Il documento del 15 maggio

Un documento “cerniera” per un esame all’altezza delle aspettative

Il documento del Consiglio di classe, ai sensi dell’art. 17, comma 1, del D.lgs. n. 62 del 2017, assume una rilevanza cruciale nella nuova modalità di svolgimento degli esami di Stato del II ciclo di istruzione. La consueta denominazione Documento del 15 maggio sottolinea la sua funzione di atto finale, assunto ed approvato in una collocazione temporale cumulativa e consuntiva, e rende esplicita la sua mansione di documento “cerniera” tra il Consiglio di classe e la commissione d’esame, che diventa perfino strategico sulla base di alcuni irrinunciabili passaggi che devono caratterizzarne la redazione e l’approvazione.

A rigore di normativa, il Documento esplicita contenuti, metodi, mezzi, spazi e tempi del percorso formativo, criteri e strumenti di valutazione adottati ed obiettivi raggiunti, nonché ogni altro elemento che lo stesso Consiglio di classe ritenga utile e significativo ai fini dello svolgimento dell’esame. Nella nuova struttura dell’esame di Stato, poi, oltre a rappresentare, come una vera e propria fotografia, la situazione della classe così come si è delineata nell’ultimo triennio e definita nell’ultimo anno, assume compiti nuovi e importanti:

  • illustrare le attività, i percorsi e i progetti svolti nell’ambito di Cittadinanza e Costituzione, realizzati in coerenza con gli obiettivi del PTOF;
  • comunicare le modalità con le quali l’insegnamento di una disciplina non linguistica (DNL) in lingua straniera è stato attivato con metodologia CLIL;
  • descrivere i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, già denominati attività di alternanza scuola-lavoro, compiuti nel corso del triennio. Su tali percorsi i candidati dovranno relazionare nel corso del colloquio, anche servendosi di presentazioni o strumenti multimediali.

Un documento orientativo per le commissioni d’esame

In sede d’esame la commissione tiene conto del documento finale nell’espletamento dei lavori e nella predisposizione dei materiali per il colloquio, ai sensi dell’articolo 2 del D.M. n. 37 del 2019, nonché nella predisposizione della seconda parte della seconda prova presso gli istituti professionali.

La discriminante positiva, in termini di efficacia comunicativa adeguata all’esauriente riferimento tra docenti della classe e commissione di esame, è costituita dalla capacità del Consiglio di classe di indicare in maniera esaustiva e coerente le piste cognitive percorse, sia in maniera trasversale sia in maniera strettamente disciplinare, per la costruzione delle competenze del PeCuP di riferimento.

Questa finalità, che rende il documento in certo senso orientativo dei lavori della commissione d’esame, può essere raggiunta efficacemente allegando eventuali atti e certificazioni relativi alle prove effettuate e alle iniziative realizzate durante l’anno scolastico in preparazione dell’esame di Stato, ai percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, agli stage e ai tirocini eventualmente effettuati, nonché alla partecipazione studentesca ai sensi del DPR n. 249 del 1998.

Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO)

I percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, più noti con l’acronimo PCTO, concorrono alle valutazioni sia disciplinari sia del comportamento, secondo quanto stabilito in sede di redazione ed approvazione del PTOF, e possono incidere nell’attribuzione del credito scolastico in termini di scelta della fascia bassa o alta della banda prevista. Le esperienze svolte nel contesto scuola-azienda hanno mantenuto, nell’esame di Stato, la funzione iniziale contenuta nella L. 107/2015, costituendo uno degli elementi portanti del colloquio. L’errata convinzione emersa dal provvedimento di cui alla L. 145/2018, volto a ridimensionare il modello consolidato dell’alternanza scuola-lavoro, sia nella sua attinenza con i contesti lavorativi e produttivi, sia nella sua connotazione di metodologia cardine tra la scuola e il contesto socio-economico, non ha per nulla affievolito la valenza delle esperienze dei PCTO e la funzione delle stesse, quale poderoso strumento per una reale e veritiera valutazione dell’aderenza del candidato al profilo di uscita caratterizzante il percorso di studi seguito.

Questa funzione attribuita ai PCTO, perfino rafforzata rispetto a quanto inizialmente previsto per l’alternanza scuola-lavoro, riconosce loro un valore che non soltanto li correla all’esperienza in sé, ma si spinge verso una riflessione sul significato, in termini lavorativi e orientativi, per il futuro dello studente impegnato nell’esame di Stato.

Cittadinanza agita e raccontata

Esiste una tradizione consolidata nelle scuole secondarie di II grado in ordine alla trattazione di tematiche attinenti a Cittadinanza e Costituzione.  Appare significativa la possibilità, data dal colloquio, di valorizzarle mostrando ciò che gli studenti hanno svolto nel corso del triennio conclusivo, in particolare nell’ultimo anno di corso. Questo consente di palesare alla commissione le competenze maturate nella fondamentale sfera della cittadinanza attiva e dei diritti e doveri ad essa legati.

Nel documento del Consiglio di classe potranno essere opportunamente segnalati e valorizzati i percorsi svolti da ciascuno degli studenti, con particolare attenzione alla Carta costituzionale, ma anche alle Carte dei diritti fondamentali più importanti che hanno sottolineato la storia dell’umanità.

Le indicazioni del Consiglio di classe per i colloqui

Generalmente, nel periodo intercorrente tra la correzione delle prove e l’inizio dei colloqui, la commissione deve predisporre i tempi, le procedure e gli strumenti per lo svolgimento corretto e legittimo di questi ultimi.

Oltre alla deliberazione delle modalità di conduzione del colloquio, che deve riguardare tempi, modalità, modelli relazionali e atteggiamenti della commissione, è appropriato stabilire e condividere i criteri di valutazione.

È preferibile che tale condivisione avvenga esplicitando in una griglia gli indicatori e i descrittori, con relative fasce di valore espresse in ventesimi, in maniera tale da riuscire a tenere sotto controllo, mediante uno strumento strutturato e partecipato, l’intero procedimento che sottende l’attuale prova orale dell’esame di Stato.

La preparazione delle tre buste

In un’apposita sessione di lavoro preliminare, dedicata appositamente alla preparazione dei materiali per l’avvio del colloquio, con il fine di garantire trasparenza e pari opportunità per tutti i candidati, la commissione deve stabilire una serie significativa di “testi, documenti, esperienze, progetti e problemi per verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, nonché la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e metterle in relazione per argomentare in maniera critica e personale, utilizzando anche la lingua straniera”.

La commissione, in coerenza con il documento del Consiglio di classe, che assume anche in questo caso una rilevanza determinante, predispone per ogni singola classe un numero di buste, contenenti i materiali sopra specificati, pari al numero dei candidati aumentato almeno di due unità, così da assicurare che anche l’ultimo candidato possa esercitare la scelta tra tre buste. Infatti per ognuno dei colloqui, alla presenza del candidato, il presidente prende tre buste e le sottopone allo stesso, consentendogli di sceglierne una.

La novità dell’estrazione dell’argomento, resa quasi suggestiva dai mezzi di informazione, è stata lungamente ed efficacemente sperimentata nei concorsi per l’assunzione del personale della scuola. Piuttosto anche in questo caso il Consiglio di classe dovrà essere efficace nel predisporre materiali, prove ed esercitazioni, che possano orientare e indirizzare la commissione verso “testi, documenti, esperienze, progetti e problemi” realmente efficaci per gli scopi del colloquio.

Ulteriori approfondimenti su Notizie della scuola n. 16 del 16/30 aprile 2019, numero monografico interamente dedicato al documento del 15 maggio.