Diversità e inclusione nelle scuole in Europa

Un Report sulle misure e sulle politiche adottate

Nel mese di ottobre è stato pubblicato un interessante Report comparativo, curato da Eurydice: “Promoting diversity and inclusion in schools in Europe”[1].

Il Rapporto pone alla riflessione dei decisori politici, e di tutte le professionalità del mondo della scuola, quanto si sta realizzando nelle democrazie occidentali sull’accesso e sulle pari opportunità nell’istruzione delle giovani generazioni, nella prospettiva ineludibile dell’apprendimento permanente.

La promozione della diversità e dell’inclusione nelle scuole europee in tempo di crisi

L’interesse di questo rapporto è immediatamente collegabile non solo alle situazioni di emergenza negli scenari delle guerre in atto, ma rappresenta una voluta rappresentazione dei fattori che producono prima la mancata coesione sociale, poi la radicalizzazione delle ineguaglianze, l’odio e i conflitti.

Un report come questo, dunque, dovrebbe corroborare la scelta operata nel 2020 e ribadita successivamente dalla Commissione Europea sulla creazione di uno “Spazio Europeo dell’Istruzione entro il 2025 e oltre”.

Questo Spazio a sei dimensioni interdipendenti si chiudeva proprio con la dimensione geopolitica dell’istruzionestessa. Le attuali crisi internazionali ed anche i cambiamenti a livello globale, invece, rappresentano una situazione (preoccupante) che evidenzia quanto oggi sia più che mai opportuno persistere tenacemente affinché la dimensione geopolitica dell’UE sia sempre più rinsaldata.

Uno scenario di crisi senza precedenti e il ruolo dell’UE

Siamo davvero di fronte ad uno stato di crisi che mette a dura prova quanto l’UE sta tentando di realizzare dalla sua nascita. Lo scenario attuale mostra una realtà complessa e attraversata da turbolenze allarmanti, come ha sottolineato la stessa Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen nel suo intervento alla recente Conferenza degli Ambasciatori dell’UE 2023, affrontando le crisi in corso in Medio Oriente, Ucraina, Caucaso, Sahel, la lotta al cambiamento climatico, il ruolo della Cina sullo scenario internazionale. «Gli orrori di queste guerre sono spaventosi – ha affermato Ursula von der Leyen – Il dolore sofferto da civili innocenti scuote le coscienze del mondo. E tutto ciò avviene in un contesto di enormi trasformazioni come l’impatto devastante del cambiamento climatico o l’ascesa di nuove tecnologie che potrebbero ridefinire non solo le nostre economie, ma le nostre società e la nostra sicurezza».

Proprio in ragione di tale situazione, considerando le crisi internazionali e cambiamenti a livello globale, la Presidente della Commissione Europea ha ribadito la necessità che sia rafforzata ancora di più la presenza dell’Unione europea sulla scena globale.

Le affermazioni della presidente della Commissione europea

Già nel suo Discorso sullo stato dell’Unione 2023, la presidente della Commissione europea, facendo riferimento alle elezioni del 2024, aveva affermato che l’UE «[…] rispecchia la visione di coloro che sognavano un futuro migliore dopo la Seconda guerra mondiale. Un futuro in cui un’Unione di nazioni, democrazie e persone avrebbe lavorato insieme all’insegna della pace e della prosperità. Per loro l’Europa significava rispondere alle sfide della Storia. Quando parlo con le nuove generazioni di giovani vedo la stessa visione di un futuro migliore. La stessa voglia di costruire un mondo migliore. La stessa convinzione che, in un’epoca di incertezze, l’Europa debba ancora una volta rispondere alle sfide della Storia». D’altra parte, proprio nel citato Discorso pronunciato il 13 settembre scorso, è stata ribadita «la promessa solenne di non lasciare nessuno indietro» e di quanto si debba essere «orgogliosi della nostra diversità culturale».

Il contenuto del Report: diversità e inclusione

È su questi presupposti che, allora, va considerato anche il livello di promozione della diversità e dell’inclusione nelle scuole europee, verificando se lo stato di salute dei sistemi educativi su questo tema è quello auspicato. Partiamo dalla visualizzazione nelle figure 2.1 e 2.2 del Report.

