Chi valuta i valutatori?

Primi dati sui Nuclei di valutazione dei dirigenti scolastici

The show must go on: la valutazione continua

Diminuiscono i dirigenti da valutare, ma aumentano i Nuclei di valutazione e, soprattutto, il coinvolgimento diretto dei capi d’istituto nel ruolo di valutatori dei propri colleghi. È questo il tratto più evidente dell’analisi che abbiamo condotto sulla composizione dei Nuclei per la valutazione dei dirigenti scolastici per il 2017/18, a partire dai piani predisposti da ogni Ufficio scolastico delle diciotto regioni coinvolte nel processo (Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige, come noto, procedono in autonomia).

Si assiste a una generale tendenza a ridistribuire i carichi di lavoro. Non solo infatti i nuclei costituiti a livello nazionale aumentano del 6,6%: cresce sensibilmente anche il numero di coordinatori (35,1%) e si riducono di conseguenza i coordinatori cui viene affidato più di un Nucleo. I nuovi coordinatori sono quasi esclusivamente dirigenti scolastici in servizio o in quiescenza: nel 2017/18 più della metà delle terne di valutatori ha così come responsabile un capo d’istituto (nel 2016/17 era circa un terzo del totale).

Molti colleghi all’interno dei Nuclei: verso una peer review?

A confermare una tendenza generalizzata, di 963 valutatori totali 757 sono dirigenti scolastici (78,6%), mentre i dirigenti Miur sono 127 (13,2%, in prevalenza tecnici) e i componenti esterni 79 (8,2%). Circa il 40% dei Nuclei, inoltre, è costituito esclusivamente da dirigenti scolastici: un fenomeno che si registra in particolar modo in alcune delle regioni più estese (Campania, Sicilia, Lombardia, Emilia Romagna), anche se non mancano eccezioni significative (Toscana e Piemonte) laddove è stato possibile reperire un buon numero di componenti esterni. In una sola regione, le Marche, i Nuclei sono invece tutti costituiti da un dirigente Miur, un dirigente scolastico e un componente esterno: una composizione che a livello nazionale ricorre in meno di due Nuclei su dieci.

Se dunque esistono differenze significative tra regioni nella composizione dei Nuclei, altri dati evidenziano comunque una convergenza di fondo: la diminuzione media dei dirigenti che ogni Nucleo (e ogni coordinatore) si trova a valutare, in particolare, indica che la quasi totalità degli Uffici scolastici regionali ha interpretato in maniera simile l’esperienza del primo anno di valutazione, ritenendo che si dovesse ridurre l’onerosità del procedimento ridistribuendone il carico.

Dati e analisi: il raffronto tra prima e seconda annualità

Come noto, i dati relativi alla prima annualità della valutazione dei dirigenti scolastici (a.s. 2016/17), le cui procedure si sono svolte nell’autunno del 2017, sono stati oggetto di un documento riassuntivo e di una serie di schede per regione, rilasciati dall’Osservatorio Valutazione DS sul sito del Sistema Nazionale di Valutazione[1].

In attesa di avere un quadro più compiuto su partecipazione ed esiti, con la pubblicazione dei dati relativi alla seconda annualità della valutazione, abbiamo condotto l’analisi sulla composizione dei Nuclei di valutazione attingendo ai Piani regionali, adottati dai direttori degli Uffici scolastici regionali ai sensi dell’art. 10 della Direttiva 18 agosto 2016, n. 36, su proposta dei rispettivi Coordinatori regionali del servizio ispettivo. I Piani sono pubblicati sui siti istituzionali degli USR e raccolti, nella loro versione più aggiornata, sul sito del SNV[2].

I dati, i grafici e le tabelle qui presentati sono quindi frutto di autonoma elaborazione a partire dai Piani regionali. Nei raffronti con l’anno scolastico 2016/17 si farà riferimento ai dati già pubblicati da SNV.

Nuclei e dirigenti scolastici da valutare

Nel passaggio dalla prima alla seconda annualità della valutazione (Tabella 1), principalmente per effetto dei pensionamenti, i dirigenti scolastici da valutare sono diminuiti di 311 unità, passando da 6477 a 6166 (-4,8%). Il numero dei nuclei di valutazione, tuttavia, è cresciuto di 23 unità: erano 347 nel 2016/17, sono 370 quelli costituiti per il 2017/18 (+6,6%). L’incremento dei Nuclei è legato in particolare ai Piani di alcune regioni (Tabella 2): il Piemonte passa infatti da 22 a 37 Nuclei, la Lombardia da 40 a 50, la Sardegna da 16 a 22. In termini percentuali, sono significativi anche gli incrementi di Marche (da 4 a 6; +50%) e Abruzzo (da 7 a 9; +29%), mentre si muove in controtendenza la Toscana, che passa dai 26 Nuclei del 2016/17 a 16 Nuclei per il 2017/18.

