali;
  3. valutazione didattica e valutazione di sistema (autovalutazione e miglioramento);
  4. bisogni educativi speciali;
  5. contrasto alla dispersione scolastica;
  6. inclusione sociale e dinamiche interculturali;
  7. orientamento e alternanza scuola-lavoro;
  8. buone pratiche di didattiche disciplinari.

Questa metodologia di formazione consente una maggiore interazione tra docenti e uno scambio efficace di esperienze. È inutile sottolineare ancora una volta il ruolo del formatore/facilitatore, che deve garantire l’avvio di discussioni costruttive tra i docenti (che possono essere documentate anche all’interno della piattaforma on-line), nonché accompagnare l’eventuale attivazione di reti/comunità professionali della scuola. Sulla base dei monitoraggi degli scorsi anni è emersa l’esigenza di consentire una durata variabile dei moduli di laboratorio, anche maggiore delle 3 ore previste. Inoltre, per ciò che concerne i contenuti dei laboratori, oltre agli argomenti sopra citati, che riprendono quanto previsto dall’art. 8 del D.M. 850/2015, indagini svolte con i docenti hanno fatto emergere particolari esigenze sui seguenti temi: le didattiche innovative, l’uso delle nuove tecnologie, l’educazione alla sostenibilità e le forme di inclusione e integrazione.

3. Il peer to peer

L’attività dell’osservazione tra pari è una delle innovazioni più importanti introdotte dal D.M. n. 850 del 2015 per il periodo di formazione e di prova dei docenti neoassunti. Per ogni neoassunto il dirigente scolastico nomina un tutor. Questa figura è un docente con esperienza all’interno della scuola, che ha il compito di accompagnare il neoassunto durante tutto il periodo di prova e di formazione. Dobbiamo considerare che la scelta del tutor è strategica per garantire un efficace inserimento del neoassunto nel nuovo ambiente di lavoro. Infatti grazie al tutor, oltre ai momenti formali di osservazione in aula, il neoassunto potrà acquisire anche informazioni del contesto territoriale, della scuola, dei colleghi, e potranno svilupparsi anche relazioni di collaborazione utili al miglioramento della pratica didattica e alla riduzione dei tempi di inserimento.

Nel dettaglio, il “peer to peer” prevede una specifica attività di formazione/osservazione reciproca di 12 ore, così suddivisa:

  1. il docente neoassunto osserva il tutor durante un’attività didattica in classe;
  2. il docente tutor e il neoassunto riflettono insieme sul modo di fare didattica, sulla progettazione e sulla realizzazione dei contenuti (portfolio formativo);
  3. il docente tutor osserva il neoassunto durante l’attività didattica in classe, realizzata sulla base della precedente fase di riflessione;
  4. il docente tutor e il neoassunto si incontrano e si scambiano opinioni sull’esperienza.

L’osservazione reciproca ha quindi l’obiettivo di condividere le conoscenze implicite ed esplicite, di favorire lo scambio di esperienze attraverso una “relazione tra colleghi”, in cui il tutor è sullo stesso piano del neoassunto.

4. Il visiting

La sperimentazione del visiting realizzata lo scorso anno scolastico ha avuto anch’essa feedback positivi, sia da parte dei docenti neoassunti che delle scuole coinvolte.

È proprio per questo motivo che, durante questo anno scolastico, saranno 3.000 i docenti che potranno visitare scuole accoglienti che si caratterizzano per una consolidata propensione all’innovazione organizzativa e didattica, capaci di suscitare motivazione e interesse.

L’obiettivo è da un lato di stimolare e creare entusiasmo nei neoassunti su buone pratiche didattiche e organizzative, sviluppare comunità di relazioni, di collaborazioni e di pratica, dall’altro stimolare le stesse scuole al miglioramento continuo. Occorre comunque prestare attenzione, tramite attività di costante monitoraggio e rilevazione, affinché non vi siano distorsioni e le scuole individuate rappresentino effettivamente luoghi in cui vi è innovazione.

L’attività del visiting potrà avere la durata massima di due giornate (ciascuna di 6 ore), e sostituisce il monte ore dedicato ai laboratori formativi. L’attività svolta potrà essere comunque documentata attraverso le funzionalità previste sulla piattaforma on-line di Indire.

5. La formazione on-line

Per quanto riguarda le attività on-line, i docenti neoassunti si dovranno iscrivere, a partire dal prossimo novembre, sulla piattaforma http://noeassunti.indire.it, realizzata in collaborazione con Indire. L’attività di formazione on-line corrisponde ad un impegno di 20 ore. Questa piattaforma on line è una vera innovazione digitale nella formazione dei neoassunti, e rappresenta uno strumento di accompagnamento per il docente nelle diverse fasi del periodo di prova.

In particolare l’applicazione web consente di guidare il docente nella costruzione del:

  • bilancio iniziale delle competenze, attraverso un percorso di autovalutazione;
  • portfolio formativo, orientato a far emergere la “professionalità nel contesto” (biografia dell’insegnante, progettazione e riflessione didattica, materiali didattici);
  • bilancio finale delle competenze.

