La relazione educativa a distanza con i bambini del nido e della scuola dell’infanzia

Oltre la DAD: coltivare le relazioni educative con i piccoli

L’improvvisa e prolungata interruzione dei servizi educativi e delle scuole di ogni ordine e grado determinata dall’emergenza epidemiologica ha portato, dopo un primo comprensibile momento di spaesamento e incertezza, all’attivazione da parte delle scuole di forme di didattica a distanza.

L’attenzione maggiore è stata rivolta alla fascia dell’obbligo, sia per ragioni legate al diritto allo studio e alla valutazione degli apprendimenti, sia perché si ritiene difficile immaginare forme di didattica a distanza per i bambini piccoli o piccolissimi del nido e della scuola dell’infanzia.

A riportare al centro dell’attenzione la fascia d’età 0-6 ha pensato un documento dal titolo: “Orientamenti pedagogici sui LEAD: legami educativi a distanza – Un modo diverso per fare nido e scuola dell’infanzia”, elaborato dalla Commissione per il Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni, istituita nel 2017 dopo l’emanazione del D.lgs. 65.

Il documento si rivolge direttamente agli operatori dei nidi e delle scuole dell’infanzia per supportarli nel lavoro di rinsaldamento delle relazioni educative con i bambini e con i loro genitori, dando conto, al contempo, delle buone pratiche messe in atto dal personale educativo da marzo in poi e si compone di dieci punti di riflessione.

1. Ambienti di vita, di relazione e di apprendimento

L’interruzione dei servizi ha privato i bambini del loro primo ambiente di vita pubblico, un ambiente dove l’intreccio di spazi fisici e tempi consente loro di sviluppare identità, autonomia e competenze. È nella relazione con i pari e con le figure educative e nella partecipazione ad un progetto pedagogico chiaro e ben strutturato che i bambini sperimentano le proprie potenzialità e mettono alla prova i propri limiti, fanno conquiste, sviluppano conoscenze e abilità linguistiche, motorie, creative, relazionali, acquisiscono competenze di cittadinanza. Quando questo spazio è venuto a mancare è stato necessario progettare nuovi contesti di relazione per non privare i bambini di occasioni di crescita e al tempo stesso ottimizzare le nuove opportunità offerte da una maggiore presenza fisica dei genitori e dalla tecnologia.

2. Legami Educativi a Distanza (LEAD)

Per i bambini del nido e dell’infanzia piuttosto che parlare di “didattica” è preferibile parlare di “legami” a distanza, perché gli aspetti educativi e gli apprendimenti sono inscindibilmente legati agli aspetti relazionali e sociali che coinvolgono i bambini, gli operatori educativi, i genitori. Se queste relazioni in presenza si sono interrotte, è necessario ricostruirle su nuove basi sfruttando al massimo le risorse a disposizione, dalla posta allo smartphone, dal tablet alle piattaforme digitali.

3. Rinsaldare il patto educativo tra personale educativo e genitori

Con i legami a distanza si rende necessaria una rinegoziazione del rapporto educativo: non è più la famiglia che entra nella scuola, ma è la scuola che entra nelle case; la relazione tra insegnante e bambino si realizza alla presenza, e non più in assenza, del genitore; la mediazione dei genitori è indispensabile sia nell’utilizzo dei device, sia nella realizzazione di attività proposte, sia nella registrazione dei progressi del bambino. Questa rinegoziazione del rapporto richiede equilibrio: i genitori non possono sostituire i professionisti dell’educazione, gli educatori non possono trasformarsi in “intrattenitori a distanza”. Ancor più che nella scuola in presenza, insegnanti e genitori sono partner educativi dalla progettazione degli incontri all’accordo circa gli spazi di autonomia da lasciare ai piccoli.

4. Netiquette per un contatto necessario

I legami educativi a distanza richiedono al personale educativo delicatezza, attenzione e rispetto. Tutti i bambini e tutte le famiglie devono essere raggiunti dal contatto, ciascuno con i mezzi e i tempi più adeguati alla sua specifica situazione.

5. Attività e strumenti per mantenere il legame

Mezzi, tempi, attività devono essere accuratamente progettati dal team educativo in collaborazione con i genitori e in relazione all’età dei bambini. È importante tener presente che le singole situazioni familiari possono essere estremamente diverse, ma questo non deve rappresentare un ostacolo alla relazione, bensì una sfida a trovare le forme più idonee per riallacciare o rinsaldare il legame.

6. Valorizzare le conquiste dei bambini

Nella consapevolezza che il legame e le esperienze a distanza siano assai diversi da quelli in presenza, non bisogna pensare a questo periodo come ad un tempo perso, bensì è importante valorizzare tutte le conquiste che i bambini fanno nell’intreccio di relazioni con i famigliari, gli educatori e i propri compagni, soprattutto se gli operatori sapranno ricostituire il senso del gruppo (o attraverso incontri in videoconferenza o, se ciò non fosse possibile, attraverso il coinvolgimento dei singoli in lavori collettivi) e fornire continui feedback ai bambini sui propri progressi.

7. Al centro, comunque, l’esperienza e il gioco

L’apprendimento dei bambini passa attraverso l’esperienza e il gioco, la relazione e la negoziazione di significati, la riflessione e il confronto con l’altro, adulto e pari. Il documento elaborato dalla Commissione offre spunti sia sulla dinamica da attivare per la relazione con il bambino, sia su esperienze e attività realizzabili anche a distanza.

8. Parlare ai bambini di quello che accade e immaginare il futuro

Il legame a distanza offre la possibilità di parlare con i bambini di ciò che sta accadendo, di come ciascuno lo sta affrontando, del perché è diventato necessario il rispetto di alcune regole e limitazioni che prima non esistevano, ma anche di collegare il momento attuale con le esperienze passate di relazione in presenza al nido e a scuola e immaginare prospettive future, infondendo fiducia e speranza.

9. Il lavoro educativo degli adulti

Come per la scuola in presenza, i legami a distanza richiedono progettazione, collegialità e professionalità. Le equipe devono lavorare insieme, con il supporto e il coordinamento delle figure di sistema presenti nei nidi e nelle scuole, e in stretto rapporto con i genitori. Gli operatori educativi possono poi essere di supporto alla funzione educativa genitoriale e aiutare le famiglie a ricostituire le relazioni tra di loro, perché i genitori non si sentano soli e riconquistino il senso della comunità educativa.

10. Documentazione, valutazione e un ponte verso il futuro

Affinché questo momento di relazione a distanza non vada perso ma costituisca un modo diverso per portare avanti il discorso educativo, le attività svolte, gli apprendimenti, le conquiste dei bambini vanno documentati e condivisi, perché è riconoscendo i propri progressi che il bambino sviluppa autonomia e senso di autoefficacia. Questo processo di documentazione e riconoscimento diventa ancor più imprescindibile per i bambini in fase di transizione tra il nido e la scuola dell’infanzia o tra quest’ultima e la primaria.

Il documento completo elaborato dalla Commissione è stato inviato a tutti gli Uffici scolastici Regionali ed è rinvenibile nei diversi link degli uffici, ad esempio: http://www.istruzionepiemonte.it/sistema-0-6-orientamenti-pedagogici-sui-legami-educativi-a-distanza/