Questioni operative sul Piano di formazione docenti 2016-2019

Dal dire al fare

Come noto, il Piano di formazione docenti 2016-2019 rende disponibili risorse ingenti per la formazione in servizio, assegnate a scuole-polo, una per ciascuno dei 318 ambiti territoriali del territorio nazionale. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha ritenuto necessario approfondire, da ottobre ad oggi, attraverso numerosi momenti di lavoro con gli staff regionali e alcune scuole-polo, le questioni operative connesse a una fattiva ed efficace attuazione del Piano. L’esito dei lavori è confluito nel “Documento di lavoro per lo sviluppo del Piano di formazione docenti 2016-2019 – Questioni operative” trasmesso agli Uffici Scolastici Regionali con nota prot. n. 9684 del 6 marzo 2017. Il documento è articolato in cinque sezioni.

1. Parliamo di Qualità (unità formative, certificazioni, verifiche)

Il documento affronta il tema dell’analisi dei bisogni formativi, da realizzare con modalità che superino la logica individuale, attraverso un’analisi delle esigenze delle scuole ed una progettazione a livello di ambito territoriale.

Nei fatti ciò comporta:

– iniziative affidate a scuole dell’ambito o a piccole reti di scopo;

– iniziative di secondo livello o di approfondimento disciplinare, gestite anche direttamente dalla scuola capofila formazione;

– erogazione di finanziamenti a singole scuole sulla base di specifiche esigenze formative.

L’azione formativa di qualità implica l’assunzione di un nuovo modello che superi la formazione frontale, a vantaggio di un impianto che preveda e privilegi il coinvolgimento attivo dei partecipanti. Le azioni formative per gli insegnanti di ogni istituto sono inserite nel Piano Triennale dell’Offerta formativa, in coerenza con le scelte del Collegio Docenti, che lo elabora sulla base degli indirizzi del dirigente scolastico. Si sfata l’idea, già prontamente veicolata da alcune proposte formative “tutto compreso”, che l’obbligatorietà coincida con la fruizione di “pacchetti” di un certo numero di ore, con meccanicismi e “rincorse al corso”. L’unità formativa fa riferimento a parametri elaborati in ambito universitario (es. CFU credito formativo universitario), con una modellizzazione multiforme che spazia da interventi frontali ad azioni di studio e approfondimento, ad attività di laboratorio e ricerca, dando quindi ampio spazio a dimensioni innovative della formazione, con attenzione ai sistemi di monitoraggio e valutazione dell’attività formativa. Su quest’ultimo aspetto l’Amministrazione prevede di realizzare azioni di verifica “sulla base di un modello digitale messo a disposizione dal MIUR (DGPERS) che si ispira direttamente alla check-list sulla qualità della formazione, prevista nel Piano“.

Attenzione viene data alla dimensione delle priorità (9 quelle indicate dal Piano), ivi compresa la necessità di non sovrapporsi con azioni di livello nazionale su temi quali lingua inglese primaria, CLIL etc…

Rilevante la specifica che l’attestazione, validazione e certificazione delle attività formative  sia veicolata attraverso la piattaforma digitale per la gestione della formazione, con un formato standardizzato disponibile “da aprile 2017 con l’ingresso dei docenti in piattaforma digitale“.

Nel triennio l’intento è di pervenire a una forma di certificazione della formazione, da inserire nel portfolio docente in forma di crediti e con possibile forma di valutazione conclusiva.

2. Parliamo di Governance

La seconda sezione del documento riepiloga la governance multilivello già espressa nel Piano per la formazione dei docenti (MIUR, UU.SS.RR., ambito, singole scuole), ipotizzando strutture “agili” di presidio dei vari aspetti della formazione: da nuclei ristretti a conferenze di servizio, a referenti in ciascuna scuola – funzioni strumentali – ; certamente necessaria un’azione comunicativa che si avvalga di spazi web (spazi istituzionali, bacheche digitali…). Giocoforza è implicita la necessità di un reale sostegno non formale, volto a coadiuvare le scuole nella realizzazione delle azioni formative senza inutili appesantimenti.