È evidente la disomogeneità tra i Paesi nel monitorare o meno le discriminazioni oltre che nella società anche a livello di sistemi educativi. Prevale la tendenza a concentrarsi sulla discriminazione nella società in generale o, specificamente, sulla discriminazione nell’istruzione scolastica. Sono pochi i Paesi che monitorano entrambi i campi.

Non è certo incoraggiante, ad esempio, osservare che siano ancora la disabilità o i bisogni educativi speciali a rappresentare la “radice” prevalente delle discriminazioni a scuola. Anche empiricamente, sulla base della nostra stessa esperienza quotidiana nelle scuole, potremmo confermare la scala sopra rappresentata.

Ciò che non è detto nel Report, è che il cambiamento da attuare parte dalla conoscenza dei dati, ma cammina sulle consapevolezze dei professionisti della scuola.

In tutta la relazione, vengono presentate le più recenti iniziative di politica scolastica, volte a migliorare la diversità e l’inclusione nell’istruzione. Tuttavia, la relazione non copre le pratiche implementate nelle scuole. Anche l’analisi dell’efficacia o dei risultati delle politiche non rientra nell’ambito di questo rapporto.

Ma seguiamo la struttura del Report, capitolo per capitolo, sintetizzandone i contenuti per cogliere un quadro complessivo su cui avviare delle riflessioni, specialmente in relazione a quelle che possono essere le prospettive future.

Diversità e inclusione nel contesto dell’istruzione scolastica (Cap. 1)

L’importanza di valorizzare la diversità e l’inclusione di tutti gli studenti nell’istruzione e nella formazione è ampiamente riconosciuta nei documenti politici chiave dell’UE, comprese le strategie di parità elencate nel Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e nel Pilastro Europeo dei diritti sociali. Tuttavia, permangono differenze nell’equità dell’accesso all’istruzione e dei risultati,se si guardano gli studenti con diverse caratteristiche personali e sociali, relative al loro sesso, genere, etnia, background migratorio, religione, disabilità, stato socioeconomico, orientamento sessuale, etc.

Oggettivamente, le persone con determinate caratteristiche si trovano ad affrontare più barriere all’accesso alle risorse ed anche all’istruzione tradizionale di qualità. Così più di qualcuno resta indietro.

La discriminazione può essere strutturale (ad esempio politiche di segregazione o mancanza di risorse per soddisfare esigenze specifiche), può essere aggravata da pregiudizi e può essere sfaccettata (ad esempio bullismo degli studenti LGBTIQ+, aggravato se gli insegnanti non sono adeguatamente formati su come reagire). È importante adottare un approccio olistico quando si affrontano le disuguaglianze e la discriminazione. Le politiche e le misure inclusive devono, quindi, considerare le esigenze specifiche e multiformi di ogni studente come persona e non limitarsi al mero superamento delle barriere più evidenti.

Monitoraggio della discriminazione e della diversità nelle scuole (Cap. 2)

La maggior parte dei sistemi ha accesso a dati disaggregati sulle caratteristiche individuali degli studenti, in particolare sesso e/o genere, bisogni educativi speciali o disabilità, nazionalità, paese di nascita e background socioeconomico. Meno della metà riferisce di avere accesso ai dati sul background migratorio o dei rifugiati/cercatori di asilo e sulla lingua parlata a casa; una minoranza residuale di loro ha accesso ai dati sulle affiliazioni religiose degli studenti.

I sistemi educativi utilizzano quindi dati disaggregati come strumento per lo sviluppo e la valutazione delle priorità e per comprendere l’impatto di una determinata misura su un gruppo specifico di studenti. Tutti i sistemi educativi, per affrontare la discriminazione nell’istruzione scolastica, cooperano con organismi e organizzazioni indipendenti, compresi gli organismi nazionali per l’uguaglianza dei diritti.

Legislazione, strategie e piani d’azione che promuovono la diversità e l’inclusione nelle scuole (Cap. 3)

Molti quadri politici strategici promuovono l’inclusione di studenti rom, studenti con bisogni educativi speciali o disabilità e studenti migranti e/o rifugiati, mentre la promozione dell’uguaglianza di genere, la lotta all’antisemitismo e la discriminazione degli studenti LGBTIQ+ sono al centro dell’attenzione meno frequentemente. Questi ultimi tipi di interventi, per molti Paesi, sono stati introdotti solo di recente e spesso si basano su iniziative politiche dell’UE come il piano d’azione antirazzista o la strategia di uguaglianza LGBTIQ. Il successo di questi interventi dipende dalla continuità legata ad un’adeguata allocazione delle risorse e dal monitoraggio-valutazione dei risultati.

