Quando la coperta è corta i bambini prendono freddo ai piedi

Il volo di Leonardo come linea di demarcazione

Quando un bambino entra a scuola è portatore di una storia individuale ricca di esperienze, di emozioni, di apprendimenti….

Quando un bambino entra a scuola è portatore di diritti di vita, apprendimento, conoscenza, benessere, cura e custodia.

Bambini a scuola

Gli eventi di questo mese di ottobre segneranno un po’ la storia della scuola del nostro paese: Salerno, 7 ottobre…. Milano, 18 ottobre… Monterotondo, 24 ottobre …… ragazzi e bambini che entrano a scuola e non tornano vivi a casa.

La vicenda che ha maggiormente emozionato il paese è stata quella del “volo” dal 2° piano del bambino della Scuola G. Pirelli di Milano.

Non è stata soltanto una disgrazia, non è solo destino ….

La scuola di Milano è una scuola come tante, come la scuola in cui ho lavorato come insegnante o come quella dove, da tanti anni, lavoro come dirigente scolastico: la notizia, l’incredulità, quattro giorni di stordimento per quel tragico volo di un bambino di meno di sei anni …. poi è arrivata la notizia che non avremmo mai voluto apprendere ….

Personalmente sono stato sotto shock per un’intera notte ed ancora sono in piena crisi di identità professionale ed umana con dentro un senso di impotenza unito ad un profondo senso di colpa per il fatto di essere vivo mentre un bambino di meno di sei anni è entrato a scuola e poi …

Il volo di Leonardo

Dopo quarant’anni di lavoro nella scuola, quella tragica caduta ha spezzato qualcosa dentro di me.

Quel volo ha rappresentato una sorta di linea di passaggio quasi la fine di un’era di innocenza.

Il volo di Leonardo sembra rappresentare la fine dell’era della consapevolezza che i bambini sono un Patrimonio indispensabile per la società degli Adulti.

Eppure nella mia storia personale come in quella professionale, seguendo la carta stampata e sempre più spesso il web, ho dovuto prendere atto di una società adulta a volte criminosa e criminale: bambini violati in casa da zii, nonni e perfino genitori, bambini insicuri nella vita domestica.

Bambini inosservati e trascurati da vigili urbani che non presidiano le scuole e non riescono ad esprimere autorevolezza di fronte a parcheggi selvaggi e manovre pirata che mettono a rischio la vita di bambini, mamme, nonni all’entrata degli edifici …

Ho inseguito un sogno personale nel mio lavoro ed in gran parte l’ho realizzato: quello di vedere le mie giornate di lavoro, oltre ottomila per oltre cinquantamila ore, contornate da sorrisi di bambini e bambine e, più recentemente, da ragazzi e ragazze.

Il sorriso che manca agli adulti

In questi lenti ed intensi quarant’anni ho frequentato ed incontrato sindacati e sindacalisti, associazioni di docenti e di dirigenti scolastici, geometri ed ingegneri degli enti locali, impiegati del Comune, sindaci, assessori, assistenti sociali, medici e direttori asl, funzionari del miur …

Ho incontrato tante generazioni di bambini, alcuni di loro oggi hanno circa 45 anni. Sono stato molto fortunato: tutti mi hanno regalato il loro sorriso, la più autentica energia dell’essere umano

Quel sorriso così diffuso, quegli occhi che ho imparato ad intercettare perfino in terre lontane (India, Vietnam, Uzbekistan, Egitto, …) si attenua, diventa opaco, spesso scompare dai volti degli adulti.

Però quel sorriso non scompare né è scomparso dal volto degli adulti perché sono più coscienti della durezza della vita. Il sorriso vero tante volte non esiste più – specie nei tanti adulti adolescenti – perché appartiene esclusivamente ai momenti della banalità e della mediocrità che, tante volte, ho visto presenti anche in importanti riunioni in Comune, nelle sedi sindacali, tra i responsabili delle associazioni sociali e professionali.

