Coordinatore pedagogico e coordinamento pedagogico territoriale

Un altro passo per realizzare in sistema integrato 0-6

Le linee pedagogiche del sistema integrato 0-6 (Decreto Ministeriale n. 334 del 22 novembre 2021) al punto 5 della VI parte relativa alle “Garanzie della Governance” descrivono gli interventi strategici per la realizzazione del sistema integrato, in particolare il ruolo del coordinatore pedagogico e del coordinamento pedagogico territoriale. La figura del coordinatore è rilanciata anche dagli Orientamenti Nazionali per i Sistemi Educativi per l’infanzia (Decreto n. 43 del 24 febbraio 2022).

Già il Decreto 65/2017 aveva affidato agli Uffici Scolastici Regionali un ruolo di collaborazione con le Regioni ai fini della promozione dei Coordinamenti Pedagogici Territoriali (art. 6, comma 1, lett. c.), considerati obiettivi strategici per lo sviluppo e la qualificazione del sistema integrato.

Anche le Raccomandazioni Europee sollecitano gli Stati Membri a richiamare l’attenzione sul sistema integrato 0-6, prevedendo tra l’altro i coordinamenti pedagogici.

Le istituzioni scolastiche statali e paritarie, i servizi per l’infanzia e gli Enti Territoriali devono tener conto di queste indicazioni e attivarsi in merito.

Chi è il coordinatore pedagogico?

Come si legge nelle Linee Pedagogiche e negli Orientamenti Nazionali il coordinatore è una “figura professionale che cura il funzionamento delle èquipe educative con funzione di indirizzo e sostegno professionale al lavoro individuale e di gruppo degli educatori/insegnanti e del personale ausiliario delle istituzioni educative a lui affidate…fa parte integrante del gruppo di lavoro…”[1]. Ovviamente devono essere coinvolti tutti i servizi 0-6, indipendentemente dalle tipologie degli enti gestori.

Finora nelle scuole statali l’azione di coordinamento è stata svolta dal Dirigente Scolastico, il quale ha assunto un ruolo di leadership educativa, così come nelle scuole paritarie tali compiti sono stati assolti dai gestori. Oggi queste funzioni saranno svolte da figure stabili di coordinamento e referenti, infatti il Dirigente Scolastico di un istituto (o in rete fra varie scuole), nomina il coordinatore identificandolo fra insegnanti qualificati e debitamente formati in relazione al possesso di specifiche competenze pedagogiche e organizzative. Ovviamente la presenza di organico potenziato consente alle istituzioni scolastiche statali singolarmente o in rete di nominare tale figura. Non si parla nei documenti citati di coordinatori pedagogici nominati fra gli educatori del settore 0-3.

Compiti e funzioni del coordinatore pedagogico

Quali possono essere i compiti e le funzioni del coordinatore pedagogico[2], cioè di questa nuova figura professionale così importante per il sistema integrato 0-6?

  • Organizzare una comunità educativa di pratiche all’interno di un contesto definito che comprenda sia i nidi che le scuole dell’infanzia statali e paritarie che insistono su un territorio. Tale comunità può corrispondere o alla singola istituzione scolastica o a una rete di scuole. Il coordinatore svolge la funzione di indirizzo e sostegno professionale individuale e di gruppo.
  • Creare le condizioni organizzative affinché la riflessione professionale possa essere collegiale proponendo riunioni periodiche di gruppo e strumenti utili per le pratiche didattiche.
  • Dare il proprio contributo nell’organizzazione del lavoro e delle attività dei bambini e nella strutturazione degli spazi e dei tempi scolastici delle varie istituzioni coinvolte.
  • Facilitare l’interazione, la discussione e gli scambi di idee fra i componenti del gruppo, in modo tale da apprendere dal confronto e dalla negoziazione dei significati (costruzione di un glossario comune).
  • Fare in modo che le competenze personali dei componenti del gruppo maturino.
  • Promuovere la partecipazione del gruppo sollecitando l’incontro tra educatori e insegnanti per costruire la progettazione educativa per il curricolo verticale mediante la predisposizione di strumenti (per esempio: elaborazione di una scheda di passaggio fra nido-scuola infanzia-primo ciclo, pratiche di documentazione, schede di osservazione…).
  • Individuare le esigenze formative degli educatori e insegnanti e del personale ausiliario e proporre approfondimenti formativi qualificati.
  • Confrontarsi sulla continuità orizzontale per costruire rapporti positivi e costruttivi fra educatori, insegnanti e genitori e curare il raccordo tra le strutture educative e i servizi sociali e sanitari.
  • Analizzare e monitorare le attività e le relazioni educative, i bisogni dei bambini e delle loro famiglie e proporre approfondimenti qualificati. Non si tratta di valutare i componenti del gruppo, in quanto ognuno deve sentirsi libero di esprimersi, di esplorare e di ricercare.

