Il curricolo del bello

Apprendere e sapere stare al mondo

Il modello più elevato della vita di una comunità è quello di sperimentare una cittadinanza che permetta ad ogni individuo di accrescere l’agire pubblico e riconoscere il valore del bene comune. In questo senso, ogni soggetto, bambino o adulto che sia, è tenuto a portare il proprio regalo (comunità, dal lat. cummunus: condividere un dono) alla collettività nella quale vive.

L’educazione come incontro con la realtà

Il sociologo Pierpaolo Donati ha sviluppato il tema dei beni comuni intesi come‘beni relazionali’ (amicizia, gratuità, solidarietà, cooperazione). Tutte queste disponibilità danno vita al capitale sociale della comunità e costituiscono i gesti indispensabili per rafforzare la coesione e la solidarietà umane.

In questa prospettiva, all’educazione spetta il suggestivo compito di introdurre i bambini, fin da piccoli, nella realtà promuovendo il dialogo, l’incontro e il desiderio di instaurare solidi legami con gli altri, l’ambiente e il mondo.

Questo impegnativo processo non cresce quando:

  • si arresta sulla soglia, perché nessuno si prende cura di accompagnare l’alunno nel portare a compimento il compito assegnato;
  • si impedisce al bambino di mettersi in gioco. In questo caso, genitori e insegnanti preferiscono aderire ad un’educazione timorosa e hanno paura di far provare il “disagio di crescere”;
  • viene fatto un uso anarchico della libertà e si rinuncia ad educare al ‘senso del limite’ e della misura. Come Ha affermato Cesare Scurati, “l’assenza del limite non rafforza il bambino, ma lo rende dipendente dal capriccio e dall’illusione di onnipotenza”.

Imparare a saper stare al mondo

Nelle Indicazioni nazionali 2012 si afferma che la scuola oggi è investita “da una domanda che comprende, insieme, l’apprendimento e il saper stare al mondo”.

In questa affermazione si indicano le due strade maestre che gli insegnanti devono seguire nel promuovere l’incontro degli studenti con la realtà:

  • acquisire solide basi culturali attraverso adeguate padronanze disciplinari e multidisciplinari (“apprendimento”);
  • educare i giovani ad una cittadinanza attiva e responsabile (“saper stare al mondo”), anche in virtù delle conoscenze e delle competenze maturate nel corso degli anni di scuola.

Lo stesso concetto di competenza esplicitato nella Raccomandazione dell’Unione europea del maggio 2018 comprende la prospettiva sopra richiamata. La competenza, infatti, tiene insieme conoscenze, abilità e atteggiamenti.

Pertanto, risulta essenziale che un alunno conosca tutto ciò che serve per produrre la carta, ma è altrettanto importante che sappia correttamente riciclarla, quando è stata utilizzata.

L’educazione al bello e al buono

Il tema dello sviluppo sostenibile e, più in generale, del conseguimento dei 17 obiettivi indicati nell’Agenda 2030 dell’ONU, sollecita ogni cittadino (in particolare chi si occupa di educazione) a fare proprio il monito del principe Myskin, protagonista dell’Idiota di F. Dostoewskij: “La bellezza salverà il mondo”.

Nella tradizione classica bello e buono erano intrinsecamente legati in un’unica espressione, Kalokagathia: buono(agathòs); bello kalòs). L’idea di bellezza, dunque, investiva non solo la dimensione estetica ma le qualità interiori della persona.

In realtà ancora oggi verità, bontà e bellezza vengono viste come intrinsecamente unite sia da rappresentanti delle religioni che da esponenti della cultura laica.

Verità, bellezza, morale

LA BELLEZZA IN EDUCAZIONE
“Amo la scuola perché ci educa al vero, al buono e al bello” (Papa Francesco 2016).
“L’educazione deve ruotare attorno a tre componenti estremamente importanti: verità (scienza: teoria dell’evoluzione di C. Darwin), bellezza (arte: le nozze di Figaro di Mozart) e morale (storia: l’olocausto)” (Howard Gardner, Sapere per comprendere, 1999).