Promuovere l’accesso e la partecipazione all’istruzione (Cap. 4)

I dati dimostrano che l’accesso e la partecipazione discrimina alcuni gruppi target, nonostante le politiche e le misure promosse.  I tassi di iscrizione all’istruzione tradizionale degli studenti con bisogni educativi speciali variano tra i Paesi europei e tendono ad essere bassi in alcuni casi. Solo alcuni di questi Paesi sono orientati a investire in maggiori risorse professionali nelle scuole e ad adottare le misure necessarie all’adeguata accoglienza. Molti sistemi educativi tendono a fornire sostegno finanziario alle scuole, per compensare lo svantaggio socioeconomico. Più della metà dei sistemi educativi riporta politiche e misure che promuovono approcci di apprendimento misto, per facilitare la partecipazione degli studenti che non sono in grado di frequentare la scuola per motivi di salute, nonché degli studenti migranti e di quelli con difficoltà di apprendimento. Circa la metà dei sistemi educativi danno priorità agli studenti delle categorie svantaggiate rimuovendo le barriere amministrative, come gli esami di ammissione per gli studenti migranti di nuovo ingresso.

Rafforzare la diversità e l’inclusione nei programmi di studio e nelle valutazioni scolastiche (Cap. 5)

Anche se la maggior parte dei sistemi educativi europei mostra che le questioni relative alla diversità e all’inclusione sono già considerate nei loro curricula, quasi per la metà di essi si rileva che sono in atto riforme tese a rafforzare queste dimensioni. Sono promossi principalmente attraverso gli obiettivi generali del curricolo, attraverso l’obbligatorietà di alcuni insegnamenti come l’educazione alla cittadinanza, scienze sociali, etica o di aree cross curriculari, come l’educazione interculturale-multiculturale. Un minor numero di sistemi individua sia nell’insegnamento della lingua madre sia nell’insegnamento rafforzato della lingua d’istruzione un mezzo efficace per sostenere l’inclusione degli studenti migranti. La metà dei sistemi educativi non si rivolge specificamente a nessun gruppo di studenti quando affronta la diversità e l’inclusione nei loro curricula. Tra quelli che li menzionano, i gruppi target prevalenti sono sempre gli stessi. Il tema della prevenzione dei pregiudizi e della discriminazione è stato affrontato più frequentemente nelle recenti revisioni del curriculum scolastico; tuttavia, affrontare i diritti umani, rappresentare diverse identità, combattere gli stereotipi e sensibilizzare sull’esclusione, il bullismo e la violenza sono stati quasi altrettanto frequentemente considerati nelle recenti riforme.

La promozione della diversità e dell’inclusione nei curricula scolastici va di pari passo con l’adattamento dei sistemi e delle pratiche di valutazione. Più diffusamente, le autorità educative cercano di rendere le valutazioni più inclusive, adattandole alle esigenze degli studenti con bisogni educativi speciali o disabilità (come menzionati dalla maggior parte dei sistemi educativi) e adattando le barriere linguistiche per i non madrelingua (come segnalato da più della metà dei sistemi educativi).

Promuovere l’apprendimento mirato e il sostegno socio-emotivo (Cap. 6)

In tutta Europa, le politiche e le misure più frequentemente adottate, per aiutare le scuole a identificare le esigenze di apprendimento e di supporto socio-emotivo degli studenti, sono quelle che garantiscono la disponibilità di servizi di orientamento e consulenza, per valutare le difficoltà di apprendimento degli studenti e qualsiasi problema comportamentale, socio-emotivo o familiare. Molte iniziative politiche sono anche legate alle procedure per determinare le esigenze educative speciali degli studenti. Meno frequentemente si trovano linee guida o strumenti specifici per valutare le esigenze di apprendimento e socio-emotive degli studenti, test diagnostici nazionali per valutare le esigenze di apprendimento e linee guida o per valutare le competenze linguistiche. Garantire la disponibilità di una varietà di interventi di supporto può aiutare a soddisfare le molteplici esigenze di tutti gli studenti.  Anche le misure sul sostegno socio-emotivo sono state ampiamente adottate, se pure solo recentemente, come strumento rivolto più alla totalità degli studenti che ad uno specifico gruppo.

