Apprendimento permanente e processi di internazionalizzazione

Dare gambe ad uno “Spazio europeo dell’istruzione”

Il viaggio – nel mondo e sulla carta – è di per sé un continuo preambolo, un preludio a qualcosa che deve sempre ancora venire e sta sempre ancora dietro l’angolo; partire, fermarsi, tornare indietro, fare e disfare le valigie, annotare sul taccuino il paesaggio che, mentre lo si attraversa, fugge, si sfalda e si ricompone come una sequenza cinematografica, con le sue dissolvenze e riassestamenti, o come un volto che muta nel tempo (Claudio Magris, Prefazione in L’infinito viaggiare).

Mobilitare l’apprendimento permanente

Prendere le distanze dal contesto di vita e di lavoro, porsi in una dimensione osservativa del nuovo, scevra da preconcetti, con il proposito di incontrare e accogliere la complessità e la diversità, rappresenta un’esperienza esaltante per mobilitare l’apprendimento permanente.

Affinché ciò sia possibile, è necessario preparare un bagaglio leggero, lasciare a casa il superfluo per avere spazio a sufficienza per portare con sé, al ritorno, quanto è stato raccolto.

È con questo atteggiamento che ho vissuto di recente una breve esperienza di mobilità nell’ambito dell’Azione KA120[1] e, disfatti i bagagli, ritorno a quell’esperienza, come spunto per ricostruire l’impegno dell’UE nel settore dell’apprendimento permanente e dell’internazionalizzazione,  le opportunità del Programma[2] e le riflessioni che ne sono scaturite, affinché la partecipazione delle Istituzioni scolastiche, del personale e degli studenti alle iniziative di mobilità sia sempre più nutrita e accessibile.

Manovre di salvataggio per uscire dalla crisi

Nel settembre del 2020, mentre governi e popolazioni dell’intero Pianeta erano alle prese con lo tsunami della pandemia e già si stimava il notevole impatto dell’emergenza sui gruppi sociali più vulnerabili, a causa della distanza, della riduzione degli spazi di socialità, del digital divide, la Commissione europea adottava una “manovra di salvataggio”. L’obiettivo era quello di rafforzare il ruolo dell’istruzione e della formazione nella ripresa dell’UE dalla crisi del coronavirus, delineando un progetto per uno spazio europeo dell’istruzione da realizzare entro il 2025, con il fermo proposito di sostenere la collaborazione degli Stati membri dell’UE nella costruzione di sistemi di istruzione e formazione più resilienti e inclusivi.

Il contesto in cui si assumeva l’iniziativa, già di per sé agghiacciante, non era ancora pervaso dagli scenari di guerra che di lì a poco avrebbero perturbato gli equilibri a livello mondiale, facendo piombare vecchio e nuovo continente nell’incertezza riguardo al futuro e minacciando la pace globale.

Lavorare ad uno spazio europeo dell’istruzione diventa così oggi ancora più attuale e urgente perché “l’istruzione e la formazione hanno un ruolo fondamentale da svolgere nel plasmare il futuro dell’Europa, in un momento in cui è imperativo che la sua società e la sua economia diventino più coese, inclusive, digitali, sostenibili, verdi e resilienti, e che i cittadini trovino la realizzazione personale e il benessere, siano pronti ad adattarsi e a operare in un mercato del lavoro in evoluzione e a impegnarsi in una cittadinanza attiva e responsabile”[3].

Lo spazio europeo dell’istruzione

L’idea di uno spazio europeo dell’istruzione è stata sostenuta per la prima volta dagli Stati membri nel 2017, nel corso del vertice di Göteborg[4], convocato per discutere su come promuovere l’occupazione e la crescita eque nell’Unione europea e migliorare concretamente la vita quotidiana delle persone, garantendo loro condizioni di lavoro dignitose in tutti gli Stati membri e sostenendo la transizione verso le nuove professioni del futuro.

A settembre 2020, una Comunicazione della Commissione europea[5] ha delineato i dettagli e l’ambito di applicazione dello spazio europeo dell’istruzione che sintetizza la visione che i 27 Stati membri dell’Unione europea condividono per il futuro del settore dell’istruzione e della formazione.

Lo spazio europeo dell’istruzione rappresenta il terreno su cui si generano e si consolidano le iniziative degli Stati membri dell’UE volte alla cooperazione, affinché sia sempre più diffusa un’istruzione e formazione di alta qualità, innovative e inclusive, a sostegno della crescita economica e di opportunità di lavoro di elevata qualità, nonché dello sviluppo personale, sociale e culturale.