In conseguenza dell’aumento dei Nuclei e della diminuzione dei DS in servizio, si riduce da 18,6 a 16,7 il numero medio di DS oggetto di valutazione assegnato a ogni Nucleo[3] (Tabella 2), con i cali più consistenti che si registrano nelle Marche (da 42,5 a 26,3 DS per Nucleo), in Abruzzo (da 24,7 a 18,3), Lombardia (da 23,0 a 16,7) e Piemonte (da 17,1 a 9,4). Il dato della Toscana, per effetto della riduzione dei Nuclei, vede invece i DS per Nucleo aumentare da 13,8 a 20,6. Sono notevoli le oscillazioni regionali: per il 2017/18 si va infatti dai 26,3 DS per Nucleo delle Marche ai 9,4 di Piemonte e Sardegna. Vedremo tuttavia più avanti (nel paragrafo “Segnali di convergenza”) che la dispersione dei dati medi regionali è meno ampia che nel 2016/17.

I coordinatori dei Nuclei

L’art. 9, comma 4, della Direttiva 36/2016 stabilisce che ciascun Nucleo di valutazione debba essere costituito «da un dirigente tecnico, amministrativo o scolastico in funzione di coordinatore, e da due esperti in possesso di specifiche e documentate esperienze in materia di organizzazione e valutazione». Ogni Nucleo inoltre «deve sempre avere la presenza di almeno un dirigente scolastico». In questo paragrafo e nel successivo proveremo a descrivere come, nei primi due anni di valutazione dei dirigenti scolastici, la norma abbia trovato concreta applicazione. Partiremo dall’analisi dei dati relativi ai coordinatori, per poi allargare lo sguardo agli altri valutatori e ai Nuclei nel loro complesso.

Nel 2016/17 i valutatori che hanno ricoperto il ruolo di coordinatore in uno o più Nuclei sono stati 208, un dato che nel 2017/18 passa a 281 unità (Tabella 1). Il numero dei coordinatori cresce quindi in misura maggiore rispetto al numero dei Nuclei: se i Nuclei registrano un +6,6%, infatti, il numero di coordinatori aumenta del 35,1%, e parallelamente i valutatori chiamati a coordinare due o tre Nuclei scendono da 116 a 80. Rispetto al primo anno della procedura, nella maggior parte delle regioni si è quindi ritenuto opportuno ridurre il carico di lavoro dei coordinatori, cui in media sono stati assegnati 21,9 DS da valutare nel 2017/18, contro i 31,1 del 2016/17 (-29,6%).

Relativamente alla qualifica professionale dei coordinatori (Tabella 4), è utile osservare il raffronto tra 2016/17 e 2017/18 (Grafico 2). La scelta di aumentare il numero dei coordinatori ha modificato in misura significativa i dati relativi al profilo professionale della figura. Il numero limitato di dirigenti tecnici in servizio e il basso coinvolgimento di dirigenti amministrativi hanno infatti imposto di assegnare il ruolo di coordinamento a una percentuale crescente di dirigenti scolastici in quiescenza e, soprattutto, in servizio: i primi rappresentavano il 22% dei coordinatori nel 2016/17 e sono stati il 26% per il 2017/18, i secondi erano l’11% dei coordinatori nel 2016/17 e sono più che raddoppiati in termini percentuali, avendo coordinato un Nucleo su quattro nel 2017/18. Ne consegue che più della metà dei Nuclei nel secondo anno di valutazione è stato coordinato da dirigenti scolastici (in servizio o in quiescenza), mentre la percentuale di terne coordinate da dirigenti Miur (in servizio o in quiescenza) è scesa dal 65% al 48% del totale. Esiste infine una quota minima di Nuclei coordinati da esperti esterni, scelta di per sé non contemplata dalla direttiva 36.

La composizione dei Nuclei

Coordinatori inclusi, i valutatori coinvolti nei nuclei 2017/18 sono stati 963 (Tabella 1; Grafico 1). Di questi, 147 sono stati inseriti in due Nuclei di valutazione: si arriva così a un totale di 1110 posizioni ricoperte, necessarie appunto alla formazione dei 370 Nuclei attivati a livello nazionale.

