Progetto Eulalia: European Latin Linguistic Assessment

Prospettive europee per la certificazione linguistica del latino

La Certificazione Linguistica del Latino ha visto la luce nel 2008 per iniziativa della Consulta Universitaria di Studi Latini (CUSL) con la finalità di individuare standard di competenze a prescindere dal metodo didattico utilizzato. I Protocolli di intesa con gli Uffici Scolastici Regionali fanno riferimento sia al Sillabo pubblicato e approvato dalla CUSL, riconosciuta come Ente Certificatore, sia ai livelli del Quadro Comune Europeo di Riferimento per la conoscenza delle Lingue (QCER) e all’ultimo European Qualification Framework.  Le prime prove di certificazione si sono svolte nel 2012 in Liguria. Successivamente hanno aderito, sulla base di protocolli d’intesa tra gli Uffici Regionali e la CUSL, numerose altre regioni.

La certificazione linguistica del latino in Italia

Dopo le sperimentazioni regionali, nell’estate 2019 la Cusl ed il Miur hanno firmato un protocollo per una certificazione nazionale, ma l’emergenza sanitaria del 2020 non ha consentito al protocollo di diventare subito operativo: nel 2021 alcune procedure si sono svolte da remoto, mentre dal 2022 le sessioni sono tornate a svolgersi in presenza.

Va comunque chiarito che il protocollo nazionale non è difforme da quelli regionali rispetto ai livelli (A1, A2, B1, B2), alle linee guida, al syllabus.

Sarebbe auspicabile che la certificazione del latino, pensata per i soli studenti del liceo classico, possa essere diffusa in tutti gli indirizzi dei licei e che diventi una pratica usuale nella programmazione d’istituto come per le lingue straniere[1]. Gli studenti dei licei dovrebbero poter far riferimento a competenze nell’area della traduzione e dell’interpretazione di testi latini così come avviene per le competenze relative alla comprensione di qualsiasi altro testo linguistico moderno. 

La certificazione del latino deve potersi fondare sul principio di standardizzazione che è alla base della logica valutativa, condizione attraverso cui poter verificare il raggiungimento dei traguardi formativi ritenuti essenziali[2].

Il valore evidente di una lingua morta

Gli standard formativi per il latino, come per tutte le discipline, sono desunti dagli obiettivi previsti dai testi programmatici nazionali, che esplicitano il mandato formativo attribuito alla scuola. Stabilire uno standard formativo e conseguirlo potrebbe dare un nuovo impulso per superare la “diffidenza” degli alunni, poco avvezzi a considerare il latino come una lingua (non essendo veicolare) e lo “scoraggiamento” dei docenti che devono destreggiarsi all’interno di spazi orari assai contenuti.  Una certificazione potrebbe inoltre contrastare un approccio diffuso a catalogare ciò che si insegna o si apprende solo in relazione a ciò che è “socialmente utile”[3], Non è così, considerando che anche l’UE ha riproposto l’importanza del latino come matrice delle lingue moderne nella Raccomandazione del Consiglio relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente (G.U. 04.06.2018, n. C189 – UE): “Le competenze linguistiche comprendono una dimensione storica e competenze interculturali. Tale competenza si basa sulla capacità di mediare tra diverse lingue e mezzi di comunicazione, come indicato nel quadro comune europeo di riferimento. Secondo le circostanze, essa può comprendere il mantenimento e l’ulteriore sviluppo delle competenze relative alla lingua madre, nonché l’acquisizione della lingua ufficiale o delle lingue ufficiali di un paese. È compresa anche l’acquisizione delle lingue classiche come il greco antico e il latino. Le lingue classiche sono all’origine di molte lingue moderne e possono pertanto facilitare l’apprendimento delle lingue in generale.”

Le finalità della certificazione linguistica del latino

L’idea di fondo della Certificazione linguistica del latino è, dunque, quella di procedere alla verifica delle competenze acquisite utilizzando le stesse modalità previste per la certificazione delle competenze linguistiche per le lingue moderne, tenendo, tuttavia, conto delle inevitabili diversità. L’elemento di maggiore distinzione consiste proprio nel fatto che la certificazione in lingua latina non contempli né l’ascolto né la comunicazione orale, essendo il latino una lingua conclusa. L’apprendimento, quindi, della lingua latina non piò prevedere una competenza attiva, ma può prevedere altresì competenze di interpretazione e di comprensione del testo. Sono queste le competenze che costituiscono una chiave di accesso privilegiata per capire i valori di una cultura che ci appartiene, attraverso la comprensione dei modelli che ci permettono di capire il passato e di interpretare meglio il futuro.

La comprensione del “testo” deve essere un obiettivo prioritario della didattica del latino. È il veicolo che permette di entrare in contatto con la lingua tramandata dalle fonti. La pratica dei testi è fondamentale perché, a differenza di uno studio solo di tipo grammaticale, consente di conoscere i diversi registri linguistici, di capire il “latino” dal punto di vista diacronico e sincronico, distinguere la prosa dalla poesia, la lingua letteraria da quella della scienza o del diritto, il sermo cotidianus dal sermo vulgaris.