Si sorride, anzi si ride, per la sconfitta o la vittoria di una squadra di calcio, per le linee e le forme di un corpo femminile, per le presunte incapacità di un maschio adulto, per la variabilità meteo del tempo… poi quegli occhi tornano spenti ed in quell’opacità le questioni che riguardano i bambini vengono affrontate con leggerezza, si rimandano, si fa finta o si è realmente incapaci ed incompetenti nell’affrontarle …

… e i bambini restano nell’ombra

E così i bambini, la loro dimensione umana, la loro intensa presenza nell’oggi vengono dimenticati e se esistono risultano noiosi, pesanti, ingombranti: li dobbiamo affidare a qualcuno, ce ne dobbiamo liberare portandoli dai nonni nel week end, non li sopportiamo più nelle lunghe estati senza servizi, a volte li dimentichiamo perfino da qualche parte o in auto.

Difendiamo figli e nipoti contro la scuola perché, in pratica, stiamo difendendo noi stessi, oramai grandi sulle carte di identità, senza aver mai cominciato ad essere adulti e impauriti nel dover proteggere senza saperlo fare: è il nostro autismo psichico di adulti abbandonati alla mediocrità della vita civile tra facebook, whatsapp, banalità, superficialità, corse contro il tempo e pettegolezzi.

Ecco perché abbiamo bisogno di contestare e condannare, come bulli sul web, maestre e insegnanti, scuola e dirigenti scolastici e ci esprimiamo con un tuttologismo qualunquista per cui ci sentiamo competenti su tutto tranne su ciò che dovremmo largamente saper fare. 

Così è davvero difficile spiegare e dare ragione alla superficialità di tanti dipendenti tecnici ed amministrativi di comuni, regioni, province che scrivono alle scuole come se un istituto scolastico fosse un luogo “neutro”, una sorta di deposito di pacchi di vecchie riviste che nessuno vuole più.

Non c’è la comprensione vera che si sta parlando di bambini e della loro vita. Si tratta, invece, di quei bambini e ragazzi che diverranno grandi e saranno capaci di occuparsi e prendersi cura di altri solo se vedranno (in famiglia e a scuola) la necessaria cura e rassicurazione degli adulti verso di loro.

Ho visto neuropsichiatri trattare bambini, docenti e genitori (per lo più mamme) come se fossero loro ad avere le colpe (gravissime) dell’esistenza in vita di un bambino speciale … quel medico che invece di supportare, orientare, aiutare, agevolare … … giudica, critica e, a volte, addirittura alza la voce…

Ancora una volta i bambini sarebbero la causa della difficoltà professionale nel lavoro di persone grandi di età e plurispecializzati che restano miniaturizzati nella loro coscienza adulta

Forse soltanto il silenzio che fa rumore …

E così la normativa si fa complicata, scrivono in tanti, non si capisce di chi è la responsabilità ed intanto la scuola è isolata; le persone, tantissime, compresi i genitori, la vivono come un nemico….

Le voci si alzano, perfino quando, come a Milano, scoppiano le tragedie ed anche tra le fila del personale del Miur c’è chi parla di colpa dei genitori.

Nessuno ascolta più nessuno

Forse dovremmo tutti, ma davvero tutti, fare vuoto dentro di noi ed ascoltare l’assordante rumore del silenzio, quello che è in fondo al mare o sulle alte vette delle montagne

Forse noi grandi, non sempre adulti, abbiamo bisogno di far leva proprio su quel silenzio e far volare di nuovo in alto quel senso di solidarietà e di unità capace di farci sentire tutti meno soli

Una cosa è certa …

La scuola non si può misurare!

Abbiamo sprecato quasi 20 anni a capire come migliorare la scuola italiana; grazie a centinaia di decreti, direttive, decreti legislativi, incontri e compromessi tra istituzioni e sindacati abbiamo riempito la scuola di carte, di mezze scelte, di scadenti professionalità a vari livelli…

In questa dinamica abbiamo salvato gli adulti, mettendo in secondo piano i bambini, il loro presente ed il loro futuro. Intanto a tutti gli adulti abbiamo tolto il tempo, il tempo della vita umana.