Personale docente e formazione degli insegnanti per promuovere la diversità e l’inclusione (Cap. 7)

Tutti i sistemi educativi forniscono opportunità di formazione degli insegnanti sulla diversità e l’inclusione e promuovono il reclutamento del personale di supporto educativo. Persiste, tuttavia, una mancanza di preparazione degli insegnanti nel gestire aule inclusive e, in genere, sono rilevati finanziamenti non adeguati per assumere personale di sostegno. I dati mostrano una mancanza di diversità all’interno della forza lavoro degli insegnanti, ma solo otto sistemi educativi europei hanno politiche o misure nazionali che promuovono il reclutamento di insegnanti provenienti da ambienti diversi nelle scuole. Laddove tali misure esistono, incoraggiano principalmente l’assunzione di insegnanti con disabilità o di insegnanti immigrati. Le competenze degli insegnanti più ampiamente promosse, attraverso i quadri di competenza per la formazione iniziale e/o i programmi di sviluppo professionale continuo, sono legate all’insegnamento agli studenti con esigenze educative speciali, alla differenziazione e all’individualizzazione delle strategie didattiche e di valutazione e alla comprensione dei principi di inclusione e non discriminazione. Meno frequenti sono i programmi di istruzione e formazione che promuovono la capacità degli insegnanti di collaborare con altri insegnanti, professionisti e famiglie e di insegnare in contesti multiculturali e multilingue.

Il tasso di partecipazione degli insegnanti ad alcuni programmi di formazione tende ad essere basso. Ad esempio, solo il 20% degli insegnanti in tutta Europa ha partecipato a “Corsi di formazione sull’insegnamento in contesti multiculturali o multilingue”.  Questo mette in rilievo che, se vanno ulteriormente indagate le ragioni che sottendono la scarsa partecipazione, si rende, tuttavia, necessario garantire che i docenti abbiano le competenze necessarie per promuovere la diversità e l’inclusione nelle scuole. Il personale di supporto educativo può sostenere il lavoro dell’intero team e contribuire a garantire che tutti gli studenti raggiungano il loro pieno potenziale. La maggior parte dei sistemi educativi europei richiede o raccomanda che diversi specialisti (ad esempio psicologi, logopedisti, specialisti di bisogni educativi speciali, assistenti sociali) o assistenti didattici siano disponibili nelle scuole. Tutti lamentano l’impiego ancora insufficiente di risorse finanziarie.  

L’inclusione deve iniziare a scuola

Uno dei fondamentali valori che sono alla base della vita quotidiana è senza alcun dubbio l’inclusione, che sottende anche altri valori essenziali, quali il rispetto delle persone e la pace. Oggi sembrano essere messi in discussione un po’ ovunque, specialmente nelle parti del mondo attanagliati da scenari di guerra.

Proprio per questo, resta imprescindibile – come ha sottolineato nella premessa al Rapporto Margaritis Schinas, Vicepresidente per la “Promoting our European Way of Life” – che l’inclusione debba iniziare tra i banchi di scuola e fin dalla tenera età, con l’auspicio che affrontare i pregiudizi e promuovere l’inclusione il più presto possibile, possa contribuire a prevenire (a partire dal contrastare il bullismo) forme di violenza e pratiche discriminatorie.

D’altronde, come accennato in precedenza, l’importanza dell’inclusione, della diversità e del conseguente benessere, a partire dagli ambienti di apprendimento, costituisce uno dei pilastri fondamentali dello Spazio europeo dell’istruzione.

Nel corrente anno, come ci ricorda Margaritis Schinas, la Commissione Europea ha costituito un gruppo di esperti per potenziare ambienti di apprendimento che possano essere di supporto agli alunni vulnerabili e per promuovere il benessere a scuola.

Bisogna, dunque, che in ogni contesto scolastico si continui a perseguire la visione che Schinas auspica essere sempre più condivisa in tutta l’UE e non solo: «stabilire l’unità nella diversità nelle nostre scuole e nelle nostre società».       

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[1] European Commission/EACEA/Eurydice, 2023, Promoting diversity and inclusion in schools in Europe, Eurydice report Luxembourg: Publications Office of the European Union.