L’autovalutazione debutta nella scuola dell’infanzia

Sei domande e sei risposte per capire a che punto siamo

Nel periodo ottobre 2020-febbraio 2021 si sono svolti 20 seminari regionali contemporaneamente su piattaforma zoom e su youtube organizzati dall’INVALSI in collaborazione con tutti gli Uffici scolastici regionali e con la direzione generale per gli ordinamenti del Ministero dell’Istruzione sul tema “RAV infanzia”, cioè sul rapporto di autovalutazione per la scuola dell’infanzia.

Una partecipazione a tutto campo

I dati di partecipazione sono davvero straordinari. Abbiamo registrato 12.600 presenze tra insegnanti, dirigenti, coordinatori, educatori, collaboratori, referenti regionali, gestori, assessori e direttori di dipartimento comunali. C’è poi un dato politico da sottolineare: la presenza personale di quasi tutti i direttori regionali d’Italia, dei sovrintendenti scolastici della Valle d’Aosta e della provincia autonoma di Bolzano (ma anche la sovrintendente trentina ha promosso un incontro analogo riservato al suo staff).

Ho avuto l’onore di coordinare tutti gli incontri durante i quali le ricercatrici responsabili della sperimentazione del RAV infanzia, Michela Freddano e Cristina Stringher, hanno illustrato una sintesi dei dati emersi. Alla maggior parte dei seminari ha partecipato la presidente dell’INVALSI, Anna Maria Ajello, sempre molto attenta alla scuola dell’infanzia e un rappresentante della direzione generale per gli ordinamenti (si sono avvicendati: Damiano Previtali, Maria Rosa Silvestro, Monica Logozzo e Daniela Marrocchi). Non sono mai mancati uno o più contributi dell’ufficio scolastico “ospitante” che hanno fornito dati e altre preziose informazioni sui diversi sistemi regionali delle scuole dell’infanzia.

Di scuola dell’infanzia si parla poco

In tutti questi incontri è risuonata un’osservazione unanime: di scuola dell’infanzia si parla poco. Nella migliore delle ipotesi la sua importanza è data per scontata, e molto raramente ci si sofferma a pensare agli aspetti che ne determinano la qualità. Eppure la differenza tra l’asilo dei tempi andati, dove si invitavano i bambini a dormire sul banco a braccia conserte, e le migliori scuole di oggi, non solo quelle famosissime che hanno creato Reggio Children e il Centro Internazionale “Loris Malaguzzi”, è evidente anche ai più distratti. Attingendo liberamente dalle tante osservazioni e domande che sono state fatte in questi seminari, vorrei qui proporre sei domande-guida (proprio come quelle che caratterizzano l’autovalutazione), e relative risposte, per fare il punto sull’avvio dell’autovalutazione nella scuola dell’infanzia.

In poche parole che cos’è il RAV infanzia?

La prima cosa da chiarire è che il RAV (“Rapporto di AutoValutazione”) serve a ben poco se non è preceduto da un percorso costituito da diverse iniziative – ricerca di dati, colloqui con soggetti esterni alla scuola e incontri tra insegnanti, osservazioni sui bambini, ecc. – che coinvolge tutto il personale scolastico. Questo percorso può essere considerato come una pratica di riflessività, di analisi delle caratteristiche del proprio lavoro. Quindi, parafrasando una nota pubblicità: “No percorso, no RAV”. Chiarito questo, il RAV in sé è una piattaforma web, articolata in 10 aree tematiche, raggruppate in quattro sezioni, ognuna delle quali composta da domande-guida e una tabella sintetica (la cosiddetta “rubrica di valutazione”) che permette di scegliere e motivare un livello di qualità della propria scuola. In pratica per ognuna delle 10 aree ci si posiziona scegliendo tra sette livelli progressivi di valutazione: il livello 1 è il più basso, quello che caratterizza le situazioni più carenti, mentre il livello 7 è il più alto che caratterizza un servizio eccellente da ogni punto di vista.

Quali sono le quattro sezioni del RAV?

Le quattro sezioni sono: il contesto, gli esiti, le pratiche educative e didattiche e le pratiche gestionali e organizzative.

  • Nella sezione “contesto” si prendono in considerazione le condizioni effettive in cui opera la scuola dell’infanzia. Si comincia specificando da chi è gestita la scuola (scuola statale, comunale, paritaria o altro), per poi passare alle caratteristiche del territorio e della struttura, alle sue dimensioni, al livello socio-economico delle famiglie dei bambini, alle risorse professionali e finanziarie di cui dispone.
  • Nella sezione degli esiti si esaminano le finalità della scuola: il benessere dei bambini, il loro sviluppo cognitivo e psico-emotivo e il successo nei successivi livelli scolastici (i cosiddetti “risultati a distanza”).
  • Nella sezione delle pratiche educative e didattiche ci si sofferma sulla progettazione in tutte le sue dimensioni: elaborazione del curricolo, ideazione e realizzazione di attività educative, cura della documentazione e della valutazione, allestimento di ambienti per l’apprendimento, attenzione all’inclusione e alla continuità del percorso educativo.
  • Infine, nella sezione delle pratiche gestionali e organizzative si identifica l’orientamento strategico e organizzativo dell’istituzione, anche in funzione della natura del suo gestore (gestore pubblico statale o comunale, gestore paritario di orientamento religioso o laico), le iniziative di formazione in servizio degli insegnanti, le politiche di integrazione con il territorio e di gestione dei rapporti con le famiglie.

