Le novità sulla compilazione del portfolio del dirigente scolastico

Le modifiche: i tempi e gli effetti

Se si allentano i tempi di una procedura, la scuola può tirare un bel sospiro di sollievo o deve invece preoccuparsi della tenuta del processo? Oppure è propensa a “sperare” che l’allentamento di oggi possa trasformarsi, domani, in azzeramento?

La recente nota a firma del Capo Dipartimento dell’istruzione (Nota MIUR 27 aprile 2017, prot. n. 4555) anticipa i contenuti della nuova direttiva per la valutazione dei dirigenti (dunque, una 36-bis), e annuncia alcuni cambiamenti importanti sulla tabella di marcia già definita nelle linee guida allegate alla citata direttiva 36/2016.

  • La prima modifica, la più rilevante, è che, per l’anno in corso, la valutazione dei Dirigenti scolastici non avrà effetto sulla determinazione della retribuzione di risultato.
  • La seconda è lo slittamento dei tempi precedentemente stabiliti: il portfolio dovrà essere compilato entro il 30 giugno anziché il 31 maggio; la valutazione di prima istanza da parte del Nucleo di valutazione (NdV) e la valutazione finale da parte del Direttore dell’USR avverranno, rispettivamente, entro novembre ed entro dicembre 2017.
  • La terza riguarda un aspetto di qualità del modello di valutazione: la visita alle scuole, cioè colloqui, interlocuzioni e focus con i diversi componenti della comunità scolastica. In fase di prima applicazione (2017) i nuclei si limiteranno solo ad un’analisi documentale ipotizzando, se del caso, modalità di contatto più veloci (es. via Skype) con i Dirigenti scolastici.

Con tutta probabilità è questa una risposta alle innumerevoli manifestazione di disagio che i dirigenti, attraverso le proprie organizzazione sindacali, hanno portato all’attenzione dei decisori politici ed amministrativi.

C’è un disagio generalizzato su cui è utile riflettere

I disagi per le nostre scuole sono molti e di varia natura. Sarebbe irragionevole, però, considerare il portfolio come importante concausa dello stato di malessere in cui quasi tutti i dirigenti si riconoscono. Di fatto, a regime, la compilazione del portfolio non occuperà più di qualche ora lavorativa. Non si richiedono documenti ulteriori e quasi tutti sono già caricati sul portale. Inoltre l’autovalutazione è anche facoltativa.

In realtà, quando la scuola lamenta lo stato di emergenza, anche una “piccola goccia può far traboccare il vaso”. È ciò che rischia di diventare la valutazione dei dirigenti, inserendosi in un momento assai difficile per la nostra comunità scolastica. A ciò si aggiunge che la nostra cultura valutativa è ancora acerba, che non ci fidiamo del sistema e che a nessuno piace essere giudicato. Non a caso la direttiva 36/2016 mette bene in evidenza il valore formativo della valutazione, dice che deve essere finalizzata alla valorizzazione e al miglioramento professionale, nella prospettiva del progressivo incremento della qualità del servizio scolastico. Ma i dirigenti sanno anche che alla fine di ogni anno ci sarà un giudizio complessivo, che li collocherà in uno dei quattro livelli[1] previsti dalla normativa, in base a come sono state valutate, in prima istanza dal NdV, le azioni realizzate, e in base ai risultati conseguiti nel perseguimento degli obiettivi.

Non è facile conciliare la logica migliorativa con il giudizio finale che, a regime, andrà anche a ricadere sulla retribuzione. Ma il problema principale non è quello degli effetti economici, quanto piuttosto il timore che comunque si verrà a creare un ranking, e che ogni classificazione influenzerà l’immagine sociale del dirigente e della scuola che dirige.

Le nuove disposizioni migliorano o peggiorano la valutazione?

