Scuole aperte: la sfida della Toscana

Problemi e soluzioni per la ripartenza

Dentro la scuola sempre

Chi non è “dentro la scuola” probabilmente non riesce a comprendere davvero le svariate sfide che essa ha affrontato in questo periodo. Nella staticità della scuola italiana, sempre uguale a sé stessa ma sempre diversa ogni anno e in ogni classe, si costruisce il sapere e si coltivano i nostri alunni.

Dobbiamo fare i conti con una normativa complessa, articolata e interconnessa a vari livelli con la società civile e produttiva, con il tessuto sociale e familiare. Ciascun docente, partendo dalla programmazione didattica, costruisce con ogni gruppo classe qualcosa di “unico”, attraverso una continua e biunivoca interazione umana.

La scuola, ora è al centro dell’attenzione: non è più solo un ente a cui la famiglia demanda l’istruzione dei propri figli e il tempo vita di bambini e ragazzi, ma è divenuta argomento di dibattito pubblico, talora falsato da chi non conosce la complessità del sistema.

Oggi la scuola è diventata un terreno di sfida a cui bisogna rispondere con un atteggiamento flessibile e collaborativo proprio per poter affrontare in maniera adeguata le responsabilità educative che ci sono state affidate.

Dopo il periodo estivo il riavvio a settembre

Nel periodo estivo in tutte le scuole toscane c’è stato un fermento di attività per assicurare agli studenti e ai docenti un rientro sereno, nel rispetto delle misure di sicurezza richieste da una situazione inedita e complessa.

La parola d’ordine era “didattica in presenza”, così come richiesto da molti esponenti non solo politici. Le lezioni in Toscana sono iniziate il 14 settembre: il primo, grande e necessariamente imperfetto, esperimento di vita collettiva di una società che continua a istruire i suoi giovani.

La vita scolastica viene cadenzata da autocertificazioni, orari scaglionati, ingressi diversificati a colori, percorsi per gli spostamenti, pallini, mascherine e gel.

La didattica in presenza con distanziamento fisico mette, però, a dura prova le didattiche attive che, normalmente, sono molto efficaci per potenziare i processi di insegnamento-apprendimento. Bisogna, ora, rivedere il piano delle attività pensando ad una Didattica Digitale Integrata (DDI), e inserirlo nel PTOF così come sollecitato a livello ministeriale. Bisogna, infatti prevedere “i criteri e le modalità per riprogettare l’attività didattica in D.D.I., tenendo in considerazione le esigenze di tutti gli studenti, in un equilibrato bilanciamento tra attività sincrone e asincrone”.

Poi arriva il DPCM di ottobre e tutti in DDI

Con le dovute cautele e i problemi di gestione dei casi Covid la vita scolastica procede, interrompendosi bruscamente con il DPCM 24 ottobre 2020 che porta le scuole secondarie di II grado all’attuazione di “forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica (…) incrementando il ricorso alla DDI, per una quota pari almeno al 75% delle attività, modulando la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni”.

Ciascuna scuola ha dovuto, quindi, riorganizzare gli orari settimanali, anche in base agli spazi disponibili. Tra le possibili soluzioni, ritenuta idonea per l’Istituto che dirigo, vi è stata quella di diluire la presenza separata delle classi nei diversi giorni della settimana: il lunedì le classi prime in presenza, martedì le seconde, mercoledì le terze, giovedì le quarte, venerdì le quinte, sabato tutte in DDI.

Dal 5 novembre gli alunni seguono le lezioni da casa in DDI in forma esclusiva al 100%. E ciò senza un’aggiornata e puntuale reportistica del rischio contagi all’interno della scuola.

A distanza, quindi, di circa due mesi da quando le misure adottate dalle scuole erano state ritenute idonee, tale decisione ha stupito e lasciato perplesso tutto il mondo scolastico.

La nuova rimodulazione

L’orario delle classi viene nuovamente rimodulato assicurando almeno 20h di attività sincrona e riorganizzando il residuo in ore di attività asincrona, durante le quali gli alunni procedono in autonomia supportati dai docenti per spiegazioni e approfondimenti.

I problemi non mancano: c’è quello dei docenti che svolgono le lezioni dal proprio domicilio (se dotati della strumentazione necessaria) o presso l’istituzione scolastica; c’è quello del mantenimento degli sportelli pomeridiani di sostegno allo studio e delle ore di potenziamento; senza escludere il problema della realizzazione dell’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con BES. Ma la scuola si adatta e lavora con ritmi e modalità diverse.

Gli studenti attendono, si parla di rientro, senza un piano nazionale organico ed una consultazione diretta con i dirigenti scolastici. Ad ogni annuncio, spesso schizofrenico, su date e modalità di ritorno in presenza, non seguono azioni concrete, soprattutto sui trasporti e sui tracciamenti.

Il rientro di gennaio nelle scuole della Toscana

Le voci si rincorrono e si accavallano: il rientro sarà il 7 gennaio con attività didattica in presenza per il 75% della popolazione scolastica… no meglio se al 50%; anzi no, il rientro sarà l’11 gennaio al 50%… ma solo in Toscana, Valle d’Aosta e Abbruzzo si riaprono le porte agli studenti delle scuole superiori!

Le regioni si sono mosse a macchia di leopardo e ciò ha generato ancor più stupore, confusione e timori.

In Toscana gli studenti sono tornati, alcuni spaesati, altri preoccupati, altri emozionati, tutti consapevoli della necessità di rispettare le regole.

Il coordinamento territoriale per un piano organico di trasporto

A distanza di una settimana, è possibile affermare che la riapertura è stata possibile e abbastanza efficace.

