Scuole sotto la lente

L’indagine “Eduscopio”

Cosa fa la differenza?

Ha avuto ampia eco sugli organi di stampa l’uscita, lo scorso 15 novembre, della nuova edizione di Eduscopio, il portale della Fondazione Agnelli che permette di comparare la qualità degli istituti superiori in Italia; un lancio in grande stile e caratterizzato da una scelta dei tempi a dir poco perfetta, visto che le informazioni aggiornate sono diventate disponibili proprio in concomitanza con la pubblicazione della nota ministeriale sulle iscrizioni per il prossimo anno scolastico.

In precedenza il portale forniva solo dati sulla qualità della formazione offerta, in vista degli studi universitari, dalle scuole statali e paritarie ad indirizzo liceale e tecnico presenti sull’intero territorio nazionale; la novità dell’edizione 2016/17 consiste nella valutazione dell’efficacia di istituti tecnici e professionali in relazione all’inserimento lavorativo dopo il diploma, limitatamente alle città di sette regioni – Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio, Basilicata e Sardegna – che però insieme rappresentano il 62% del PIL italiano; l’obiettivo dichiarato è di raggiungere presto una copertura nazionale anche su questo versante.

Gli esiti a distanza dopo la scuola secondaria

Il primo elemento di forza del progetto sta nella metodologia utilizzata (chiarita sul portale nei dettagli ed in modo comprensibile anche a chi non ha nozioni di statistica) e nell’ampiezza del campione: i ricercatori della Fondazione Agnelli hanno infatti analizzato dati amministrativi relativi alle carriere universitarie e lavorative di quasi un milione di diplomati provenienti da circa 6.000 corsi di studio secondari di secondo grado, in base a specifici indicatori di performance. Ad esempio, per i percorsi universitari si esaminano gli esami sostenuti, i crediti acquisiti ed i voti ottenuti dagli studenti al primo anno di università, “quello – si legge nel portale – maggiormente influenzato dal lavoro fatto durante gli anni della scuola secondaria”. Si tratta di indicatori che “riflettono la qualità delle ‘basi’ formative, la bontà del metodo di studio e l’utilità dei suggerimenti orientativi acquisiti nelle scuole di provenienza” e che – aggiungiamo noi – sono analoghi a quelli considerati nel framework del Sistema Nazionale di Valutazione relativamente all’area “Risultati a distanza”.

In aggiunta, Eduscopio è di facile consultazione, come del resto “Scuola in chiaro” (http://cercalatuascuola.istruzione.it/cercalatuascuola/), e fornisce dati affidabili e al tempo stesso “customizzati”, adattabili alle differenti esigenze informative di ragazzi e genitori, giacché offre una graduatoria per indirizzo delle scuole localizzate in un raggio massimo di 30 km dal luogo di residenza. Anche questo taglio metodologico è ampiamente giustificato dai ricercatori: in modo esplicito si dichiara che Eduscopio si propone di aiutare a capire non quale sia la scuola migliore in assoluto, ma la scuola che meglio corrisponde alle aspettative dello studente e della sua famiglia, e che sia situata nel contempo ad una distanza ragionevole dalla località in cui si vive.

La seduzione delle classifiche

Che i follower siano in rapidissima crescita, considerate le caratteristiche del portale, non stupisce. Alle persone “di scuola”, però, sarà consentita qualche ragionevole perplessità: è vero che le graduatorie sono ristrette ad uno specifico indirizzo di studi e che sono limitate ad un territorio sostanzialmente circoscritto, ma appaiono comunque nero su bianco, con la potenza disarmante dei numeri, e non si può pensare che non esercitino influenza tra gli utenti attuali e potenziali di quella zona, ed anche tra dirigenti e docenti di quelle scuole. Non è certo un caso se moltissime testate nazionali si sono affrettate a riportare in tempo reale la classifica degli istituti più efficaci e gettonati, almeno delle grandi città italiane, presentando addirittura un confronto tra la top ten dell’anno scorso e quella di quest’anno, e corredandola di commenti; insomma qualcosa di simile alle rubriche “Chi sale e chi scende” dedicate da qualche rivista a personaggi del mondo dello spettacolo.

Si potrà obiettare che ogni anno sono stilate e rese note anche classifiche delle città italiane per qualità della vita; ma in questo caso non si tratta della percentuale di furti, del patrimonio familiare medio, dei valori di biossido di azoto e polveri sottili o della diffusione della raccolta differenziata, bensì del sistema pubblico di istruzione, in cui responsabilità, scelte ed errori presunti sono ben più facilmente imputabili a persone, con un nome ed un cognome.

Tra Eduscopio e Sistema Nazionale di Valutazione: dov’è la differenza?

Lascia pensare soprattutto la distanza tra la finalità di Eduscopio, orientare ad una scelta consapevole, e l’obiettivo centrale del Sistema Nazionale di Valutazione del Miur, contribuire al miglioramento della qualità del servizio offerto e dei processi, didattici ed organizzativi, posti in essere dalle istituzioni scolastiche. Una distanza comprensibile, ed anche legittima, ma che può determinare disorientamento, tanto più alla luce del fatto che, come dichiarato dai ricercatori, ci si propone di offrire informazioni e dati comparabili utili anche alle scuole stesse, “di modo che siano maggiormente responsabilizzate rispetto a due fondamentali missioni formative – la preparazione e l’orientamento agli studi universitari e al lavoro – e possano finalmente conoscere gli esiti dei loro sforzi”.

Insomma Eduscopio e Scuola in chiaro rendono consultabili set di dati organizzati per scopi differenti e diffusi con diverse modalità; in più quelli forniti da Eduscopio provengono da uno sguardo puramente tecnico, per così dire impersonale, ed offrono una lettura degli esiti sganciata dalla riflessione di chi nella scuola vive e lavora. Non è difficile individuare il sistema dotato di maggiore forza di impatto e della possibilità di creare una forbice tra istituti di serie A, che hanno “una marcia in più”, e di serie B: proprio la conseguenza che il SNV, fin dall’inizio, si è proposto con forza di evitare.