Patti educativi per Ri-Generare scuola e territorio

Una ricerca del Forum Disuguaglianze e Diversità

Nel dicembre scorso (2021) il Forum Disuguaglianze e Diversità[1] (da ora Forum DD) ha presentato il Rapporto di ricerca “Patti educativi territoriali e percorsi abilitanti. Un’indagine esplorativa”[2]. È un documento che esamina le progettualità e gli esiti di 15 esperienze territoriali, promosse con l’obiettivo di ricavarne proposte per un’agenda politica di contrasto alle disuguaglianze e alle povertà.

Al centro dell’indagine i Patti educativi (collaborazioni consolidate e formalizzate) e le Alleanze educative (partenariati informali), dispositivi entrambi connessi al paradigma della “comunità educante”. Nel merito il Ministro Bianchi aveva auspicato che i Patti potessero diventare “… un luogo concreto e ideale non solo per arginare processi di abbandono e fallimento formativo, ma anche per immaginare e dare sostegno a nuove modalità di educare e fare scuola”[3].

Dimensioni formative e temi chiave esplorati

Tre sono le dimensioni indagate:

1. sistemi e progettualità: quali sono le realtà istituzionali più coinvolte; come funzionano, dove e perché;

2. sostenibilità e realizzazione: come cambiano i Patti e le Alleanze nella fase applicativa; in che modo un Patto o un’Alleanza può diventare veicolo di policy;

3. trasformazioni generate: quali competenze matura chi partecipa al Patto o all’Alleanza; quali sono le matrici innovative dei Patti e delle Alleanze, dentro e fuori la scuola. 

Rispetto alla prima dimensione nei quindici “casi” analizzati è emerso il valore aggiunto della co-progettazione determinato anche dallo sviluppo di competenze trasversali e non cognitive. Riguardo alla seconda dimensione si è rilevato come la sostenibilità poggi soprattutto sul fattore umano e in particolare sulla motivazione e sul lavoro continuativo delle persone. Rispetto alla terza il focus è stato individuato nella cifra sperimentale delle esperienze condotte. In generale le azioni intraprese si sono caratterizzate per la “spinta” all’innovazione educativo-didattica, per l’approccio multifattoriale alle problematiche indagate, per l’impegno a sviluppare presìdi territoriali permanenti, dotati di risorse replicabili altrove.

Le alleanze per contrastare il fallimento formativo

Nonostante la diminuzione della platea dei “dispersi” nell’ultimo decennio (dal 19,6 % del 2008 al 13,1% del 2021, dati Istat), oltre 500.000 studenti vanno ancora incontro ad un “destino” scolastico avverso. Retroterra socio-economico-culturali deprivati e insuccessi scolastici costituiscono il terreno favorevole per il loro fallimento formativo e alimentano lo “zoccolo “duro” della povertà educativa[4]. Rispetto a fenomeni così complessi e in mancanza di alleanze strutturali e di un’idea di governance integrata tra i diversi soggetti coinvolti, gli interventi compensativi rischiano di rivelarsi soluzioni “perdenti”. Si avverte quindi la necessità – precisano i ricercatori – che docenti e volontari operino in sintonia non solo sulle strategie didattiche (con frequenti momenti di compresenza), ma anche sui modelli teorici di riferimento[5]. I percorsi “sperimentali” dovrebbero da un lato diversificare l’offerta formativa, senza però cedere ad una bulimia progettuale, dall’altro fare da volano per una rivisitazione delle prassi in uso, rappresentando per gli insegnanti opportunità di aggiornamento della loro “cassetta degli attrezzi”.

Alcune buone pratiche in sintesi 

La selezione delle 15 esperienze oggetto di indagine (di cui 11 nel Centro-Nord) è stata anzitutto effettuata tenendo conto di un pre-requisito essenziale: la partecipazione delle Scuole. Altri criteri-guida hanno riguardato le caratteristiche del territorio (marginalità, localizzazione geografica, contesto socio economico…), gli obiettivi del Patto o dell’Alleanza (innovazione didattica, riqualificazione spazi e servizi, contrasto alla povertà educativa…), il profilo dei soggetti coinvolti (privato-sociale, istituzioni pubbliche, Istituti Secondari di secondo grado…), gli aspetti organizzativi (durata dell’intervento, tipologia finanziamenti…). Di seguito una scheda con alcune “buone pratiche” con i passaggi più significativi.

