Consultazione nazionale RAV Infanzia: un’occasione per rilanciare la scuola dell’infanzia

La parola ai docenti di scuola dell’infanzia: ricorso storico

Come accadde circa un trentennio fa con il Rapporto Intermedio del 1988, in vista dell’emanazione degli Orientamenti del 1991, anche oggi la parola viene data ai diretti interessati, cioè gli insegnanti, per la stesura finale del RAV Infanzia.

L’associazione mentale con questo “ricorso storico” è stata immediata, rammentando che fu un’occasione straordinaria per la scuola dell’infanzia e, di riflesso, per tutta la scuola italiana. Perché permise di innescare una riflessione a tutto tondo sulla peculiarità della scuola dai 3 ai 6 anni, dando luce alle migliori esperienze e guadagnandosi sempre più l’attenzione e l’ammirazione a livello internazionale.

Ora come allora, ma con strumenti più moderni, i docenti di scuola dell’infanzia sono interpellati mediante una consultazione a carattere nazionale, affinché apportino il proprio contributo per la stesura definitiva di un documento/strumento valutativo dedicato alla scuola dell’infanzia: il che può rappresentare di certo un’opportunità per rilanciare la funzione specifica di questo grado di scuola, che resta “un gioiello di famiglia” da continuare a valorizzare.

Termini ed istruzioni per la consultazione online

Tutte le scuole dell’infanzia statali e paritarie sono chiamate a partecipare alla consultazione online sul RAV Infanzia, effettuata dall’INVALSI, entro il prossimo 30 settembre.

Dopo aver confermato i dati anagrafici entro lo scorso 12 settembre, le scuole dell’infanzia interessate – e che si auspica siano numerose – hanno ricevuto entro il 14 settembre un’apposita mail, insieme al link dal quale accedere alla consultazione a partire dal 15 settembre.

Il questionario è stato redatto con lo scopo di rilevare aspetti critici, informazioni e suggerimenti utili all’INVALSI per apportare eventuali modiche alla prima versione del RAV Infanzia e farne successivamente oggetto di sperimentazione, nel corso del corrente anno scolastico, investendo un gruppo “pilota” di scuole dell’infanzia su tutto il territorio nazionale. Solo dopo queste fasi, si potrà addivenire alla stesura definitiva del RAV, che tutte le scuole dell’infanzia statali e paritarie saranno impegnate a elaborare dall’anno scolastico 2017/2018.

Può essere compilato un solo questionario per ogni scuola. La maggior parte delle domande richiede semplicemente la spunta del quadratino appropriato. Per taluni quesiti è possibile aggiungere anche un breve commento che, dove non specificato diversamente, non può superare i 300 caratteri; per altri, ove necessario, sono presenti istruzioni specifiche per poter rispondere a una domanda.

Struttura e contenuti del questionario

Il questionario è strutturato in trentadue quesiti, dei quali i primi tre sono utili a fotografare la scuola partecipante alla consultazione. Dopo le successive due domande per fornire informazioni sugli attori e sulle modalità da questi utilizzati per la compilazione, seguono due interrogativi pregnanti, cui prestare adeguata attenzione, perché relativi, l’uno all’utilità del RAV Infanzia, l’altro alle connessioni strategiche tra questo documento e le recenti innovazioni del sistema scolastico. Dall’ottavo quesito si entra nel vivo dell’analisi della struttura del RAV Infanzia, con una diversificazione tra domande a risposta chiusa e domande che implicano una più puntuale indicazione di aspetti che si ritiene debbano essere modificati o integrati. Sono questi gli interrogativi che possono offrire, in relazione alle diverse aree in cui si articola il RAV Infanzia, spunti di riflessione più pertinenti e significativi, utili a fare riferimento ad indicatori che più efficacemente consentano di descrivere il modello pedagogico e la specificità della scuola dell’infanzia e a scegliere informazioni analitiche che riflettano le caratteristiche peculiari di questo grado di scuola (si pensi, in particolare, alla sezione “Esiti” e alle tre relative sottosezioni per rilevare i “risultati” in termini di “benessere dei bambini al termine del triennio”, “sviluppo e apprendimento”, “esiti a distanza”).

