Il periodo di formazione e prova per docenti neoassunti

Fra conferme, adattamenti e novità

In queste settimane stranianti di “prime volte” e di incertezze, la circolare sul periodo di formazione prova dei docenti neoassunti rappresenta quasi un approdo sicuro, un’ancora rassicurante e riconoscibile, pur con alcune inevitabili novità, dovute principalmente alle misure di contenimento del contagio da Covid-19.

Da qualche anno siamo infatti abituati a ricevere indicazioni, già nel mese di settembre, in merito alla formazione dei docenti neoassunti e in passaggio di ruolo, sulla base di un modello giovane, ma al tempo stesso già maturo, strutturato in attività in presenza, osservazioni in classe, riflessioni sulla propria professionalità, documentazione sulle esperienze didattiche…

Quest’anno la circolare di riferimento è la n. 28730 del 21 settembre 2020. Sostanzialmente, viene riconfermato il modello che trae origine dal DM 850/2015, (norma base di riferimento del periodo di formazione) e dalla prima circolare annuale che lo accompagnò, la n. 36167/2015, che tuttora ci fornisce spunti e indicazioni.

Analizziamo sinteticamente la nota attuale, soffermandoci in modo particolare sulle novità del 2020/21.

Modello che vince non si cambia… o si cambia poco

La durata e la scansione delle attività da svolgere sono rimaste essenzialmente invariate.

Incontri iniziali e finali (DM 850/2015, art. 7)

Sei ore in presenza fra incontri propedeutici (iniziali) e di restituzione (finali): informativi, tecnici, territoriali. La nota, in realtà, non specifica se tali incontri dovranno essere svolti in presenza o in modalità videoconferenza. Si presume che ciò potrà dipendere dalla situazione epidemiologica.

Laboratori formativi(DM 850/2015, art. 8)

Dodici ore da svolgere in presenza oppure online (qui le due opzioni sono esplicitate), suddivisi in moduli di durata variabile, preferibilmente di tre o sei ore. La nota invita a dedicare una particolare attenzione ad alcune tematiche, quali le metodologie e le didattiche digitali, l’educazione civica, la valutazione nella scuola primaria, la gestione delle istituzioni scolastiche in fase di emergenza, le problematiche legate all’uso di internet. Ci permettiamo di osservare che, al di là della gestione dell’emergenza COVID-19, gli altri argomenti sono ben ricompresi nelle tematiche a suo tempo individuate dal DM 850/2015, che resta ancora il decreto cui fare riferimento.

La gestione dei laboratori formativi è affidata, con risorse all’uopo assegnate a livello regionale, alle scuole polo per la formazione, le quali potranno eventualmente delegare la parte organizzativa ad altre scuole del territorio con un’esperienza consolidata nel percorso di formazione dei neoassunti. Auspicabile, aggiungiamo noi, il coinvolgimento degli Uffici di ambito territoriale e delle loro risorse professionali.

Due novità meritano un piccolo approfondimento:

1) Per evidenti ragioni di contenimento del contagio, quest’anno non è prevista l’esperienza del visiting, che da alcuni anni consentiva di sostituire parte dei laboratori in presenza con visite a carattere immersivo presso scuole accoglienti e innovative;

2) INDIRE, del cui contributo tecnico e di ricerca continua ad avvalersi il MIUR, metterà a disposizione nel proprio sito alcuni strumenti didattici utili a progettare materiali. Oltre a ciò, ha realizzato, con la collaborazione del Movimento di Avanguardie Educative, una serie di video asincroni dedicati alla DDI e ispirati all’esperienza della “scuola fuori dalle mura”, attraverso una riflessione sulla didattica a distanza in tempi di Covid–19.

Attività di peer to peer (DM 850/2015, art. 9)

Le dodici ore di attività svolte in classe con il tutor (osservazione reciproca, riflessione condivisa, utilizzo di diverse metodologie) si dimostrano di solito quelle più apprezzate da entrambi i protagonisti, poiché si tratta di un vero e proprio lavoro sul campo, che spazia dalla didattica alla gestione della classe, dalla conduzione della lezione alla verifica degli apprendimenti.

