Safer Internet Day

Mondi virtuali, mondo “reale”

Apro questo contributo in occasione del Safer Internet Day citando Wonder, storia di Auggie Pullman, ragazzo affetto da gravissima malformazione cranio-facciale che lo espone ogni giorno alla berlina dell’umana derisione.

“Che genere di persone siamo? Che genere di persona sei tu? Non è forse questa la cosa più importante di tutte? Non è forse questo il genere di domanda che dovremmo fare a noi stessi tutto il tempo? Che genere di persona sono io?”.  (Wonder, R.J.  Palacio)

La sua domanda è “LA” domanda che dovremmo porci ogni momento in cui ci avviciniamo alla rete, ricordandoci che genere di persone siamo/vogliamo essere nel mondo virtuale, che per noi e i nostri ragazzi è un mondo autentico e un reale ambiente di vita.

Uniti per una rete migliore

Il giorno 7 febbraio 2017 ricorre il Safer Internet Day o SID, la giornata mondiale della Sicurezza in rete, che coinvolge oltre 100 paesi per promuovere un uso sicuro e responsabile del web e delle nuove tecnologie, soprattutto fra i giovani. In Italia, la promozione del SID  è svolta dal progetto Generazioni Connesse coordinato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca, che unisce in un Consorzio l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, la Cooperativa E.D.I., l’Università La Sapienza di Roma, l’Università degli Studi di Firenze, il sito web Skuola.net e il Movimento Difesa del Cittadino.

La giornata è stata istituita nel 2004 dall’Unione Europea, nel secondo giorno della seconda settimana del mese di febbraio. Lo slogan per il 2017 è “Be the change, unite for a better internet” (Sii il cambiamento, uniti per una rete migliore), volto a sottolineare non solo i rischi ma la necessità di unirsi per rendere internet un ambiente positivo.

Tra le iniziative del Safer Internet Day rientrano convegni, concorsi a premi e campagne di sensibilizzazione, incentrati su temi legati al cyberbullismo, alla pedopornografia e pedofilia on-line, al sexting, alla perdita di privacy, ma anche alla dipendenza da videogiochi e a uno stile di vita eccessivamente sedentario o solitario, soprattutto tra gli utenti più giovani.

Il “Safer Internet Day” in Italia

In Italia il SID 2017 sarà celebrato il 7 febbraio a Roma, presso gli spazi espositivi della Caserma Guido Reni, in Via Guido Reni, alla presenza di circa 1000 studenti e dei rappresentanti di aziende, associazioni e istituzioni partecipanti all’Advisory Board di “Generazioni Connesse”. Numerose le iniziative a livello nazionale per ricordare l’evento e promuovere iniziative di informazione e formazione.

Per conoscere l’iniziativa ogni informazione è sul sito http://www.generazioniconnesse.it/site/it/safer-internet-day/, e per sostenere l’iniziativa è possibile reperire ed utilizzare il materiale di comunicazione predisposto (http://www.generazioniconnesse.it/site/it/materiale-di-comunicazione/) fra cui il logo, il banner, il bollino ufficiale, il materiale cartaceo (manifesti, brochure per genitori…), il kit didattico (con tre e-book interattivi per bambini, ragazzi e insegnanti).

L’accento è certamente sulle minacce e sui rischi in rete (dalle frodi al furto di identità, al cyberbullismo, al gambling, all’adescamento on line, ai contenuti estremi, ai siti pericolosi per il tipo di contenuti e che possono nuocere a soggetti vulnerabili, etc.), ma l’intenzione è quella di guidare tutti e in particolare i giovani ad un uso positivo della rete, viste le sue potenzialità di connettore e il suo ruolo di habitat reale delle nostre vite.

Generazioni “connesse”, a rischio

I dati, forniti da ricerche varie, molte delle quali sono già “invecchiate” nel momento in cui vengono diffuse, a causa della velocità del fenomeno di fruizione della rete, denunciano dati allarmanti di crescita del cyberbullismo, di precocizzazione del sexting con invio di foto hard e pratiche sessuali via web in crescita preoccupante.

Le conseguenze di azioni considerate banali soprattutto dai ragazzi che le praticano, fatte con leggerezza e perché “così fan tutti”, sono drammaticamente sotto gli occhi di tutti, con casi di cronaca che lasciano turbati e svuotati, di fronte al crollo emotivo di giovani che non reggono l’enorme pressione sociale che la rete dilata, con una diffusione istantanea ed immediata della foto discinta o della sciocchezza condivisa, di gravità variabile ma certamente foriera di conseguenze psicologiche personali pesanti.