L’educazione alla bellezza, dunque, apre ad una prospettiva integrale dell’educazione. Gli insegnanti in primis sono chiamati ad adottare uno stile educativo improntato ad un’etica professionale dove al centro ritroviamo i canoni della bellezza stessa: equilibrio, dialogo, confronto, comprensione, empatia, impegno reciproco, …

Un curricolo del bello

L’irruzione della pandemia, che ha intristito di bruttezza le nostre esistenze, deve spingerci ad avvertire il desiderio di abbracciare gli ideali delle tre classiche virtù. Edgar Morin nel testo Cambiamo strada, delinea i contorni di una crisi che può diventare l’opportunità di avviare un cammino nuovo per l’umanità.La crisi planetaria nata dal Coronavirus mette in risalto lacomunità di destino di tutti gli uomini in un legame indissolubile con il destino bioecologico del pianeta Terra”.

E la scuola non può sottrarsi a tale compito. Anzi, si pone come pietra angolare della “civitas” in cui ogni persona si impegna a comporre la bellezza del bene comune. Così il curricolo di istituto, carta di identità dell’istituzione scolastica, può diventare la rappresentazione di un dichiaratoin cui i valori della bellezza potranno orientare in modo significativo l’agire degli insegnanti.

La forma del curricolo d’Istituto

ESSENZIALITÀ E BELLEZZA: DUE POLI DEL CURRICOLO D’ISTITUTO
LeggerezzaNel senso di ‘sostare’ sui saperi che contano. Il curricolo d’Istituto dovrà essere essenziale (non minimale) ed indicare alcuni nuclei generativi del conoscere e dell’agire attraverso gli strumenti della mente critica, del cuore rispettoso e della mano creativa
BellezzaÈ una parola poliedrica, una delle poche espressioni che dà senso alle nostre esistenze. In particolare, il nostro Paese la rappresenta in tutte le possibili espressioni umane. La bellezza è dentro di noi, nelle persone, nelle cose, nelle relazioni tra l’uomo e il pianeta. La dobbiamo scoprire, custodire, proteggere, creare, soprattutto farla oggetto di educazione.

La dimensione estetica della cittadinanza

La promozione dell’educazione del (al) bello sta alla base di una concezione della cittadinanza che evidenzia lo stretto rapporto esistente tra esperienza estetica ed esercizio dei valori civici.

Pertanto, come afferma Irene Baldriga, “è possibile riconoscere una precisa coerenza tra fruizione consapevole del patrimonio (inteso come paesaggio, spazio urbano, beni culturali, ambiente) e rispetto dell’altro da noi (persona, comunità, natura)”.

Sul piano didattico, la dimensione estetica della cittadinanza è rappresentata da una molteplicità di possibili progettualità.In particolare, il Service Learning rappresenta una delle forme pedagogiche più coerenti con questa concezione dell’educazione civica. Afferma in proposito Maria Nieves Tapia: “raccogliere spazzatura sulla riva di un fiume è un servizio. Studiare campioni d’acqua al microscopio è apprendimento. Quando gli studenti raccolgono e analizzano campioni d’acqua di un fiume inquinato e usano i risultati per ripulire il fiume con le autorità locali e le comunità, questo è apprendimento-servizio.

Apprendere e servire

I due verbi, apprendere e servire, sono legati da una relazione circolare: l’alunno mette a disposizione degli altri le competenze maturate grazie alle conoscenze acquisite in un determinato contesto; la comunità riceve un servizio che contribuisce a rendere più pulito e bello un ecosistema fondamentale come il fiume che attraversa il paese.    

Ogni cittadino ha così l’opportunità di dialogare con le cose, con le persone e con l’universo di cui è parte, mettendo in atto quelle “posture” che permettono a ciascuno di interagire con gli altri e con i luoghi che abitano dentro e fuori di noi.

Indicazioni di lettura

  • Baldriga I. (2020), Estetica della cittadinanza. Per una nuova educazione civica, Le Monnier Università, Firenze.
  • Donati P. (2019), Scoprire i beni relazionali. Per generare una nuova socialità, Rubbettino, Catanzaro.
  • Gardner H. (1999), Sapere per comprendere, Feltrinelli, Milano.
  • Morin E. (2020), Cambiamo strada, Raffaello Cortina, Milano.
  • Papa Francesco (2016), Educazione del cuore, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI).
  • Scurati C. (1995), Elementare oltre, La Scuola, Brescia.
  • Tapia M. N. (2006), Educazione e solidarietà. La pedagogia dell’apprendimento servizio, Città Nuova, Roma