L’organico docenti e la flessibilità possibile

Rileggiamo il nuovo quadro normativo

In questi giorni, a poco a poco, tutte le scuole riaprono i battenti sull’intero territorio nazionale e si preparano a valorizzare tutte le risorse disponibili, ottimizzando i diversi spazi di autonomia, al fine di garantire ad ogni studente la miglior riuscita possibile negli apprendimenti e nelle relazioni.

A tal fine appare doverosa una riflessione, a partire dalla rilettura della CM 5 settembre 2016, n. 2852, sull’efficace utilizzo dell’organico dell’autonomia: opportunità offerta dalle recenti disposizioni normative per la realizzazione di percorsi educativi e didattici sempre più personalizzati ed inclusivi.

L’organico dell’autonomia costituisce a tutti gli effetti la dotazione organica complessiva di una scuola, e comprende, senza distinzione contrattuale, i posti comuni, di sostegno e di potenziamento; definito triennalmente su base regionale, a livello di singola istituzione scolastica viene gestito in maniera integrata.

Tutti i docenti dell’organico dell’autonomia, infatti, fanno parte di un’unica comunità educante e professionale e concorrono, indistintamente, alla realizzazione del piano triennale dell’offerta formativa con attività di insegnamento, di potenziamento, di sostegno, di organizzazione, di progettazione e di coordinamento, così come disposto dalla L. 107/2015.

In sintesi le funzioni sono, pertanto, due: una di potenziamento ed arricchimento dell’offerta formativa ed una di supporto all’organizzazione scolastica. Queste funzioni sono oggi rese possibili anche grazie ai posti di “potenziamento” assegnati ad ogni istituzione scolastica.

Le opportunità dell’organico dell’autonomia

Molte possono essere le opportunità da cogliere e le esperienze da realizzare; quali, a titolo esemplificativo:

  • prevenzione della dispersione scolastica e potenziamento del tempo scuola per la scuola dell’infanzia e primaria;
  • prevenzione dell’analfabetismo informatico e interventi a favore dell’educazione finanziaria;
  • implementazione e sviluppo della didattica laboratoriale;
  • didattica orientativa;
  • potenziamento e recupero di conoscenze e competenze;
  • valorizzazione delle eccellenze;
  • supporto agli studenti impegnati negli esami di Stato;
  • realizzazione di attività correlate all’insegnamento, in lingua straniera, di discipline non linguistiche con metodologia CLIL;
  • utilizzazione, in verticale, dei docenti del primo ciclo per lingua straniera, musica, educazione motoria;
  • ricerca-azione, innovazioni didattiche e disseminazione di buone pratiche;
  • attività coerenti con la realizzazione di quanto previsto dal DM 8/2011 (educazione musicale nel primo ciclo);
  • sostituzioni per assenze brevi.

L’organico dell’autonomia non viene utilizzato in quelle attività per le quali sono previsti specifici capitoli di finanziamento (ad esempio, le attività alternative all’insegnamento della religione cattolica).

Una vision creativa e cooperativa: la persona giusta al posto giusto?

Si aprono per le scuole nuovi spazi di flessibilità che, se strategicamente utilizzati, possono consentire a docenti finora utilizzati solo per l’insegnamento curricolare di occuparsi, in tutto o in parte, di attività di arricchimento dell’offerta formativa, in coerenza con le competenze possedute.

In altre parole sembra sia finalmente giunto il momento di “mettere la persona giusta al posto giusto”, per realizzare un puzzle professionale funzionale alla garanzia del successo formativo, fine istituzionale della scuola.

Ovviamente non mancano le difficoltà e soprattutto qualche resistenza, come accade di fronte ad ogni innovazione che impone il disancoraggio da comode abitudini consolidate.

L’efficace utilizzo dell’organico dell’autonomia richiede, infatti, una vision creativa e cooperativa, acume organizzativo, coraggio di osare, disponibilità a mettersi in gioco e passione; ingrediente fondamentale, quest’ultimo, del contributo di ogni operatore del mondo della scuola.

Richiede anche disponibilità ad assumere dei rischi perché, metaforicamente parlando, nella composizione di ogni puzzle complesso, quale è quello professionale richiesto per la garanzia del successo formativo, l’introduzione di un “pezzo sbagliato” equivale all’inserimento di una pennellata di Dalì all’interno di un dipinto di Giotto, con inevitabile compromissione del risultato finale.

