Scuola e Green Pass

Storia di solitudine e abbandono

L’accordo sindacale sulla sicurezza a scuola per il nuovo anno scolastico, sottoscritto con il Ministero dell’Istruzione il 14 agosto 2021, ha suscitato polemiche nel già infiammato dibattito politico.

Si tratta di un accordo che ha recepito la necessità di un anno scolastico rigoroso, che possa non inseguire solo le emergenze ma riappropriarsi degli spazi educativo/didattici e delle potenzialità insite nel concetto di “successo formativo” per ogni alunno e studente.

Un impegno per la sicurezza

Un primo monitoraggio degli esiti incerti dell’anno trascorso non poteva certamente lasciare indifferenti, pertanto occorreva una sistematizzazione adatta alla complessa situazione epidemiologica che si continua a vivere. Il governo si è impegnato formalmente ed economicamente, mediante apposite risorse, a confermare e potenziare le misure già previste per garantire la sicurezza, cercando di ridurre l’annoso problema delle classi particolarmente numerose al fine di poterle sdoppiare e garantire il distanziamento. Inoltre, secondo il segretario della FL-CGIL Sinopoli, ci si aspetta “di poter contare sul personale aggiuntivo senza costringere le scuole a formare le classi numerose che erano state sdoppiate l’anno scorso”.

Una tutela per i lavoratori

È stato previsto, inoltre, che un tavolo specifico, da attivare velocemente, debba occuparsi dell’ampliamento delle tutele per i lavoratori fragili e della gratuità dei tamponi per il personale mediante convenzioni con le ASL. Sarà necessario operare ulteriori approfondimenti sugli effetti che l’applicazione del Protocollo (non solo Green Pass) richiede, rispetto ad impegni organizzativi a carico delle istituzioni scolastiche a partire dalla nomina dei supplenti temporanei.

Proprio la questione circa la possibile gratuità dei tamponi ha scatenato veementi e gratuite reazioni.

Le azioni di supporto

In verità, l’accordo raggiunto prevede, nella sua complessità, una serie di azioni di supporto (di cui mi limito a richiamare gli elementi più generali) circa:

  • la comunicazione alle famiglie e agli studenti delle determinazioni finali sulle procedure di contenimento del rischio di contagio;
  • il monitoraggio costante sull’utilizzo delle risorse stanziate fornendo puntuale ed apposita informativa in merito alle OO.SS.;
  • il supporto per la formazione, anche in modalità on-line, sull’uso dei DPI, sulle modalità di svolgimento del servizio prevedendo anche tutorial informativi rivolti al personale e alle famiglie;
  • la fornitura di supporto, a tutte le istituzioni scolastiche, circa l’utilizzo delle risorse straordinarie che verranno erogate per il contrasto alla diffusione della pandemia (utilizzando tali risorse anche per consentire di effettuare tamponi diagnostici al personale scolastico)
  • la collaborazione con il Commissario straordinario per la fornitura di mascherine, per il personale scolastico e per gli studenti, e di gel disinfettanti presso le sedi delle istituzioni scolastiche;
  • la richiesta al Ministero della Salute di garantire una corsia preferenziale per la vaccinazione del personale scolastico, l’effettuazione di tamponi preventivi e di contact tracing in caso di possibile contagio;
  • il favorire l’individuazione, in tutte le scuole, del medico competente che effettui la sorveglianza sanitaria di cui all’art. 41 del D.lgs. 81/2008 nonché la “sorveglianza sanitaria eccezionale” di cui all’art. 83 del D.L. 19 maggio 2020, n. 34 e sua Legge di conversione del 17 luglio 2020, n. 77, per i lavoratori di cui al citato articolo 83 che ne fanno richiesta (a mezzo certificato del Medico di Medicina Generale);
  • l’invito agli uffici scolastici regionali, in concomitanza con la prima fase di avvio dell’anno scolastico, a promuovere l’organizzazione sul territorio di apposite conferenze di servizio con i dirigenti scolastici anche al fine di individuare linee di comportamento omogenee ed indicazioni operative;
  • il favorire l’individuazione del Referente COVID d’Istituto come previsto dal rapporto ISS COVID-19 n. 58/2020;
  • la collaborazione con il Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per l’anno 2021 per il contenimento e il contrasto dell’emergenza COVID – 19 nonché il fornire aggiornate indicazioni ai Dirigenti Scolastici e alle istituzioni scolastiche in merito alle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 e alle procedure da adottare nel contesto scolastico;
  • l’obbligo di rimanere a casa con una temperatura superiore 37,5° o altri sintomi simil-influenzali e di chiamare il proprio medico di famiglia e l’autorità sanitaria.