Esiste una guida ufficiale per l’autovalutazione della scuola dell’infanzia?

Sì, si può scaricare dal sito del Ministero dell’Istruzione (qui) oppure dal sito dell’INVALSI (qui). Si tratta di un fascicolo in pdf che riporta tutti i passi per una corretta autovalutazione ma non consente di visualizzare gli indicatori della propria scuola né il confronto di questi con quelli nazionali o regionali (i cosiddetti benchmark).

Come si fa ad avere accesso al RAV infanzia per poterlo utilizzare?

Mille e ottocento scuole, nel biennio 2018-2020, hanno utilizzato un prototipo del RAV infanzia allo scopo di verificarne il funzionamento sul campo. La sperimentazione è stata chiusa nel febbraio del 2020. L’apertura del RAV infanzia per tutte le scuole, indipendentemente dal fatto che abbiano partecipato alla sperimentazione, è prevista per settembre 2022. Nel frattempo si stanno svolgendo iniziative di informazione e formazione a vari livelli di approfondimento. A questo proposito sono sempre disponibili su youtube le registrazioni dei 20 seminari regionali. Per vederne uno è sufficiente ad esempio digitare sul sito di youtube “Seminario Veneto sui risultati della Sperimentazione del RAV Infanzia” (al posto di “Veneto” si può inserire la regione che più interessa), oppure andare al seminario nazionale di presentazione del RAV infanzia, che si è svolto il 15 luglio 2020, digitando: “RAV Infanzia: i risultati della Sperimentazione”. Sempre su youtube sono reperibili due tutorial che spiegano nel dettaglio come si utilizza lo strumento. Il primo si intitola “Approfondimenti per la compilazione del RAV Infanzia”, il secondo si intitola invece “Suggerimenti per la compilazione del RAV Infanzia e altre informazioni utili”.

È possibile vedere un RAV compilato in ogni sua parte con tutti gli indicatori previsti?

Sì. Il modo più semplice è quello di esaminare i RAV infanzia compilati e pubblicati da alcune scuole che hanno partecipato alla sperimentazione. Digitando su Google “Istituto Comprensivo RAV Infanzia” si possono trovare alcune decine di scuole che hanno partecipato alla sperimentazione e hanno deciso di pubblicare il RAV in pdf. Tra le prime scuole che compaiono citiamo l’IC San Francesco di Reggio Calabria, l’IC di Brivio (Lecco), l’IC “Matilde di Canossa” di San Benedetto Po (Mantova) e l’IC Bertinoro (Forlì-Cesena), ma se ne possono trovare in tutte le regioni.

Tutti dovranno compilare due RAV?

Gli Istituti comprensivi e i Circoli didattici nei quali funziona una scuola dell’infanzia dovranno compilare il RAV? È una questione ancora dibattuta dal momento che entrambe le opzioni presentano dei pro e dei contro. Se le scuole dell’infanzia utilizzeranno un RAV interamente distinto da quello della scuola primaria e della secondaria di primo grado, cioè quello attualmente in uso, c’è il rischio di accentuare la separazione, e talvolta la marginalizzazione, della scuola dell’infanzia rispetto agli altri due segmenti scolastici. D’altra parte integrare i due RAV in un unico RAV di istituto comporta il rischio che le specificità riconosciute e esaltate dal RAV infanzia vengano meno, in tutto o in parte. In molti seminari regionali è emersa una proposta che, secondo me, riesce a conciliare in modo sensato ed equilibrato le diverse esigenze in gioco. Si è proposto di inserire il RAV infanzia, così come è uscito dalla sperimentazione (salvo adattamenti minori), nella piattaforma del RAV in vigore attualmente, con le aree, le domande-guida e le rubriche di valutazione destinati specificamente alla scuola dell’infanzia integrando invece in un’unica sezione le due sezioni relative all’individuazione delle priorità di miglioramento. In questo modo il percorso auto-valutativo della scuola dell’infanzia mantiene la sua specificità ma nella scelta delle priorità, e nelle conseguenti azioni di miglioramento, l’istituto comprensivo, o il circolo didattico, assumeranno decisioni unitarie che dovranno tener conto delle esigenze di tutti i tre i segmenti scolastici.

Sperando di aver fatto luce su alcuni degli aspetti più rilevanti del RAV infanzia, vorrei concludere con un auspicio. Dopo aver seguito un percorso così partecipato e scientificamente rigoroso, mi auguro che, come già annunciato dal Ministero, il nuovo RAV infanzia possa puntualmente essere messo a disposizione di tutte le scuole dell’infanzia dall’anno scolastico 2022-2023. Saranno passati allora otto anni dall’inizio di questo percorso ma, da allora in avanti, le scuole dell’infanzia italiane potranno avvalersi di uno strumento pensato appositamente per loro.