Lentamente, con il tempo sottratto alla vita umana rispetto a sé stessi e con gli altri, abbiamo sottratto la passione, la motivazione, il cuore

E’ difficile pensare che un dirigente, un docente, un team di lavoro a scuola si emozionino per un RAV, un PdM, una rendicontazione, una bella certificazione delle competenze o meglio si appassionino accarezzando il monitor o la stampa cartacea della nota n° 1235 a firma di un dirigente del Miur.

Purtroppo sono stato anche negli uffici della mia Amministrazione e sono sempre uscito facendo sempre lo stesso gesto: un grande respiro, gli occhi al cielo e la voglia di tornare tra i bambini, tra i ragazzi ma soprattutto in mezzo alla gente, quelle tante mille persone che rendono ogni giornata fantastica…

Tra un po’ l’ufficio in cui lavoro sarà riordinato dalle carte da risistemare per cestinarle o altro…

Quello che ruberò allo Stato ed all’Amministrazione è una cosa di cui tanti dipendenti Miur, tanti sindacalisti (veri o falsi), tanti impiegati degli enti locali neppure si sono accorti.

Una scuola ricca di umanità e di persone

La scuola è bella perché ci sono le persone, ci sono i cuori che si emozionano: quelli dei nonni e dei genitori dei bambini, ci sono i volti della fatica e della pazienza delle maestre d’Italia (il meglio del Miur) e dei tanti docenti della secondaria che ancora ci credono… ci sono le persone, perché senza le persone la Vita non esiste.

Perché vengono PRIMA le persone e poi le carte e la norma… e deve essere la Legge fatta per l’Uomo e non l’Uomo per la legge (Lorenzo Milani) ed è preferibile un incontro con le persone piuttosto che con una circolare, fosse anche una grande bellissima raccolta di disposizioni … …

Lasciando tra un po’ il mio posto di lavoro porterò con me la Vita che la Scuola mi ha regalato.

Grazie ai tanti sorrisi dei bambini ed ai sogni dei ragazzi, continuerò ad accompagnare quei giovani che vogliono credere nel loro futuro ed anche quelli che, in numero sempre crescente, hanno lasciato e stanno lasciando l’Italia per costruirsi una vita, un’esperienza di lavoro ed una nuova socialità in un altro paese europeo.

Il volo di Leonardo come linea di demarcazione#rispoli#

Quando un bambino entra a scuola è portatore di una storia individuale ricca di esperienze, di emozioni, di apprendimenti….

Quando un bambino entra a scuola è portatore di diritti di vita, apprendimento, conoscenza, benessere, cura e custodia.

Bambini a scuola

Gli eventi di questo mese di ottobre segneranno un po’ la storia della scuola del nostro paese: Salerno, 7 ottobre…. Milano, 18 ottobre… Monterotondo, 24 ottobre …… ragazzi e bambini che entrano a scuola e non tornano vivi a casa.

La vicenda che ha maggiormente emozionato il paese è stata quella del “volo” dal 2° piano del bambino della Scuola G. Pirelli di Milano.

Non è stata soltanto una disgrazia, non è solo destino ….

La scuola di Milano è una scuola come tante, come la scuola in cui ho lavorato come insegnante o come quella dove, da tanti anni, lavoro come dirigente scolastico: la notizia, l’incredulità, quattro giorni di stordimento per quel tragico volo di un bambino di meno di sei anni …. poi è arrivata la notizia che non avremmo mai voluto apprendere ….

Personalmente sono stato sotto shock per un’intera notte ed ancora sono in piena crisi di identità professionale ed umana con dentro un senso di impotenza unito ad un profondo senso di colpa per il fatto di essere vivo mentre un bambino di meno di sei anni è entrato a scuola e poi …

Il volo di Leonardo

Dopo quarant’anni di lavoro nella scuola, quella tragica caduta ha spezzato qualcosa dentro di me.

Quel volo ha rappresentato una sorta di linea di passaggio quasi la fine di un’era di innocenza.

Il volo di Leonardo sembra rappresentare la fine dell’era della consapevolezza che i bambini sono un Patrimonio indispensabile per la società degli Adulti.

Eppure nella mia storia personale come in quella professionale, seguendo la carta stampata e sempre più spesso il web, ho dovuto prendere atto di una società adulta a volte criminosa e criminale: bambini violati in casa da zii, nonni e perfino genitori, bambini insicuri nella vita domestica.