Alcune ipotesi di utilizzo dell’organico di potenziamento

Tra le diverse esperienze di ottimale utilizzo dell’organico dell’autonomia, senza alcuna pretesa di esaustività, significative risultano quelle che prevedono, per esempio, momenti di prestito professionale che consentono un arricchimento formativo per gli studenti ed un’occasione di contaminazione positiva per docenti operanti in settori formativi diversi.

Interessante anche la possibilità di organizzare attività in piccoli gruppi, in forma laboratoriale e con personalizzazione degli obiettivi didattici, in modo da consentire agli alunni esperienze di “learning by doing” che sollecitano i diversi stili di apprendimento.

Un’altra interessante opportunità è quella di aumentare il tempo scuola in modo da sottrarre gli allievi alla strada, particolarmente utile in contesti di povertà e marginalità educativa.

Si pensi, per esempio, all’apertura pomeridiana delle scuole per:

  • iniziative di formazione, rivolte agli studenti e al personale della scuola, anche con particolare riguardo agli obiettivi del Piano nazionale scuola digitale (PNSD);
  • attività rivolte alle famiglie;
  • attività rivolte agli studenti di cittadinanza o di lingua non italiana, attraverso la realizzazione di corsi di alfabetizzazione e perfezionamento nell’uso della nostra lingua;
  • attivazione dei laboratori territoriali per l’occupabilità dove svolgere, tra le altre iniziative, attività di orientamento e di alternanza scuola-lavoro per stimolare la crescita professionale, le competenze e l’autoimprenditorialità dei giovani.

Il supporto all’organizzazione della scuola come comunità educante

L’organico dell’autonomia può essere utilizzato anche per attività di coordinamento; a tal fine ricordiamo le azioni relative al PNSD (L. 107/2015, c. 59), così come l’introduzione di insegnamenti opzionali nel secondo biennio e nell’ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado (L. 107/2015, c. 31).

Un ruolo fondamentale potrà essere rivestito anche nella formazione dei docenti grazie all’individuazione di figure di riferimento per la realizzazione del relativo piano, valorizzando altresì, in questo ambito, gli insegnanti cui vengono affidate le funzioni tutoriali per i neoimmessi in ruolo.

Secondo quanto previsto dal decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, inoltre, pure per la scuola dell’infanzia sono previsti posti di potenziamento a partire dall’a.s. 2018/2019.

Anche e soprattutto in questo caso, si tratta di una preziosa opportunità, atteso che questo settore formativo costituisce una finestra cronologica privilegiata sia per l’osservazione dei comportamenti, sia per l’intervento pedagogico per prevenire eventuali future difficoltà negli apprendimenti e nelle relazioni.

Premesso, pertanto,  che nella scuola dell’infanzia le attività educative e didattiche sono per natura di tipo laboratoriale, queste ulteriori risorse possono consentire la realizzazione di ulteriori svariati percorsi educativi, quali per esempio lingua straniera, coding e pensiero computazionale, potenziamento competenze metafonologiche per la prevenzione delle difficoltà di apprendimento, o anche potenziamento dell’attività motoria, che rappresenta sicuramente lo strumento principe per sviluppare i prerequisiti cognitivi dell’apprendimento.

Una risorsa ancora tutta da scoprire…

L’organico dell’autonomia consente di organizzare la scuola come “comunità che produce comunità”, anche per il ruolo di “dinamo pedagogica” che essa  può e deve esercitare all’interno del territorio; come contesto collettivo, collaborativo e attivo, in cui è possibile progettare e realizzare  percorsi che garantiscano la massima flessibilità negli obiettivi didattici, metodi, materiali e valutazioni, al fine di ottimizzare le opportunità di apprendimento per tutti gli individui, anche nell’ottica dell’Universal Design For Learning, interessante approccio didattico che  prevede a monte proposte formative flessibili e plurali per tutti gli studenti, indipendentemente dalle “etichette” che indicano i diversi bisogni educativi speciali.

Affinché non sia un’occasione persa, la gestione dell’organico dell’autonomia deve caratterizzarsi, quindi, per la valorizzazione delle professionalità e delle competenze, finalizzata alla realizzazione della progettualità scolastica, nell’ottica di quella flessibilità che costituisce uno dei fulcri della Legge 107/2015, nel rispetto, ovviamente, delle vigenti disposizioni normative, contrattuali e delle prerogative sindacali.