 BUONE PRATICHE TRAIETTORIE FOCALI
Patto informale Kalsamare Palermo• Alleanza educativa attivata a Palermo, nei quartieri Kalsa e Sperone/Brancaccio, entrambi a rischio socio-educativo.
• Due Istituti Comprensivi e soggetti del Terzo Settore hanno agito, con discreti risultati, per migliorare le condizioni di partenza e offrirealternative di vita e alla criminalità organizzata, adottando il modello del Capability Approach (vds. A. Sen, 1974, 1979) che punta all’incremento delle capabilities individuali e collettive di bambini/e, ragazzi/ee adulti.
• Organizzazioni e Scuole si sono accreditate come presìdi riconosciuti e durante la pandemia hanno supportato le famiglie con figure intermedie e con assistenza domiciliare.
Scholè Padova• Il progetto si è sviluppato nel quartiere Arcella di Padova, dove vive un terzo della popolazione straniera dell’intera città.
• Il quartiere è noto per condizioni diffuse di povertà materiale ed educativa e per la presenza di criminalità che coinvolge anche i minori stranieri.
• L’alleanza educativa ha interessato 2 istituti scolastici, 7 organizzazioni del Terzo Settore, Comune e UNIPD.
• La sfida è stata quella di contrastare alcune prassi scolastiche divenute “in-sostenibili” (rispetto a strategie didattiche, valutazione, dinamiche relazionali), investendo in soluzioni innovative concordate tra scuola e territorio.
Fuori centro Trentino• L’alleanza educativa ha impegnato 4 Istituti Comprensivi e una Scuola Ladina, 3 Fondazioni, 5 cooperative, 7 Associazioni, 2 Enti for profit, una Comunità montana, la Provincia di TN.
• Il progetto ha puntato a migliorare il capitale sociale e psicologico, anche attraverso la creazione e il consolidamento di tre “villaggi educanti” (metafora per aggregazioni educative) in ogni Comunità di Valle.
• In programma azioni di recupero ambientale, collaborazione con il Mart di Rovereto (rigenerazione delle pensiline dei bus), percorsi di orientamento scolastico per evitare la polarizzazione delle scelte verso il settore turistico.
Radici Abruzzo, aree interne• L’alleanza educativa ha coinvolto 5 organizzazioni del Terzo settore e 11 Istituti scolastici. Si è costituita per partecipare all’Iniziativa Aree Terremotate dell’Impresa Sociale “Con i Bambini”.
• I diversi soggetti hanno collaborato per la ricostruzione sociale post sisma (2009, 2016), per l’ampliamento e il miglioramento dell’offerta culturale ed educativa (laboratori teatrali e artistici).
• Tutte le attività sono state finalizzate a promuovere la cultura della “Rete” e a valorizzare il patrimonio culturale locale.
Fonte: Rapporto di Ricerca, da pag. 14

“Requisiti” per la qualità dei servizi 

I ricercatori, nell’apprezzare l’impegno di tutti i soggetti coinvolti, hanno però enfatizzato alcune “condizioni” a cui le azioni intraprese non possono sottrarsi, pena la loro fruibilità temporanea:

  • la co-progettazione può avere un suo spessore innovativo se riesce a superare le derive scolastiche tipiche del sistema dei “progettifici”;
  • Patti e Alleanze non possono svolgere un ruolo di supplenza delle politiche pubbliche, debbono invece promuovere visioni strategiche perché i Responsabili dei servizi territoriali diventino agenti di cambiamento;
  • la Scuola non può essere l’unico presidio, anche “fisico” per i bisogni del territorio, occorre quindi, a partire da queste esperienze, moltiplicare luoghi e occasioni di crescita per la comunità;
  • da assumere senza riserve la richiesta che gli Enti erogatori finanzino non tanto progetti, ma soggetti ed esperienze divenuti presìdi per la comunità.

[1] Il Forum DD è un’alleanza politico-culturale, un think and do (pensa e fai) tra otto Organizzazioni di cittadinanza attiva (oltre la stessa fondazione Basso ne fanno parte Caritas Italiana, Legambiente, Actionaid, Cittadinanzattiva, Dedalus cooperativa sociale, Fondazione di Comunità di Messina, Uisp…)  e un gruppo di persone che compongono l’assemblea dei membri. Nata nel 2018, è presieduta da F. Barca e A. Morniroli. Elabora politiche pubbliche e progetti pilota nel segno della giustizia sociale.

[2] Il testo integrale su www.forumdisuguaglianzediversita.org/patti-educativi-territoriali-e-percorsi-abilitanti-unindagine esplorativa/ Adattamento.

[3] La problematica era già stata affrontata dal prof. P. Bianchi, non ancora Ministro, nel suo testo Nello specchio della scuola, Il Mulino, 2020 e da Open polis, Giovani e comunità, 24.1.2022. Tre le voci critiche: NL ROARS, La scuola delle comunità e dell’uguaglianza del Ministro Bianchi, 1° aprile 2021; F. Luppino, Il piano per la scuola d’estate: un fallimento annunciato, NL ROARS, 26 maggio 2021.

[4] Sul tema vds. D. Trovato (2021), La povertà educativa interroga anche la scuola, RIS, Maggioli, n. 5.

[5] Ad es. nell’ambito dell’orientamento il tradizionale modello di profiling e di matching (l’uomo giusto al posto giusto) può essere sostituito con quello del life design, paradigma che, nella progettazione e gestione del progetto di vita di una persona, predilige la flessibilità, l’adattabilità e l’apprendimento lungo tutto il corso della vita (vds. Soresi S. & alii, 2010, Nota e Soresi, 2014).