La questione delle iscrizioni ai percorsi per adulti

L’apertura permanente delle iscrizioni

Ogni anno, con una apposita Nota del MIUR, vengono fornite indicazioni circa le iscrizioni ai percorsi di istruzione rivolti agli adulti. La scadenza (nella Nota n.7647 del 03.05.2018, relativa all’a.s. 2018-2019, così come in quelle degli anni scorsi) viene fissata “di norma al 31 Maggio e comunque non oltre il 15 ottobre”, lasciando però la facoltà ai Collegi dei Docenti di deliberare deroghe, definendo “i criteri generali e le fattispecie che legittimano la deroga”.

Generalizzazione delle deroghe per una domanda “fragile”

È superfluo evidenziare quanto siano indispensabili le deroghe, in considerazione dei target ai quali si rivolge l’offerta formativa dei C.P.I.A. e degli Istituti superiori in rete nei quali vengono erogati percorsi di secondo livello per adulti (Istituti tecnici, Istituti professionali, Liceo artistico):

  • Stranieri che intendono / hanno necessità di apprendere la lingua del Paese ospitante per ottenere il permesso di soggiorno o per avviare un’attività economica,
  • lavoratori adulti che perdono il lavoro o sono a rischio di perderlo,
  • adolescenti in ricongiungimento familiare, detenuti, giovani ‘dispersi’ che ‘scelgono’ di rientrare in formazione,
  • adulti di età diverse che intendono recuperare saperi a rischio di obsolescenza o ottenere un titolo non acquisito in età scolare, …

I tempi per l’ingresso non coincidono con l’anno scolastico canonico. Il fabbisogno si manifesta in momenti diversi e la soluzione spesso non può attendere. Quando insorge la domanda la soluzione deve essere pronta sia per dare risposta alle esigenze da cui muove, sia anche per non perdere utenti mossi da domanda ‘fragile’. Un’accoglienza ‘amica’ può anche ottenere ulteriori risultati favorevoli, grazie alla familiarizzare con l’Istituzione, soprattutto per persone di altri Paesi, e alla riconciliazione con una Scuola che ha espulso, promuovendo ulteriore domanda anche verso la prosecuzione degli studi.

Secondo l’avviso di chi scrive, tutti i Collegi Docenti dovrebbero adottare la delibera per la deroga alle scadenze ‘regolari’. Anche correlando le motivazioni alle eventuali varianti territoriali dei target.

Una sfida organizzativa

Certo si pone un problema importante per le Scuole, che debbono trovare la necessaria capacità progettuale per configurare e organizzare le risposte per un ‘pronto intervento’. Flessibilità organizzativa; struttura dell’offerta in grado sia di realizzare percorsi ‘regolari’, eventualmente con ripartenze scaglionate nel tempo, sia di inserire proficuamente nuovi ingressi in percorsi già avviati o modulare offerte parallele personalizzate; pluralità di orari e calendari; tempestività dei servizi di accoglienza e definizione dei Patti formativi individuali; iscrizioni lungo l’intero anno previste anche solo nei C.P.I.A., utilizzabili per maturare crediti per l’accesso ai percorsi di secondo livello per i quali non sia attivo il primo periodo….

Ricordiamo anche che le Scuole superiori nelle quali sono incardinati i percorsi di 2° livello sono accreditabili per i Servizi per il lavoro (e dunque, se colgono questa importante opportunità, disporsi per soddisfare una domanda specifica per i tempi e per i contenuti, valorizzando le competenze interne) e per attivare Tirocini.

Le risorse per l’apprendimento permanente (organici, finanziamenti, partenariati)

L’organico viene determinato sul numero dei Patti formativi (PFI) sottoscritti ad inizio anno. Quest’anno sono 222.431. Con quali risorse allora realizzare l’offerta per ingressi non contabilizzati ai fini dell’organico? Vale la pena ricordare che, così come la domanda preme in diversi momenti dell’anno, anche ai PFI non corrispondono in molti casi effettive frequenze per l’intera durata del percorso, liberando spazi per nuovi utenti. Un ‘andirivieni’ può meglio rappresentare l’andamento della domanda adulta. Ma, oltre all’alternanza degli utenti, altre modalità e risorse sono disponibili per i CPIA e le Scuole superiori. Tra questi: scambi di risorse formative nell’ambito degli ‘Accordi di rete’ (che debbono essere resi effettivi e sottratti al rischio di trasformarsi in mero adempimento burocratico) quali l’accesso di utenti dei C.P.I.A. ai laboratori delle discipline di indirizzo e alle esperienze di incontro con il mondo del lavoro presenti nell’offerta del secondo livello; scambio di orientatori, psicologi scolastici, docenti esperti in Italiano lingua 2 e Italiano per le discipline, docenti capaci di interagire in ambienti multiculturali; ecc…; ampliamento dell’offerta formativa con fondi della Scuola (compresi quelli destinati alle ‘scuole in carcere’) o con risorse di Istituzioni locali (ad esempio nell’ambito di accordi con i Servizi sociali) o realizzato grazie ad accordi con strutture educative del territorio (Centri culturali, Università degli adulti, ecc.). In merito a quest’ultima opportunità ricordiamo l’importante Accordo in C.U. del 10/07/2014 “Linee strategiche di intervento in ordine ai servizi per l’apprendimento permanente e all’organizzazione delle reti territoriali” che, se applicato, può rivoluzionare l’intero sistema dell’offerta di apprendimento davvero permanente, non solo di istruzione formale.

Una distinzione identitaria per l’educazione permanente

Peraltro l’identità delle Istituzioni scolastiche che operano con adulti non può che essere flessibile e aperta per ottemperare al proprio profilo identitario, come presidio istituzionale nel territorio per l’occupabilità, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale, l’aumento del livello di scolarità della popolazione. I numeri impietosi della dispersione scolastica, degli early leavers, degli adulti non in possesso di titolo superiore alla licenza media, oltre che i confronti umilianti con altri Paesi nella padronanza delle ‘competenze funzionali’, reclamano che le Istituzioni dedicate rispondano efficacemente e prontamente. L’attuazione di questi principi passa anche attraverso l’emancipazione necessaria dal modello di scuola 6-19 anni – peraltro anch’esso pressato a rinnovare l’approccio all’insegnamento-apprendimento verso modalità personalizzate e flessibili – e attraverso la sintonia anche temporale fra la domanda e l’offerta.

Prevenzione e cura dell’insuccesso formativo

Nel Documento “Una politica nazionale di contrasto del fallimento formativo e della povertà educativa” (gennaio 2018) la ‘Cabina di regia per la lotta alla dispersione scolastica e alla povertà educativa’ istituita a maggio 2017 individua obiettivi di prevenzione di uno dei fenomeni che stanno alla base dell’emergere del bisogno in età adulta. Prevenzione e cura.