Sono coinvolti 127 dirigenti Miur[4] (12 amministrativi e 115 tecnici), di cui 4 in quiescenza. I dirigenti scolastici sono 757: di questi 624 attualmente in servizio, 133 in quiescenza. I componenti esterni, infine, sono 79.

Per quanto riguarda la qualifica professionale dei componenti non coordinatori (Tabella 5), nel 2017/18 sono 563 i dirigenti scolastici in servizio e 76 quelli in quiescenza; il numero di valutatori esterni è pari a 97; vi sono poi 4 casi in cui un dirigente amministrativo Miur è inserito nel Nucleo, pur non coordinandolo.

Nel raffronto tra prima e seconda annualità di valutazione, non si registrano grossi spostamenti, in termini di rappresentazione dei diversi gruppi professionali, tra i membri non coordinatori dei Nuclei (Grafico 3): la presenza dei dirigenti Miur in questo ruolo resta minima; i dirigenti scolastici in servizio e in quiescenza aumentano leggermente, passando rispettivamente dal 75% al 76% e dal 9% al 10%; i valutatori esterni all’amministrazione si riducono di due punti, passando dal 15% al 13%.

Nel complesso, tuttavia, sommando il dato relativo ai coordinatori con quello degli altri membri, la presenza dei dirigenti scolastici nei Nuclei risulta in forte aumento, con ovvie ricadute sulla composizione dei Nuclei (Tabella 3; Grafico 4). Le terne di valutatori nel 2017/18 in quattro casi su dieci comprendono esclusivamente dirigenti scolastici in servizio o in quiescenza: un assetto che diventa maggioritario in alcune delle regioni più estese come la Campania (dove il 75% dei Nuclei è formato da capi d’istituto), la Sicilia (73%), la Lombardia, l’Emilia Romagna (68%) e la Puglia (53%). Sembra pertanto che la scarsa disponibilità di valutatori diversi dai dirigenti scolastici (quindi dirigenti amministrativi o tecnici Miur e valutatori esterni) incida in maniera più considerevole nelle regioni maggiori, laddove nelle più piccole risulterebbe più semplice costituire Nuclei meno omogenei: nelle nove regioni con meno dirigenti scolastici da valutare (Calabria, Sardegna, Abruzzo, Marche, Umbria, Liguria, Friuli, Basilicata e Molise), in effetti, solo 3 nuclei su 77 sono formati esclusivamente da DS.

La presenza di valutatori “esterni esterni”

La possibilità di incidere sugli assetti sembra tuttavia salvaguardata anche per le regioni più vaste, in particolare laddove è stato possibile coinvolgere nella procedura un buon numero di valutatori esterni: ne è prova il fatto che Toscana ed Emilia-Romagna hanno lo stesso numero di DS da valutare, ma la prima è riuscita a non costituire nuclei di soli dirigenti scolastici grazie in particolare alla disponibilità di 12 valutatori esterni, mentre la seconda in 10 casi su 18 ha formato terne composte integralmente da capi d’istituto. Analogamente il Piemonte, mettendo in campo 15 valutatori esterni, ha contenuto al 30% i nuclei di soli dirigenti scolastici (11 nuclei su 37 attivati); mentre la Lombardia, che ha potuto inserire tra i valutatori solo due esperti esterni, nel 68% dei suoi 50 nuclei ha esclusivamente dirigenti scolastici.

Oltre ai 151 nuclei formati esclusivamente da dirigenti scolastici, se ne registrano altri 153 in cui i dirigenti scolastici sono due (affiancati da un dirigente Miur o, meno di frequente, da un esperto esterno): ciò significa che i Nuclei in cui la presenza di dirigenti scolastici è maggioritaria rappresentano l’82% del totale, ovvero 304 Nuclei su 370.

La carenza di dirigenti tecnici e di valutatori esterni si traduce pertanto in un basso numero di terne formate da dirigente Miur, dirigente scolastico e membro esterno, ovvero di quei Nuclei che qui definiamo “eterogenei” perché rappresentativi di tre diversi e, auspicabilmente, complementari punti di vista. I nuclei eterogenei rappresentano solo il 16% del totale (60 Nuclei su 370) e in alcune regioni sono completamente assenti (Campania, Liguria, Molise, Sicilia, Veneto) o in numero irrisorio (Lombardia, Emilia Romagna, Abruzzo). Una sola regione, le Marche, ha invece il cento per cento di Nuclei eterogenei.