La nota del Miur del 27 aprile u.s. mette in evidenza che le modifiche permetteranno una migliore regolazione del processo e degli strumenti di valutazione; garantiranno l’affinamento dei criteri e l’uniformità del procedimento a livello nazionale; consentiranno di tenere nella debita considerazione tutte le osservazioni provenienti dal mondo della scuola. È noto che ogni nuovo strumento, perché funzioni bene ed abbia successo, ha bisogno di essere ben controllato e messo alla prova. Se c’è più il tempo, in teoria, c’è maggiore garanzia di tenuta. Restano però alcuni dubbi.

  • Per l’anno in corso la valutazione non incide sulla retribuzione di risultato. È per evitare che i possibili errori in fase di avvio possano incidere sulle carriere dei dirigenti? Oppure è solo un prendere tempo in attesa di trovare nuovi dispositivi, magari da inserire nell’ambito negoziale, come vorrebbero alcuni sindacati?
  • Lo slittamento della dead line per la compilazione del portfolio, dal 31 maggio al 30 giugno, aiuterà il dirigente ad avere più dimestichezza con i nuovi strumenti e ad usarli con maggiore disinvoltura, oppure rinvierà semplicemente il problema di un mese?
  • Cosa comporterà sul piano qualitativo una valutazione solo documentale e non supportata da una visita nella scuola del dirigente? È sicuramente una questione di tempi (attualmente il calendario scolastico non lo permette) e di risorse (i nuclei non ce la fanno). Ma il rischio è quello di una valutazione poco approfondita, malgrado l’attenzione formativa che i nuclei hanno ricevuto a livello nazionale nell’ambito del progetto Pro.Di.S. (INVALSI).

La questione è molto delicata. Sulla materia un ulteriore fallimento metterebbe a rischio il sistema stesso. Sono più di quindici anni, infatti, che stiamo provando a costruire un modello di valutazione efficace per i dirigenti, e ancora non ci siamo riusciti.

Il rischio di aggiungere un altro atto adempitivo

Compilare il portfolio non costa molto. È articolato in quattro parti: tre di competenza del DS e una di competenza del NdV. Le parti “Anagrafe professionale” e “Obiettivi e azioni professionali” sono di competenza del DS, sono obbligatorie e pubbliche, mentre la parte “Autovalutazione e bilancio delle competenze” è facoltativa e riservata.

Ci vuole un tempo relativamente breve per inserire le informazioni professionali generali (che in buona parte si possono trovare nel Curriculum vitae) nella prima parte del portfolio. Esse, tra l’altro, sono aggiornabili annualmente con possibilità di aggregazione dei dati. Un po’ più difficoltoso è scegliere le azioni professionali significative da documentare nel portfolio, azioni che dovranno tener conto degli obiettivi indicati al dirigente nella lettera di incarico che ha ricevuto dal Direttore dell’USR.

Se ci fermiamo qui, avvaloriamo l’ipotesi che la compilazione del portfolio corrisponde ad un ulteriore atto adempitivo che nulla aggiunge alla professionalità del dirigente, anzi contribuisce ad aumentare il suo stato di profonda insoddisfazione e frustrazione. E la facoltatività dell’autovalutazione sembrerebbe confermare tale approccio.

Autovalutazione sì, se si vuole migliorare

In realtà l’autovalutazione è la parte più pregiata del portfolio perché è quella che permette di “fermarsi un attimo” e di riflettere sulle proprie azioni, di controllare se funzionano, se sono efficaci, se sono coerenti; aiuta a guardare con occhio distaccato l’insieme articolato e frammentato dei tanti accadimenti nella comunità scolastica e sociale, e a non farsi risucchiare dalla quotidianità. Il processo autovalutativo è quello che assegna significato alle azioni di miglioramento, evitando automatismi e logiche adempitive.

Come farsi leggere ed apprezzare

Il portfolio in genere costituisce un formidabile strumento di analisi. È certo, però, che i modelli di portfolio non sono tutti articolati alla stessa maniera, e possono presentare livelli diversi di complessità. Per esempio nel modello proposto per i dirigenti scolastici i punti di attenzione non sono perfettamente allineati tra le diverse parti (cfr Nota esplicativa n. 2).

