La scuola in cloud

Linee guida per la didattica online e la comunicazione a distanza. Non solo in tempo di Coronavirus.

Qual è il senso del cloud per la scuola.

Per “scuola in cloud” intendiamo la possibilità per gli istituti di dotarsi di sistemi integrati per comunicare, creare classi virtuali, riunirsi online, condividere e cooperare per la costruzione di materiali didattici, e molto altro.

L’attivazione di strumenti via web, per integrare e/o non interrompere il percorso formativo, è utile sempre, non solo in condizioni di emergenza.

L’uso della rete e dei sistemi cloud è efficace per mantenere i contatti, per informare, per la continuità didattica, nei casi eccezionali in cui la scuola debba restare chiusa, ma allo stesso modo quando si voglia raggiungere studenti con particolari difficoltà (malattia, attività agonistica che comporti assenza dalla scuola, particolari esigenze di supporto e rinforzo degli apprendimenti…) e, comunque, come supporto della normale attività scolastica.

La didattica in rete favorisce l’individualizzazione e la personalizzazione, con un’attenzione particolare all’inclusione.

La scuola italiana è pronta?

La domanda più corretta è: quante scuole in Italia sono in grado di garantire un sistema che possa reggere l’onda d’urto di un’emergenza come l’attuale? Un sistema cloud, che superi le mura degli edifici scolastici e renda fruibile il servizio scolastico tramite la rete?

La risposta è: ancora troppo poche.

Nelle scuole sono spesso singoli docenti, che hanno dimestichezza con l’uso delle tecnologie, a proporre attività digitali. Statisticamente, non rappresentano affatto la maggioranza.

Certo, i social proliferano di bravissimi insegnanti, a volte così generosi da condividere in rete le loro esperienze. Docenti a volte “soli” nelle loro stesse scuole.

Il punto è che le iniziative episodiche e frammentate non sono efficaci e sortiscono spesso un effetto disorientante, oltre a non garantire a tutti gli studenti le medesime opportunità.

Per potersi dire “pronto”, ogni istituto scolastico dovrebbe essere dotato di un sistema cloud, studiato e calibrato sulle proprie esigenze. Invece, sono ancora troppo poche le scuole organizzate su un sistema condiviso, fatto di scelte complessive, concertate, strutturate, diffuse e divulgate, accompagnate da opportuna formazione del personale, docente e non docente. Questa è la premessa, in pratica un pre-requisito, ma ancora non è lo standard degli istituti scolastici italiani.

Ogni scuola ha il compito di predisporre scelte in base alla specifica situazione (grandezza dell’istituto, età degli studenti, disponibilità della connessione della scuola e delle famiglie…). Non esistono rapide soluzioni o ricette preconfezionate.

E’ anche vero che, in periodi di criticità, ogni buon sistema già attivato si autoalimenta di nuove soluzioni, ottimizzando gli strumenti a disposizione e affinando nell’emergenza la capacità di gestione della comunicazione e della didattica a distanza.

Cosa fare? Come fare?

Sono le domande di questi giorni di chiusura di tutte le scuole del territorio nazionale.

Richieste allarmate da parte di chi (soprattutto come dirigente scolastico, anche neo immesso) deve, d’urgenza, tentare di risolvere il problema, in scuole in cui, fino ad oggi, non se ne è quasi parlato.

Un sistema come quello sopra descritto non si improvvisa, ma si può tentare una breve sintesi, certamente non esaustiva, ad uso dei Dirigenti e degli staff, per la progettazione e l’organizzazione di un sistema cloud dell’Istituto.

In situazione di emergenza, il migliore suggerimento è quello di ottimizzare ciò che c’è già.

Si può partire parte dal sistematizzare, riassumere e rendere esplicite molte delle pratiche di comunicazione, condivisione e didattica online, che già sono presenti ed usuali nelle scuole, ad uso dei docenti, degli studenti e delle famiglie.