In particolar modo bisogna sottolineare alcune azioni interne messe in atto dalle scuole ed il lavoro sinergico con Provincia/Città Metropolitana, USR, Prefettura, sistema trasporti pubblici, ASL, associazioni di volontariato.

Le scuole di ogni territorio si sono prioritariamente coordinate fra loro per stilare un orario scaglionato e sincronizzato, poi trasmesso alle autorità competenti. Ciò ha consentito l’elaborazione di un piano organico dei trasporti pubblici che, sulla base delle criticità di inizio anno scolastico, ha visto aggiungere, da lunedì 11 gennaio, diverse corse del trasporto di linea. In quasi tutti i territori toscani sono state potenziate le corse per l’ingresso delle ore 8, aggiunte corse per l’ingresso alle ore 9; simile iniziativa di potenziamento è stata adottata per le uscite, incrementando le corse delle ore 13 e 14 e, qualora necessarie per i singoli Istituti, quelle pomeridiane.

Più personale per la vigilanza

Un’ulteriore misura adottata dai territori di comune accordo tra i soggetti interessati è stata la presenza di personale di vigilanza all’esterno delle scuole e alle fermate dei mezzi pubblici (Progetto “Ti Accompagno”). I volontari della Protezione Civile e della Croce Rossa, gli agenti della Polizia e dei Carabinieri, gli stewards ed il personale delle autolinee hanno contribuito al rispetto delle misure di contenimento, con forme di accompagnamento dei flussi di accesso dell’utenza scolastica.

In tutto ciò la scuola ha dovuto necessariamente svolgere un ruolo attivo nell’informazione e sensibilizzazione degli studenti, nonché nell’attuazione preferenziale di un monitoraggio on line interno per la segnalazione di eventuali criticità riscontrate da trasmettere alle autorità competenti.

Negli ultimi giorni la Regione Toscana, in collaborazione con le ASL, ha promosso un sistema di monitoraggio per le infezioni da SARS-CoV-2 (Progetto “Scuole Sicure”) che prevede il tracciamento in età scolare ed una campagna di screening a campione con test rapidi periodici per il personale scolastico e gli studenti d’età 14 -19 anni.

I problemi di archiviazione

La modalità mista e le continue variazioni di percentuali di presenza all’interno dell’edificio scolastico pongono alcune questioni da affrontare.

Un esempio è l’archiviazione centralizzata ed omogenea delle prove scritte/pratiche svolte durante il periodo della D.D.I. Il registro elettronico in uso o le piattaforme di G-suite o Teams, se ben gestiti, sono però validi strumenti per la tracciabilità e la conservazione delle prove svolte.

La questione delle verifiche e della valutazione

Una riflessione sulle verifiche e valutazioni in questo periodo di DAD, DDI e rientro in presenza è d’obbligo. Ciascun Collegio Docenti ha elaborato le proprie Linee Guida, considerando che la valutazione terrà conto non solo del livello di conseguimento, da parte di ciascun allievo, dei singoli obiettivi definiti dalla programmazione, ma anche della peculiarità della proposta didattica, delle difficoltà strumentali e della necessità degli allievi di essere supportati in questa fase di incertezza e insicurezza. Sono privilegiate modalità di verifica e valutazione di tipo formativo, che tengano conto del punto di partenza, del processo e degli esiti, con una possibile rimodulazione del numero minimo di prove per la valutazione di fine periodo.

A proposito di connettività

Un’altra questione necessariamente da affrontare è l’adeguata dotazione informatica e di connettività delle aule e dei singoli studenti. Varie risorse ministeriali e i Fondi Strutturali Europei (Smart Class – Kit Didattici) hanno consentito di attrezzare le aule scolastiche con dispositivi informatici, di potenziare la rete internet per renderla adeguata alla DDI. In tale ambito le difficoltà non sono mancate, sia per il reperimento sul mercato dei beni informatici sia per le competenze “sovrapposte” con gli enti proprietari degli edifici scolastici; scelta non meno rilevante è stata l’individuazione degli studenti cui offrire la concessione di dotazioni informatiche in comodato d’uso gratuito.

A ciò si aggiunge il rischio, quasi quotidiano, dello stravolgimento della composizione delle classi, dovuto all’emersione di casi positivi o contatti stretti, che rendono altresì necessaria un’efficace e tempestiva comunicazione con il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL.

Proposte organiche di sistema

La promiscuità dell’ambiente scolastico e la riconosciuta trasmissibilità da parte dei gruppi di popolazione più giovane, rende necessaria l’attivazione di interventi mirati che rispondano ai criteri di applicabilità, sostenibilità e tempestività. Pertanto deve essere messa in campo un’azione di sistema integrato tra Scuola, Regione, ASL, in cui ognuno con le sue competenze agisca all’interno di un senso di responsabilità collettivo.

È di vitale importanza il rafforzamento della capacità di testare un numero elevato di soggetti asintomatici per facilitare l’individuazione precoce delle catene di trasmissione di SARS-CoV-2. C’è bisogno che le indicazioni e le azioni messe in campo abbiano una visione prospettica e non cambino di giorno in giorno, ma vengano mantenute ed attuate in un tempo congruo per valutarne l’efficacia.

In tale contesto la scuola dovrà avere una gestione fluida e modulare, che consenta, in tempi rapidi e senza troppe variazioni e scossoni, di adattarsi alle nuove disposizioni. I nostri giovani hanno diritto ad apprendere ma anche a vivere adeguatamente le relazioni con gli altri.