Bambini inosservati e trascurati da vigili urbani che non presidiano le scuole e non riescono ad esprimere autorevolezza di fronte a parcheggi selvaggi e manovre pirata che mettono a rischio la vita di bambini, mamme, nonni all’entrata degli edifici …

Ho inseguito un sogno personale nel mio lavoro ed in gran parte l’ho realizzato: quello di vedere le mie giornate di lavoro, oltre ottomila per oltre cinquantamila ore, contornate da sorrisi di bambini e bambine e, più recentemente, da ragazzi e ragazze.

Il sorriso che manca agli adulti

In questi lenti ed intensi quarant’anni ho frequentato ed incontrato sindacati e sindacalisti, associazioni di docenti e di dirigenti scolastici, geometri ed ingegneri degli enti locali, impiegati del Comune, sindaci, assessori, assistenti sociali, medici e direttori asl, funzionari del miur …

Ho incontrato tante generazioni di bambini, alcuni di loro oggi hanno circa 45 anni. Sono stato molto fortunato: tutti mi hanno regalato il loro sorriso, la più autentica energia dell’essere umano

Quel sorriso così diffuso, quegli occhi che ho imparato ad intercettare perfino in terre lontane (India, Vietnam, Uzbekistan, Egitto, …) si attenua, diventa opaco, spesso scompare dai volti degli adulti.

Però quel sorriso non scompare né è scomparso dal volto degli adulti perché sono più coscienti della durezza della vita. Il sorriso vero tante volte non esiste più – specie nei tanti adulti adolescenti – perché appartiene esclusivamente ai momenti della banalità e della mediocrità che, tante volte, ho visto presenti anche in importanti riunioni in Comune, nelle sedi sindacali, tra i responsabili delle associazioni sociali e professionali.

Si sorride, anzi si ride, per la sconfitta o la vittoria di una squadra di calcio, per le linee e le forme di un corpo femminile, per le presunte incapacità di un maschio adulto, per la variabilità meteo del tempo… poi quegli occhi tornano spenti ed in quell’opacità le questioni che riguardano i bambini vengono affrontate con leggerezza, si rimandano, si fa finta o si è realmente incapaci ed incompetenti nell’affrontarle …

… e i bambini restano nell’ombra

E così i bambini, la loro dimensione umana, la loro intensa presenza nell’oggi vengono dimenticati e se esistono risultano noiosi, pesanti, ingombranti: li dobbiamo affidare a qualcuno, ce ne dobbiamo liberare portandoli dai nonni nel week end, non li sopportiamo più nelle lunghe estati senza servizi, a volte li dimentichiamo perfino da qualche parte o in auto.

Difendiamo figli e nipoti contro la scuola perché, in pratica, stiamo difendendo noi stessi, oramai grandi sulle carte di identità, senza aver mai cominciato ad essere adulti e impauriti nel dover proteggere senza saperlo fare: è il nostro autismo psichico di adulti abbandonati alla mediocrità della vita civile tra facebook, whatsapp, banalità, superficialità, corse contro il tempo e pettegolezzi.

Ecco perché abbiamo bisogno di contestare e condannare, come bulli sul web, maestre e insegnanti, scuola e dirigenti scolastici e ci esprimiamo con un tuttologismo qualunquista per cui ci sentiamo competenti su tutto tranne su ciò che dovremmo largamente saper fare. 

Così è davvero difficile spiegare e dare ragione alla superficialità di tanti dipendenti tecnici ed amministrativi di comuni, regioni, province che scrivono alle scuole come se un istituto scolastico fosse un luogo “neutro”, una sorta di deposito di pacchi di vecchie riviste che nessuno vuole più.

Non c’è la comprensione vera che si sta parlando di bambini e della loro vita. Si tratta, invece, di quei bambini e ragazzi che diverranno grandi e saranno capaci di occuparsi e prendersi cura di altri solo se vedranno (in famiglia e a scuola) la necessaria cura e rassicurazione degli adulti verso di loro.