Accordi e contrattazioni per la condivisione

Dietro la veemenza degli attacchi all’intero protocollo d’intesa per la possibilità di utilizzare alcune “risorse anche per consentire di effettuare tamponi diagnostici al personale scolastico” si rivela, in realtà, una idiosincrasia verso gli accordi, le contrattazioni e la funzione stessa delle Organizzazioni Sindacali e non la semplice paura di una estensione della gratuità dei tamponi anche ai così definiti “no vax”.

Le contrattazioni sindacali rappresentano lo strumento avanzato di condivisione e responsabilizzazione dei lavoratori nella gestione del lavoro sui propri luoghi di lavoro, con il supporto delle RSU e dei RLS. Ed un attacco a tali strumenti è un attacco direttamente ai lavoratori, o meglio, al LAVORO.

Il rischio di una scuola isolata

In taluni interventi registrati in queste ultime ore, a modesto parere dello scrivente, si può rivelare una continuità logica con la vessazione che ormai si protrae da diversi decenni, verso i lavoratori, frutto dell’incapacità della politica di determinare soluzioni efficienti ed efficaci, risoluzioni ai problemi del nostro Paese. Per tali politici l’unica soluzione è quella di far gravare i costi della (in)sufficiente attività e di riversarla sul lavoro. In tale senso si rifletta sull’insieme dei vari provvedimenti che vanno dalle politiche salariali, alle politiche fiscali completamente basate sui lavoratori dipendenti e pensionati, al jobs act, alla Legge Monti-Fornero sui pensionamenti.

Ci si preoccupa della possibile estensione della gratuità dei tamponi ai no vax, ma nessuno prende in carica la questione dei trasporti che sono parte integrante del sistema scolastico: così si tende ad isolare sempre di più le istituzioni scolastiche, più di quanto non abbia fatto la pandemia, negando quel concetto fondamentale di considerare la scuola come Sistema Formativo Integrato (DPR 275/1999) non solo in verticale ma anche in orizzontale, col territorio, in un’ottica sistemica, sostenibile ed inclusiva, come i documenti europei argomentano.

La politica deve cambiare la società

Lucio Magri affermava che “La politica non deve solo cambiare l’economia, ma anche la società” ed in questo momento, a me sembra, che la politica abbia dimenticato completamente l’aspetto sociale ed educativo delle proprie decisioni. Basterebbe ricordare, a tal scopo, l’art. 32 della Carta Costituzionale che testualmente recita “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Tale dettato costituzionale avrebbe presupposto che i nostri politici, se fossero liberi dai condizionamenti e dai ricatti di una maggioranza virtuale ma realmente inesistente, si assumerebbero le scelte legislative necessarie a tutelare la salute collettiva e non solo quella individuale invece di delegare alla periferia dello Stato, o agli “altri”, una azione di forzato controllo, non comprendendo che una tale scelta legislativa è scelta educativa e democratica.

Applicare la Carta Costituzionale

Non entrando nel merito delle motivazioni per cui ci si trova in questa situazione, cioè se:

  • deriva da una mancanza di cultura politica personale;
  • dipenda dalla trasformazione dei vecchi partiti politici;
  • discenda dal fatto che ormai la politica sembra interessarsi solo dei diritti civili, (ricordando che il paese più avanzato nei diritti civili sono gli Stati Uniti d’America che sono anche un paese fondamentalmente di “destra”),

la realtà è che il LAVORO sembra non avere più “casa” nel nostro Parlamento!

Giuseppe Di Vittorio affermava che la mission della CGIL è quella di applicare, nei suoi dettagli, la Carta Costituzionale ed il protocollo sottoscritto è totalmente in tale logica. Chi lo critica con la veemenza e la durezza fatta riscontrare in questi giorni, forse, crede poco negli alti valori della nostra Costituzione, nella valenza educativa e sociale delle decisioni della politica, nella necessità che i lavoratori siano tutelati in quanto si impegnano con tutta la loro persona a collaborare prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale (cfr c.c. 2094).

La mediazione come terreno di confronto sulla ragionevolezza

Sono convinto che i tavoli, che completeranno il protocollo sottoscritto, affronteranno senza demagogia, senza posizioni precostituite, la giustezza delle azioni da attuare in una attività di mediazione, che come diceva Pietro Scoppola, non deve essere fine a sé stessa, ma terreno di confronto sulla ragionevolezza, che il LAVORO ha diritto di ricevere. In ballo non c’è solo la programmazione di un anno scolastico che vada incontro alla complessità emergente ed ai bisogni formativi di chi la abita, ma anche la ri-presa di un consenso e di un ruolo sociale delle istituzioni scolastiche per il futuro di un Paese che voglia dirsi civile.