Ritengo che fra le azioni di governance territoriale vi sia la necessità di un supporto e un orientamento delle scuole che eviti il proliferare di siti, che richiedono non solo tempo di ideazione, aggiornamento delle notizie e indispensabile manutenzione costante, ma soprattutto tempo da parte degli utenti, docenti già ora chiamati a consultare con regolarità spazi web necessari per la propria professionalità. L’auspicio è di non creare troppe sovrastrutture, ma collegarle in modo intelligente. Già alcuni Uffici Scolastici Regionali hanno concentrato le informazioni creando sezioni apposite (ad es. Emilia-Romagna e Toscana).

Il documento elenca in modo puntuale le azioni in capo al Dirigente della scuola-polo (paragrafo 2.3, cui si rimanda per lettura integrale), certamente corpose e da non intendersi in modo prescrittivo, ma funzionali all’effettiva realizzazione delle azioni di formazione.

3. Parliamo di Gestione amministrativa

La terza sezione del documento fornisce indicazioni rispetto alla gestione amministrativa e contabile. Si sottolinea che la dimensione progettuale da privilegiare è quella di rete di ambito e non la distribuzione dei finanziamenti a singole scuole.

Accogliendo le molteplici sollecitazioni pervenute, l’Amministrazione  ha convenuto, per i fondi dell’E.F. 2016, tenuto conto dei tempi di effettiva assegnazione delle risorse finanziarie (gennaio 2017) e delle novità di “realizzare le attività formative nel corso del primo semestre 2017 e nello scorcio 1-30 settembre 2017 del successivo anno scolastico (anche per fruire dei precedenti periodi di sospensione delle attività didattiche)“, con rendicontazione indifferibile al 30 ottobre 2017 agli UU.SS.RR., “che dopo aver raccolto e verificato la documentazione prodotta, la invieranno  alla  Direzione generale per il personale scolastico che procederà con l’erogazione del saldo“. La rendicontazione è da riferirsi alle indicazioni puntualmente fornite dal MIUR in fase di assegnazione delle risorse con nota prot. n. 1522 del 12.1.2017.

Quanto sopra costituisce un segnale incoraggiante di accoglimento delle necessità della scuola, e di ascolto delle esigenze collegate ai tempi necessari per realizzare una buona formazione in servizio.

Le scuole-polo dovranno esprimere una grande cura nella “gestione amministrativo-contabile delle attività formative (bandi e avvisi, contratti, convenzioni, rendicontazione, procedure pubbliche per la selezione dei formatori)” anche con  modalità flessibile, “ad esempio individuando ulteriori scuole per la concreta gestione e compimento delle iniziative nel territorio“. Gli standard di costo sono tuttora riferiti al D.I. 326/95 che dettaglia le spese per docenza, assistenza tutoriale, conduzione di gruppi/esercitazione, direzione dei corsi (nei limiti indicati); coordinamento scientifico, progettazione, monitoraggio, acquisizione dei servizi di supporto (materiali, noleggio di apparecchiature, documentazione, ecc.), definendone le varie funzioni.

Il MIUR delinea possibili situazioni che possono prospettarsi a seguito di progetti attivati da singole scuole, da poli formativi specializzati o da reti di scuole, cui si rimanda integralmente, come di seguito:

a) progetti formativi gestiti interamente dalla scuola-polo capofila per la formazione;

b) progetti formativi gestiti parzialmente dalla scuola-polo capofila per la formazione (senza trasferimento ulteriore di fondi, ma anche con trasferimento di fondi ad altre istituzioni scolastiche).

4. Parliamo di Piattaforma digitale per la formazione

Il documento dedica la quarta sezione alla piattaforma digitale http://www.istruzione.it/pdgf/ per la formazione incentrata su:

– offerta di formazione (corredata di informazioni strutturate e di opzioni legate all’attestazione);

– domanda di formazione.