Gli ultimi cinque quesiti sono finalizzati a rilevare informazioni riguardanti l’approccio che le singole scuole partecipanti hanno autonomamente sviluppato intorno ai processi di autovalutazione, valutazione e documentazione, focalizzando le proprie scelte a riguardo e permettendo all’INVALSI di sondare le pratiche in uso e di individuare modelli cui, magari, fare riferimento per un più ampio ragionamento in merito.

Modalità di compilazione e scelte di senso

Ogni scuola, in piena autonomia, è invitata ad individuare le modalità che riterrà più funzionali per la compilazione del questionario: potrebbe riunire i componenti del nucleo di auto-valutazione, così come suggerito dall’INVALSI, composto dal coordinatore o da una funzione strumentale e da un docente per ogni sezione di scuola dell’infanzia presente nella scuola; ma potrebbe anche investire tutti i docenti di scuola dell’infanzia, per farne oggetto di riflessione diretta.

La modalità di compilazione del questionario non è una scelta indifferente, giacché la portata di una riflessione che investa chi è coinvolto ogni giorno sul campo può essere rilevante (proprio come accadde con il Rapporto Intermedio!): sia per mettere a fuoco le proprie “buone pratiche”, sia, soprattutto, in chiave metariflessiva, per focalizzare gli aspetti specifici che concernono quei processi su richiamati (documentazione, autovalutazione, valutazione) così come dovrebbero essere adeguatamente sviluppati alla scuola dell’infanzia.

Di certo, la modalità individuata è anche correlata alla configurazione stessa della scuola dell’infanzia: un conto è se si tratta di una scuola dell’infanzia comunale o paritaria; altro se, in quanto statale, è afferente ad un circolo didattico o ad un istituto comprensivo. In quest’ultimo caso, all’iniziale coinvolgimento diretto del nucleo di insegnanti di scuola dell’infanzia, dovrebbe seguire una fase necessaria di confronto e condivisione con i docenti degli altri ordini di scuola: si presuppone che, seppure marginalmente, la scuola dell’infanzia sia stata anche coinvolta nella fase del RAV di istituto e questa opportunità, pertanto, andrebbe “giocata” in funzione di una verticalità, in termini di curricolo e relative scelte didattiche ed organizzative, che si origina proprio a partire da questo primo grado di scuola del sistema scolastico.

Occasione di “rilancio” per la scuola dell’infanzia

Se è pur vero che l’elaborazione di uno specifico Rapporto di Autovalutazione per tutte le scuole dell’infanzia appaia, di primo acchito, come una risposta atta a sanare l’iniziale marginalità di questo ordine di scuola dalla fase di avvio del Sistema Nazionale di Valutazione, è innegabile che essa rappresenti, in ogni caso, un’occasione mediante la quale ribadire, dal basso, la specificità e la funzione reale che riveste la scuola dell’infanzia all’interno del sistema scolastico italiano. È un’opportunità per individuare spazi di ricerca e di formazione in azione, atti a sviluppare una cultura della valutazione “formativa”, ancora piuttosto manchevole e poco generalizzata nel nostro paese.

È un’occasione che può riaprire un ampio dibattito su questo primo importante tassello del nostro sistema scuola, anche aldilà della consultazione nazionale e del RAV Infanzia e, in particolare, alla luce dell’ECEC (Early Childhood Education and Care). È una possibilità, pertanto, da ottimizzare al massimo, soprattutto in questo momento, in vista dell’attuazione della delega legislativa “0-6” prevista dalla Legge n. 107/15.

In questa prospettiva, i docenti di scuola dell’infanzia di tutt’Italia, hanno una responsabilità enorme per evitare derive al ribasso per questo grado di scuola: quanti hanno a cuore l’identità della scuola dell’infanzia debbono sfruttare al meglio questa occasione irripetibile, anche mediante osservazioni, contributi e materiali pertinenti da inviare direttamente a infanzia@invalsi.it.