In questo momento è fondamentale lasciare da parte il tecnicismo, per fare in modo che chiunque, all’interno del mondo della scuola, possa sentirsi a suo agio nell’approcciarsi alle diverse proposte

Comunicare più velocemente e meglio

Sempre, ma ancor più in momenti di emergenza e di chiusura della scuola, è importante che si rimanga connessi all’Istituto, non perdendo il collegamento con e tra i docenti, la scuola, gli studenti e le famiglie.

Essere potenzialmente in grado di raggiungere il 100% del personale e delle famiglie (se non anche gli studenti, in età opportuna) deve essere il primo obiettivo, ancor prima della didattica a distanza.

La raccomandazione è che ogni Istituto assegni e utilizzi account email della scuola, eliminando l’uso di account privati, in primo luogo per il personale, ma preferibilmente anche per gli studenti più grandi (decisione da assumere anche in base all’età degli studenti, tendenzialmente possibile già dall’ultimo anno della scuola primaria, con i dovuti accorgimenti quale la limitazione all’interno del dominio della scuola).

Come possono “viaggiare” sicure, veloci e massive le comunicazioni nella scuola?

La comunicazione deve essere quanto più possibile “istituzionale” e stabilita dalla scuola. È necessario un organigramma che definisca i ruoli di amministratore dei vari canali.

Va evitato, solo per fare un esempio, che proliferino chat whatsapp tra singoli docenti, studenti e famiglie, per l’invio di compiti, informazioni o altro. Oppure che il singolo docente istituisca un “gruppo” su FaceBook.

Per evitare pratiche improprie, l’Istituto deve garantire le condizioni all’interno delle quali comunicare in sicurezza e bene.

Quindi, ad esempio, si possono organizzare e utilizzare per la comunicazione (in ordine di rapporto efficacia/correttezza):

  • mail individuali e massive tramite gli account istituzionali forniti ad inizio anno a tutti;
  • registro elettronico e Segreteria Digitale. Il Registro Elettronico consente ai docenti di comunicare con le famiglie e gli studenti inserire materiali didattici nell’area dedicata e agli studenti. Tramite la Segreteria Digitale vengono inviate dalla segreteria le comunicazioni alle famiglie.
  • sito istituzionale;
  • pagina FaceBook ufficiale;
  • chat Whatsapp (con comunicazione unidirezionale) o canale Telegram riservato a studenti e utenti.

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La proposta didattica quando le lezioni non sono in presenza.

Il minimo che deve essere previsto da ogni scuola è la possibilità che i docenti provvedano alla condivisione di materiali didattici con gli studenti. Non è certo questa la “didattica a distanza”, ma in condizioni di urgenza è un punto di partenza.

Le modalità sono varie, in ordine di semplicità:

  • possibilità di inviare materiali didattici per mail, utilizzando eventualmente gli account e i gruppi mail già predisposti per classe. Questa modalità è molto semplice e accessibile per i docenti, ma non è ottimale, perchè non crea un archivio consultabile e i materiali rischiano di “perdersi”.
  • Il Registro Elettronico è già di per sé una piattaforma. Ce l’ha la quasi totalità delle scuole. Quasi tutti i sistemi consentono di inserire materiali didattici, ma non sempre di interagire in modo sincrono, come invece avviene con piattaforme cloud come quelle descritte a seguire.
  • le vere e proprie piattaforme cloud assolvono alle funzioni di comunicazione, materiali didattici, e molto altro.

Piattaforme cloud per la scuola.

Come per la comunicazione, in una scuola è bene evitare il proliferare di troppe piattaforme, seppure ottime, per le classi, per non costringere docenti, famiglie e studenti ad accessi a strumenti diversi con credenziali diverse.

Le due principali piattaforme per la scuola sono

Google Suite for Education e Office365 Education di Microsoft.

Sono entrambe gratuite, complete di spazio di archiviazione illimitato e applicazioni, conformi alla normativa sulla privacy, attivabili solo da istituzioni educative. La scelta di una o dell’altra può essere valutata anche in base ai device individuali o di laboratorio utilizzati dagli studenti e dai docenti. Presentano più o meno le stesse funzionalità, con impostazioni simili e includono applicazioni dedicate alla gestione di classi virtuali, sia di tipo asincrono (ad es. Google Classroom o Microsoft Teams) che sincrono (Google Meet e Microsoft Teams). Con queste ultime è possibile realizzare lezioni in video conferenza (webinar).