Le tipologie di prova e la didattica del latino

Le prove per la certificazione linguistica sono finalizzate alla comprensione del testo e propongono esercizi di sintesi, di scomposizione/ricomposizione del testo, esercizi lessicali; solo per livelli più elevati (B2) è prevista la traduzione. Questo non vuol dire che la traduzione sia bandita, anzi rimane lo strumento migliore per verificare l’acquisizione di competenze trasversali da parte dei discenti. Gli esercizi proposti nella certificazione non implicano una nuova metodologia didattica, ma sono esercizi fruibili all’interno di qualsivoglia scelta metodologica del docente, non sostituiscono o tolgono valore all’esercizio di versione, ma l’affiancano. Anzi, essi possono essere considerati propedeutici alla versione o, meglio, un modo di sviluppare la comprensione del testo e le competenze grammaticali “in contesto”.  In definitiva, la certificazione della lingua latina è, senza dubbio, una buona opportunità per la scuola italiana, per i discenti, ma soprattutto per i docenti, perché possano ripensare alle proprie scelte didattiche

Le prospettive europee della certificazione linguistica del latino

Coloro che operano nella scuola italiana sono abituati a lamentare le numerose criticità del nostro sistema di istruzione e di formazione, che andrebbero senza dubbio affrontate, non fosse altro per stare al passo con gli standard europei. È doveroso, tuttavia, mettere in risalto le molteplici iniziative volte far emergere, in maniera chiara, le competenze acquisite e a valorizzare le eccellenze e i talenti sia attraverso apposite certificazioni (D.lgs. 262/2007) sia favorendo competizioni a livello nazionali (D.M. 182/ 2015). È anche in questa ottica che va considerata la certificazione della lingua latina. C’è poi la necessità di uniformarsi agli standard formativi definiti a livello europeo in diversi ambiti, come CEFR ed EQF. Da qui nasce il progetto “Eulalia”, dalla collaborazione di sei università europee:

  • Alma Mater Studiorum, Università di Bologna (Italia);
  • Università di Koeln (Germania);
  • Università di Rouen Normandie (Francia);
  • Università di Salamanca (Spagna);
  • Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano (Italia);
  • Università di Uppsala (Svezia).

Sono Università che hanno una lunga e solida tradizione nello studio e nell’insegnamento del latino e una riconosciuta esperienza nel campo dell’insegnamento delle lingue moderne e dei metodi didattici per studenti con disabilità e disturbi del linguaggio.

Il Progetto EULALIA

EULALIA (European Latin Linguistic Assessment) è un progetto triennale (2019-2022) che ha l’obiettivo di sviluppare un sistema unico e condiviso per la certificazione internazionale delle competenze linguistiche relative al latino, in coerenza con il “Quadro comune europeo di riferimento” (CEFR). “In Europa più di 3 milioni di studenti studiano latino alle scuole superiori; a livello universitario il latino è presente in diversi curricula, ma le competenze linguistiche richieste agli studenti possono variare in maniera considerevole a seconda dei programmi di studio, anche all’interno di uno stesso Paese. Ne consegue il bisogno di omogeneità e di trasparenza nel riconoscimento di capacità e competenze, al fine di favorire i processi di internazionalizzazione e la mobilità degli studenti all’interno di programmi quali ERASMUS”[4]. Il progetto “EULALIA” intende sviluppare un sistema internazionale per la certificazione delle competenze relative alla lingua latina e al contempo progettare le attività didattiche necessarie per l’acquisizione di tali competenze.

In piattaforma strumenti inclusivi anche per il latino

Il progetto EULALIA prevede strumenti quali un sillabo, un lessico e una raccolta di esercizi per la certificazione di diversi livelli linguistici (praeambulum, il Livello di base e il Livello avanzato) con approcci multimediali. Ogni testo, infatti, è sempre corredato di un file audio, al fine di rafforzare il ruolo del canale uditivo nell’insegnamento della lingua latina. È una soluzione questa particolarmente efficace per gli studenti con deficit visivo o disturbi del linguaggio. Tutti gli strumenti sono resi disponibili, come pure il test di certificazione, attraverso una piattaforma multimediale ad accesso libero. L’obiettivo è anche quello di coinvolgere le istituzioni scolastiche nel definire un modello di certificazione europeo, aperto, inclusivo, rispettoso delle differenze e utilizzabile a diversi livelli di insegnamento.

Lo sviluppo di questo progetto è ancora in fieri, ma può contare sulla passione, sulla dedizione, la fede negli studi classici dei cultori della materia e dei tanti insegnanti appassionati. Sono loro che ogni giorno cercano di far comprendere l’importanza dello studio delle lingue classiche agli studenti non fosse altro che per il metodo rigoroso di ricerca e di analisi che esse richiedono, per infondere nelle nuove generazioni la consapevolezza delle nostre radici culturali e dell’importanza di quel metodo di indagine e di studio che costituisce un κτῆμα ἐς αἰεί[5] per gli studi universitari e nella vita professionale delle future generazioni nell’ottica di un apprendimenti che duri tutta la vita (lifelong learning).


[1] I. Torzi:  La certificazione delle Competenze della Lingua Latina: nuove prospettive didattiche, Rizzoli, Le Umanistiche Live SS229 Gennaio 2021.

[2] Castoldi Mario, Capire le prove INVALSI. Una guida intelligente, Carocci Faber, Roma, 2014.

[3] G. Milanese, Insegnare le lingue antiche, insegnare le lingue moderne. Convergenze e illusioni, in R. Oniga, U. Cardinale, Lingue antiche e moderne dai licei alle università, Il Mulino, Bologna 2012, pp. 67-82, in part. 69-74.

[4] I Torzi Le nuove prospettive della Certificazione delle Competenze della Lingua Latina, in «Nuova secondaria Ricerca», 3, novembre 2019, pp. 53-78.

[5] Secondo Tucidite si tratta di una concezione ciclica della storia, dalla quale deriva la necessità di conoscere il passato per poter comprendere il presente e, nei limiti dell’umano, prevedere il futuro; la storia quindi è κτῆμα ἐς αἰεί (Ktêma es aei, possesso perenne), ha cioè dei principi universali che sono validi per ogni epoca.