Gli educatori e gli insegnanti che fanno parte del gruppo sono accumunati dall’avere compiti, responsabilità e obiettivi condivisi e ciò sostiene l’interdipendenza, in cui si sviluppa un processo di negoziazione e la possibilità di far prevalere il piano razionale su quello emotivo e inconscio.

Cosa è il coordinamento pedagogico territoriale?

Le Linee Pedagogiche definiscono tale coordinamento come “un organismo stabile nel tempo che comprende e riunisce i coordinatori pedagogici dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia esistenti su un territorio (statali, comunali, privati, paritari) e costituisce un elemento indispensabile, dal punto di vista tecnico-pedagogico, della governance locale dei servizi svolgendo un ruolo fondamentale di orientamento pedagogico nell’espansione e qualificazione dello 0-6 attraverso il confronto professionale collegiale”[3].

Nell’ottica di una governance multilivello le Regioni e gli Enti Locali assumono compiti precisi che definiscono l’istituzione di tale organismo:

  • le Regioni promuovono i coordinamenti pedagogici territoriali d’intesa con gli Uffici Scolastici Regionali e le rappresentanze degli Enti locali, e d’intesa con tali uffici regionali possono promuovere forme di coordinamento pedagogico regionale. D’intesa con le Università del territorio e con gli Enti di Formazione, organizzano interventi formativi destinati ai coordinatori pedagogici per garantire linee e strategie comuni di intervento.
  • I Comuni hanno la responsabilità di attivare il coordinamento pedagogico territoriale, al quale partecipano i coordinatori pedagogici di tutte le strutture educative pubbliche e private presenti sul territorio. Tenendo conto dell’assetto amministrativo e della configurazione geografica, i Comuni definiscono, anche in forma associata con altri Enti Locali, l’ambito territoriale di competenza per tale coordinamento (circoscrizioni, distretti, unione di Comuni …).

Il coordinamento territoriale è un progetto culturale che coinvolge tutti i coordinatori di un territorio mediante la “comunità di pratiche”, dove i riferimenti teorici e i suggerimenti pratici servono per la trasferibilità e la socializzazione delle esperienze, facendo parlare i protagonisti della scuola “dal vivo”, in tal modo emergeranno dal basso e non calati dall’alto, visioni di scuola condivise e metodi didattici di una comunità educante.

Funzioni del coordinamento pedagogico territoriale

Il primo obiettivo strategico del coordinamento che lo Stato intende raggiungere mediante il Piano d’Azione Pluriennale, è quello di connettere azioni di programmazione regionale con i bisogni presenti nelle singole comunità locali. Ciò significa:

  • mirare alla riflessione pedagogica sul territorio, alla qualificazione ed espansione di servizi e scuole dell’infanzia nel sistema 0-6 (orientamento pedagogico e supporto a gruppi di lavoro, formazione in servizio, diffusione di buone prassi …);
  • prevedere un raccordo tra i diversi soggetti responsabili per la gestione dei nidi e scuole infanzia, garantendo una “coerenza negli interventi”;
  • svolgere funzioni di orientamento pedagogico, di sostegno allo sviluppo della rete di tutte le strutture del sistema “zerosei”;
  • immaginare una supervisione professionale ravvicinata per gli educatori e insegnanti, quale capacità di affiancamento e di orientamento, di progettazione della formazione continua e comune del personale e di collaborazione con le Università.

Il coordinamento, in sintesi, garantisce una migliore attenzione ai temi specifici dell’educazione infantile, ai contesti educativi e di cura più adeguati alle diverse età, ad una relazione educativa orientata a favorire la progressiva autonomia dei bambini e all’incontro con le prime rappresentazioni simboliche[4].

Settembre è vicino

Ci aspettiamo che da parte delle Regioni si incomincino a programmare gli interventi previsti dal Decreto 334/2021 affinché siano realizzate azioni formative per educatori e insegnanti che mirino a sviluppare specifiche competenze pedagogiche e organizzative, che diano una qualificazione certificata per la funzione del coordinatore. Ci aspettiamo, inoltre, che i Comuni avviino tutte le operazioni preliminari per creare i coordinamenti pedagogici territoriali. In molte realtà i coordinamenti esistono già, sia per i servizi educativi che per la scuola dell’infanzia; si tratta di generalizzare e dare forma istituzionale a tali organismi su tutto il territorio nazionale se si vuole garantire l’effettiva realizzazione del sistema integrato zerosei.


[1] Linee Pedagogiche per il Sistema Integrato 0-6, Parte VI.

[2] Quaderno di Zeroseiup n. 6 “Progettare e realizzare percorsi 0-6. Riflessioni ed esperienze” ed Zeroseiup 2019, Ragusa 25 agosto 2022.

[3] Linee Pedagogiche per il Sistema Integrato 0-6, Parte VI.

[4] Quaderno di Zeroseiup n. 6 “Progettare e realizzare percorsi 0-6. Riflessioni ed esperienze” ed Zeroseiup 2019, Ragusa 25 agosto 2022.