L’intento è ambizioso: correlare le due direttrici in maniera lineare, trasparente, accessibile, e creare un collettore unitario rivolto ai docenti e da loro consultabile da fine aprile 2017. Gli stessi potranno, in apposita sezione riservata, tenere memoria dei percorsi formativi svolti in forma di “storia formativa“, ivi compresa la relativa documentazione (dall’attestato, al programma, ai materiali…). Quanto detto in correlazione con l’uso da parte dei docenti della piattaforma come luogo per l’iscrizione alle attività formative.

Resta aperta la gestione della fase transitoria per i percorsi formativi realizzati nel periodo intercorrente fra l’emanazione del Piano per la formazione dei docenti 2016-2019 ed il fattivo funzionamento della piattaforma, per la quale il MIUR indica possibile l’inserimento  a cura dei “docenti, successivamente secondo modalità che verranno definite dalla Direzione generale per il personale scolastico purché conformi con quanto previsto dal Piano di formazione docenti 2016-2019“.

5. Parliamo dei soggetti del sistema

La parte conclusiva del documento si riferisce ad alcuni comportamenti dei soggetti che agiscono nel sistema, con riferimento ai docenti e alle regole di partecipazione alle attività formative, ai dirigenti scolastici quali promotori dei piani formativi di istituto,  i formatori, individuati con avvisi pubblici che privilegino competenze ed expertise convalidate in esperienze sul campo, e gli Enti accreditati/qualificati, analogamente individuati con avvisi e manifestazioni di interesse.

Qualche sottolineatura con l’evidenziatore

Sistema

Il documento, così come il Piano nazionale per la formazione dei docenti, definisce un’architettura complessa dell’attività formativa per i docenti, che valorizzi e rinforzi le positive alleanze già esistenti, rendendole dialogiche e sostenendo la piena diffusione di attività formative agite, e non passive, co-costruite e non pre-definite, di qualità e non di quantità (quante ore), con attiva partecipazione dei docenti.

La sfida è di quelle impegnative, e per l’entità delle ingenti risorse economiche in gioco, e per la fatica richiesta ai vari stakeholder, scuole in primis, scuole-polo; docenti chiamati a collaborare come formatori, fuori da una logica stantia di pacchetti preconfezionati; docenti fruitori dei percorsi, cui viene chiesto di mettersi in gioco direttamente e sul campo, in aula, per rendere viva la formazione e validarla in progress; enti, associazioni ed istituzioni universitarie che debbono realmente decentrarsi per proporre azioni formative calate sulla didattica e sul far scuola quotidiano.

Un rinnovamento “radicale” nel senso etimologico, come un tornare alla radice di quello che è il core  dell’insegnamento: padroneggiare epistemologicamente la disciplina, e saperla rendere attrattiva e comprensibile a ragazzi e bambini con diversi talenti, abilità, background di riferimento e capacità, che compongono le complesse e ricche classi italiane.

Dimensione seminariale

Certamente è un’idea vincente, e in linea con tutti i monitoraggi e le indagini realizzate sulla condizione docente, quella di proporre una dimensione seminariale ed operativa della formazione, con un numero di partecipanti contenuto, non solo condotti da esperti ma realizzati con tutor e con una precisa e diretta ricaduta sull’attività di classe. Al centro devono stare i saperi, ma soprattutto le metodologie, la didattica e aspetti legati al “come insegnare” e non solo al “cosa”, nell’ottica di una formazione in servizio utile, che accompagni e non addestri il docente.

 

Unità formativa

L’unità formativa è il cuore dell’azione formativa, con una relazione costante e continua con il contesto di riferimento, il territorio e la comunità professionale, e con un sapiente mix fra parte frontale, rielaborazione individuale, condivisione collegiale fra professionisti e ricaduta nella comunità di afferenza. È ora di sperimentare, “mettere le mani in pasta”, non limitarsi ad ascoltare lezioni, ma mettersi in gioco valorizzando il ricco know how esperienziale di cui le scuole sono tesoriere.

