Presentazione Rapporto Invalsi 2018: le novità

Molte novità per le rilevazioni Invalsi

Il 5 luglio u.s. presso il Miur si è tenuta l’ormai tradizionale presentazione dei risultati delle prove Invalsi 2018. Quest’anno l’attenzione era notevole: la presenza del neo-ministro Marco Bussetti, di esponenti di spicco della Banca d’Italia e della Ragioneria Generale dello Stato e di numerosi dirigenti del Miur ne sono la testimonianza.

Molte le novità di questo Invalsi 2018; in particolare:

  • le prove di Inglese in V primaria (reading e listening) e in III secondaria di I grado;
  • la somministrazione on-line con il computer (Computer Based Test, CBT) nelle scuole secondarie (III di primo grado e II di secondo grado);
  • la certificazione dei livelli di apprendimento nelle prove di Inglese, Italiano e Matematica per la classe III della secondaria di primo grado.

Il neo-ministro ha tenuto a ringraziare tutte le scuole, docenti e dirigenti scolastici, per lo sforzo fatto affinché tutto funzionasse per il meglio; si è trattato di una grande sfida tecnologica e organizzativa per l’intero sistema scolastico, che ha messo in luce un aspetto importante: dal punto di vista tecnologico non esistono differenze sostanziali sul territorio nazionale. Qualche problema si è avuto per la prova di listening di Inglese in quanto, trattandosi di file molto pesanti, hanno richiesto tempo per essere scaricati, con alcune difficoltà laddove la connessione non era sufficientemente potente.

La somministrazione on line: a prova di cheating

Non era assolutamente scontato che la somministrazione delle prove on-line e con il computer funzionasse, perché si richiedeva da parte delle scuole uno sforzo organizzativo e preparatorio non indifferente: le scuole che avevano dotazioni informatiche sufficienti si sono organizzate in turni nell’arco di tre settimane; quelle che non disponevano di dotazioni tecnologiche sufficienti o adatte, in particolare le scuole della secondaria di primo grado, si sono organizzate con le scuole superiori vicine; e laddove nemmeno questo è stato possibile, peraltro in pochissimi casi (7 istituti in tutto), è stato organizzato un “furgoncino” con computer e connessione, che si è recato in queste scuole  per lo svolgimento delle prove. Complessivamente sono state erogate on-line 2.200.000 prove di Inglese, Matematica e Italiano nella scuola secondaria di I grado e 1.100.000 prove di Italiano e Matematica per la scuola secondaria di II grado.

Il risultato più importante ottenuto con la somministrazione on-line, almeno dal punto di vista della trasparenza e (perché no?) anche dal punto di vista educativo, è rappresentato dall’azzeramento del cheating: per la prima volta da quando si svolgono le prove Invalsi legate all’esame di Stato (2008) non si verificano fenomeni rilevanti di quelli che con un eufemismo vengono chiamati “comportamenti opportunistici”.

La prova di Inglese: la prima volta

Per la classe V primaria e III secondaria di I grado la prova di Inglese (reading listening) sulle competenze ricettive è quella che aveva creato più ansia fra i docenti e le famiglie, e non solo perché era la prima volta. I risultati sono abbastanza confortanti: il 92,4% degli allievi della V primaria raggiunge il prescritto livello A1 del QCER nella prova di lettura (reading) e il 78,6% di allievi il prescritto livello A1 del QCER nella prova di ascolto (listening). In uscita dalla scuola secondaria di I grado le Indicazioni nazionali prevedono il livello A2, che viene raggiunto per Inglese-reading dal  73,9% e per Inglese-listening dal 56,1% degli studenti, anche se molto accentuate sono le differenze territoriali.

Le differenze territoriali: un problema di efficacia ed equità del sistema scolastico

Emerge, già dalla scuola primaria, il fatto che in alcune aree del Sud (Campania, Sicilia, Calabria e Sardegna) la scuola fatica a garantire uguali opportunità agli alunni. Il divario fra i risultati del Nord e del Sud aumenta via via che si sale nel segmento scolastico, fino a diventare preoccupante alla fine del primo ciclo di istruzione. In queste regioni del Sud oltre il 50%, con punte anche del 60-65%, della popolazione scolastica del grado 8 è al di sotto dei traguardi stabiliti dalle Indicazioni nazionali; la tendenza si accentua nella scuola secondaria di II grado, specialmente in Matematica, dove il 75% degli studenti si colloca al di sotto della media nazionale. Inoltre la differenza fra le scuole e fra le classi è più marcata nelle regioni del Sud che al Centro-Nord. Questo indica una tendenza maggiore a formare classi in cui si concentrano allievi più bravi e più avvantaggiati socialmente.