Le priorità strategiche

A sostenerne la realizzazione, viene varato un quadro strategico aggiornato per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione che individua cinque priorità strategiche, quali pilastri dello spazio europeo dell’istruzione:

  1. migliorare la qualità, l’equità, l’inclusione e il successo per tutti nell’istruzione e nella formazione;
  2. fare in modo che l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e la mobilità divengano una realtà per tutti;
  3. rafforzare le competenze e la motivazione nelle professioni nel settore dell’istruzione;
  4. rafforzare l’istruzione superiore europea;
  5. sostenere le transizioni verde e digitale nell’istruzione e nella formazione e attraverso l’istruzione e la formazione.

Gli obiettivi prioritari

Si definiscono così gli obiettivi prioritari che dovranno contribuire a promuovere la realizzazione personale, sociale e professionale di tutti i cittadini, dando impulso ai valori democratici, all’uguaglianza, alla coesione sociale, alla cittadinanza attiva e al dialogo interculturale, lavorando convintamente ad una più diffusa prosperità economica sostenibile, alle transizioni verde e digitale e all’occupabilità.

Poiché si mira a creare uno spazio di apprendimento che non sia ostacolato né dai confini degli stati europei, né dalle difficoltà in ambito linguistico e comunicativo, la Comunicazione evidenzia le direzioni principali da intraprendere per rafforzare e valorizzare lo spazio europeo dell’istruzione:

  • incoraggiare la mobilità transfrontaliera: rendere la mobilità una realtà per tutti allargando la partecipazione al programma Erasmus+ e alla piattaforma eTwinning sia per gli studenti che per gli insegnanti, offrendo orientamenti strategici per il loro sviluppo professionale;
  • Investire nelle persone e nella loro istruzione: avviare un nuovo processo per il riconoscimento reciproco dei diplomi di istruzione superiori, promuovere l’apprendimento delle lingue, integrare l’innovazione e le competenze digitali e stimolare l’apprendimento permanente portando al 25% la quota delle persone coinvolte;
  • Rafforzare il senso di identità europea e la consapevolezza del patrimonio culturale: tutelare il patrimonio culturale e promuovere un senso dell’identità e della cultura europee.

Il Programma Erasmus+

Il Programma Erasmus rappresenta senza ombra di dubbio uno dei più longevi e riusciti investimenti dell’Unione nella promozione della dimensione europea della cittadinanza, oltre che un sicuro successo delle politiche nel campo dello sviluppo di un’istruzione e formazione di alta qualità, capace di sostenere la crescita economica e di opportunità di lavoro di elevata qualità, nonché lo sviluppo personale, sociale e culturale.

Varato nel 1987, grazie all’intraprendenza di due italiani – Sofia Corradi e Domenico Leonarduzzi – nacque come opportunità di mobilità a fini di apprendimento offerta a soli 3000 studenti universitari. Da allora, circa 13 milioni di persone hanno partecipato al programma Erasmus, acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, che rimanda al teologo e umanista Erasmo da Rotterdam, autore del celebre Elogio della follia che fece del viaggio il più importante strumento di conoscenza, percorrendo per molti anni le rotte delle principali città europee del XV secolo con il desiderio di studiare, conoscere e approfondire le differenti culture.

Leva strategica per la realizzazione di uno spazio europeo

A quasi quarant’anni dalla sua nascita, nel corso delle celebrazioni per il 35° anniversario, l’Erasmus viene definito dal Vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas «il programma più emblematico dell’Europa, il gioiello della nostra corona. Le generazioni Erasmus rappresentano l’essenza del nostro stile di vita europeo. Unità nella diversità, solidarietà, mobilità, sostegno all’Europa come spazio di pace, libertà e opportunità».

Nel corso degli anni il programma Erasmus+ ha raccolto sempre nuove sfide, modernizzando le sue linee di intervento e ampliando la platea dei beneficiari e dei paesi partner. Il “plus” che segue l’acronimo testimonia proprio lo sviluppo del programma che oggi offre opportunità di cooperazione e mobilità non solo in ambito universitario, ma anche nell’istruzione scolastica per alunni e insegnanti, nell’istruzione e formazione professionale, nell’istruzione superiore e nell’istruzione degli adulti, includendo la possibilità di progetti destinati ad apprendisti, giovani, animatori socioeducativi e, dal 2023, ad allenatori sportivi.


[1] Accreditamento Erasmus+ finalizzato all’attuazione diprogetti di mobilità internazionale finanziati con l’Azione chiave 1 per il periodo 2021-2027.

[2] EU programme for education, training, youth and sport

[3] Risoluzione del Consiglio su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione verso uno spazio europeo dell’istruzione e oltre (2021-2030) (2021/C 66/01).

[4] Vertice sociale per l’occupazione e la crescita eque: rafforzare la dimensione sociale dell’UE, Göteborg, 20 settembre 2017 (https://socialsummit17.se/).

[5] Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulla realizzazione dello spazio europeo dell’istruzione entro il 2025.