Si può migliorare la qualità della scuola?

L’efficacia educativa: a partire dalle ricerche di Jaap Scheerens

Un interessante evento è stato organizzato dal gruppo di ricerca del Progetto PON Valu.E e dalla Biblioteca INVALSI per la presentazione del libro “Efficacia e Inefficacia Educativa – Esame Critico della Knowledge Base” del professor Jaap Scheerens.

Innanzitutto chi è Scheerens? È professore emerito dell’Università di Twente, Paesi Bassi. Dopo il pensionamento è stato professore ospite presso le Università di Bristol e Roma (Roma Tre). Attualmente collabora con l’istituto di ricerca Oberon di Utrecht. All’Università di Twente ha coordinato un programma di ricerca sull’efficacia scolastica. Nel corso della sua carriera è stato direttore scientifico della scuola di ricerca ICO, che si occupa di formazione post-laurea in scienze dell’educazione, e direttore dell’istituto di ricerca OCTO della Facoltà di pedagogia dell’Università di Twente. Ha pubblicato 20 libri e circa 100 articoli su riviste scientifiche, principalmente dedicati al tema dell’efficacia educativa e della valutazione dei sistemi scolastici.

È bene anche annotare che Jaap Scheerens fa parte del comitato tecnico scientifico dell’Invalsi.

Il modello CIPP: contesto, input, processi, output

Il 5 febbraio, a Roma, nella sala del palazzo Falletti, Jaap Scheerens ha discusso le tematiche affrontate nel suo libro con la Presidente Invalsi, professoressa Anna Maria Ajello, e con il professor Mauro Palumbo dell’Università di Genova, sollecitando un interessante dibattito tra gli invitati all’evento.

Lo studio, condotto dall’autore mediante la modellizzazione dell’efficacia educativa, è basato su un framework di quattro livelli: del singolo studente, dell’insegnamento in classe, della scuola e del sistema scolastico nazionale. La sua realizzazione utilizza il modello concettuale CIPP, basato su contesto, input, processi e output.

Compito principale della ricerca di Scheerens è rivelare l’impatto delle caratteristiche dell’input sull’output, per acclarare “quali fattori di processo o di throughput lavorino accanto all’impatto delle condizioni contestuali”.

Valutare la qualità della scuola

L’intenzione è quella di definire gli aspetti misurabili della qualità educativa:

1) produttività educativa: output confrontabili tra livelli medi di performance (studi di valutazione della scuola tra vari Paesi, quali TIMSS e PISA);

2) efficacia educativa: effetto netto delle condizioni educative sugli output;

3) equità educativa: disparità tra risorse e processi (la variazione tra studenti e scuole negli output educativi, la misura in cui i livelli di rendimento e le disparità sono correlati alle specifiche condizioni antecedenti degli studenti, delle scuole e dei contesti scolastici);

4) efficienza educativa: presenza ed efficacia degli input al minor costo possibile.

L’insegnamento rinforza il processo di apprendimento

Interessante è l’affermazione di Scheerens secondo cui “l’insegnamento è sì chiamato a stimolare l’apprendimento, ma sarebbe eccessivo asserire che ne sia il fattore determinante”. Secondo la sua concezione l’insegnamento “rinforza” l’apprendimento, più che determinarlo nella sua totalità.

Altrettanto interessante è un’altra domanda di Scheerens: Che cosa deve fare un insegnante per creare un ambiente di apprendimento efficace e rinforzare il processo di apprendimento?

L’insegnamento viene prospettato da Scheerens come una serie di condizioni che dovrebbero facilitare e rinforzare l’apprendimento dell’alunno mediante gli stimoli meta-cognitivi e le strategie di controllo.

Le caratteristiche dell’insegnamento

L’autore approfondisce quindi le variabili dell’insegnamento che svolgono un ruolo centrale nell’input, nel processo, nell’output e nel modello di contesto, perché considerate fattori chiave dell’efficacia didattica, prendendo in esame alcune principali dimensioni: la dimensione curricolare, la dimensione della gestione della classe, la dimensione delle strategie di insegnamento, la dimensione del clima, della valutazione e del feedback.

L’effetto scuola

All’interno del quadro di riferimento composto da sistemi educativi multilivello, come proposto da Scheerens, il livello rappresentato dalla scuola riveste il ruolo facilitante delle condizioni necessarie a conseguire una didattica efficace in classe.

Lo studio dell’autore evidenzia infatti che la leadership scolastica, le politiche in materia di scuola e gli aspetti organizzativi sono condizioni che, in linea teorica, possono favorire una buona qualità della didattica, migliorando l’apprendimento degli allievi.

Questi aspetti però, secondo la ricerca, sono essi stessi condizionati da situazioni antecedenti, e sono le associazioni fra i tre componenti principali (pregressi scolastici, ecologia della scuola e politiche scolastiche, gestione e organizzazione) che determinano di fatto i risultati scolastici.

L’effetto delle politiche di sistema

Altra questione posta da Scheerens a fondamento della sua ricerca riguarda il ruolo che il contesto, a livello di politiche di sistema, può avere per determinare l’efficacia educativa. Le categorie di maggiore rilevanza sono considerate dall’autore il decentramento, l’accountability e la valutazione, nonché la differenziazione strutturale a livello di scuola secondaria.

Tra le politiche reputate capaci di influire su input e processi l’autore individua quattro generi di politiche dirette: formule di finanziamento, programmi di miglioramento della qualità, politiche orientate all’equità e formazione e reclutamento degli insegnanti.

L’autore approfondisce i risultati della ricerca quantitativa e delle meta-analisi sull’efficacia della scuola e della didattica, illustrando le misurazioni degli effect size impiegati nella ricerca sull’efficacia educativa.

La valutazione di sistema: dalla ricerca alla scuola

Il bilancio dei risultati illustrati in sala da Scheerens durante la presentazione del libro ha sollecitato un interessante dibattito ed un confronto fra scuole di pensiero diverse. Oggetto di tale dibattito è stato quanto messo a nudo da Scheerens circa l’impossibilità scientifica di individuare in modo certo il rapporto di causa-effetto tra i fattori studiati e la qualità scolastica.

La ricerca, che sostanzialmente fa emergere una profonda variabilità negli effect size, riguarda anche i fattori scolastici che dovrebbero determinare un miglioramento delle performance dell’alunno.

Ed anche per questo tema l’autore pone un’interessante domanda: le conoscenze a nostra disposizione sono sufficienti a fornirci un input valido, basato sull’evidenza, per determinare le strategie da mettere in atto ai fini del miglioramento scolastico?

Il libro offre stimoli di riflessione e ripensamento su prassi che in Italia stiamo esplorando da poco tempo, e si presta ad essere occasione di discussione, non solo fra addetti ai lavori, per migliorare procedure ed adempimenti che, dal campo della ricerca, sono transitati in modo non indolore nella vita quotidiana delle scuole e dell’amministrazione scolastica.