Come accedere alle piattaforme cloud?

Per accedere alle piattaforme cloud sono necessari:

  • la connessione internet
  • un dispositivo elettronico fisso o mobile
  • credenziali date dalla scuola (account e password)

In condizioni di emergenza può essere che qualche studente (o qualche famiglia) sia impossibilitato a collegarsi ad internet e/o sia sprovvisto di dispositivi digitali.

In questo caso, nello spirito di comunità che caratterizza tutte le scuole, può essere utile sollecitare la condivisione degli strumenti a disposizione e l’aiuto reciproco.

Le eventuali situazioni note di difficoltà di accesso alla rete, per qualsiasi motivo, potranno essere gestite dalla scuola, in accordo con le famiglie, anche con modalità alternative rispetto al digitale. Soprattutto nel primo ciclo di istruzione, risultano decisive le reti familiari, i rappresentanti di classe ecc. In tutti i casi, risulta fondamentale la conoscenza dettagliata delle situazioni da parte dei docenti.

Come organizzare le lezioni in periodi di emergenza (chiusura delle sedi scolastiche)?

Il modo più semplice per non interrompere la continuità del percorso formativo è mantenere la cadenza dell’impegno normalmente previsto, quindi facendo attenzione a non oltrepassare il monte ore delle diverse discipline e il relativo carico di lavoro. Paradossalmente, il rischio è che non si riesca a calibrare il peso delle attività e si esageri.

Si può predisporre l’organizzazione di aule virtuali, anche utilizzando la modalità dei webinar, oppure fornendo indicazioni agli studenti sul lavoro da fare. In questo caso, è bene tenere come riferimento l’orario scolastico, in modo da non creare sovrapposizioni.

Alle famiglie (nel caso di studenti del primo ciclo) o agli studenti (nel caso del secondo ciclo) verrà richiesto di controllare il proprio account, il registro e la piattaforma.

Nella pianificazione delle attività, è necessario considerare diversi fattori, tra cui il tempo da passare davanti agli schermi, che deve comunque essere “sostenibile”, sia per gli studenti che per i docenti.

Il carico di lavoro per gli studenti

È importante ricordare che i “compiti” tradizionali sono funzionali alla didattica “normale”, in presenza.

In questo caso, si realizzano esperienze di didattica a distanza, per le quale è necessario ragionare in termini di “attività di apprendimento”.

In sintesi: la didattica a distanza non può risolversi nella mera assegnazione di tradizionali compiti o di studio individuale. In ogni caso, è necessario garantire un feedback sul lavoro svolto ricordando che, a differenza della situazione normale, il compito non è integrativo del lavoro svolto a scuola ma viene ad assumere un ruolo sostitutivo.

Nel primo ciclo di istruzione, inoltre, va tenuto conto dell’età degli alunni, per cui l’interlocutore non è direttamente lo studente (salvo forse negli ultimi anni della secondaria di primo grado) ma le famiglie.

E per i più piccoli?

Anche i bambini più piccoli, che frequentano la scuola dell’infanzia e i primi anni della scuola primaria possono essere coinvolti in attività didattiche a distanza, ovviamente con la mediazione delle famiglie. Si potranno progettare, ad esempio, mini-siti web dedicati, nei quali far trovare brevi video o altri contenuti. Molto indicati e semplici da realizzare: letture ad alta voce di brevi testi da parte dell’insegnante o piccole consegne di lavoro in stile tutorial o “Art-Attack”.

Nota: Un riferimento molto interessante è la raccolta di linee guida e strumenti per la didattica a distanza che si trova all’interno della nuova area del sito del Ministero dell’Istruzione sull’emergenza Coronavirus:

https://www.lamiascuoladifferente.it/