Al centro di questa virtuosa interazione c’è sempre il tutor, figura cardine con funzioni di accompagnamento, supervisione, facilitazione, collaborazione, sostegno, condivisione. Apprezziamo il riferimento alla possibilità da parte dei Dirigenti di riconoscere l’impegno e le attività svolte dal tutor anche con l’attestazione di una unità formativa, di cui lo scorso anno avevamo già proposto un fac-simile.

La nota precisa che il tutor va nominato anche per i docenti che devono ripetere il periodo di formazione e prova, suggerendo che esso sia diverso da quello del primo anno.

Viene altresì ribadito il ruolo di orientamento e di garanzia giuridica del Dirigente scolastico, il quale è tenuto a effettuare almeno una visita nella classe del neoassunto, oltre a essere invitato a tenere contatti frequenti con il tutor.

Il portfolio professionale sulla piattaforma INDIRE (DM 850/2015, art. 10)

Venti ore forfetarie, attestate dalla stampa definitiva e completa del portfolio digitale, sono quelle dedicate dal neoassunto alla parte online della formazione, svolta su una piattaforma INDIRE ulteriormente semplificata e maggiormente collegata alle attività in presenza.

Probabilmente in risposta a una quota residuale di Dirigenti Scolastici affezionati alla “tesina” di tanti anni fa, la nota ribadisce che la presentazione del portfolio davanti al Comitato di Valutazione sostituisce l’elaborazione di ogni altra relazione.

Con una formula tutta italiana di “burocratese”[1] (entro e non oltre il 30 ottobre 2020), viene preannunciata l’apertura dell’ambiente online, che lo scorso anno slittò di qualche mese.

Vale la pena ricordare che le 50 ore appena descritte (6+12+12+20) sono aggiuntive rispetto agli ordinari impegni di servizio e alla partecipazione alle attività di formazione di cui all’articolo 1, comma 124 della Legge 107/2015 e rivestono carattere di obbligatorietà.

Chi è tenuto e chi non è tenuto a svolgere il periodo di formazione e prova

Il terzo paragrafo della nota descrive in maniera dettagliata chi è tenuto o meno a svolgere il periodo di formazione e prova. Precisazione necessaria, viste le numerose richieste di chiarimento pervenute negli anni scorsi, quando si intrecciarono il percorso FIT, alcune sentenze della magistratura e singole peculiarità.

Un’attenzione particolare da parte di tutti gli attori in gioco dovrà essere posta alle proroghe in caso di esito sfavorevole, considerato che il secondo periodo di formazione e di prova non è rinnovabile.

Un primo cronoprogramma

Riassumiamo dunque le azioni da porre in essere in questo primo periodo dell’anno:

– Coinvolgimento del Collegio dei docenti nella scelta del tutor;

– Nomina formale del tutor;

– Incontro preliminare di conoscenza (non normato, ma auspicabile), fra Dirigente, tutor e neoassunto, coinvolgendo eventualmente tutti i neoassunti e i tutor dell’Istituto, se i numeri lo consentono;

– Elaborazione del bilancio delle competenze;

– Stesura e firma del patto per lo sviluppo professionale;

– …In progress… come tutto, soprattutto in questo periodo.

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[1] Come Don Chisciotte contro i mulini a vento, sto combattendo una solitaria e talvolta osteggiata battaglia contro la formula “entro e non oltre”, la quale sembra far intuire che noi italiani, se non leggiamo “non oltre” ci sentiamo quasi legittimati a considerare la scadenza in maniera flessibile e a spostarla con naturalezza più avanti nel tempo di qualche giorno. Scrivere “entro il” dovrebbe essere più che sufficiente e indicare un limite temporale va ugualmente rispettato.