A completare il quadro vi è un 2% di Nuclei caratterizzati da una composizione diversa rispetto alle tre principali: si tratta di 5 Nuclei formati da due dirigenti Miur e un dirigente scolastico (4 in Veneto e 1 in Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Toscana), più una sola terna, in Umbria, costituita da due esperti esterni (di cui uno in funzione di coordinatore) e un DS in quiescenza.

Segnali di convergenza

Nel complesso è possibile rintracciare alcuni segnali di convergenza tra Uffici scolastici regionali, in particolare nel modo in cui è stato modificato il rapporto numerico tra DS valutati e Nuclei di valutazione, nonché tra DS valutati e coordinatori dei Nuclei di valutazione.

Come segnalato in precedenza, entrambi questi rapporti sono mediamente diminuiti nel passaggio dalla prima alla seconda annata del procedimento di valutazione: nel 2016/17 a ogni terna di valutatori era assegnata una media di 18,6 valutati e a ogni coordinatore una media di 31,1 valutati; nel 2017/18 il primo valore si riduce a 16,7 e il secondo a 21,9.

Per verificare tuttavia se le scelte delle direzioni regionali siano andate convergendo verso valori medi più omogenei o se, al contrario, le differenze regionali siano aumentate, occorre prendere in considerazione la distribuzione dei valori attraverso il calcolo della deviazione standard, raffrontando il dato del 2016/17 con quello dell’anno successivo (Tabella 2).

Il risultato è piuttosto netto: per quanto riguarda il numero medio di DS assegnati per la valutazione a ogni Nucleo, nel 2016/17 la deviazione standard era pari a 6,7, mentre nel 2017/18 si riduce a 4,7. Per quanto riguarda invece il numero medio di DS da valutare assegnati a ogni coordinatore di Nucleo, la deviazione standard è passata da 9,1 nel 2016/17 a 4,7 nel 2017/18.

In termini più immediati ciò significa che, riguardo il numero medio di valutati per Nucleo e di valutati per coordinatore, le differenze, molto ampie, presenti da regione a regione nel primo anno di valutazione dei DS, nel secondo anno si sono ridotte, il che farebbe pensare a una progressiva condivisione di impostazioni per quanto riguarda questo specifico aspetto organizzativo.

Tabella 1 – Dati nazionali e raffronto 2016/17 – 2017/18

Tabella 2 – Dati regionali e raffronto 2016/17 – 2017/18

Tabella 3 – Tipologia nuclei 2017/18

* Per nucleo “eterogeneo” si intende un nucleo costituito da un dirigente MIUR in funzione di coordinatore, un dirigente scolastico e un valutatore esterno.

** Gli “altri nuclei” sono costituiti in 5 casi da due dirigenti MIUR e un dirigente scolastico; in un solo caso, da un valutatore esterno (in funzione di coordinatore) e due dirigenti scolastici.

Tabella 4 – Qualifica professionale dei coordinatori di nucleo (2017/18)

Tabella 5 – Qualifica professionale degli altri componenti dei nuclei (2017/18)

Grafico 1 – Valutatori per qualifica professionale (2017/18)

Grafico 2 – Coordinatori nuclei per qualifica professionale: raffronto 2016/17 – 2017/18

Grafico 3 – Altri componenti nuclei per qualifica professionale: raffronto 2016/17 – 2017/18

Grafico 4 – Tipologia nuclei 2017/18 (dato nazionale)

—–

[1] La documentazione prodotta dall’Osservatorio è reperibile all’indirizzo https://snv.pubblica.istruzione.it/snv-portale-web/public/osservatorio/osservatorio.ftl.

[2] https://snv.pubblica.istruzione.it/snv-portale-web/public/dirigenti/piano-regionale.

[3] È appena il caso di ricordare che in questa sede si prende in considerazione il dato, in un certo senso teorico, relativo ai dirigenti scolastici che avrebbero dovuto essere valutati. Per verificare quale sia stata l’adesione alla procedura e, quindi, il numero di dirigenti effettivamente valutati, occorrerà attendere la pubblicazione dei relativi dati da parte degli USR e del SNV.

[4] In questa dicitura sono da comprendere anche i dirigenti scolastici “utilizzati” presso il Miur.