Primo ciclo e scuola dell’infanzia: i nuovi scenari

Per una manutenzione efficace delle Indicazioni 2012

Il nuovo documento per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione dal titolo “Indicazioni nazionali e nuovi scenari” sollecita le scuola ad una rilettura delle Indicazioni 2012, attraverso il filtro della cittadinanza, in modo particolare pone l’attenzione su alcuni aspetti costitutivi della contemporaneità.

Il documento è stato da alcuni rilanciato nel web come “Le nuove Indicazioni 2018”, suscitando reazioni anche scomposte. Per molti, infatti, i cinque anni che sono trascorsi dall’emanazione delle Indicazioni nazionali per il curricolo 2012 ad oggi, non sono stati sufficienti per capire tutti gli aspetti innovativi ivi contenuti e per metterli alla prova. Perché quindi proporre ulteriori novità?

Il realtà l’attuale documento è intitolato ai “Nuovi scenari”, e rientra nella normale e necessaria manutenzione, anche ad evitare il rischio che le originarie spinte innovative e riflessive si affievoliscano e lascino il posto a comportamenti più routinari.

Gli aspetti che vanno alimentati

In modo particolare si possono selezionare le seguenti priorità.

  • Centralità del Curricolo verticale: integrazione delle discipline per spiegare la complessità; stretto rapporto tra didattiche e valutazione, e importanza della documentazione.
  • Riflessione sulla nuova cornice di senso dell’attuale società, attraversata da veloci e drammatici cambiamenti nell’economia, nella cultura, nella quotidianità.
  • Rilettura delle competenze che tutti dovrebbero sviluppare nel corso della formazione di base per una corretta convivenza democratica, anche alla luce dei nuovi documenti europei[1].
  • Impegno per la sostenibilità (Agenda 2030): costruzione di proposte didattiche e di ambienti di apprendimento che concretizzino i principi di “qualità, equità, inclusività”, intesi come opportunità di apprendimento per tutti.
  • Enfasi su “Il sé e l’altro” della scuola dell’infanzia, perché prefigura la promozione di una cittadinanza attiva e responsabile: rapporto tra le storie personali e le regole di convivenza; costruzione del vivere insieme nel delicato equilibrio tra “grammatiche comuni” e diversità.
  • Importanza di un’educazione al pensiero logico e analitico, sia per la costruzione delle competenze matematiche, scientifiche e tecnologiche, sia per lo sviluppo dello spirito di iniziativa, e soprattutto per l’affinamento delle competenze linguistiche.
  • Rilancio delle discipline artistiche per la formazione di un cittadino capace di esprimersi con modalità diverse, di fruire in modo consapevole i beni artistici riconoscendone il valore per l’identità sociale e culturale.
  • Valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, sia per la lingua italiana, sia per l’inglese e per le altre lingue dell’Unione europea.
  • Attenzione alla Storia, come veicolo per la formazione di una cittadinanza nazionale, europea e mondiale, e alla la Geografia, come strumento per spiegare le scelte delle comunità e come “cerniera” tra le discipline umanistiche e scientifiche.
  • Nuovo interesse per la Statistica, intesa come disciplina per spiegare fenomeni e tendenze della natura, del mondo e della società, da utilizzare anche come efficace “cavallo di Troia” per avvicinare gli alunni alla matematica.

Gli impegni istituzionali per le misure di accompagnamento

Il documento veicola operazioni a diversi livelli che, se ben coordinate, potrebbero diffondere maggiormente le innovazioni sul piano curricolare e far decollare, in termini di condivisione, le ricerche delle scuole che si sono permanentemente messe alla prova. C’è un’attenzione sul piano istituzionale non solo per via dei contenuti del documento, ma anche per gli impegni sulle misure di accompagnamento. Non a caso la nota del 1° marzo 2018 (prot. n. 3645):

  • prospetta alle istituzioni scolastiche alcune azioni per la diffusione del documento, per la formazione in servizio, per attività di ricerca-azione;
  • suggerisce agli staff regionali come realizzare efficaci iniziative di coordinamento, consulenza, monitoraggi qualitativi, raccomandando il dialogo costante con le istituzioni scolastiche del primo ciclo;
  • ricorda a tutti che sono stati destinati specifici finanziamenti nel DM n. 851/2017 (Fondi per l’ampliamento dell’offerta formativa) per l’implementazione delle Indicazioni Nazionali del primo ciclo.

Per tutte le attività a livello territoriale, la Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici assicura la presenza dei componenti del CSN (Comitato Scientifico Nazionale) per eventuali incontri seminariali di approfondimento, ma anche per azioni di formazione e sensibilizzazione.

Sono inoltre annunciati seminari nazionali (o interregionali) dedicati ad alcuni ambiti tematici: Cittadinanza e CostituzioneCittadinanza digitaleCittadinanza e sostenibilità. Gli incontri consentiranno di mettere a confronto esperti, e rappresentanti del mondo universitario e professionale, con docenti e dirigenti delle varie regioni italiane, che abbiano realizzato esperienze significative nella materia.

Oltre le “molestie burocratiche”: il richiamo alle priorità delle scuole

È pur vero che le scuole oggi sono sollecitate in maniera incessante (quasi molesta) da iniziative di varia natura, tanto che al dirigente resta difficile fare scelte di priorità e capire ciò che serve veramente per la propria istituzione scolastica. Rispondere a tutte le richieste, senza avere la possibilità di capire come queste possono ricadere efficacemente sulla qualità degli esiti formativi degli studenti, significa assecondare una pericolosa deriva formalistica. Essendo, però, questo un comportamento assai diffuso, le responsabilità non possono essere addebitate ad una carenza di leadership, quanto piuttosto ad uno stile burocratico, prevalentemente amministrativo, mal controllato a livello nazionale. Tale situazione è anche in contraddizione con i riferimenti normativi (es. articoli 78 e 93 della legge 107/2015); essi disegnano, invece, una leadership che tiene ben in equilibrio gli aspetti gestionali organizzativi con quelli di coordinamento, ascolto, valorizzazione. Capita molto spesso: le sollecitazioni che non appaiono portatrici di rischi reali e di responsabilità immediate vengano accantonate, o comunque minimizzate.

È ciò che potrebbe succedere anche alle buone idee contenute in questo documento, che si fanno portavoce della necessità di ritornare in classe per riflettere sulla didattica quotidiana, per migliorare veramente la qualità della nostra scuola. È questo un richiamo importante della nota ministeriale, laddove ricorda che “la scuola di base italiana rappresenta un elemento qualificante del sistema scolastico nazionale, anche grazie all’impegno costante di tanti operatori. Le Indicazioni nazionali costituiscono un punto di riferimento importante per la scuola dai 3 ai 14 anni. Sono un documento che va curato e aggiornato, perché sia sempre capace di esprimere i valori fondanti la nostra comunità nazionale, e di orientare le giovani generazioni a diventare cittadine e cittadini competenti e responsabili”.

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[1] Competences for democratic culture. Living together as equals in culturally diverse democratic societies, in https://rm.coe.int/16806ccc07.