Una scommessa vincente

“Matilde, non ti devi preoccupare, a scuola non si festeggia per il 10 in pagella ma per un 5. Si brinda allo scampato pericolo. Alla quasi sufficienza. E poi credimi, la colpa non può essere solo tua…”.

Umberto Crusco non è mai stato un maestro della scuola di Barbiana ma sapeva dialogare con i giovanissimi. Oltre ad essere un gran raccontatore di storie è stato cultore di aneddoti autobiografici che ha condiviso con generosità soprattutto con gli adolescenti che con la scuola sembravano aver magari non un pessimo rapporto ma quantomeno poca stima.  Lo ha fatto fino alla fine dei suoi giorni. Fino al 13 febbraio di quest’anno quando all’età di 93 anni se n’è andato. Diceva di non essere vecchio ma di soffrire di etatite, malattia che colpisce chi vive troppo: “Dopo gli ottanta è solo tempo rubato”.

Il suo funerale è stato all’altezza delle aspettative e della sua ironia: celebrato il 14 febbraio, giorno di San Valentino, in una parrocchia del centro storico, a via Foria, dove le letture dei passi del Vangelo avevano come sottofondo le voci degli operai e il rumore dei martelli pneumatici per i lavori in corso.  A due passi dalla sede della casa editrice a piazza Carlo III che, a dispetto dell’età, non ha mai smesso di frequentare. 

La morte è solo il finale di una storia. Ma se vogliamo capire da dove è veramente iniziata quella del professore Crusco dobbiamo cominciare da una data, 15 ottobre 1974 e da una copertina: quella di Notizie della scuola, periodico di informazione per le scuole secondarie e primarie. Quel primo numero dedica l’apertura all’anno scolastico 1974-75. Se ne scrive a proposito delle sue forme più istituzionali: la formazione delle classi, il conferimento degli incarichi e delle supplenze. C’è spazio anche per le nuove norme per gli ex combattenti sul “collocamento a riposo anticipato” e all’elenco delle scuole di nuova istituzione che comprende i nominativi dei sovrintendenti regionali e dei provveditori.

La pubblicazione certifica la nascita ufficiale della casa editrice Tecnodid. A dirigere il periodico dalla fondazione è Pellegrino Sarno anche lui maestro di scuola. Un sodalizio che durerà fino alla sua morte nel 1999. Negli anni ‘90, la svolta: in occasione della mostra dei libri Galassia Gutenberg la casa editrice si trasformerà diventando un punto di riferimento per il settore della scolastica. Diversifica la produzione e alla rivista si aggiungono i libri di settore e non solo, i seminari e i corsi di aggiornamento per presidi e docenti.

L’8 gennaio di quell’anno (1974) il professore Umberto compie 44 anni, 19 dei quali (più sei mesi e un giorno) trascorsi insegnando tra il 5° circolo “Mazzini” a via Ventaglieri nel cuore di Napoli e prima ancora a Muro Lucano, piccolo comune in Basilicata e a Secondigliano.  

Del mestiere di insegnante ne sa abbastanza, ne conosce vizi e virtù. Ha attraversato gli anni della guerra, del boom economico, del Sessantotto… È sopravvissuto, da studente e insegnante, ai ministri che si sono succeduti a quel dicastero dal 1946 a oggi. Se i conti tornano il professore Umberto ne ha visti passare settantadue.

A Napoli come in altre città la povertà non è quasi mai andata d’accordo con l’offerta educativa. Vige il comandamento “Il ragazzo non è adatto alla scuola. Fatelo lavorare”; “Signora, suo figlio non si applica.  Un ciuccio”.

È la scuola degli abbandoni dove gli alunni meno fortunati non hanno sogni e possono aspettarsi poco o nulla. Il concetto di missione si scontra con la scarsa vocazione di quei docenti finiti nelle graduatorie dei concorsi a cui in molti casi si partecipa perché lascia intravedere la sicurezza del posto fisso.

La scommessa di Umberto è duplice. Da una parte ci sono i problemi di una scuola che non riesce ad essere un modello, dall’altra il linguaggio burocratico, ministeriale. I documenti, che siano circolari, decreti o leggi, sono redatti in maniera poco comprensibile. La rivista Notizie della scuola rappresenta una novità a cominciare dal nome della testata. Dà la sensazione che finalmente la scuola decide di parlare di sé. Come? Rendendo intellegibile ciò che prima non lo era. Spiegando, interpretando, semplificando l’astrusa sintassi dei ministeri. Le trappole sono ovunque: nelle note, nei codicilli, nei rimandi ad altre leggi, le note a margine di decreti che risalgono ad anni prima. Un ginepraio nel quale è difficile liberarsi.

Con la scomparsa del professore Crusco il mondo dell’editoria perde un altro pezzo della sua storia. Una storia che oggi continua a sfidare un mercato sempre più difficile, ma Umberto ci ha insegnato che bisogna andare sempre avanti, senza paura e con coraggio.