La valutazione possibile. Cosa fare nella scuola primaria?

Una occasione riflessiva da non sprecare

Alcune criticità

L’emanazione dell’Ordinanza “Valutazione periodica e finale degli apprendimenti delle alunne e degli alunni della classi della scuola primaria” e delle allegate “Linee guida”[1] era stata già anticipata ad aprile[2] e poi ad ottobre con la conversione in legge del Decreto 104 emanato nel mese di agosto[3], tuttavia la tempistica con cui si è arrivati ad un documento definitivo, può costituire un elemento di criticità per le scuole, come per altro è stato anche sottolineato in più interventi che i questi giorni sono stati pubblicati su vari siti o riviste specializzate[4]. Per altro le scuole si trovano in una situazione di estrema difficoltà per via dell’emergenza COVID che va ad incidere profondamente sulla didattica: classi in quarantena, docenti in isolamento, attività a distanza nel secondo ciclo, comuni o regioni “rosse” con sospensione della didattica in presenza anche per il primo ciclo… Da più parti (fra politici e addetti ai lavori e non) si sono fatti proclami sulla centralità della scuola, ma forse con una buona dose di realismo e di umiltà si dovrebbe anche fare attenzione alla “qualità” della scuola nella consapevolezza che le accelerazioni normative possono, invece, fare emergere diffuse difficoltà.

Una prima sfida: tenere insieme tutti i documenti di valutazione

Le scuole, comunque, proveranno a raccogliere tutte le sfide. La prima è quella di riuscire a tenere insieme, in una logica di valutazione trasparente ed efficace, tutti documenti valutativi che devono essere prodotti. All’interno del Documento di valutazione periodica e finale, infatti, sono presenti più aspetti secondo quanto previsto D.lgs 62/2017: la valutazione degli apprendimenti, la valutazione del processo, la valutazione del comportamento. Inoltre, per le alunne e gli alunni delle classi quinte, assieme al Documento di valutazione intermedia e finale, è prevista anche la Certificazione delle competenze.

La valutazione di processo

Le scuole hanno avviato da molti anni percorsi di ricerca sulla valutazione di processo che ha coinvolto anche una riflessione sul significato da attribuire alla valutazione degli apprendimenti, fino ad oggi espressi con il voto. In particolare guardando al “processo” le scuole hanno dovuto individuare indicatori descrittivi che riguardassero “i progressi nello sviluppo culturale, personale e sociale”[5]. Va da sé che, per quanto riguarda il primo ciclo d’istruzione, e in particolare la scuola primaria, il riferimento fondamentale è rappresentato dalle Indicazioni Nazionali. Va ricordato il passaggio in cui si sottolinea la finalità della scuola: “… un percorso di attività nel quale ogni alunno possa assumere un ruolo attivo nel proprio apprendimento, sviluppare al meglio le inclinazioni, esprimere le curiosità, riconoscere ed intervenire sulle difficoltà, assumere sempre maggiore consapevolezza di sé, avviarsi a costruire un proprio progetto di vita nella costruzione di un apprendimento consapevole, autonomo e critico”.

In questa direzione, indicatori significativi del processo di apprendimento, si possono considerale: l’autonomia, la responsabilità nell’assunzione di compiti di lavoro, anche in situazioni di lavoro di gruppo, la capacità di uso degli strumenti specifici delle discipline e di sviluppo del metodo di studio.

La valutazione del comportamento

Il Documento di valutazione intermedia e finale deve comprendere, oltre alla valutazione degli apprendimenti e del processo, la valutazione del comportamento che viene espresso con un “giudizio sintetico che fa riferimento allo sviluppo delle competenze di cittadinanza”[6]. Tale documento deve essere elaborato da ciascuna istituzione scolastica coerentemente con quanto previsto dalle norme, ma con i dovuti adattamenti in relazione al contesto specifico e agli interventi didattici, come declinati nel Piano dell’offerta formativa. I Collegi dei docenti sono stati chiamati ad individuare degli indicatori del comportamento, secondo quanto specificato anche nella C.M. 1865 del 10 ottobre 2017. Da tali indicatori derivano i “giudizi sintetici” che, nella maggior parte dei casi, vengono espressi secondo una scala da ottimo a non sufficiente.