La certificazione delle competenze alla fine del I ciclo di istruzione

In base al  D.Lgs. n. 62/2017 ogni studente, alla fine del primo ciclo di istruzione (grado 8), riceve una certificazione sui livelli di apprendimento  in Italiano, Matematica e Inglese, data dai risultati delle prove Invalsi in queste tre discipline. Per Italiano e Matematica i livelli sono ordinati da 1 a 5 e descrivono le abilità e conoscenze in queste materie. Per Inglese i livelli sono individuati e descritti sulla base del QCER (Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue). La valutazione per livelli delle prove di Italiano e Matematica degli studenti del grado 8 conferma e ribadisce quanto emerge dai punteggi numerici. Posto il livello 3 come livello di sufficienza, la percentuale di alunni che in Italiano non raggiunge tale livello oscilla intorno al 28% nel Nord e nel Centro Italia, mentre è fra il 45% e il 46% nell’Italia meridionale e insulare. In Matematica il quadro peggiora e appare ulteriormente differenziato fra le diverse aree del Paese: la percentuale di alunni che non arriva al livello 3 è del 32% nel Nord Ovest, del 28% nel Nord Est, del 35% nel Centro, e supera il 50% nel Sud e nel Sud e Isole, con quote rispettivamente del 54% e del 56%.

Maschi e femmine: un problema di modelli culturali?

Un dato, a mio avviso, preoccupante riguarda il divario in Matematica fra maschi e femmine, a favore dei primi, che si manifesta già a partire dalla classe II primaria. In seconda primaria, a livello nazionale, la differenza tra maschi e femmine nei risultati delle prove Invalsi è di poco più di 2 punti in Italiano, a favore delle seconde, e di 4 punti in Matematica, a favore dei maschi. Quest’ultima differenza, per quanto modesta, risulta significativa in termini statistici. In quinta primaria le femmine in Italiano superano i maschi di poco più di 9 punti, e una differenza simile (quasi 10 punti) si registra, ma a parti rovesciate, in Matematica, dove sono i maschi ad avere il punteggio più alto. Entrambe le differenze sono statisticamente significative. Questa tendenza, che si mantiene anche nel secondo ciclo di istruzione, emerge anche dalle rilevazioni internazionali[1], indagine PISA in primo luogo. Questo dato comporta che sempre meno ragazze si iscrivono a facoltà scientifiche e, considerato che in genere le ragazze hanno risultati scolastici migliori dei loro compagni maschi, ciò implica una perdita di competenze in discipline vitali per lo sviluppo del Paese. A parte questo elemento, dal punto di vista educativo è importante interrogarsi su quali modelli culturali (stereotipi) siano veicolati dalla scuola, dalla famiglia e dalla società.

Sul sito INVALSI è possibile trovare le presentazioni e il Rapporto sui risultati 2018: https://invalsi-areaprove.cineca.it/index.php?get=static&pag=Prove_INVALSI_2018_risultati

Cosa ci aspetta per il 2019?

L’anno scolastico 2018/19 sarà l’anno delle prove Invalsi per la V classe della scuola secondaria di II grado.  Sarà una prova on-line, Computer Based Test (CBT), di Inglese, Italiano e Matematica. Come per la fine del primo ciclo di istruzione, il D.Lgs. n. 62/2017 prevede il rilascio di una certificazione dei livelli di apprendimento conseguiti da ogni studente in esito alle prove sostenute. La prova, comunque, non entra nell’esame di Stato, ma avervi preso parte (a prescindere dal risultato effettivo) è condizione necessaria per essere ammessi all’esame.

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[1] Con l’eccezione dei paesi del blocco dell’ex-Unione Sovietica, dove non esiste differenza nei risultati in Matematica e Scienze fra maschi e femmine.