 

Governance

La governance è stratificata e multicomponente, intesa in forma circolare e dialogica fra le varie parti del sistema scolastico (amministrazione, scuole, scuole-polo, docenti…). A parere di chi scrive, è di fatto necessaria una costante e “stretta” azione di comunicazione e interlocuzione, soprattutto in questa delicata e iniziale fase di avvio del Piano triennale, che si interseca con altre azioni di formazione (Piano formativo ATA e Piano formativo Dirigenti Scolastici). Ciò in primis per evitare sovrapposizioni, e certamente per evitare di sovraccaricare le scuole, e i rispettivi destinatari della formazione, di adempimenti amministrativi, ma anche di offerte formative scarsamente frequentate per le inevitabili coincidenze di tempi. Progettare, collaborare, parlarsi in modo continuativo e periodico, e fornire alle scuole indicazioni unitarie, sono condizioni necessarie per il buon esito del Piano e per un’efficace ricaduta sui docenti e sugli studenti.

 

Aspetti amministrativo-contabili

Non si può che concordare sulla necessaria puntualità delle azioni amministrativo-contabili in capo alle scuole-polo, in considerazione delle ingenti risorse pubbliche da “movimentare”. Evidentemente il rispetto della tempistica per la rendicontazione è a vantaggio dell’intero territorio nazionale, e implica procedure coerenti e precise nei tempi per il buon esito delle azioni, anche in considerazione del fatto che l’anno scolastico 2016/2017 è un anno sperimentale, ma si auspica che le risorse dell’anno scolastico 2017/2018 arrivino tempestivamente per mettere a regime il circolo virtuoso “analisi dei bisogni, progettazione delle iniziative, realizzazione dei percorsi, monitoraggio e rendicontazione”, il tutto con tempi coerenti con la vita scolastica. È importante quindi che le scuole non sovrappongano le due annualità e, pur con uno sforzo non indifferente, contengano nei tempi indicati le azioni per l’a.s. corrente.

Monitoraggio della formazione

È da apprezzare la spinta dell’Amministrazione verso chiare modalità di monitoraggio in termini non solo quantitativi, ma qualitativi della formazione realizzata. Le domande possono essere semplici, mentre formulare le risposte non sempre lo è: la formazione realizzata è servita? Ricade sulla didattica quotidiana? Migliora i risultati degli studenti? … La prospettiva è quella di affiancare un necessario apparato formale di attestazione con un sistema qualitativo di monitoraggio, come previsto nel Piano nazionale.

Storia formativa

Attraverso la piattaforma http://www.istruzione.it/pdgf/ si intende creare un unico punto di memoria e documentazione dei percorsi individuali, incentrato sui singoli docenti. Si tratta di un intento meritevole, da perseguire nel lungo periodo, e che richiederà aggiustamenti progressivi, sia in fase di prima attuazione, sia in considerazione dell’elevato numero di docenti che accederanno alla piattaforma, con sfaccettature e necessità individuali multiformi.

Inoltre, per la riuscita dell’azione, è imprescindibile una costante azione informativa da parte dell’Amministrazione centrale e degli UU.SS.RR. verso un sistema composito, costituito da enti/associazioni accreditati/qualificati e dai soggetti di per sé qualificati per la formazione (art. 1, commi 5-6, Direttiva n. 170/2016), come lo sono tutte le scuole del sistema nazionale di istruzione e le istituzioni universitarie.

Ancora pare necessario, in ottica di governance, che a vari  livelli sia realizzabile un’azione di sintesi, tecnicamente di rapida e immediata fruizione, per disporre dei dati riferiti al proprio contesto di riferimento, non centrati unicamente sul singolo docente, ma aperti a livello  quantomeno di scuola e di UU.SS.RR.

Ciò potrebbe consentire una migliore collaborazione fra scuole, enti e soggetti interessati all’erogazione di azioni formative rispetto alle 9 aree prioritarie del Piano nazionale per la formazione, evitando il rischio di parcellizzare e mantenendo una visione di insieme utile e necessaria per pianificare azioni e risorse future.

Ora quindi è necessario… lavorare e rendere fatti le molte, importanti, parole spese sulla formazione: tradurre il dire in fare. Ora siamo alla prova dei fatti.