La Rubrica di “Autovalutazione e bilancio di competenze” è divisa in 5 indicatori, simili ai 5 criteri del comma 93 della legge 107/2015, ma non identici. Manca il punto “c” relativo all’apprezzamento della comunità sociale e professionale, ed il punto “e” è articolato in due parti. Il Repertorio del dirigente scolastico fa riferimenti alle aree e agli obiettivi di processi del RAV, ed è composto da 147 azioni esemplificative. Lo Schema di giudizio finale riprende i 5 criteri generali, quelli indicati dal comma 93 della legge 107/2015, ma riaggregati in tre macro-aree con pesi differenti (60%, 30%, 10%).

Aree professionali

Rubrica di autovalutazione e bilancio di competenze Rubrica di valutazione (all. 2)

Criteri comma 93 della legge 107/2015

Repertorio del dirigente scolastico – [148] Azioni esemplificative – Aree ed obiettivi di processi del RAV
1 Definizione dell’identità, dell’orientamento strategico e della politica dell’istituzione scolastica (e) e) Direzione unitaria della scuola, promozione della partecipazione e della collaborazione tra le diverse componenti della comunità scolastica, dei rapporti con il contesto sociale e nella rete di scuole 1. Curricolo, progettazione, valutazione

3. Inclusione e differenziazione

4. Continuità ed orientamento

5 Orientamento strategico ed organizzazione della scuola

7. Integrazione con il territorio e collaborazione con le famiglie

2 Gestione, valorizzazione e sviluppo delle risorse professionali b) Valorizzazione dell’impegno e dei meriti professionali del personale dell’istituto, sotto il profilo individuale e negli ambiti collegiali 6. Sviluppo e valorizzazione risorse umane
3 Promozione della partecipazione e cura delle relazioni e legami con il contesto e) Direzione unitaria della scuola, promozione della partecipazione e della collaborazione tra le diverse componenti della comunità scolastica, dei rapporti con il contesto sociale e nella rete di scuole 6. Sviluppo e valorizzazione risorse umane

7. Integrazione con il territorio e collaborazione con le famiglie

4 Gestione delle risorse strumentali e finanziarie, gestione amministrativa e adempimenti normativi a) Competenze gestionali ed organizzative finalizzate al raggiungimento dei risultati, correttezza, trasparenza, efficienza ed efficacia delle azioni dirigenziali in relazione agli obiettivi assegnati nell’incarico triennale 2. Ambiente di apprendimento

5 Orientamento strategico ed organizzazione della scuola

7. Integrazione con il territorio e collaborazione con le famiglie

5 Monitoraggio, valutazione e rendicontazione d) Contributo al miglioramento del successo formativo e scolastico degli studenti e dei processi organizzativi e didattici nell’ambito dei sistemi di autovalutazione, valutazione e rendicontazione sociale 1. Curricolo, progettazione, valutazione

2. Ambiente di apprendimento

3. Inclusione e differenziazione

4. Continuità ed orientamento

5. Orientamento strategico ed organizzazione della scuola

6. Sviluppo e valorizzazione risorse umane

7. Integrazione con il territorio e collaborazione con le famiglie

6 c) Apprezzamento del proprio operato all’interno della comunità professionale e sociale 6. Sviluppo e valorizzazione risorse umane

7. Integrazione con il territorio e collaborazione con le famiglie

Non è facile per i nuclei di valutazione orientarsi partendo da indicatori disallineati, non è facile per i dirigenti aiutare i nuclei a farsi leggere (senza fraintendimenti) ed apprezzare. Potranno essere di aiuto le iniziative di formazione a cura degli USR e delle scuole-polo (fondi ex art. 27 lettera b del D.M. 663/2016) e gli ulteriori strumenti di supporto che il Miur si è impegnato a fornire allo scopo di accompagnare progressivamente il processo in tutte le sue fasi. Ma forse potrebbe essere utile anche una revisione semplificatoria del portfolio stesso.

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[1] A: pieno raggiungimento; B: avanzato raggiungimento; C: buon raggiungimento; D: mancato raggiungimento degli obiettivi.