Sarebbe da fare una ricerca analitica sugli indicatori utilizzati dalle scuole per rappresentare il “comportamento scolastico”. Si può ipotizzare realisticamente che essi siano abbastanza simili a quelli che, nella vecchia accezione della “condotta”, ora trasfusa nel concetto più ampio “convivenza civile”. Per esempio: rispetto delle regole; cura di sé stessi, degli altri e dell’ambiente; relazione con gli altri; partecipazione e senso di responsabilità, ma anche frequenza scolastica.

Coerenza tra valutazione e certificazione

Un ultimo aspetto, non meno importante, è poi costituito dalla coerenza fra il documento di valutazione finale della classe quinta e la scheda di Certificazione delle competenze al termine della scuola primaria, come proposto ai sensi del DM 742/2017 (modificato a seguito della Raccomandazione sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente del 22 maggio 2018 del Consiglio dell’Unione Europea). I due documenti valutano aspetti diversi, l’uno, la certificazione delle competenze, guarda alla dimensione trasversale o transdisciplinare mentre il Documento di valutazione ha come oggetto gli apprendimenti e le abilità proprie di ciascuna disciplina. Tuttavia va ricordato che fra i due processi valutativi ci sono elementi comuni. Gli apprendimenti disciplinari e le abilità che ciascun ambito di conoscenza permette di sviluppare, costituiscono, infatti, la struttura portante della competenza intesa come “la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; (…) le competenze sono descritte in termine di responsabilità e autonomia”[7].

Tenendo conto di ciò, non si può non riconoscere che fra i due momenti valutativi ci sia una significativa relazione. Per rendere comprensibile, agli alunni e alle loro famiglie, la valutazione espressa dalla scuola è necessario che i due strumenti di documentazione e di comunicazione siano coerenti e che, anche sul piano terminologico, non si dia adito ad equivoci.

Una seconda sfida: collegare la nuova ordinanza con le scelte della scuola

Esprimere una valutazione secondo quanto indicato nella OM 4 dicembre 2020, n. 172 e secondo le Linee guida comporta una revisione del curriculo delle discipline e del modello di progettazione delle attività didattiche che sono stati adottati a livello di collegio docenti, di dipartimenti disciplinari, di consigli di classe e di team di docenti. Le scuole dovranno interrogarsi sulla tenuta del curriculo, sulla coerenza della sua articolazione (in orizzontale per classi parallele e in verticale come curriculo di istituto). Fin dal 2012 le scuole hanno elaborato un curriculo di istituto per ciascuna disciplina, tenendo conto di diverse variabili:

– lo statuto epistemologico di ogni disciplina,

– le Indicazioni Nazionali (Traguardi di sviluppo delle competenze e Obiettivi di apprendimento)

– il contesto di ciascuna istituzione scolastica in termini di specificità territoriale, caratteristiche dell’utenza e di risorse professionali e strutturali disponibili.

Il curriculo di scuola, parte integrante del POF annuale e del PTOF triennale, ha costituito lo script di riferimento per la progettazione didattica del singolo docente o del team di docenti. All’interno del curriculo sono stati esplicitati i criteri e gli indicatori per la valutazione che adesso devono essere riletti alla luce delle nuove indicazioni normative. È questa rilettura che costituisce la “messa alla prova” della validità del curriculo stesso. L’ottica della valutazione per l’apprendimento deve aiutare a far acquisire informazioni sulla validità delle scelte didattiche che sono state operate sia a livello individuale sia collegiale.

Per evitare la logica “gattopardesca”

Il rischio, dati anche i tempi con cui le scuole dovranno deliberare sul modello di documento di valutazione da adottare[8], è quello di cadere nella logica “gattopardesca”, traducibile in una superficiale corrispondenza fra voti, finora utilizzati, e livelli di apprendimenti come definiti nelle Linee guida.