Inoltre, attraverso la somministrazione di questionari strutturati, consente il monitoraggio granulare di ogni fase del processo, in termini di efficacia (il completamento delle attività), qualità e utilità percepita dal docente in formazione. Dallo scorso anno la sezione Portfolio è stata arricchita da una nuova sezione denominata Laboratori/visite. Questa sezione consente ai docenti di documentare anche le esperienze formative in presenza, siano esse laboratori formativi sul territorio o visite a scuole innovative. Infine sono stati rivisti ed affinati gli strumenti previsti a supporto della documentazione delle attività didattiche, in modo da renderli maggiormente significativi e più semplici da compilare. Sulla medesima piattaforma rimane la possibilità di accedere a contenuti formativi on-line, in modalità di autoformazione. In particolare sono confermati anche i materiali didattici e le videolezioni prodotte da esperti sullo sviluppo sostenibile. In questo modo i docenti neoassunti potranno avere a disposizione contenuti utili per progettare materiali didattici specifici, e successivamente documentarli all’interno del proprio portfolio professionale.

In pratica la piattaforma on-line consente, nel pieno rispetto della privacy, di tenere traccia di ogni fase del percorso attraverso l’analisi delle attività svolte, il feedback dei docenti neoassunti e dei tutor.

I tutor

Gli oltre 80.000 tutor che hanno partecipato, negli ultimi tre anni scolastici, ai percorsi formativi dei docenti neoassunti, rappresentano un patrimonio professionale di inestimabile valore per il Miur. Infatti sono loro che sostengono e accompagnano l’ingresso dei neoassunti nella scuola, e che per primi devono trasmettere un forte entusiasmo alle nuove leve. È per questo che occorre cercare di valorizzare e riconoscere la figura del tutor accogliente, che si qualifica tra l’altro sempre più come un mentor, specie di coloro che per la prima volta si affacciano all’insegnamento. In questo senso le attività e l’impegno del tutor durante l’anno di prova e formazione potranno essere attestate dal dirigente scolastico come iniziative di formazione in servizio. Inoltre gli USR potranno realizzare, con quota parte dei finanziamenti Miur, percorsi di formazione a loro dedicati (per rafforzarne le competenze e per fornire strumenti operativi e metodologie utili), anche con il coinvolgimento di strutture universitarie ed enti accreditati. In genere a ogni docente è assegnato un tutor di riferimento (ogni tutor può avere assegnati al massimo tre neoassunti), preferibilmente della stessa disciplina, area disciplinare o tipologia di cattedra, ed operante nello stesso plesso.  Non è però da sottovalutare anche l’eventuale assegnazione di tutor di altre aree disciplinari, in modo da favorire contaminazioni interdisciplinari con i neoassunti, che possono stimolare anche lo sviluppo di futuri progetti didattici ad elevato contenuto di innovazione.

Organizzazione e finanziamenti

Come di consueto, i finanziamenti per la formazione dei docenti neoassunti verranno assegnati alle 319 scuole-polo per la formazione (presumibilmente entro il mese di ottobre, nella misura del 50% dei fondi), destinatarie delle risorse finanziarie del Piano formazione docenti 2016-2019. Il finanziamento conferma lo standard di costo pro-capite di 47 euro, già definito per le attività formative analoghe degli anni precedenti, comprensivo di una quota del 5% che verrà destinata agli Uffici Scolastici Regionali per misure organizzative, di coordinamento e di monitoraggio, nonché per la formazione mirata dei tutor di accoglienza. Le risorse finanziarie verranno distribuite sulla base del numero dei docenti neoassunti presente nel sistema informativo del Ministero, rilevato tramite la piattaforma SIDI. Sebbene il finanziamento sia erogato alle scuole-polo per la formazione, è importante il coinvolgimento delle altre scuole d’ambito territoriale, al fine di garantire una maggiore efficacia ed efficienza degli interventi formativi e delle procedure amministrative.

La formazione in servizio per consolidare la comunità professionale

La formazione per i docenti neoassunti rappresenta una vera innovazione per le metodologie, i contenuti, l’organizzazione e le tecnologie adottate. L’auspicio è di poter coniugare maggiormente la formazione in ingresso con quella in servizio, in modo da accompagnare il docente durante l’intero arco della vita lavorativa. In questo contesto occorre rafforzare costantemente la qualità degli strumenti, delle metodologie, dei formatori, dei tutor e della stessa gestione amministrativa, anche attraverso la lettura critica dei dati, delle informazioni e dei feedback rilevati ai diversi livelli organizzativi. I numeri, i dati, sono importanti per poter costantemente migliorare il modello formativo, ma è ancor più necessario costruire una coesione tra i diversi docenti; occorre quindi prestare particolare attenzione alle relazioni umane e professionali all’interno del mondo della scuola, favorendo la diffusione di quell’entusiasmo e quella voglia di fare didattica, che possono essere una linfa vitale sia per i neoassunti che per tutti coloro che operano all’interno del sistema-istruzione.