Sfatiamo il mito che le nuove generazioni (appunto “generazioni connesse”), precocemente dotate di uno smartphone con cui possono accedere a tutti i contenuti possibili, siano di per sé più attrezzate in quanto “nativi digitali”. Sono “nativi” nel senso che sono nati appunto con lo strumento di connessione fra le mani, ma questo non implica in automatico né una maggiore capacità di utilizzo né una più forte consapevolezza all’uso. Occorre quindi investire in significato, conoscenza e capacità di decodifica degli aspetti positivi e negativi della rete, una capacità di cui spesso gli adulti di riferimento sono privi essi stessi, vista la novità dell’accesso.

Le azioni istituzionali

Ricordiamo al riguardo, fra le tante azioni in campo, che il 17 ottobre 2015 MIUR e Presidenza della Camera hanno sottoscritto il Protocollo d’Intesa per la diffusione dei contenuti della Dichiarazione dei diritti e doveri in Internet [1].

Il giorno 31 gennaio scorso, inoltre, è stato approvato con modificazioni l’Atto del Senato 1261 relativo al Disegno di Legge sulle “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyber bullismo” che, dopo una genesi e un accordo iniziale comune (27 gennaio 2014), sta allungando il suo iter di oltre tre anni. Va auspicata una rapida conclusione che porti ad una Legge non più procrastinabile, vista la velocità di diffusione della rete e la necessità di dare strumenti concreti di tutela, in particolare dei giovani.

Cosa può fare la scuola?

È giusto porre l’accento sui rischi e i pericoli del web, e considerare gli aspetti negativi dell’abuso della rete, ma proprio in occasione del Safer Internet Day, dal punto di vista degli insegnanti, educatori professionisti, è necessario riprendere alcuni concetti.

  • rafforzare l’alleanza educativa fra scuola e famiglia su un tema tanto vasto e complesso;
  • lavorare con i ragazzi ancora e di più sugli aspetti di comunicazione e di relazione. I ragazzi vanno in rete, e ce lo dicono le ricerche e gli studi più recenti, per aspetti di socializzazione, relazione e rapporto, per divertirsi, per passare il tempo. Le piazze sono sostituite con la rete. Quindi indaghiamo con i ragazzi e i bambini i motivi, non giudichiamoli ma accompagniamoli sul significato. In questo senso, come Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna, stiamo lavorando con e insieme alle Consulte Provinciali degli Studenti in incontri dedicati ove poter dialogare insieme su ragioni, significato e bisogni;
  • riflettere su come l’uso della rete, e dei social network in particolare, incida sulla didattica e sull’educazione in senso lato, non facendone strumenti da demonizzare ma rendendoli alleati e riempiendoli di senso costruttivo. Su questo le esperienze di connubio virtuoso fra rete e didattica, rete ed educazione non mancano: usiamole e volgiamo l’ambiente web in ambiente sociale positivo (un esempio il Servizio Marconi dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna);
  • studiare, approfondire e imparare con i ragazzi i potenziali del mezzo: il recente Piano nazionale per la formazione dei docenti ci dà le risorse per una formazione in servizio capillare, che dobbiamo sapientemente orientare non solo verso lo studio tecnico del mezzo, ma sul lavoro fra pari, docenti con altri docenti che usino il web come luogo di co-costruzione educativa[2].

Una sfida per noi adulti

Dobbiamo recuperare il senso della relazione umana, anche in rete: alziamo gli occhi ed educhiamoci (soprattutto noi adulti) a vivere senza smartphone qualche ora e a dare un significato alla connessione.

Il richiamo non è peregrino, perché è proprio con questa riflessione rivolta agli adulti che vorrei concludere: spesso i primi ad abusare dello strumento e dell’habitat di vita siamo noi “grandi”, con precocizzazioni inopportune (quante, troppe foto di bambini in rete mostrati minuto per minuto…) e infantilizzazioni a dir poco imbarazzanti (kidadults e frustrazioni di chi non vuole invecchiare e mostra inquietanti pose ammiccanti nei propri profili whatsapp…). Riprendiamoci il nostro ruolo di adulti educanti, e anche il luogo di vita in rete potrà diventare in un prossimo futuro un alleato.

Ricordiamo ancora con Auggie Pullman che …. “A volte non c’è bisogno di voler ferire qualcuno per fargli del male” (Wonder, R.J. Palacio), e buon Safer Internet Day 2017!

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[1] Di questo progetto ho dato conto in precedente contributo su Scuola7 di ottobre https://www.scuola7.it/2016/16/ “Bullismo che fare?”, sintetizzando le 10 azioni concrete in tema, fra cui la prima è proprio la giornata del 7.2.2017 del SID, che si rivolge fra l’altro alle 8.400 scuole italiane e ai 7.816.408 studenti italiani a scuola nel corrente anno scolastico. 

[2] In questa chiave come Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna abbiamo rinforzato l’alleanza interistituzionale con un Protocollo comune e convinto fra attori con mission istituzionali diverse per realizzare azioni di formazione a raggiera rivolte ai Centri Territoriali di Supporto e ai referenti degli Uffici per ambito territoriale che si avvia idealmente e fattivamente proprio il 7 febbraio 2017.