Allora quali percorsi potrebbero essere intrapresi dalle scuole per non disperdere le esperienze maturate? Nel rispetto delle scelte autonome di ogni scuola, della sua storia e della sua identità, si possono tuttavia proporre alcuni suggerimenti.

Possibili percorsi per le scuole

Una prima operazione da fare è quella di riflettere sulle procedure valutative e sugli strumenti attualmente adottati:

– rivedere gli indicatori utilizzati per rilevare le evidenze degli apprendimenti raggiunti e delle abilità acquisite per ciascuna disciplina;

– recuperare gli indicatori per l’attribuzione dei voti (molte scuole hanno condiviso nei dipartimenti disciplinari quale significato dare ai voti in ordine a conoscenze e abilità per ciascuna disciplina)

– esaminare le tipologie di prove valutative utilizzate, soprattutto quelle per classi parallele in determinati momenti dell’anno scolastico;

– confrontare le prove di verifica per gli obiettivi con quelle utilizzate per valutare l’acquisizione delle competenze al fine di riconoscerne la coerenza o le eventuali discrepanze;

– confrontare indicatori e criteri valutativi con altri documenti prodotti a livello europeo[9];

– rileggere il curriculum costruito a livello di scuola in coerenza con le Indicazioni Nazionali per rivedere quali aspetti dei nuclei fondanti delle discipline sono stati oggetti privilegiati di apprendimento e quali devono essere presenti in maniera ineludibile per rispettare una azione didattica coerente con quanto poi previsto ai fini valutativi a livello nazionale

Confronto, riflessività e misure di accompagnamento

Ovviamente si tratta di un percorso che deve essere affrontato con serietà professionale da tutto il gruppo dei docenti della scuola primaria all’interno del Collegio dei docenti, sotto la guida del Dirigente scolastico chiamato, ancora una volta a garantire l’unitarietà del curriculum e la coerenza interna dei processi valutativi.

Negli Istituti comprensivi, che rappresentano la maggior parte delle istituzioni scolastiche del primo ciclo, sarà necessario per non perdere di vista l’ottica della verticalità del curriculum e della continuità, trovare occasioni di confronto fra docenti della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, soprattutto in merito alle procedure valutative e alla condivisione di indicatori anche se, la scuola secondaria continuerà ad usare i voti.

Va da sé che si apre uno scenario riflessivo all’interno delle scuole di ampia portata che necessita di misure di accompagnamento e di attività formative che sono state, in verità, previste dal Ministero, come comunicato nel corso della conferenza di presentazione dell’Ordinanza e delle linee guida lo scorso 16 dicembre[10], ma che avrebbero bisogno di tempi più distesi e forse anche della possibilità di un anno di sperimentazione. Questo non è previsto nell’ordinanza, ma a volte le Ordinanza sono state integrate e probabilmente questa sarebbe una di quelle occasioni in cui sarebbe opportuno farlo per garantire un ragionamento di qualità.

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[1] OM n.172 del 4 dicembre 2020.

[2] Legge 8 aprile 2020, n. 22 (corretta poi dal decreto-legge 14 agosto, n. 104).

[3] Legge 13 ottobre, n. 126.

[4] Si veda ad esempio, l’intervento di L. Leoni su Scuola7 del 7 dicembre 2020, n. 214.

[5] Cfr. CM n. 1865/2017.

[6] art. 1 comma 3 D.lgs n. 62/2017.

[7] Come descritto in European Framework of Key Competences e The European Qualification Framework for lifelong learning.

[8] Secondo quanto espresso dalla Dirigente scolastica Milena Piscozzo, componente del Gruppo di lavoro del MIUR, in una attività formativa dell’ANDIS il 16 dicembre 2020, le scuole dovranno deliberare entro il 24 gennaio 2021

[9] Si pensi al Quadro comune europeo delle lingue (ora aggiornato con il Compenion 2018; o al Profilo della lingua italiana) o a documenti nazionali come i Quadri di riferimento dall’INVALSI per italiano e matematica.

[10] Le slide della presentazione si trovano in https://www.istruzione.it/valutazione-scuola-primaria/doc_acc.html