Ho visto neuropsichiatri trattare bambini, docenti e genitori (per lo più mamme) come se fossero loro ad avere le colpe (gravissime) dell’esistenza in vita di un bambino speciale … quel medico che invece di supportare, orientare, aiutare, agevolare … … giudica, critica e, a volte, addirittura alza la voce…

Ancora una volta i bambini sarebbero la causa della difficoltà professionale nel lavoro di persone grandi di età e plurispecializzati che restano miniaturizzati nella loro coscienza adulta

Forse soltanto il silenzio che fa rumore …

E così la normativa si fa complicata, scrivono in tanti, non si capisce di chi è la responsabilità ed intanto la scuola è isolata; le persone, tantissime, compresi i genitori, la vivono come un nemico….

Le voci si alzano, perfino quando, come a Milano, scoppiano le tragedie ed anche tra le fila del personale del Miur c’è chi parla di colpa dei genitori.

Nessuno ascolta più nessuno

Forse dovremmo tutti, ma davvero tutti, fare vuoto dentro di noi ed ascoltare l’assordante rumore del silenzio, quello che è in fondo al mare o sulle alte vette delle montagne

Forse noi grandi, non sempre adulti, abbiamo bisogno di far leva proprio su quel silenzio e far volare di nuovo in alto quel senso di solidarietà e di unità capace di farci sentire tutti meno soli

Una cosa è certa …

La scuola non si può misurare!

Abbiamo sprecato quasi 20 anni a capire come migliorare la scuola italiana; grazie a centinaia di decreti, direttive, decreti legislativi, incontri e compromessi tra istituzioni e sindacati abbiamo riempito la scuola di carte, di mezze scelte, di scadenti professionalità a vari livelli…

In questa dinamica abbiamo salvato gli adulti, mettendo in secondo piano i bambini, il loro presente ed il loro futuro. Intanto a tutti gli adulti abbiamo tolto il tempo, il tempo della vita umana.

Lentamente, con il tempo sottratto alla vita umana rispetto a sé stessi e con gli altri, abbiamo sottratto la passione, la motivazione, il cuore

E’ difficile pensare che un dirigente, un docente, un team di lavoro a scuola si emozionino per un RAV, un PdM, una rendicontazione, una bella certificazione delle competenze o meglio si appassionino accarezzando il monitor o la stampa cartacea della nota n° 1235 a firma di un dirigente del Miur.

Purtroppo sono stato anche negli uffici della mia Amministrazione e sono sempre uscito facendo sempre lo stesso gesto: un grande respiro, gli occhi al cielo e la voglia di tornare tra i bambini, tra i ragazzi ma soprattutto in mezzo alla gente, quelle tante mille persone che rendono ogni giornata fantastica…

Tra un po’ l’ufficio in cui lavoro sarà riordinato dalle carte da risistemare per cestinarle o altro…

Quello che ruberò allo Stato ed all’Amministrazione è una cosa di cui tanti dipendenti Miur, tanti sindacalisti (veri o falsi), tanti impiegati degli enti locali neppure si sono accorti.

Una scuola ricca di umanità e di persone

La scuola è bella perché ci sono le persone, ci sono i cuori che si emozionano: quelli dei nonni e dei genitori dei bambini, ci sono i volti della fatica e della pazienza delle maestre d’Italia (il meglio del Miur) e dei tanti docenti della secondaria che ancora ci credono… ci sono le persone, perché senza le persone la Vita non esiste.

Perché vengono PRIMA le persone e poi le carte e la norma… e deve essere la Legge fatta per l’Uomo e non l’Uomo per la legge (Lorenzo Milani) ed è preferibile un incontro con le persone piuttosto che con una circolare, fosse anche una grande bellissima raccolta di disposizioni … …

Lasciando tra un po’ il mio posto di lavoro porterò con me la Vita che la Scuola mi ha regalato.

Grazie ai tanti sorrisi dei bambini ed ai sogni dei ragazzi, continuerò ad accompagnare quei giovani che vogliono credere nel loro futuro ed anche quelli che, in numero sempre crescente, hanno lasciato e stanno lasciando l’Italia per costruirsi una vita, un’esperienza di lavoro ed una nuova socialità in un altro paese europeo.