La Grammatica Valenziale nella scuola delle competenze

In principio era il “verbo”

Nel numero 22 di Scuola7 avevamo brevemente illustrato il modello della Grammatica Valenziale (GV), nato ufficialmente nel 1959 con l’uscita di un’opera postuma di Lucien Tesnière, e incentrato sulla forza del verbo di evocare una scenaselezionare degli attanti e generare frasi. Secondo tale modello la frase è generata dal verbo, regista di questa strutturazione, cioè dalla sua capacità semantico-sintattica di attrarre elementi intorno a sé (l’immagine della valenza richiama apertamente le particelle atomiche e i loro legami in cerca di stabilità).

Nello stesso numero accennammo anche alle cinque possibili tipologie di valenza verbale: ogni verbo seleziona, in base alla propria valenza, da 0 a 4 partecipanti all’evento e da 0 a 4 argomenti della frase, strutturando così frasi nucleari (o minime) diverse:

  1. verbi zerovalenti (verbi impersonali: es. nevicare in Nevica);
  2. verbi monovalenti (es. dormire in  Giorgio dorme);
  3. verbi bivalenti (es. accarezzare in  Martino accarezza un cavallo oppure andare in  Federica va a Napoli);
  4. verbi trivalenti (es. dare in  Luigi dà un libro a Martino oppure andare nell’accezione di ‘coprire un tragitto’, in Il treno va da Milano a Napoli);
  5. verbi tetravalenti (es. trasportare in  Martino trasporta il carro dal campo al villaggio).

Le configurazioni della frase “minima”

Gli esempi mostrano come le cinque valenze verbali realizzino, per la frase nucleare o minima, sette diverse configurazioni strutturali possibili, rappresentabili attraverso schemi grafici a struttura radiale, così come proposti da Francesco Sabatini e ripresi recentemente anche nei testi per la scuola di Francesco Sabatini, Carmela Camodeca e Cristiana De Santis.

Per quanto riguarda i vantaggi della GV nella prassi educativa nella scuola con Bisogni Linguistici Specifici, rimandiamo il lettore al numero 22 di Scuola7 per un elenco ragionato.

In questa sede ci sembra interessante valutare il punto di vista delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (IN2012) e dell’Invalsi, sull’impiego della GV per la riflessione metalinguistica a scuola.

La Grammatica Valenziale e le Indicazioni nazionali per il curricolo

Benché da una parte sia esplicito il richiamo delle IN2012 all’autonomia del docente nella scelta del «modello grammaticale di riferimento che gli sembra più adeguato ed efficace», dall’altra, in più punti del documento, emergono altrettanto espliciti riferimenti alla terminologia e all’impianto della GV.

Negli Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria, per quanto concerne gli Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua, le IN2012 indicano il seguente obiettivo:

«Riconoscere se una frase è o no completa, costituita cioè dagli elementi essenziali (soggetto, verbo, complementi necessari)».

La completezza di una frase, e il fatto che alcuni elementi della stessa siano necessari ed essenziali, sono aspetti fondanti della GV, che non fanno parte delle prassi tradizionali di analisi della frase, la cosiddetta analisi logica.

Altre spie del riferimento alla GV si trovano negli Obiettivi d’apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria:

«Riconoscere la struttura del nucleo della frase semplice (la cosiddetta frase minima): predicato, soggetto, altri elementi richiesti dal verbo».

È un evidente richiamo alla GV il concetto di nucleo della frase semplice, costituito non solo dalla coppia Soggetto e Verbo-predicato, come vorrebbe la grammatica tradizionale, ma dal Verbo-predicatore e da tutti i suoi argomenti, cioè dagli elementi richiesti dal Verbo-predicatore stesso.

La Grammatica Valenziale (GV) e l’Invalsi

Il Quadro di riferimento della prova di italiano dell’Invalsi si occupa delle diverse “grammatiche” con queste parole:

«Per la descrizione delle lingue si fa riferimento oggi a una pluralità di modelli teorici, ai quali corrispondono diversi orientamenti nell’insegnamento della grammatica. Questa pluralità di proposte comporta anche la mancanza di una terminologia unitaria. Non essendo tuttavia compito dell’Invalsi indicare un modello da privilegiare rispetto ad altri, si è scelto nella formulazione delle domande di fare riferimento, in linea di massima, ai contenuti più noti e condivisi, introducendo però anche alcuni dei contenuti innovativi più assodati nel mondo della ricerca».

Nonostante anche l’Invalsi, come le IN2012, non si faccia carico di proporre un modello di riferimento per la scuola per la riflessione metalinguistica, sono presenti richiami espliciti alla GV sia nel Quadro di riferimento sia nelle prove presenti nel fascicolo d’italiano di entrambi i cicli.

Nel Quadro troviamo, infatti, la seguente nota al testo:

«Per ‘frase minima’ si intende una frase costituita dal verbo e da tutti i suoi ‘argomenti’, cioè complementi necessariamente richiesti dal suo significato, ad esempio: “Piove”; “Il gatto dorme”; “Il papà compra il giornale”; “Mia cugina abita a Cagliari”; “La zia ha regalato la bicicletta al nipote”. La ‘frase semplice’ è costituita da un solo verbo/predicato e da complementi di vario tipo, esempio: “Mio zio guarda sempre la televisione in poltrona”».

I riferimenti alla GV nelle prove Invalsi

Altrettanto espliciti sono i riferimenti nelle prove. Qui di seguito si forniscono alcuni esempi di prove centrate sull’impianto della GV:

Prova di italiano, anno scolastico 2015-2016, scuola primaria, classe quinta

C1. Scegli fra le quattro alternative quella che completa il senso del verbo nella frase seguente.

“La zia ha messo…”

  1. il più piccolo dei suoi figli
  2. la torta al cioccolato
  3. i panni nella lavatrice
  4. nel cassetto del comodino

Prova di italiano, anno scolastico 2011-2012, scuola primaria, classe quinta

C7. Indica quali delle seguenti espressioni sono già frasi complete e corrette e quali hanno bisogno di essere completate.

Metti una crocetta per ogni riga.

Frasi Completa/corretta Incompleta/scorretta
a) La mamma mise
b) Il gatto dorme
c) Il bambino piange
d) Giovanni abitava

Prova di italiano, anno scolastico 2016-2017, scuola secondaria di II grado, classe seconda

E6. In quale di queste frasi sono presenti tutti gli argomenti del verbo (cioè gli elementi obbligatoriamente richiesti dal verbo)?

  1. A tutti noi dissero con molta chiarezza
  2. La signora prese dalla sua borsetta
  3. Questo problema vi riguarda tutti
  4. Molti dei partecipanti sono diventati

I vantaggi della Grammatica Valenziale

Numerosi sono i vantaggi dell’impiego della GV nell’educazione linguistica nella lingua materna, nelle lingue seconde e straniere e per lo studio delle lingue classiche (esiste una bella tradizione italiana di studio del latino attraverso la GV, che fa capo a Germano Proverbio). Il modello è rigoroso, ampiamente accettato dalla comunità scientifica, e si sta rivelando un utile strumento per la pedagogia linguistica nelle classi plurilingui e con bisogni specifici; è motivante e facilmente didattizzabile; le IN2012 e l’Invalsi sembrano suggerirne l’impiego quando si fa grammatica esplicita.

Non ci resta che porci la seguente domanda: perché la Grammatica Valenziale trova così tante resistenze nella scuola?